War Wings, falcio a metà

L'ambientazione della seconda guerra mondiale è tornata in auge da qualche tempo, vedi anche Call of Duty: WWII, e Miniclip ha pensato bene di approfittarne in ambito mobile per affidare a Mobilefish Studio la realizzazione di uno sparatutto aereo a base multiplayer per i dispositivi iOS e Android. War Wings ci vedrà dunque controllare un velivolo realmente esistito, selezionato da un'ampia rosa da sbloccare man mano, per affrontare intense battaglie online quattro-contro-quattro. Un breve tutorial ci introduce ai controlli, in verità molto simili a quelli di qualsiasi simulatore di volo arcade visto finora: nella parte sinistra dello schermo è presente uno stick virtuale che consente di muovere l'aereo, laddove invece nella parte destra trovano posto due icone per aumentare o diminuire la velocità, aprire il fuoco ed effettuare la ricarica delle mitragliatrici.

Due le visuali disponibili, alternabili richiamando con un tocco la schermata delle opzioni: quella di default, in terza persona, e quella in prima persona dall'abitacolo, spettacolare ma un po' troppo complessa e poco leggibile, specie sulle prime. La fase introduttiva non si ferma comunque ai combattimenti, illustrando anche alcuni aspetti della struttura di gioco, in particolare l'ampia progressione che, sulla base dei crediti guadagnati in battaglia (o di quelli ottenuti tramite gli acquisti in-app), consente di potenziare la propria flotta e di accedere a nuovi e più potenti modelli.

Le ali della libertà

Gli elementi fondamentali di una produzione come War Wings sono ovviamente l'accessibilità dell'esperienza e un funzionamento irreprensibile dell'infrastruttura online. Per fortuna Miniclip ha curato molto bene entrambi gli aspetti, consegnandoci un menu principale ben organizzato e facendo in modo che il matchmaking fosse davvero rapido ed efficace, grazie anche a una base d'utenza consistente, certamente formatasi durante la fase di soft launch. Una volta in partita, ci sono alcuni espedienti che rendono le cose più semplici in fase di attacco (vedi il sistema di mira, che zoom e aggancia in maniera semiautomatica i bersagli a tiro), ma anche gli avversari godono del medesimo vantaggio e dunque sottrarsi alle loro raffiche non sarà semplice: bisognerà usare in modo intelligente i comandi relativi alla velocità dell'aereo, effettuare evoluzioni e giri della morte, per poi cambiare traiettoria il più rapidamente possibile e rispondere al fuoco.

La resistenza di ogni velivolo consente un minimo margine di manovra, nel senso che bisogna essere esposti agli attacchi per alcuni secondi prima di esplodere e attendere il successivo respawn, ma in tal senso entra purtroppo in gioco anche il fattore "pay to win": gli utenti che pagano con denaro reale possono accedere più rapidamente agli aerei avanzati e dunque ottenere un sostanziale vantaggio durante i match. Per fortuna si tratta di un aspetto dell'esperienza che emerge solo dopo qualche ora, e che non va a inficiare la godibilità di un titolo che, oltre ai deathmatch, offre anche divertenti missioni che ne aumentano durata e varietà. Sul fronte tecnico, poi, è stato fatto tutto nel migliore dei modi: il volo è fluido, la resa della velocità è buona, i velivoli sono discretamente dettagliati e gli scenari, pur con i loro limiti, offrono un buon livello di dettaglio.