Vista l'enorme base installata di Wii, non stupisce la decisione da parte di Capcom di produrre una notevole quantità di titoli legati al franchise di Resident Evil proprio sulla console Nintendo. Se si escludono i vari remake di episodi già usciti su altre piattaforme, la parte del leone è comunque svolta da una nuova serie di spin-off in salsa FPS su binari, inaugurata nel 2007 dal discreto The Umbrella Chronicles.
Benché anni luce avanti rispetto a certi simili discutibili esperimenti operati dalla software house nipponica sul franchise (leggi: Gun Survivor), i margini di miglioramento non mancavano a quest'opera prima: vediamo dunque se questo atteso Resident Evil: The Darkside Chronicles riuscirà ad imporsi come qualcosa di più di un semplice "more of the same".
Revisionismo storico
Resident Evil: The Darkside Chronicles è suddiviso in tre campagne, ognuna delle quali spezzata in otto scenari che di fatto costituiscono i livelli di gioco. La prima sezione, intitolata Ricordi della Città Perduta, si ispira ai fatti narrati in Resident Evil 2, e vede dunque come protagonisti Leon Kennedy e Claire Redfield nei meandri di una Raccon City infestata dagli zombie. A seguire troviamo Gioco di Oblio, relativa agli eventi di Code Veronica e nella quale è possibile impersonare Claire oppure Steve Burnside. Chiude la carrellata Operazione Javier, unico inedito del pacchetto: ambientata in uno sperduto villaggio del Sud America, questa parte si colloca temporalmente nel 2002, con Leon e Jack Krauser impegnati nella ricerca di un misterioso uomo collegato all'onnipresente Umbrella Corporation. Dal punto di vista narrativo, il lavoro di Capcom denota alti e bassi: se dunque sono apprezzabili le modifiche apportate agli storyline dei primi due capitoli per adattarli al gameplay del prodotto, di converso si rivelano piuttosto deludenti le cutscenes in CG nonché i dialoghi in-game, spesso inutilmente ridondanti e noiosi. Graficamente, invece, non si può che encomiare il lavoro svolto dagli sviluppatori di Cavia, lo studio responsabile del progetto. I miglioramenti rispetto a The Umbrella Chronicles sono evidenti, e riguardano pressoché ogni aspetto visibile su schermo: ottimi anzitutto i modelli poligonali, con animazioni fluide e variegate, ma anche gli scenari vantano una grande cura, sia per ciò che concerne la complessità delle strutture sia per la quantità di dettagli presenti.
A voler dirla tutta, tra i vari livelli sono riscontrabili sensibili oscillazioni nell'impatto visivo, ma la media rimane comunque più che buona. Resident Evil: The Darkside Chronicles e dunque un'opera assolutamente degna di nota, specialmente se si considerano le scarse capacità di Wii: e proprio le limitazioni dell'hardware sono la causa dell'unico reale difetto della cosmesi, ovvero una bassa definizione che inevitabilmente finisce per ridimensionare parzialmente gli sforzi degli sviluppatori. Il tutto va poi valutato anche in base a quanto lo stile tipico della serie incontri o meno i propri gusti personali: ecco dunque che, laddove character design e musiche potrebbero apparire ad alcuni estremamente datati, ad altri non potrebbero che far piacere.
Tiro al bersaglio
Fortunatamente, il lavoro di Capcom non si è limitato al solo comparto tecnico, ma ha coinvolto l'intera struttura ludica del titolo, che si dimostra decisamente più completa ed appetibile rispetto al prequel. Tanto per cominciare, c'è molta più carne al fuoco in termini di longevità e replay value: completare le tre campagne richiede decisamente più tempo rispetto a The Umbrella Chronicles, e ci si ritrova spronati a ripetere i vari stage (magari sfruttando il comodo sistema multiplayer drop-in) allo scopo di sbloccare tutti i segreti e raccogliere denaro indispensabile per potenziare le armi. E' questo un altro interessante aspetto di Resident Evil: The Darkside Chronicles, in quanto alla fine di ogni livello è possibile spendere i soldi ottenuti per aumentare le statistiche di ogni arma da fuoco sotto diversi aspetti (potenza, capienza, velocità di ricarica eccetera), con effettivi riscontri sul campo di battaglia. Gli stessi strumenti offensivi hanno subito un incremento numerico: oltre alla classica pistola con munizione infinite, troviamo mitragliatori, fucili a pompa, balestre, bombe a mano, Magnum e persino lanciagranate e bazooka. Un arsenale di tutto rispetto e che però va sfruttato con parsimonia, vista la generale scarsezza di munizioni reperibili nel corso dell'avventura.
Tutti questi elementi fanno di Resident Evil: The Darkside Chronicles un'esperienza estremamente godibile, anche se non mancano alcune negatività che possono rivelarsi più o meno fastidiose a seconda dell'attitudine del giocatore. Il sistema di controllo -pur migliorato rispetto al prequel- soffre ancora di un puntamento non troppo affidabile: il Remote non è una light gun (e si vede), e non mancano sezioni piuttosto frustranti nelle quali si è chiamati a colpire specifici punti senza poter contare su uno strumento sufficientemente preciso. Ancora, i movimenti dinamici della telecamera risultano tanto godibili dal punto di vista dello spettacolo puro, quanto irritanti nel momento in cui è necessario fare fuoco contro nemici distanti o di piccole dimensioni.
La Videorecensione
Conclusioni
Resident Evil: The Darkside Chronicles rappresenta un notevole passo in avanti per la serie: il titolo Capcom riesce a migliorare praticamente ogni aspetto lacunoso del prequel, dall'aspetto grafico fino alla longevità ed alla quantità di contenuti ludici. Una bella soddisfazione per gli utenti Wii appassionati della saga, mentre gli utenti più distaccati potrebbero scovare con più facilità i limiti del prodotto, su tutti un puntamento non propriamente preciso ed una componente narrativa piuttosto stucchevole. Fatta eccezione per qualche svista ludica qua e là, comunque, Resident Evil: The Darkside Chronicles è un'esperienza appassionante, adatta a chiunque sia alla ricerca di qualcosa di maturo sulla console Nintendo.
PRO
- Notevoli migliorie rispetto al prequel
- Graficamente ottimo
- Buon replay value
CONTRO
- Puntamento ancora un po' impreciso
- Telecamera anche troppo mobile
- A volte frustrante