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La recensione di Assassin's Creed Origins - La Maledizione dei Faraoni

La seconda e ultima espansione di Assassin's Creed Origins ci porta ad affrontare formidabili e oscuri avversari

RECENSIONE di Tommaso Pugliese   —   25/03/2018
Assassin's Creed Origins - La Maledizione dei Faraoni
Assassin's Creed Origins - La Maledizione dei Faraoni
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A qualche settimana di distanza da Gli Occulti, eccoci alle prese con la seconda e ultima espansione di Assassin's Creed Origins, che si svolge più o meno nello stesso periodo, quattro anni dopo la conclusione della campagna principale, e ci proietta nell'inedito e affascinante scenario della Valle dei Re. Per accedere al DLC bisogna aver raggiunto il livello 45: un requisito non banale, se consideriamo che stavolta Bayek dovrà confrontarsi con avversari mai così forti e pericolosi, provenienti nientemeno che dall'aldilà. Il furto di uno dei misteriosi manufatti che i fan della serie ben conoscono sembra infatti aver portato conseguenze nefaste per gli abitanti di Tebe e delle regioni adiacenti, che avremo modo di esplorare nel corso della nuova avventura.

La recensione di Assassin's Creed Origins - La Maledizione dei Faraoni

Quando le ombre si manifestano improvvisamente in un luogo della città, infatti, dal nulla compare l'inquietante figura di un faraone scomparso, riportato in vita dal potere dei frutti dell'Eden e determinato a uccidere chiunque gli si pari dinanzi, che si tratti di soldati o semplici cittadini. Il Medjay di Siwa, che ha raggiunto la zona su richiesta di Amunet, si trova subito di fronte uno di questi poderosi avversari: una manifestazione di accoglienza non propriamente garbata, che mette in chiaro le intenzioni di questa espansione per quanto concerne il grado di sfida, che nelle fasi avanzate raggiungerà picchi di grande durezza e complessità, esortandoci a sfruttare l'equipaggiamento in ogni sua parte piuttosto che lanciarci nei duelli a testa bassa. Come trofeo, naturalmente, potremo accedere a nuove, micidiali armi.

Ombre e luci

L'idea di affrontare una minaccia sovrannaturale, pur con una serie di espedienti narrativi, appare perfettamente in linea con le atmosfere di Assassin's Creed Origins e il misticismo legato alle sue evocative ambientazioni. Le nuove mappe sono parecchio estese, in linea con il Sinai de Gli Occulti, ma vantano architetture vicine a quelle già apprezzate nella campagna di base, sebbene a un certo punto la situazione cambi drasticamente e ci si trovi a vagare all'interno di scenari non propriamente convenzionali, impegnati a esorcizzare il male alla radice e, soprattutto, alle sue condizioni. Per arrivare a quel punto, come detto, dovremo assumere maggiore consapevolezza delle capacità di Bayek, tirando in ballo risorse finora colpevolmente poco valorizzate dagli sviluppatori.

La recensione di Assassin's Creed Origins - La Maledizione dei Faraoni

Un gioco di prove ed errori, toccata e fuga, che si addolcisce solo dedicando un po' di tempo alle immancabili quest secondarie ai fini della crescita del personaggio (il level cap è stato portato a 55), nell'ottica di incarichi extra che portano la durata totale dell'espansione vicina alle venti ore. Vengono introdotti nuovi e interessanti personaggi ne La Maledizione dei Faraoni, anche se sul piano narrativo l'espansione non si impegna più di tanto e butta un po' a caso gli eventi di fronte ai nostri occhi; inclusa la prima comparsa delle "ombre di Anubi", che poteva essere resa molto meglio e che si consuma invece in un duello alla fine dei conti convenzionale, senza particolari pressioni, sulla falsariga di quanto già visto con i Phylakes. Ci sono fortunatamente i numeri a supporto di un'esperienza che si rivela in ogni caso coinvolgente e appassionante, specie nella seconda metà della storia, quando finalmente vengono mischiate un po' le carte e ci si confronta con situazioni nuove.

La recensione di Assassin's Creed Origins - La Maledizione dei Faraoni

Si chiude un capitolo

Con le sue missioni iniziali basate sulle tradizionali indagini di Bayek, una struttura ricca e una parte finale emozionante e diversa dal solito, capace di "osare" soluzioni relativamente inedite anche sul fronte delle ambientazioni, La Maledizione dei Faraoni si presenta come una degna conclusione per il Season Pass di Assassin's Creed Origins, arrivando peraltro a qualche settimana di distanza dal chiacchierato ma senz'altro interessante Discovery Tour. L'offerta messa insieme da Ubisoft per quest'ultimo capitolo della serie appare insomma solida, capace di soddisfare le aspettative di chi voleva vestire i panni di Bayek ancora per qualche decina di ore, cimentandosi con sfide più impegnative e situazioni nuove, mosso soprattutto dalla voglia di ammirare nuovi scorci di una location indovinata e suggestiva come quella dell'antico Egitto.

La recensione di Assassin's Creed Origins - La Maledizione dei Faraoni

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: Intel Core i5 6600K
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 1070 Jetstream
  • Memoria: 16 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows 10

Requisiti minimi

  • Processore: Intel Core i5 2400S, AMD FX 6350
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 660, AMD R9 270
  • Memoria: 6 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows 7 SP1, Windows 8.1, Windows 10 a 64 bit

Requisiti consigliati

  • Processore: Intel Core i7 3770, AMD FX 8350
  • Scheda video: NVIDIA GeForce GTX 760, AMD R9 280X
  • Memoria: 8 GB di RAM
  • Sistema operativo: Windows 7 SP1, Windows 8.1, Windows 10 a 64 bit

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 19,99 €
Multiplayer.it

Lettori (14)

8.9

Il tuo voto

PRO

  • Un'avventura nuova e ricca
  • Le missioni finali sono molto suggestive
  • Grado di sfida significativo

CONTRO

  • Sul fronte narrativo si poteva fare di meglio
  • Il riciclo degli NPC si fa un po' sentire