PlayStation VR si trova ancora una volta in un momento piuttosto delicato. Dopo i titoli arrivati sul mercato a fine 2017, i giocatori in possesso della periferica hanno continuato a chiedere giochi che fossero in grado di offrire quella spinta in più a effettuare l'acquisto. Una spinta che finora è per larghi tratti mancata, perché se è vero che esperienze come quella di Skyrim VR meritano senza dubbio di essere vissute in realtà virtuale, è vero anche che spesso i giochi più articolati ad arrivare su PlayStation VR sono quelli fruibili anche senza avere il visore. Titoli disegnati ad hoc come Statik restano una minoranza, e mentre The Inpatient è stato un mezzo passo falso, ci ritroviamo costantemente alla ricerca di un gioco in grado di sfruttare la realtà virtuale per mostrare qualcosa di significativo. Il team svedese Fast Travel Games ci prova con Apex Construct: andiamo a scoprire di cosa si tratta.
Padre contro madre
Partiamo dall'inizio, ovvero dal momento in cui il protagonista senza nome di Apex Construct viene portato in vita. A farlo è un'intelligenza artificiale che si fa chiamare Fathr, la quale dopo averci fornito l'armamentario necessario ci spiega che il mondo così come lo conoscevamo non esiste più, a seguito di un cataclisma che ne ha scombussolato le leggi fisiche e la conformazione. Nel nuovo luogo dove ci troviamo a muovere i nostri passi c'è dunque la necessità di ristabilire l'ordine delle cose, non senza incontrare difficoltà: tra noi e il successo ci sono infatti alcuni robot, sguinzagliati da un'altra intelligenza artificiale. Quest'ultima si chiama Mothr, è all'apparenza molto simile a Fathr e, visto il nome, complementare ad essa. Sin dalle prime battute ci viene fatto intendere che le due intelligenze artificiali sono in realtà contrapposte tra loro, e mentre Fathr continua a spiegarci di volta in volta cosa succede parlando direttamente nella nostra testa, Mothr sembra effettivamente la cattiva della situazione. Ben presto le cose iniziano però ad apparire diverse da come sembravano in principio, spingendo così il giocatore ad andare avanti nella storia per sciogliere i propri dubbi. Da questo punto di vista Apex Construct fa senza dubbio bene il proprio lavoro, trascinando chi indossa il caschetto a scoprire di più sulle due figure, accompagnando il racconto con note, collezionabili e altri elementi da visualizzare durante le circa cinque ore necessarie per completare il gioco.
Trofei PlayStation 4
Niente platino per Apex Construct. Il titolo targato Fast Travel Games presenta infatti un unico trofeo di tipo oro, accompagnato da uno solo d'argento e tredici di bronzo: piuttosto strano, considerando che si tratta di un gioco che può contare comunque su una certa durata, oltre che un prezzo di 29,99 euro. Per ottenere il massimo è comunque necessario scoprire tutti i segreti presentati dal gioco, con la necessità molto probabile di effettuare una seconda scorribanda una volta completato il tutto. Per il resto, troviamo azioni da svolgere nel corso dei vari livelli: niente di particolarmente complicato.
Un arco per amico
Le dinamiche di gioco di Apex Construct presentano alti e bassi, legati ai vari aspetti che di esse fanno parte. A iniziare dal movimento, per il quale sono disponibili sia il teletrasporto che la locomozione libera. Dopo aver provato entrambe le modalità si finisce per preferire in pianta stabile la prima, in quanto la seconda appare troppo poco rifinita per poter essere usata dal giocatore senza farsi venire dei mal di testa. L'assenza del supporto al controller DualShock 4 obbliga a ricorrere alla coppia di PlayStation Move per controllare il proprio personaggio, sposandosi così anche da questo punto di vista meglio con lo spostamento tramite teletrasporto. Come spesso accade, il movimento della visuale può essere invece configurato per far sì che esso avvenga ad intervalli angolari configurabili, ma anche in questo caso ci sono problemi: per voltarsi in una direzione occorre infatti premere il tasto triangolo di uno dei due PlayStation Move, dando con esso contemporaneamente la direzione.
Spesso accade però che il sistema non registri il movimento laterale del controller, innescando l'inversione di centottanta gradi impostata come predefinita alla sola pressione del bottone senza movimento. Si tratta di una problematica che rischia di rovinare l'esperienza di gioco, e sfortunatamente non è l'unica: ancora peggio va quando siamo alle prese coi vari tastierini alfanumerici presenti in Apex Construct. Interagire coi bottoni vuol dire muovere i due PlayStation Move per simulare la pressione dei tasti, ma la precisione richiesta per compiere senza patemi movimenti del genere è probabilmente troppo eccessiva per la tecnologia in uso. Le fasi di combattimento sono quelle più gradevoli, anche se non sono esenti da difetti. Per sconfiggere i robot nemici abbiamo a nostra disposizione un arco dotato di tipi differenti di munizioni, per usare il quale è necessario mimare il movimento di posizionamento e rilascio della freccia. Questo avviene usando un PlayStation Move per impugnare l'arco, muovendo l'altro con la pressione e il rilascio del tasto dorsale per avviare e scoccare il tiro. Al netto di alcune imprecisioni nel tracciamento dei movimenti, l'esperienza complessiva è come dicevamo senza dubbio positiva, in quanto permette d'ingaggiare duelli a distanza piuttosto interessanti, complice anche la scarsa tolleranza del nostro personaggio ai colpi subiti. Per ovviare a questo problema abbiamo in dotazione anche uno scudo, da usare con estrema attenzione per evitare la morte. Il problema legato a quest'ultima non è cosa da poco, visto che in caso di sconfitta si perdono tutti i punti esperienza (usabili per potenziare la propria dotazione) accumulati fino a quel momento, senza possibilità di recupero. Una bella rogna, soprattutto perché per riconquistare tali punti non c'è altra soluzione che far ripartire il livello. Anche la gestione del movimento durante il combattimento è piuttosto scomoda, soprattutto nel momento in cui i nemici passano alle nostre spalle costringendoci così ad abbandonare per forza di cose la nostra posizione.
Luci e ombre
La contrapposizione su ciò che è apprezzabile in Apex Construct e ciò che invece fa storcere il naso continua anche quando si guarda la composizione dei livelli. Il gioco è in grado di presentarsi con una propria identità, sebbene l'ambientazione finisca presto per sapere di già visto insieme a un po' tutto il resto. Le azioni da svolgere per avanzare ci riconducono più o meno sempre alle stesse attività, così come i nemici non brillano di certo per il loro numero di tipologie. Per quanto riguarda l'aspetto puramente tecnico, il team svedese ha svolto un ottimo lavoro, dimostrando che nonostante i ben noti limiti dettati dall'hardware composto dall'accoppiata PlayStation 4 e PlayStation VR è possibile ottenere qualcosa in più rispetto ai primi titoli per quanto riguarda il dettaglio grafico. Una normale evoluzione delle cose, grazie all'esperienza maturata nel frattempo a livello generale nello sviluppo per questa piattaforma. Molto carina la gestione dell'inventario, che coi due PlayStation Move ci permette di scorrere e selezionare gli oggetti che vogliamo usare. Buono anche il sonoro, accompagnato da musiche che favoriscono il coinvolgimento, mentre per quanto riguarda la lingua facciamo presente che non è disponibile l'italiano.
Conclusioni
Quando le dinamiche di Apex Construct funzionano, ci si trova davanti a un titolo divertente e coinvolgente, anche grazie a una trama in grado di tenere vivo l'interesse del giocatore. Non c'è quindi dubbio che il gioco di Fast Travel Games dimostri di avere le potenzialità per fare un buon uso della realtà virtuale. Purtroppo però, si finisce troppo spesso per incappare nei difetti elencati nel corso della recensione, finendo così per intaccare quanto c'è di buono con attimi in cui è la frustrazione a prendere il sopravvento.
PRO
- Trama coinvolgente
- Buone fasi di combattimento
- Tante cose da scoprire
CONTRO
- Scelte di design discutibili
- Qualche problema nel tracciamento di PlayStation Move
- Situazioni e nemici alla lunga ripetitivi