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Bloodstained: Curse of the Moon, la recensione

Se siete alla ricerca di un nuovo Castlevania a 8-bit, non andate oltre

RECENSIONE di Simone Tagliaferri   —   25/05/2018
Bloodstained: Curse of the Moon
Bloodstained: Curse of the Moon
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In Bloodstained: Curse of the Moon interpretiamo il ruolo del cacciatore di demoni Zangetsu, che vuole vendicarsi di un potente esemplare nascosto nel suo tenebroso castello. Questa è, in breve, la storia che fa da sfondo alla nuova avventura di Inti Creates (Igarashi ha collaborato soltanto supervisionando lo scenario). Non è Shakespeare ma è funzionale all'azione e, soprattutto, è un richiamo nemmeno troppo velato ai canovacci della serie Castlevania, la cui eredità è l'obiettivo finale dell'intera operazione Bloodstained. Curse of the Moon è infatti lo spin off simil 8-bit promesso durante la campagna Kickstarter di Ritual of the Night.

A nostro giudizio il boss più facile di tutti
A nostro giudizio il boss più facile di tutti

Il gioco è composto da una serie di mappe piene di bivi, in cui si nascondono mostri di ogni foggia e segreti a volontà. I primi momenti dell'avventura sono un richiamo fortissimo al primo Castlevania, di cui Inti Creates si è divertita a ricalcare parte del level design, per poi prendere, dopo poche schermate, altre strade. Ogni livello è popolato da creature differenti, sia nell'aspetto che negli schemi d'attacco. Anche qui le citazioni dei Castlevania non mancano, ma fortunatamente ci sono anche dei nemici originali, per quanto possano esserlo in un genere popolato da centinaia di titoli (considerandone l'intera storia). Facciamo l'appello: le armature fantasma ci sono, gli arcieri anche, le fastidiosissime meduse, che qui sono degli occhi volanti con la coda, non potevano mancare e i draghetti che escono dalle pareti nemmeno ve li stiamo a riportare.

Vecchio stile

Dalla descrizione fatta fin qui, Bloodstained: Curse of the Moon potrebbe esservi sembrato un metroidvania. Non fatevi ingannare, perché nonostante l'esplorazione sia incentivata, le mappe sono costruite in modo molto classico, pur presentando dei bivi al loro interno, alcuni dei quali diventano accessibili solo sbloccando i tre personaggi supplementari, legati ai boss dei primi tre livelli.

Alcuni livelli offrono trappole classiche
Alcuni livelli offrono trappole classiche

Si tratta di demoni dai poteri peculiari, che rendono l'azione molto più varia e aiutano non poco Zangetsu nella sua missione. Conosciamoli: abbiamo una demonessa armata di frusta e capace di eseguire delle lunghe scivolate, utili per passare in alcuni stretti pertugi; c'è poi un alchimista lento e debole, ma con dei grandi poteri magici (ad esempio può creare un cerchio di fuoco che lo protegge dai nemici e dai loro colpi, oppure può generare un suo doppio); infine si sblocca un vampiro in grado di trasformarsi in pipistrello, il quale può volare oltre qualsiasi baratro. Ora urge discutere del livello di difficoltà del gioco, apparentemente basso. Diciamola tutta: a parte l'ultimo livello, Bloodstained: Curse of the Moon non è per niente difficile. Soprattutto quando si dispone di tutti i personaggi si riesce ad ad avanzare senza grossi intoppi. Il motivo è semplice: non solo le loro abilità consentono di affrontare con efficienza ogni situazione, ma il fatto che siano scambiabili in tempo reale durante l'azione consegna al giocatore almeno quattro tentativi per ogni vita (per esaurire una vita bisogna che muoiano tutti i personaggi).

È troppo facile anche giocando a livello Veterano (l'altro livello di difficoltà selezionabile inizialmente è quello casual, che di fatto è una passeggiata di salute), quindi? Abbastanza, a meno di non giocarsi la strada più hardcore, diciamo così, pensata proprio per coloro che vogliono una sfida di livello superiore. Attivandola (non vi spieghiamo come) Zangetsu ottiene dei poteri speciali (un attacco più efficace, un doppio salto e lo scatto), ma rimane sostanzialmente da solo insieme alla sua singola barra di energia. Oltretutto, non disponendo dei poteri dei demoni, non può raggiungere i bonus più preziosi, come le vite extra, le estensioni della salute e altri ancora. Insomma, così facendo la difficoltà cresce parecchio e, pur non diventando impossibile, Bloodstained: Curse of the Moon inizia a dare delle belle soddisfazioni anche ai giocatori più navigati.

Ritorno alle origini

Tutti questi accorgimenti, e altri di cui parleremo a breve, rendono Bloodstained: Curse of the Moon più lungo di quello che sembra, nonostante sia formato soltanto da otto livelli. Complessivamente si superano agilmente le dieci ore di gameplay, ovviamente provando davvero tutto. Ad esempio, una volta sbloccati tutti i personaggi è possibile rigiocarsi i livelli per andare alla ricerca dei bonus e dei segreti.

Uno dei boss più impressionanti, ma non fatevi spaventare
Uno dei boss più impressionanti, ma non fatevi spaventare

Inoltre, uccidendo l'ultimo boss si sblocca una modalità supplementare, con un'altra ancora che richiede di finire quest'ultima per essere attivata. Non male, considerando che si tratta di un titolo secondario, per così dire. Parlando di boss, bisogna rendere merito agli sviluppatori di Inti Create di averli fatti grossi e cattivi, nel senso che sono spettacolari, nonostante la grafica retrò, e hanno degli schemi d'attacco interessanti. Non sono impossibili ma, a parte un paio, offrono una buona sfida. In particolare il boss finale è davvero ostico (soprattutto se si sono uccisi i demoni). Dal punto di vista tecnico c'è poco da dire: visivamente è un Castlevania per NES, con ovviamente qualche accorgimento in più. Se vi piace il feeling che la serie di Konami aveva sulla vecchia console di Nintendo, allora adorerete Bloodstained: Curse of the Moon. Lo stesso si può dire della colonna sonora, davvero ben fatta e che non avrebbe sfigurato in un qualsiasi Castlevania.

Se vogliamo, uno degli appunti fattibili a quella che possiamo comunque considerare un'opera minore, è proprio la sua troppa somiglianza con quanto ha già fatto in passato. Del resto chi ha investito soldi nella campagna Kickstarter di Bloodstained questo voleva, e questo ha ottenuto. Insomma, il "qualcosa di nuovo" che di solito si invoca in circostanze simili, avrebbe finito per rovinare la festa a molti, più che risultare gradito.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store, Nintendo eShop
Prezzo 9,99 €
Multiplayer.it
8.5
Lettori (18)
8.1
Il tuo voto

Bloodstained: Curse of the Moon è un Castlevania 3 riletto al presente, ma con un'inevitabile gusto retrò che sprizza da ogni poro. Complessivamente è una riuscitissima operazione di recupero e autocitazione, che a margine di se stessa è riuscita anche a farci tornare una gran voglia di giocare a Bloodstained: Ritual of the Night, di cui ricordiamo essere uno spin off. Vi confessiamo che ci aspettavamo molto meno, ma Inti Create ci ha fortunatamente smentito, curandolo in ogni dettaglio e catturandoci come non ci succedeva da tempo (complice anche l'inevitabile vecchiaia di chi scrive). Insomma, è un tuffo nel passato, ma è un bel tuffo nel passato e questo è ciò che conta.

PRO

  • Il tributo alla serie Castlevania che Konami non ha voluto mai fare
  • I demoni creano varietà
  • Ottimo level design che sfrutta a dovere tutti i personaggi
  • Musiche eccellenti

CONTRO

  • Un po' di sfida in più non ci sarebbe dispiaciuta
  • Ovviamente è dedicato soprattutto ai nostalgici