Lo scorso agosto Dynamic Pixels e tinyBuild avevano annunciato il rinvio di Hello Neighbor a dicembre, e già si cominciava a sentire puzza di bruciato. Non dormi tranquillo, quando gli sviluppatori ti dicono apertamente che il gioco si è scassato a causa dell'aggiornamento del motore grafico, e che l'assenza di un qualsiasi sistema di controllo qualità ha portato a far slittare l'uscita di ben quattro mesi. Il beneficio del dubbio però va dato a tutti, e del resto Hello Neighbor se l'era pure meritato, permettendo ai giocatori di farsi conoscere attraverso alpha, beta, e altre lettere greche. Insomma: gli sviluppatori hanno creduto al progetto, di questo ne siamo certi. E siamo anche certi che l'idea di base del titolo fosse davvero originale, anche all'interno di un genere che ormai consce centinaia di varianti. Il problema è che la realizzazione lascia così tanto a desiderare, da portare a istinti omicidi verso il Vicino, la sua casa e tutta la città.
Lo psicopatico della porta accanto
È una bella mattina soleggiata, ci siamo appena trasferiti in un ridente quartiere di periferia, con tanto di villette a schiera da miglior film americano. Ma mentre prendiamo a calci il nostro pallone al centro della careggiata, incuranti di qualsiasi veicolo che potrebbe investirci in ogni momento (quant'è bella la giovinezza), notiamo qualcosa di strano. Da una delle casette arrivano gemiti quanto meno sospetti, così com'è sospetto quel tizio nerboruto che sta palesemente cercando di zittire il suo ostaggio in salotto. Riusciamo a vedere tutto questo perché ovviamente il malintenzionato ha pensato di effettuare il tutto in bella vista davanti alla finestra della stanza, in pieno giorno. E siccome sia la porta sia le altre finestre sono tutte spalancate... come si dice? la curiosità uccise il gatto. E questa è la trama di Hello Neighbor: un pazzo ha sequestrato qualcuno e nasconde oscuri segreti all'interno della sua dimora, noi senza alcun motivo apparente ci faremo carico di scoprire di cosa si tratta. Il titolo si propone apertamente come horror/stealth game, il problema è che ansia, paura e tensione scompaiono dopo una decina di secondi, dal momento che il genere è ibridato con alcuni elementi del tutto incompatibili.
Per esempio un contesto solare e coloratissimo, ed uno stile caricaturale che rende i personaggi apertamente sproporzionati ed esagerati. Sia chiaro: questo non è esattamente un difetto. Anzi, lo stile grafico e artistico intrapreso rende Hello Neighbor immediatamente riconoscibile in un contesto di titoli troppo spesso tutti simili. Il problema è un altro: se la tensione viene a sparire quasi subito, restano le meccaniche stealth a farla da padrone e a motivare il teatrino. Cosa accade se neppure il resto della produzione funziona, e il gameplay resta appena abbozzato? Perché diciamocelo: l'offerta di Hello Neighbor è elementare, che più elementare non si può. Muniti di visuale in prima persona e di nessuna arma, il nostro ragazzino può accovacciarsi, eseguire piccoli sprint, raccogliere gli oggetti nello scenario (non tutti) e all'occorrenza nascondersi in armadi o sotto i letti. Un classico stealth game alla Hide 'N Seek, insomma: se il Vicino ci vede semplicemente ce la diamo a gambe e corriamo a nasconderci. Se invece il Vicino ci prende...
Che cosa diamine bisogna fare?
Se il Vicino ci prende, in realtà non accade nulla. E questo è uno dei primi veri problemi di Hello Neighbor: la mancanza di un sistema sensato di penalità, che porti il giocatore a vivere l'esperienza con quell'angoscia che gli è stata sottratta da un mondo troppo colorato e luminoso. Se ogni volta che vengo preso dal Vicino i miei progressi non vengono annullati, se la scatola che avevo piazzato in quel posto sta sempre lì, e la chiave che avevo raccolto ce l'ho ancora in tasca, allora perché dovrei preoccuparmi? Quasi quasi anzi conviene di più lanciarsi come dei pazzi in casa, vedere e raccogliere tutto il prima possibile, farsi acchiappare dal Vicino e poi tornare sul posto. Inoltre, il nostro respawn avviene sempre nello stesso punto, ma quello del nostro antagonista no: dunque si potrebbe "barare" facendosi vedere dal nemico, attirandolo in un posto lontano, permettendogli di metterci le mani addosso, e poi venendo rigenerati più vicini all'obiettivo rispetto a lui, che dovrà ancora tornare indietro. È poi poco credibile, a ben pensarci, la stessa sequenza che segna la sconfitta: quando il Vicino ci prende, ci afferra e... basta. Veniamo rigenerati. Non c'è mai un vero game over, quanto piuttosto un'eterna sequela trial and error. Quest'ultima considerazione ci porta al difetto più grave di Hello Neighbor, quello sul quale purtroppo non si può soprassedere in alcun modo. Il titolo ha una progressione lasciata completamente al caso: non si capisce cosa esattamente bisogna fare, né come farlo, e manca un qualsiasi tipo di indicazione da parte degli sviluppatori.
Il giocatore, insomma, è completamente abbandonato, e soprattutto nella fasi iniziali (ma anche più avanti) andrà per la sua strada a tentoni, tra l'essere acchiappato in continuazione dal Vicino e non avere la più pallida idea dell'utilizzo di quelle scatole in giardino. Sia chiaro: che bisogna raggiungere un certo punto di ogni casa proposta dai tre atti del gioco è intuitivo. Il problema è: cosa diamine bisogna fare per riuscirsi, esattamente? Più che premiare la logica e l'intuizione, Hello Neighbor paga il tentare un po' di tutto, ovunque. Per andare avanti bisogna utilizzare ogni oggetto interessante che recuperiamo, alla prima occasione disponibile, anche quando sembra meno evidente una connessione logica. I piccoli puzzle ambientali non seguono alcun sistema di progressione, e gli enigmi non sono sensati: senza una guida a disposizione vi ritroverete a girovagare a caso per le stanze, senza sapere cosa fare e come farlo, con quel pazzo che vi insegue. Non va bene neppure il bilanciamento della difficoltà: paradossalmente, più si va avanti con la "storia" e più il titolo diventa semplice. Questo perché le dimensioni delle case aumentano, dandoci più strumenti per non essere visti dal nostro inseguitore. Cerchiamo però di valorizzare anche il buono, perché qualcosa di buono c'è (quasi) sempre. Innanzitutto l'idea di fondo: Hello Neighbor si basa su un concetto sempre valido (sfuggire agli inseguitori) declinandolo con spunti interessanti, personaggi tanto grotteschi quanto in grado di strappare una risata, e un mondo di gioco originale, facilmente riconoscibile. Da premiare, non fosse per il problema del suo respawn di cui si è detto, è anche l'intelligenza del nostro nemico. Il Vicino è in grado di apprendere i nostri percorsi preferiti, i posti in cui di solito ci nascondiamo, le porte che abbiamo aperto o chiuso, gli interruttori con cui abbiamo interagito. Questo significa che anche il minimo dettaglio fuori posto lo metterà subito in allarme, spingendolo a cercarci come un forsennato (e qui un pochino d'ansia arriva). Inoltre piazzerà anche delle trappole nei percorsi più battuti, cercando di rallentarci. Una volta ci ha lanciato contro un barattolo di marmellata.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema operativo: Windows 10 a 64 bit
- Processore: Amd Ryzen 5 1600 - 3.2 GHz
- Scheda video: EVGA GeForce GTX 1070 con 8 GB
- Memoria: 16 GB di RAM
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows 7 o superiore
- Processore: Intel i5 o superior
- Scheda video: GTX 770 o superiore
- Memoria: 6 GB di RAM
- Memoria: 5 GB di spazio disponibile
Conclusioni
Hello Neighbor si basa su un'idea interessante, e propone personaggi e un mondo di gioco molto originali, così come è originale il suo stile. Il problema è che il gioco in sé non funziona quasi mai: la progressione è casuale e frustrante, si va avanti provandole un po' tutte finchè qualcosa non funziona. Gli enigmi hanno una logica tutta loro, incomprensibile. Manca un vero sistema punitivo nei confronti del giocatore, che lo spinga ad essere più attento e a vivere uno stealth game come dovrebbe essere vissuto, cioè non correndo verso i punti di interesse, consapevole che manterrà tutto ciò che sarà in grado di raccogliere lungo il percorso. Da ultimo, si poteva anche fare qualcosa di più dal punto di vista della modellazione poligonale e nei dettagli degli ambienti di gioco, spesso piuttosto spogli.
PRO
- L'idea era interessante
- Stilisticamente riconoscibile
- Buona l'intelligenza artificiale del Vicino
CONTRO
- Progressione confusionaria
- Risoluzione degli enigmi casuale e frustrante
- Prezzo non indifferente, poco proporzionato al contenuto