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Last Day of June, recensione

Last Day of June è il nuovo titolo del team italiano Ovosonico

RECENSIONE di La Redazione   —   29/08/2017
Last Day of June
Last Day of June
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A tre anni dalla pubblicazione di Murasaki Baby, Ovosonico torna in pista con una seconda avventura dalle caratteristiche peculiari. Nonostante le incertezze del titolo d'esordio, lo studio guidato da Massimo Guarini non ha affatto smarrito il piacere per la sperimentazione e con Last Day of June ci propone nuove idee interessanti, dimostrando non solo caparbietà ma anche una buona dose di coraggio. Dal momento che la musica è uno dei mezzi prediletti per toccare le corde dell'animo umano, il team ha scelto di affidarsi alle mani esperte e al talento cristallino di Steven Wilson per la realizzazione dell'accompagnamento sonoro. Con l'ausilio di un concept originale, la collaborazione di un musicista di rinomata fama e il sostegno artistico della regista Jess Cope, è stato quindi possibile mettere un'insieme un'esperienza interattiva delicata, emozionante e di ottima fattura.

Last Day of June, recensione

Come abbiamo già avuto modo di far presente nel nostro provato di luglio, chi stesse pensando di trovarsi al cospetto di uno dei tanti walking simulator con una struttura molto lineare e un'interazione ridotta ai minimi termini, farebbe meglio a ricredersi. Tra breve vi spiegheremo il motivo, ma prima di proseguire oltre vogliamo ricordarvi che Last Day of June sarà disponibile a partire dal 31 agosto per PC e PlayStation 4, ad un prezzo di 19.99 euro. Peraltro su Steam è prevista una promozione particolarmente allettante: dal day one fino al 14 settembre sarà possibile acquistare il gioco e ottenere gratuitamente Brothers - A Tale of Two Sons. Un'iniziativa interessante, considerando che le due opere sviluppano a modo loro il tema degli affetti e della perdita, facendo entrambe leva sull'emotività e su meccaniche di gioco fuori dall'ordinario. In altre parole, se non avete ancora avuto modo di giocare al titolo di Starbreeze e siete propensi ad immergervi nella colorata e struggente avventura rappresentata in Last Day of June, fareste meglio a farci un pensierino.

Last Day of June, recensione

Gli incroci del destino

Non si sfugge alle trame del destino. Questo in estrema sintesi è il messaggio che si fa strada durante la struggente avventura raccontata in Last Day of June. Carl e June si sono giurati amore eterno, eppure il fato sembra avere in serbo ben altri progetti. Li incontriamo in quella che, a prima vista, sembra essere una tranquilla giornata estiva, sulle rive di un piccolo lago. Un fiore donato e infilato nei capelli, un regalo da scartare prima di fare ritorno a casa. Ma è proprio durante il viaggio del rientro che accade l'irreparabile. Pochi momenti sono sufficienti a farci comprendere che qualcosa quel pomeriggio è andato tremendamente storto. Un evento imprevedibile e l'automobile su cui si trova la coppia finisce fuori strada. June non ce la fa, Carl sopravvive ma rimane paralizzato e si vede costretto a vivere il resto dei propri giorni bloccato su una sedia a rotelle. Nella casa ormai svuotata da qualsiasi gioia, il senso di vuoto si fa sempre più insostenibile. Poi, del tutto inaspettatamente, si fa strada un barlume di speranza: attraverso alcuni quadri lasciati da June, il protagonista si accorge di riuscire ad eludere il fluire del tempo e di poter provare a modificare gli eventi di quella sciagurata giornata. Per farlo gli sarà necessario influenzare le azioni compiute in quelle fatidiche ore dagli altri abitanti del villaggio, nel tentativo di sovvertire gli eventi e riabbracciare la propria amata.

Last Day of June, recensione

Ciò che più ci ha colpito di Last Day of June è proprio l'idea da cui gli sviluppatori sono partiti per rappresentare il viaggio mentale della speranza del povero Carl, dando al giocatore il compito di ricomporre un puzzle fatto di varie combinazioni, con lo scopo ultimo di riportare la serenità nella vita dell'occhialuto protagonista. Come detto, se il gameplay dona più di qualche sorpresa, scandendo la progressione con una certa grazia, la componente sonora ha avuto un ruolo non indifferente nel cavalcare le emozioni che si provano durante questa particolare progressione narrativa. E se dal punto di vista dell'interazione le soluzioni adottate ci sono sembrate brillanti, pur nella loro semplicità, le musiche composte da Steven Wilson rappresentano la classica ciliegina sulla torta per chi come il sottoscritto prova da tempo una grande passione e un altrettanto solido rispetto per i lavori dell'artista britannico. Wilson è maestro nel trasmettere all'ascoltatore un turbinio di emozioni, le sue composizioni si associano molto bene alle immagini e calzano alla perfezione con il tipo di racconto proposto, sostenendo sia i momenti di armonia sia le fasi di malinconica riflessione. Le tracce selezionate per rappresentare il viaggio di Carl si sono rivelate quanto mai azzeccate e basterebbe citare The Raven That Refused to Sing, tratta dall'omonimo album del 2013, per far passare il concetto senza che serva davvero aggiungere molto altro.

Last Day of June, recensione

Emozioni e tenerezza

Last Day of June sembrerebbe suggerire l'assenza di una vera e propria componente interattiva e invece, attraverso la risoluzione dei puzzle, prevede che il fruitore intervenga attivamente sulla storia senza limitarsi ad essere poco più di un semplice spettatore. Il racconto non è suddiviso su più livelli, ma si ha a che fare con un'unica area di gioco esplorabile, nella quale ciascun segmento della mappa può essere progressivamente sbloccato. Oltre a Carl e alla sfortunata June, il gioco coinvolge alcuni soggetti secondari che peraltro si rivelano strumentali al raggiungimento dell'obiettivo finale. Si ha quindi la necessità di controllare un bambino pestifero, un anziano signore col bastone, l'amica della porta accanto in procinto di traslocare e un baldanzoso cacciatore che vive circondato dai trofei nella sua lussuosa tenuta di famiglia. In quella fatidica giornata, ognuno di essi ha compiuto delle azioni che hanno indirettamente contribuito alla morte di June. Per portare a casa il risultato, il giocatore deve far interagire questi soggetti tra loro e con l'ambiente circostante, variando le attività, sfruttando alcuni oggetti e sbloccando porte o passaggi precedentemente preclusi.

Last Day of June, recensione

A ciascun personaggio è associata anche una carta, che muta aspetto sulla base scelte effettuate e serve a sintetizzare gli eventi messi in sequenza e gli esiti che si andranno a produrre una volta che la giornata sarà per l'ennesima volta conclusa. Questa dinamica conduce inevitabilmente a ripetere specifiche situazioni e a rivedere alcune sequenze, visto che il contesto in cui ci si muove è sempre lo stesso, seppur in costante evoluzione. Peraltro, proprio al fine di evitare che l'esperienza di gioco diventasse tediosa, Ovosonico ha saggiamente deciso di tagliare determinate attività già svolte dal giocatore nei segmenti precedenti, ottimizzando la progressione narrativa senza sfociare nella noia. In questo senso si sarebbe potuta prevedere anche la possibilità di saltare i filmati dell'incidente, che al contrario devono essere rivisti integralmente ad ogni nuovo passaggio. Anche la realizzazione artistica ci ha convinto grazie ad uno stile grafico minimale e con una propria personalità, capace di trasmettere un senso di tenerezza, in determinati momenti del racconto, davvero difficile da raccontare a parole. La scelta dei colori scandisce a sua volta il ritmo del racconto, alternando tonalità calde e vivaci a momenti più cupi, per lo più tendenti al blu, nei momenti in cui il povero Carl si ritrova da solo, abbandonato tra quattro mura ricolme di ricordi. Prima di passare al commento vale la pena accennare alla presenza di curiosi oggetti collezionabili, che si legano ai singoli personaggi e possono essere ottenuti solo quando si sta controllando il soggetto corretto, ovviamente a condizione di aver già sbloccato l'accesso alla zona interessata. Peraltro, esattamente come il resto del gioco, si tratta di materiale che può essere recuperato in tutta tranquillità senza doversi arrovellare più del dovuto.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.5
Lettori (28)
8.1
Il tuo voto

Questa volta Ovosonico ha colpito nel segno. Nella sua semplicità, Last Day of June è un'avventura efficace, in grado di coniugare come si deve la parte narrativa e quella ludica, intrecciandole senza nemmeno avere la necessità di doversi aggrappare ai dialoghi o all'espressività dei personaggi per trasmettere il proprio messaggio. In estrema sintesi, l'impatto di Last Day of June si dimostra inversamente proporzionale alle sue minute dimensioni. Massimo Guarini e il suo team hanno dato vita a un'esperienza di breve durata - nell'ordine delle tre o quattro ore - che tuttavia riesce nel duplice intento di colpire ed emozionare, tra l'altro senza disattendere la componente interattiva come sarebbe potuto sembrare ad uno sguardo più superficiale. Se apprezzate il genere, fareste meglio a non lasciarvelo sfuggire.

PRO

  • Concept interessante e originale
  • Colonna sonora di grande qualità
  • Buona direzione artistica
  • Riesce a toccare le corde dell'emotività

CONTRO

  • Livello degli enigmi da risolvere non particolarmente elevato
  • Longevità ridotta