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The Saboteur, recensione

C'era una volta nella Francia occupata dai nazisti...

RECENSIONE di Matteo Santicchia   —   04/12/2009
The Saboteur
The Saboteur
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Versione testata: PlayStation 3

Sean Devlin, meccanico irlandese aspirante pilota non è un bastardo, ne tantomeno senza gloria. La Francia occupata dai nazisti è il suo immenso parco giochi, in cui come un bambino dispettoso si diverte a far saltare in aria tutto quello che ha come stemma una croce uncinata. Il canto del cigno di Pandemic ci immerge nelle atmosfere cupe ma fascinose della seconda guerra mondiale, mettendoci nei panni di un'eroe recalcitrante, spinto inizialmente solo dalla sua sete di vendetta per motivi personali, ma poi col passare del tempo (e delle missioni) si troverà invischiato nella Storia, quella con la esse maiuscola, abbracciando la causa della Resistenza, o meglio la Resistance (da pronunciare rigorosamente con spiccato accento da ispettore Closeau), lavorando con i partigiani ma anche con provocanti spie inglesi.

Per casa il cielo

Il gioco si rifà ai canoni di un classico free roaming alla Grand Theft Auto, ma aggiungendo una spiccata componente action al limite del platform. Sean Devlin agisce in zone nemiche, non può girare per strada liberamente, sia che imbracci o no un'arma dal vasto arsenale a disposizione. Ecco quindi che il suo mondo diventano i tetti, le uniche zone dove può vagare quasi sempre al sicuro, ovviamente tenendo d'occhio le decine di torrette e i diversi dirigibili che orbitano sopra Parigi. A ciò si unisce una spiccata componente stealth: non basta solo tenere un basso profilo, ma molte volte è necessario avvicinarsi di soppiatto per non far scattare gli allarmi e uccidere silenziosamente i nemici e addirittura travestirsi da nazista per passare inosservato tra affollamenti di truppe. Tutto ciò è estremamente funzionale ad un gameplay molto vario e prodigo di approcci. Di fatto benchè le missioni principali siano essenzialmente molto simili tra di loro, tutte ruotano intorno ai canonici uccidi quello, consegna questo, scorta quest'altro, il level design garantisce infatti diversi modi per arrivare al successo. Non solo assalti frontali nelle basi nemiche, è possibile anche cercare l'infiltrazione silenziosa, via terra o mediante i cavi della corrente che collegano i vari palazzi, oppure ci possiamo rifugiare nei tetti per cercare di ripulire la zona obiettivo, con le armi in nostro possesso o mediante le varie batterie contraeree che punteggiano la skyline parigina. Inoltre visto che Sean è un pilota verremo coinvolti anche in gare automobilistiche tra i vari arrondissements della capitale francese. Le missioni secondarie esaltano se possibile ancora di più l'attitudine da scalatore di Sean. Se la storia progredisce mediante l'incontro del protagonista con i vari personaggi della Resistenza, per attivare le missioni accessorie non c'è bisogno di parlare con nessuno, basta semplicemente fare il turista a mano armata in giro.

The Saboteur, recensione

Parigi e le zone circostanti, che riproducono in scala regioni come la Piccardia, la Borgogna, la Normandia e via dicendo, sono puntellate da centinaia di installazioni naziste, dalle semplici torrette di guardia ai depositi di carburante, passando per altoparlanti, postazioni radar, blindati e depositi vari. Sta al giocatore decidere se distruggerli o no, ma soprattutto come farlo, se sabotarli con la dinamite, facendo saltare gli immancabili bidoni rossi esplosivi, o tirare giù tutto a colpi di granate o panzerfaust. Impossessarsi di punti elevati in città è ovviamente consigliato nell'ottica della facilitazioni delle missioni, distruggerli è ancora meglio visto che la liberazione della città dal gioco nazista premia il giocatore in diversi modi, sia in moneta sonante, sia alleggerendo il peso dell'occupazione rendendo i quartieri più percorribili e quando una zona sarà particolarmente inspirata dalle azioni di Sean il bianco e nero spettrale, rischiarato solo dal rosso degli stemmi nazisti, lascerà il posto ad una colorazione sgargiante segno di una rinnovata voglia di combattere. In queste zone inoltre troveremo più partigiani disposti a lottare per strada quando ci troviamo in difficoltà.

Gli attributi nascosti di Sean

Ma la vera molla che ci spinge ad accumulare il più in fretta possibile nugoli di macerie naziste fumanti sono i soldi, ma soprattutto i perk e in generale tutte quelle abilità che migliorano le capacità da sabotatore di Sean. Come in Modern Warfare il soddisfacimento di particolari requisiti sblocca alcuni attributi del protagonista. Inizialmente Sean non è un supersoldato, è la classica persona normale alle prese con eventi più grandi di lui. Gli attributi, distribuiti in dieci campi, suppliscono alle sue deficienze iniziali. Ad esempio il bonus azzuffate di secondo livello ci permette di mettere k.o frontalmente un nemico senza sgattaiolargli alle spalle, utile quando un infiltrazione silenziosa va a farsi benedire senza ricorrere alle armi da fuoco, mentre sabotaggio e esplosivi aumentano il quantitativo di dinamite trasportabile, dimezzando nel frattempo il costo di acquisto, precisione invece migliora la bontà della nostra mira col fucile da cecchino. I soldi invece oltre a comprare le armi via via più potenti che si renderanno disponibili col proseguo del gioco e le vetture servono anche per ulteriori abilità.

Oltre a migliorare l'efficacia del nostro arsenale è possibile aumentare l'efficacia del supporto dei partigiani (che possono essere "evocati" previo lo sblocco del prerequisito necessario, così come una macchina pronto uso per la fuga o un trafficante di armi) o addirittura comprare quei perk di massimo livello che non si è riusciti ad ottenere in game. Per concludere la lista della spesa ci viene data la possibilità di comprare le mappe delle installazioni naziste della città, in questo modo dei puntini bianchi ci indicano le varie postazioni da distruggere invece di esplorare un pò alla cieca la capitale francese. Questo ingegnoso sistema di upgrade del personaggio è la vera forza del gioco, in quest'ottica il pericolo di noia insito nel genere free roaming viene certamente limato, ovviamente non accantonato del tutto però. Dopo un inizio piuttosto blando, che con un flashback ci fa conoscere i personaggi e ci porta all'alba dell'invasione della Francia, il gioco mostra tutte le sue caratteristiche e la bontà del suo impianto di base, che pur non essendo particolarmente innovativo, pescando di fatto a piene mani da titoli come Infamous e Prototype e ovviamente GTA, ha dalla sua un'immediatezza e un grande divertimento, anche se ovviamente di grana grossa.

Nazisti distratti

Di grana grossa perchè il tutto è piuttosto grossolano, funzionale ed efficace ma non così minuzioso e convincente come nel capolavoro Rockstar. La prima nota stonata è certamente l'intelligenza artificiale, sia intesa a livello di singoli gruppi di soldati, sia per il modo in cui gestisce gli inseguimenti nei momenti in cui si deve lasciare sfrecciando o correndo sui tetti la zona di allerta. Il grado di allerta dei soldati è piuttosto altalenate: oltre alla scarsa capacità di trovare ripari o di eseguire manovre aggiranti spesso e volentieri mentre si fa fuori un singolo gruppetto di nazisti altri nelle immediate vicinanze rimangono impalati come se nulla fosse, mentre duecento metri più in alto il cecchino S.S. ci impallina col suo Kar 98 dotato di ottica. E' pensabile che un'intelligenza artificiale più raffinata non sia stata implementata visto che si è sempre circondati e in ovvia e costante inferiorità numerica, ma tutto ciò rende il gioco spesso troppo facile. Di conseguenza giocando a difficile invece che a normale può essere una buona soluzione per aumentare il tasso di sfida. Secondariamente sfuggire alle ricerche è fin troppo facile, anche ai gradi di allerta più elevati. I tetti sono la nostra casa (se poi si è distrutto le varie torrette e altoparlanti lo sono ancora di più), mentre l'uscita e l'entrata dalle zone rosse di ricerca è fin troppo repentina. Di fatto basta girare l'angolo di un palazzo sul limitare del confine di ricerca per essere salvi e a dirla tutta posti di blocco e inseguitori non sono mai un grosso problema.

The Saboteur, recensione

Un 'altra questione che da il la alla parte tecnica della recensione è la qualità generale della messa in scena, narrazione compresa. Siamo lontani dal crudo realismo dei lavori Rockstar, il tono è molto più scanzonato e i nazisti sono più "da operetta" che da serio film di guerra. Si ride spesso, i protagonisti sono decisamente stereotipati e sopra le righe e in più il comico involontario fa molte volte capolino, più spesso rispetto a momenti comici veri e propri. Un'altra criticità è il modo con il quale la storia viene narrata, troppo frammentaria e che spreca il valore aggiunto dato un setting storico che si presta benissimo a cospirazioni spionistiche, agguati notturni, doppi e tripli giochi. Le varie missioni portano avanti la trama in un modo solo funzionale allo sviluppo del personaggio, di fatto la storia di Sean e la Storia sono messe all'angolo, ci si appassiona poco insomma al destino del meccanico irlandese.

Trofei PlayStation 3

The Saboteur premia il giocatore con 46 trofei, 15 segreti, 26 di bronzo, 3 d'argento, 1 d'oro e 1 di platino. Sono relativi al numero delle missioni secondarie sbloccate, ai perk d'oro guadagnati, al modo in cui si portano a termine le missioni, all'ammontare di soldi guadagnati e così via. Nulla di particolarmente difficile da ottenere a patto di spendere molto tempo nel distruggere tutte o quasi le installazioni naziste in giro per la mappa.

Paris de nuit

Da un punto di vista tecnico il gioco unisce buone cose ad altre decisamente mediocri. La scelta dello stacco netto tra le parti in bianco e nero e quelle colorate è sicuramente azzeccata. Da un punto di vista emozionale combattere o infiltrarsi in qualche base di notte, sotto una pioggia battente con un bianco e nero lucido, quasi metallico, tra lampi e saette, stagliandoci magari sulle guglie del Sacro Cuore di Montmartre è una bella esperienza, e ci riporta alla mente decine di pellicole noir e vecchi film di guerra. Purtroppo accanto ad una buon modellazione poligonale e ad un level design che oltre a realizzare una mappa enorme, decisamente coerente con il gameplay e che disegna una Parigi in scala, ma con tutti i monumenti al loro posto, troviamo una generale mediocrità qualitativa delle texture. Il livello medio è solo sufficiente, non ci sono particolari picchi a parte un buon uso di hdr, purtroppo però a volte si notano texture sullo sfondo decisamente piatte e in bassa risoluzione, a fatica mascherate da un blur che nasconde le parti più lontane del profondo campo visivo. Stessa cosa dicasi per le animazioni, ben fatte per quelle di Sean, soprattutto quelle relative alle parti di scalata, un pò meno quelle dei nazisti, limitate e non particolarmente varie. Nonostante tutto però l'impatto visivo è sicuramente piacevole, lo stile per nostra fortuna rimedia a certe carenze tecniche in certi frangenti piuttosto marcate. Assolutamente di grande atmosfera la colonna sonora, che cambia a seconda si stia percorrendo una zona libera o no, con canzoni d'epoca jazz, swing e bebop alternate a marziali motivi tedeschi. Buono il doppiaggio in italiano, con attori bene in parte, un pò meno la qualità della scrittura, piena di frasi retoriche e battute spesso e volentieri fuori contesto che vorrebbero alleggerire le situazioni drammatiche ma che stonano notevolmente nel contesto generale.

Conclusioni

Multiplayer.it
7.8
Lettori (89)
8.2
Il tuo voto

The Saboteur è un titolo molto divertente, che parte da basi free roaming alla GTA per poi prendere una deriva action platform che nonostante sia prona verso una certa ripetitività di fondo, riesce nell'intento di non annoiare troppo, complice anche l'ingegnosa implementazione dello sviluppo personaggio. Purtroppo non tutto però funziona, l'intelligenza artificiale è francamente rivedibile, così come l'impianto narrativo di fondo, mal sfruttato visto il setting del gioco. Buono lo stile e l'impatto grafico, nonostante un dettaglio grafico non particolarmente elevato. In definitiva Pandemic ci lascia con un buon titolo ma minato da diverse criticità, il migliore dai tempi di Full Spectrum Warrior, molto divertente nonostante i suo difetti e che sarebbe stato un bel punto di partenza dopo gli ultimi mediocri risultati dell'anno passato.

PRO

  • Molto divertente
  • Gameplay molto vario
  • Sviluppo del personaggio

CONTRO

  • Tecnicamente solo sufficiente
  • Intelligenza artificiale ampiamente rivedibile
  • Narrazione poco elaborata