Smoke and Sacrifice è sostanzialmente Don't Starve con una storia. Si tratta di un survival con elementi da gioco di ruolo, dall'impostazione molto simile a quella del titolo di Klei Entertainemnt. Inizia con la protagonista Sachi costretta a compiere un grande sacrificio all'Albero del Sole: il suo primogenito, com'è richiesto da sempre alla sua gente. Se non lo facesse, la luce sparirebbe letteralmente dal mondo. Qualcosa però non va come dovrebbe e qualche anno dopo l'evento l'Albero del Sole si spegne, consentendo alle creature della notte di attaccare.
La donna, imboccata da uno strano personaggio la cui identità sarà svelata nel corso dell'avventura, ne approfitta per intrufolarsi nel tempio dei sacrifici e scoprire il segreto che si cela dietro al rituale, finendo scaraventata in un tenebroso mondo sotterraneo dove vivono degli strani figuri mascherati e dove l'ambiente è quantomai ostile. Dove si trova? Perché i due mondi sono collegati? Cos'è quella nebbia oscura che tutto avvolge mettendo a rischio la sopravvivenza di ogni forma di vita? Come mai i bambini sacrificati finiscono sottoterra? Cosa si cela dietro all'Albero del Sole? Queste e altre sono le domande cui si dovrà rispondere giocando. Di alcuni temi non abbiamo volutamente parlato per non svelarvi troppo sulla trama (di fatto abbiamo riportato solo l'introduzione), che è molto più articolata e si sviluppa lungo tutta l'avventura.
Meccaniche survival
Le meccaniche survival sono il fulcro del gameplay di Smoke and Sacrifice. Appena arrivata sottoterra, Sachi deve imparare a cavarsela da sola. I sistemi per farlo sono quelli classici del genere: cercare risorse e progetti per costruire l'equipaggiamento adatto all'impresa. Costruire è davvero facile: si va nel menù delle ricette, si seleziona quella desiderata e, nel caso si abbiano tutte le materie prime, si tiene premuto il tasto azione finché l'oggetto non è pronto.
Alcune ricette richiedono l'utilizzo di strutture speciali per essere realizzare (ad esempio per cucinare qualcosa c'è bisogno di un calderone), ma le complicazioni sono tutte qui e se avete già provato un qualsiasi altro survival non avrete problemi di sorta. Si comincia realizzando un retino e una lanterna, si passa quindi a una mazza e a degli stivali imbottiti che consentono di esplorare le zone ghiacciate via via fino ad arrivare a corazze ultratecnologiche e armi fantascientifiche, uniche a permettere di affrontare i nemici più grossi. Gli oggetti costruiti hanno un loro tasso di usura, ma possono essere riparati direttamente nell'inventario. Trovare le risorse non è complicato, soprattutto se si segue la progressione prevista dagli sviluppatori. All'inizio si raccolgono soprattutto bastoni, qualche arbusto, degli insetti luminosi e altri oggetti facilmente reperibili nello scenario. Per produrre i pezzi migliori, ad esempio quelli meccanici, bisognerà però ottenere delle materie prime più pregiate, spesso legate a nemici molto forti. Diciamo che, in generale, quando si è pronti per cambiare zona si dispone sempre dell'equipaggiamento sufficiente per raggiungere la successiva. Del resto il sistema prevede delle barriere che impediscono di avanzare senza aver fatto tutto ciò che serve prima. Ad esempio non è possibile raggiungere l'area vulcanica senza disporre di una corazza che protegga dal calore, mentre delle altre zone sono impossibili da esplorare perché piene di nemici che all'inizio vanno semplicemente evitati.
Il sistema di combattimento di suo è molto semplice: Sachi può attaccare con l'arma che impugna (se non ne ha una usa i pugni) e può schivare i colpi dei nemici compiendo un balzo nella direzione indicata. A rendere le cose un po' più varie ci pensano i nemici stessi, ognuno dei quali dispone di schemi d'attacco unici. In verità potremmo riassumere il tutto in: più sono grossi e più fanno male. Insomma, non vi aspettate niente di troppo vario o dinamico. Le cose migliorano quando si impugnano fucili e affini, perché si possono affrontare nemici con molta più mobilità di quelli con cui si ha a che fare nel corpo a corpo, ma in generale il combattimento fa il suo lavoro e nulla più, risultando abbastanza uniforme dall'inizio alla fine dell'avventura.
Dove vai?
Per aiutare Sachi nell'esplorazione, gli sviluppatori l'hanno fornita di una mappa e di un diario, dove vengono segnate le varie missioni. Più che di missioni sarebbe giusto parlare di compiti, visto che nella maggior parte dei casi viene richiesto di trovare degli ingredienti o di parlare con dei personaggi (che ci chiederanno inevitabilmente di trovare degli ingredienti). Solo la quest principale è un po' più varia e funge da collante dell'azione, anche se, esaminandola meglio, è chiaro come sia stata utilizzata soprattutto per veicolare la progressione. È seguendola infatti che ci si sposta da una zona all'altra alla ricerca del prossimo obiettivo da raggiungere, sia esso il ritrovamento di una persona o quello di un oggetto chiave.
Parlando di oggetti, Sachi è dotata di un capiente inventario, dove immagazzina tutti i suoi averi. Da notare che nel gioco è presente anche una micro componente adventure, con Sachi che deve letteralmente utilizzare alcuni oggetti su degli altri, selezionandoli dall'inventario, per andare avanti. Si tratta di operazioni molto semplici e pilotate, che non richiedono al giocatore di ragionare (solitamente basta leggere il registro delle missioni per scoprire esattamente cosa bisogna fare), ma in un mondo dei videogiochi che ormai ha automatizzato ogni puzzle, fanno il loro effetto.
Alti e bassi
Come nel gameplay, anche dal punto di vista stilistico, Smoke and Sacrifice ha seguito la via di Don't Starve, variando essenzialmente solo lo stile del disegno: il mondo di gioco è in 3D, con i vari oggetti resi in 2D. L'inquadratura è fissa e mostra la protagonista lateralmente. Tutti gli elementi bidimensionali sono disegnati e animati a mano. Le animazioni in realtà non sono moltissime, ma rendono abbastanza bene, soprattutto se piace l'effetto marionette di carta. Il mondo di gioco, a parte che per i diversi biomi da cui è composto, sembra un'enorme piana irregolare puntellata da alberi, barili e altre costruzioni. Non ha un design organico, ma funziona davvero bene relativamente al gameplay (in particolare per le meccaniche survival). Purtroppo lo stile grafico scelto non ha permesso la realizzazione di vere e proprio architetture tridimensionali e il senso di vuoto è spesso evidente.
Don't Starve da questo punto di vista risulta decisamente più vario e migliore nei suoi singoli elementi. Il lato narrativo merita una nota finale: la storia raccontata è sì interessante, pur con tutti i suoi limiti, ma è anche evidente come chi l'abbia scritta non sia un paroliere eccezionale, visto che la sceneggiatura è quantomai elementare in alcuni passaggi. Certo, il collante narrativo rende più interessante l'azione e garantisce una motivazione in più per continuare a giocare, ma proprio il fatto di avere scelto di raccontare una storia avrebbe dovuto suggerire che farlo non è così facile come sembra. Non pretendevamo Shakespeare, ma qualcosa di più si poteva fare, sopratutto nei momenti più drammatici e, teoricamente, emozionanti.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore Intel Core i7-4770
- 16 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX 960
- Sistema operativo Windows 10
Requisiti minimi
- Sistema operativo Windows 7/8/8.1/10 (32-bit)
- Processore Intel Core i3-4130 / AMD Phenom II X4 o equivalente
- 4 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX 650 / AMD Radeon HD 5770 / Intel HD Graphics 530 o equivalente
- DirectX 11
- 4 GB di spazio su Hard Disk
Requisiti consigliati
- Processore Intel Core i5-6400 / AMD FX 6300 o equivalente
- 8 GB di RAM
- Scheda video nVidia Geforce GTX 650 / AMD Radeon HD 5770 o equivalente
Conclusioni
Smoke and Sacrifice è un buon survival, ma non è certo esente da critiche. Prova a raccontare una storia, la fa funzionare, ma non benissimo. Cerca di imitare Don't Starve, in buona parte ci riesce, ma paga le minori risorse a disposizione del team di sviluppo. Vuole essere anche un gioco di ruolo, ma non ci crede fino in fondo limitandosi ad abbozzare l'intero sistema. Insomma, non è per niente brutto, ma non risalta in nulla, nemmeno nel tanto sbandierato stile grafico. Diciamo che si lascia giocare e che ci prova con tutte le sue forze, ma qualcosa sembra sempre mancare, sia a livello di rifiniture, sia a livello di gameplay vero e proprio. Comunque, se vi intriga il genere, sicuramente vi piacerà. Soltanto ci aspettavamo qualcosa di più.
PRO
- La parte survival funziona
- Tanti sistemi di gioco
- La storia dà buone motivazioni per arrivare alla fine
CONTRO
- Non c'è niente che risalti davvero
- Il sistema di combattimento è limitato