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La recensione di Rust

Rust è finalmente uscito dalla fase Early Access mettendoci di fronte a un cambiamento importante di grafica e di prezzo

RECENSIONE di Mattia Armani   —   11/02/2018
Rust
Rust
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Rust è un gioco brutale, un inferno digitale popolato da esseri che si crogiolano nella barbarie. Tutto parte con un sasso, un grosso sasso che si fa prolungamento del corpo, simbolo Kubrickiano dell'evoluzione, strumento per mangiare, costruire, crescere e rubare. Rubare tutto il possibile dai morti e dalle loro abitazioni, all'inizio semplici capanne che spesso si trasformano in labirinti studiati per scoraggiare i predoni. All'interno ci sono oggetti e materiali accumulati con il duro lavoro, ossatura di ogni survival, spesso mescolati con quanto raccattato da rifornimenti aerei, omicidi occasionali e spedizioni organizzate che possono garantire risorse immediate, armi e l'accesso a progetti molto utili. E per ottenerli val bene la pena ammazzare qualcuno, anche se in Rust spesso si uccide a prescindere. Si uccide per marcare il territorio, per scoraggiare future minacce e persino per stuzzicare reazioni, in cerca di botte di adrenalina che diano un senso al tempo che intercorre tra un wipe e l'altro. La morte in Rust è una compagna fedele e lo è anche in gruppo benché il supplizio peggiore tocchi a chi tenta la strada del gioco in solitario e rischia un calvario da shock post-traumatico a meno di non giocare in un server deserto.

La recensione di Rust

Una strada lunga cinque anni

Nell'allegra isola di Rust persino i polli attaccano briga ed è cosa comune vedere esseri umani armati che inseguono allegri nudisti destinati a finire gambe all'aria a pochi attimi dalla loro venuta al mondo. Qualche gruppo più potente si diverte addirittura a bloccare gli edifici altrui, mentre altri si impegnano nella distruzione sistematica del prossimo e non si fanno troppi scrupoli ad aspettare che gli arcinemici del momento siano tutti a nanna. D'altronde le strutture sono vulnerabili, la disconnessione non mette al sicuro i nostri averi e nemmeno le difese automatiche possono fare un granché di fronte al costante impegno di chi vive per imporsi sul prossimo. E se nel migliore dei casi i giocatori che non fanno parte del nostro gruppo rappresentano una sfida interessante, in quello peggiore sono entità che puntano a suscitare rabbia fregandosene di creare un'atmosfera che oggi definiremmo tossica, costringendoci a dover scegliere bene il server in cui giocare. Ma anche nella migliore delle situazioni immaginabili è comunque bene essere sempre pronti a tirare fuori gli artigli. In Rust ogni incontro può trasformarsi rapidamente in un massacro e anche se qualcuno ci porge una mano impietosito dalla nostra povertà, dargli le spalle non è mai una buona idea. Non lo è perché l'arma più terrificante di Rust non è l'AK 47 e nemmeno quel sasso da cui nasce tutto. L'arma più temibile di Rust è l'inganno e l'unico strumento per combatterlo è un gruppo veloce, affiatato e deciso. Ed è questo che piace ai giocatori di Rust, un titolo la cui alpha è andata avanti per cinque anni e che non è ha incontrato cambiamenti rivoluzionari con l'uscita dalla dimensione Early Access. Oltre al prezzo, quasi raddoppiato, a cambiare sono la resa grafica, ancora una volta migliorata nettamente, e il ritmo degli update che saranno rilasciati su base mensile nella versione standard e su base giornaliera in quella, ora stand alone, denominata staging.

La recensione di Rust

Ed è in questa che probabilmente si affacceranno per primi veicoli, miglioramenti strutturali ed evoluzioni promesse per il futuro di Rust da un team che rimane interamente al lavoro su un progetto che, nonostante l'uscita dalla Early Access, è ancora in alto mare. Ma questo non vuol dire che non abbia fatto parecchia strada in questi cinque anni. Un lustro che ci ha portato un client tutto nuovo, server ufficiali da 400 giocatori, una vera fauna, tonnellate di oggetti da costruire, nuove interazioni, nuovi parametri, sistemi anti-cheat e una miriade di fix, effetti sonori e altri ritocchi. Risolte le porte volanti e altri bug più o meno clamorosi abbiamo visto veramente di tutto, compresa l'aggiunta di sopracciglia e nudità assortite che passano in secondo piano di fronte all'evoluzione della vita artificiale, ma sono comunque tasselli di un titolo che si è costantemente arricchito di interazioni, materiali, progetti ed effetti sonori, arrivando a concederci persino la possibilità di nascondere parte dei nostri averi sotto terra. E a tutto questo l'ultima patch, quella che potremmo definire di lancio, aggiunge nuovi tooltip, cetriolini con il rischio di botulino, migliore illuminazione, i terrificanti Frog Boots, nuovi effetti, miglioramenti alla vegetazione, animali ora legati alle rispettive fasce climatiche e innumerevoli fix e bilanciamenti che vanno dalla disponibilità immediata della doppia porta di metallo fino al rinculo dell'AK47. Non sono cambiamenti radicali, anche se si tratta di una patch decisamente ricca, ma come abbiamo già detto l'ennesimo update di un titolo ancora in sviluppo e che presto accoglierà novità più corpose, le quali che si aggiungeranno a un lungo lavoro che ci ha portati ben lontani dal primo e sgangherato Rust.

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Il giorno della marmotta

Il lavoro effettuato in questi cinque anni ha avuto un impatto drastico anche dal punto di vista tecnico mettendoci di fronte a montagne credibili, acqua realistica, riflessi in tempo reale e depth of field. Il tutto condito da un miglioramento sostanziale delle animazioni, benché quella del salto sia ancora orribile, e da un'atmosfera intensa sostenuta dalle tracce in perfetto stile post-apocalittico, dalle torce che si intravedono a enorme distanza nella buia notte, dai colori sempre più vivaci e dagli effetti sempre più evoluti. E con quest'ultima patch il risultato, benché complessivamente inferiore rispetto a quanto mettono in campo survival più recenti, è davvero pregevole. Il miglioramento alla vegetazione, che va dalla resa del fogliame all'introduzione di nuove varianti di albero, è senza dubbio quello più visibile, ma l'evoluzione tecnica abbraccia ogni aspetto a partire dai corsi d'acqua per arrivare agli iceberg. Grazie a tutto questo la nuova versione di Rust è riuscita a scrollarsi di dosso la patina da eterno titolo indipendente e benché il risultato non raggiunga le vette toccate altri survival più giovani, ci regala scorci pregevoli, pur gravando sulle prestazioni di un titolo che alla base resta comunque modesto. Quella che non è cambiata è la sostanza con cui abbiamo dovuto fare i conti non appena messo piede in un popoloso server italiano. Il primo essere umano incontrato dopo il riavvio dei server ci ha donato un paio di pantaloni per coprire le nostre vergogne. Il secondo ci ha salutato per poi ammazzarci a tradimento. Il terzo ci ha scacciato urlando improperi e ci ha convinto a riparare in una zona meno trafficata. La stessa zona scelta da un orso famelico che ci ha rispedito a gambe all'aria in un attimo. Piuttosto contrariati, siamo ritornati in vita, ci siamo fatti un'altra galoppata fuggendo a gambe levate da qualsiasi cosa si muovesse e siamo finalmente riusciti a costruire qualcosa, pescando a piene mani nel gran numero di progetti subito disponibili il cui incremento ha aumentato, mese dopo mese, le possibilità di sopravvivere di neofiti, giocatori occasionali e giocatori subissati da gruppi più forti.

La recensione di Rust

Possibilità che includono anche interazioni pacifiche, come nel caso dei vendor automatici, in un panorama che abbraccia la violenza insensata ma ci sorprende con qualche piacevole variazione sul tema. Ci sono infatti server basati esclusivamente su sandbox e costruzione, c'è una variante battle royale che combina le meccaniche del gioco con partite rapide e non mancano modifiche di ogni genere, compresa una permette di creare e gestire un clan. L'orizzonte è ampio e la popolazione sufficientemente numerosa per consentirci di provare ogni variazione. Con l'arrivo dell'ultimo update ci sono circa 30.000 giocatori attivi in contemporanea, senza contare le migliaia in coda nei server ufficiali, 20.000 dei quali sono sparsi tra i server Community e Modded. Molti sono accorsi per ammirare la nuova veste grafica, ma risulta comunque chiaro che Rust è una realtà viva, benché debba fare comunque i conti con wipe forzati o resi necessari da questioni tecniche, reset che sono antitetici all'obiettivo di creare quei mondi persistenti che abbiamo immaginato cinque anni fa. Un'impostazione del genere, tra l'altro priva di qualsivoglia sistema per gestire crimine ed economia, costringe i giocatori a ripartire puntualmente da zero e rende difficile la creazione di quelle comunità complesse che immaginavamo cinque anni fa. Ma buona parte dell'interesse dei giocatori attivi di Rust gira proprio intorno all'instabilità di mondi che vengono puntualmente azzerati, scombinando gli equilibri che si sono creati in precedenza e rinnovando la feroce corsa per la sopravvivenza del più forte.

Conclusioni

Digital Delivery Steam
Prezzo 31,99 €
Multiplayer.it
8.5
Lettori (97)
8.8
Il tuo voto

Rust è un pezzo di storia dei survival online, un esperimento nato come clone di DayZ e approdato su Steam nel dicembre del 2013. Oggi, più di quattro anni dopo, esce dalla Early Alpha con una patch importante anche se, dobbiamo dirlo, non certo rivoluzionaria. Pur netto, il miglioramento della vegetazione e della resa complessiva non introduce nulla di nuovo nelle dinamiche di gioco, lasciando in sospeso parecchie promesse. Tutto questo nonostante un rincaro importante che ha portato il prezzo da 18 a 32 euro. Ma il salto di prezzo è funzionale a un cambio di passo nello sviluppo che proseguirà a spron battuto e in questi cinque anni ha già trasformato radicalmente il titolo Facepunch. Ogni piccolo tassello, anche quelli meno evidenti dell'ultima patch, è confluito in un continuo processo evolutivo che ha le sue falle, addirittura strutturali per chi non gradisce il continuo azzeramento dei server, ma che è stato capace di piazzare cinque milioni di copie, può contare su una community attiva e ha tutte le carte in regole per maturare ulteriormente.

PRO

  • La veste grafica rinnovata ci regala un Rust in buona forma
  • La nuova versione è una conferma dell'impegno presente e futuro di Facepunch
  • La formula è sempre più complessa, rodata e popolare...

CONTRO

  • ...ma per qualcuno ripetitiva e limitata rispetto alle possibili evoluzioni
  • La community può essere impietosa e sgradevole
  • La strada da percorrere per arrivare al traguardo finale è ancora lunga