La distribuzione di Dungeon Raiders non poteva avvenire in un momento meno felice, diciamocelo. Il gioco propone una serie di sfide, enigmi e combattimenti in ambientazioni 3D come il più tipico dei The Legend of Zelda: il prodotto Cyanide é chiaramente un clone della più famosa serie Nintendo, come tanti altri prima di lui. Peccato che proprio in questi giorni sia stato rilasciato anche The Legend of Zelda: Spirit Tracks e che a questo punto la domanda da porsi diventi soltanto una: perchè comprare Dungeon Raiders?
Il Signore dei Tortelli
La trama di Dungeon Raiders é chiaramente una parodia dei clichè fantasy più comuni e riesce quantomeno a strappare qualche sorriso prima che la ripetitività dei giochi di parole e delle gaffe diventi invadente.
Il protagonista é un vecchio mago di nome, ehm, Glandalf (giuriamo!) che si ritrova nella penosa situazione di dover salvare l'amico Butcho, impiegato nel castello del conte Dracula. Per imbarcarsi in questa avventura, Glandalf avrà bisogno dell'aiuto del ladro Luigi, a sua volta prigioniero dei pirati: comincia così una doppia missione di salvataggio raccontata tramite dialoghi comunque frizzanti e ironici, va' infatti detto che Dungeon Raiders non si prende assolutamente sul serio. La comicità del gioco é accentuata anche da uno stile grafico caricaturale e da un modesto engine tridimensionale che propone ambientazioni e personaggi spiccatamente cartooneschi, animati in maniera soddisfacente anche se non proprio brillante. Le ambientazioni sono piuttosto varie e colorate ma povere di dettagli, la planimetria dei dungeon é piuttosto banale e si avverte presto una certa ripetitività di situazioni e nemici da combattere. Anche il comparto sonoro lascia indifferenti: musichette allegre e azzeccate, ma ripetute un po' troppo spesso per la ventina di stage che compone l'avventura.
Senza troppe pretese
Nonostante qualche glitch grafico di troppo e qualche bug qua e là, tutto sommato Dungeon Raiders si lascia giocare e riesce anche a essere divertente: il prodotto Cyanide come già detto è un'imitazione palese di The Legend of Zelda e come tale propone una commistione di puzzle e combattimenti, disseminati per le varie aree che dovremo esplorare. C'è da dire che la parte migliore sono decisamente gli enigmi, piuttosto intelligenti, che richiedono spesso l'utilizzo delle abilità dei vari personaggi, e minati soltanto da una carenza di indizi che conducano il giocatore a risolverli senza frustrarlo troppo: si rischia insomma di bloccarsi di fronte a un puzzle particolarmente ostico, sopratutto nelle fasi finali dell'avventura, senza che il gioco indichi in qualche modo come risolverlo. I combattimenti sono tipicamente hack'n'slash con la variante delle magie di Glandalf che possono essere prodotte generalmente disegnando con il pennino dei simboli; una buona idea senz'altro, peccato però che il touch-screen fatichi inspiegabilmente a interpretare con preicsione gli input del giocatore. Compiere un salto, per esempio, é un'impresa ardua nonostante sia necessario soltanto toccare due volte un punto dello schermo. Considerando che l'intera avventura si gioca col pennino, non saranno rari momenti di vera frustrazione.
Conclusioni
Pur nella sua onestà, Dungeon Raiders appare un po' un suicidio commerciale in questo autunno 2009 che ha visto l'uscita dell'ennesimo, splendido The Legend of Zelda al quale il prodotto Cyanide si ispira chiaramente. Il gioco su Nintendo DS mostra tutti i limiti di un software da pochi euro per iPhone: breve, tecnicamente modesto, non particolarmente ispirato. La caratteristica migliore é senza dubbio l'irriverenza di dialoghi e situazioni, ma i dungeon che sono elemento preponderante del gameplay non convincono appieno. Le idee ci sono e ora come ora Dungeon Raiders é forse l'unica alternativa per chi ha già completato Phantom Hourglass e Spirit Tracks e ha ancora fame di puzzle e labirinti.
PRO
- Irriverente e buffo
- Buone idee ed enigmi
CONTRO
- Ripetitivo
- Controlli poco precisi