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La recensione di NBA Live 18, un ritorno con la voglia di rivincita

Dopo due anni EA Sports è pronta a rilanciare la sfida

RECENSIONE di Dario Rossi   —   22/09/2017
NBA Live 18
NBA Live 18
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La serie di EA Sports dedicata alla pallacanestro è una delle più incostanti della casa canadese, nonostante la veneranda età: esiste infatti dal lontano 1994 raccogliendo, col nome NBA Live, l'eredità di capitoli usciti addirittura tre anni prima per le console a 16 bit. Insomma, una saga storica e che è riuscita a toccare apici notevoli, uno splendore che si è decisamente affievolito da NBA Live 10, che ha dato inizio a una lenta e inesorabile decadenza. Una delle cause è senz'altro da attribuire a una concorrenza veramente agguerrita, in grado di alzare l'asticella qualitativa a ogni uscita; fattore che, unito a una serie di deficit tecnici, ha contribuito a far decrescere la popolarità dei titoli Electronic Arts, tanto da portare a due importanti battute d'arresto. La prima, decisamente importante, fu di ben quattro anni e si è conclusa con il ritorno della saga sulla generazione corrente, nel 2013. Dopo alcune iterazioni poco convincenti, siamo arrivati a un'altra pausa di riflessione con NBA Live 16, penultimo esponente del franchise, il cui modesto riscontro di pubblico ha convinto gli sviluppatori a portare nuovamente il loro titolo in cantiere. Dopo un periodo di due anni, che lasciava quasi presagire la chiusura della serie, Live è invece ritornato con una rinnovata grinta: riuscirà questo nuovo episodio a recuperare lo scettro delle simulazioni di basket?

L'importanza di essere prescelto

La voglia di rivalsa è sempre apprezzabile, ma non basta da sola per combattere una concorrenza che si affida in egual modo a un'esperienza pluriennale per migliorare il proprio prodotto. Probabilmente consapevole di questo fattore, EA Tiburon ha puntato tutto sulla concretezza per questo ritorno, investendo sulle cose migliori che la serie ha offerto negli anni e assorbendo completamente il suo storico. NBA Live 18 è un capitolo con i piedi ben saldi a terra, escluso quando deve saltare per andare a canestro. Il primo passo era quello di recuperare e migliorare la modalità Pro-Am del precedente capitolo, una sorta di prototipo di un nuovo modo di considerare la modalità carriera giocatore. Da questa base è stato ricavato qualcosa di ancora più grande, chiamato The One, e capitanato da un testimonial di lusso: James Harden, che con la sua possente barba assume il ruolo di mentore carismatico per il protagonista, creato dal giocatore attraverso l'editor interno o lo scan facciale (attraverso la companion app per telefono). Si tratta a tutti gli effetti della nuova carriera giocatore singolo, combattuta tra due anime ben evidenziate dopo una serie di partitelle introduttive, La Lega e La Strada. La prima come intuibile è incentrata sulla carriera del protagonista, dopo essere stato scelto ai draft, in una delle squadre del campionato statunitense. La seconda è a tutti gli effetti un'evoluzione della modalità Pro-Am, caratterizzata dalla possibilità di disputare partite con altri giocatori umani online attraverso playground storici, introdotti da splendidi filmati ricchi di riferimenti e aneddoti. Tra questi citiamo il Pacific University di Seattle, Venice Beach e il Rucker Park di New York. Tutti sono realizzati splendidamente e rappresentano qualcosa di diverso rispetto alle classiche arene, ma The One è molto più di questo.

La recensione di NBA Live 18, un ritorno con la voglia di rivincita

Voglia di crescere

Una delle caratteristiche più stimolanti della modalità The One è rappresentata dalla sua struttura e i suoi diversi elementi in comune con un gioco di ruolo. Il nostro protagonista è completamente personalizzabile a livello di oggettistica e abilità attraverso un ricco menu di upgrade, basato rispettivamente sull'accumulo di moneta virtuale e punti esperienza. Il tutto contribuisce a incrementare il livello del giocatore, al quale sono legati specifiche abilità che sbloccheremo quindi progredendo nella carriera. La moneta si lega naturalmente allo shop interno, che offre una lunga serie di scrigni contenenti un oggetto di abbigliamento scelto a caso da un set definito. Gli stessi scrigni presentano un legame con il livello raggiunto, non saranno quindi tutti immediatamente accessibili. Un particolare che molti apprezzeranno è la totale assenza, in questa modalità, di microtransazioni: tutti i guadagni devono essere ottenuti giocando e vincendo le varie partite. Ancora più interessante è il fatto di avere piena libertà di azione attraverso le due modalità, lega e strada, a prescindere dai progressi ottenuti con il nostro giocatore. Un sistema che stimola ad alternare la modalità The One con le altre presenti nel gioco, considerando che il fatto che non esiste una vera storia, escluso il solito incipit della giovane promessa che ambisce alla celebrità. Le poche parti di sceneggiatura sono relegate a qualche simpatico siparietto offerto da una trasmissione fittizia all'interno del gioco, e una serie di dialoghi da cellulare tra il protagonista e vari personaggi, tra cui l'immancabile agente, amici e anche lo stesso Harden che fa volentieri capolino. Questi brevi dialoghi oltretutto sono funzionali allo sviluppo, offrendo al giocatore la possibilità di scegliere la risposta, conquistando punti hype o moneta virtuale.

La recensione di NBA Live 18, un ritorno con la voglia di rivincita

Arrivano le donne!

Le novità di NBA Live 16 non si fermano qui: per chi non è interessato a investire tempo nella modalità The One rimane sempre la classica franchigia, che ci permette di affrontare la stagione con una delle nostre squadre preferite. Ovviamente tutte presenti all'appello: Celtics, Lakers, Rockets, Miami Heat e compagnia bella, incluse le divisioni All-Star. In questo caso ci troviamo a gestire una modalità un po' vecchio stampo, recuperata dai capitoli precedenti e che non offre proprio il lato più appetibile della produzione EA Sports. A chi invece è legato all'Ultimate Team, un marchio di fabbrica inaugurato proprio dalla casa canadese nelle produzioni sportive, è dedicata l'omonima modalità, caratterizzata dalla gestione di figurine virtuali funzionali alla creazioni della propria squadra dei sogni. Oltre a quelle conquistate nel gioco, è possibile aggiudicarsi i pacchetti più ambiti attraverso un classico sistema di microtransazioni, acquistando punti NBA con soldi reali.

La recensione di NBA Live 18, un ritorno con la voglia di rivincita

La novità più rilevante è invece rappresentata dall'inclusione della WNBA, la lega femminile di basket, assente ingiustificata nelle simulazioni sportive e che recupera idealmente l'operazione di inclusione del calcio femminile già effettuata in FIFA. Chi segue il campionato rosa potrà gioire però solo a metà: le 12 squadre e relativi stadi sono fedelmente riprodotti, compresi i Washington Mystics capeggiati da Elena Delle Donne, ma non sono state incluse competizioni dedicate, relegando le squadre alla semplice esibizione. La WNBA si contraddistingue per un ritmo di gioco completamente diverso, privo di attacchi feroci al canestro e penetrazioni nel post, ma maggiore dinamismo e tattica. Il tutto non è molto dissimile da quanto visto nella controparte college basket della stessa Electronic Arts, con partite dove vengono riscoperti i tiri da 3 punti e media distanza.

La recensione di NBA Live 18, un ritorno con la voglia di rivincita

Parola d'ordine: divertimento

In campo è immediatamente avvertibile la direzione scelta da EA Sports per NBA Live 18, quella di un "simcade" pensato per differenziarsi dalla concorrenza e risultare appetibile a una fascia di utenza meno avvezza al basket. La giocabilità si presenta caratterizzata da una grande immediatezza, grazie a una serie di elementi studiati a tavolino da Tiburon. I due punti chiave sono tiri e difesa, i primi sono affidati alla rinnovata barra con un cursore ascensionale che rappresenta il percorso verso il rilascio perfetto. Riuscendo a fermare il cursore all'apice della barra otteniamo un lancio ottimale che però non determina automaticamente il canestro, in quanto il gioco tiene in considerazione sia le abilità individuali, la posizione e la marcatura avversaria. A ogni modo un rilascio ottimale assicura ampie possibilità di effettuare un canestro, eventualità che si trasforma in sicurezza assoluta in caso dei tiri liberi. Il sistema facilita considerevolmente la fase di attacco, mentre per la difesa il discorso si fa di respiro più ampio, stabilendo la necessità di un rilevante aiuto da parte dell'intelligenza artificiale.

La recensione di NBA Live 18, un ritorno con la voglia di rivincita

Questo significa che la cpu intuisce le posizioni migliori dei nostri compagni per non lasciare spazi aperti all'attacco, alleggerendo il compito al giocatore, mentre il rinnovato sistema di autodifesa attraverso il grilletto sinistro permette di effettuare blocchi senza la necessità di calcolare il salto.Il sistema porta a una serie di stoppate poderose, a volte discutibili in termini di realismo, ma tremendamente efficaci e che aprono, insieme ai rimbalzi, una dimensione completamente nuova ai contropiedi, numerosi e spettacolari. Ovviamente i giocatori più esigenti storceranno il naso, ma non per questo NBA Live 18 si presenta come un titolo facile. L'intelligenza artificiale è comunque combattiva e reagisce alle situazioni sconvenienti, mantenendo sempre un equilibrio nel punteggio. Peccato per una serie di piccoli difetti, ormai storici per la serie, come i giocatori che a volte perdono posizione, risultando fuori campo alla ricezione di un passaggio, o altri comportamenti incomprensibili, comunque fortunatamente piuttosto rari. I numerosi e immancabili slider, che permettono di personalizzare in profondità il gioco, sono in grado di compensare solo in parte questi difetti.

Obiettivi Xbox One

NBA Live 18 presente i consueti 1000 punti giocatore, divisi attraverso 40 obiettivi. Conquistarli tutti richiederà del tempo, considerando le molte cose da fare nelle modalità proposte. Tra queste rientrano la conquista degli scrigni in The One, i traguardi conseguibili nel Pro-Am e la conquista del titolo nella modalità franchigia. Buona fortuna!

Rifarsi il trucco

Tecnicamente NBA Live 18 risente in parte di un passaggio non ancora completo verso la generazione corrente. Il motore eredita ancora diversi elementi dei precedenti capitoli: tra questi una serie di animazioni che non riescono a legarsi armoniosamente, laddove la concorrenza ha raggiunto situazioni molto vicine al fotorealismo. In un certo modo è ancora troppo avvertibile il passaggio tra un'animazione e l'altra, dovendo aspettare la sua conclusione per poter passare alla successiva, anche se il fenomeno è molto diminuito rispetto al passato. Per quanto concerne invece il dettaglio, è indubbio il lavoro effettuato dagli sviluppatori, con modelli dei giocatori dettagliati e arene splendidamente realizzate. Ottima anche la realizzazione del pubblico, un marchio di fabbrica della serie, con un audio trascinante che aumenta di intensità in base all'esito del match: la tensione all'ultimo quarto è palpabile, con ogni canestro in grado di svuotare i polmoni degli spettatori, ne consegue un grande coinvolgimento emotivo che influenza ogni azione. Da menzionare anche la presentazione, che sfrutta la grafica ufficiale ESPN per sottolineare le azioni e replay, alcuni comandati dal giocatore stesso, con un intermezzo di metà partita molto esaustivo. Il gioco su Xbox One gira a una risoluzione di 1080p, con un framerate quasi sempre ancorato ai sessanta fotogrammi al secondo, si nota qualche sporadica incertezza, ma niente di preoccupante. Incisiva e categorica anche la colonna sonora, caratterizzata da brani hip hop e trap, che non lasciano spazio a divagazioni pop o electro, allacciandosi piuttosto alla cultura del basket da strada; molto meno esaltante la telecronaca, piatta, priva di mordente e con molte mancanze per quanto concerne la lega femminile.

Conclusioni

Versione testata Xbox One
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 69,99 €
Multiplayer.it
7.5
Lettori (7)
7.7
Il tuo voto

NBA Live 18 dimostra tutta la volontà di EA Sports nel voler rilanciare un franchise che si propone come alternativa per chi cerca maggiore immediatezza nelle simulazioni di basket. Offrendo una serie di aiuti e soluzioni pratiche, anche a scapito del realismo, il titolo riesce a ottenere un sistema di gioco molto divertente, con sfumature arcade, ma non per questo eccessivamente semplice o banale. L'intelligenza artificiale è combattiva, nonostante qualche sbavatura di troppo, garantendo partite equilibrate e coinvolgenti, mentre il nuovo sistema di difesa è destinato a dividere il pubblico, ma sarà sicuramente apprezzato dai neofiti. Per il resto troviamo una modalità carriera singolo giocatore decisamente riuscita, e l'apprezzabile inclusione della lega femminile, un'aggiunta che, seppur lieve, merita sicuramente attenzione. Si tratta dell'inizio di un nuovo corso che potrà farsi davvero molto interessante.

PRO

  • Divertente da giocare, ottimo per i neofiti
  • Modalità The One ben realizzata
  • Lega femminile...

CONTRO

  • ...un po' troppo essenziale
  • Qualche problema nelle animazioni
  • L'intelligenza artificiale non è impeccabile