Versione testata: Xbox 360
In mezzo allo sconvolgimento continentale che sta colpendo il mercato videoludico, con il Giappone che ormai vede distintamente il panorama occidentale dello sviluppo passargli davanti (e se ne rende anche conto), Capcom è solitamente uno dei pochi esempi di solidità strutturale e concettuale, capace di sfornare titoli che si legano indiscutibilmente alla tradizione storica del Sol Levante sia per quanto riguarda lo spirito che li anima che per la loro qualità.
Questo, almeno, è quanto accade nella maggior parte dei casi. Per quanto riguarda Dark Void bisogna fare dei distinguo: come capita spesso al giorno d'oggi, il titolo è frutto di una partnership, essendo stato sviluppato interamente da Airtight Games, con Capcom ad apporre il suo marchio e conseguentemente il bollino di qualità. Non tutto è andato per il verso giusto a dire il vero, ma è indubbio che - al di là delle lacune presenti per quanto riguarda gameplay e realizzazione tecnica - questo action game si distingua comunque per una buona dose di carisma, legato soprattutto all'idea centrale sul quale è stato costruito, ovvero la possibilità di combattere a terra e in aria. Pensiamoci un attimo: abbiamo visto un po' di tutto negli ultimi anni, siamo stati tante cose all'interno dei videogiochi, eppure un protagonista che passa da correre e sparare in stile Gears of War a "razzo-missile" volante che si insinua tra canyon e vallate e abbatte caccia nemici a suon di mitragliatrice rappresenta qualcosa che non può lasciarci indifferenti. E' quindi proprio questa meccanica mista che salva Dark Void, un titolo sotto tanti aspetti schiacciato da dinamiche shooter non nuove e un level design non proprio esaltante, ma che trova nell'inedita sensazione di libertà data dalla possibilità di passare in qualsiasi istante (o quasi) al volo libero, la sua principale ragione d'essere.
Il vuoto oscuro
La storia è caratterizzata da un piacevole taglio anni 50 e narra le gesta di Will, pilota di cargo dal passato poco chiaro, che durante un normale volo di trasporto (commissionatogli peraltro da una vecchia conoscenza) si ritrova catapultato attraverso il Triangolo delle Bermuda in una dimensione parallela, un luogo ameno che ben presto risulta essere dilaniato da una guerra continua tra gli umani della Resistenza e una strana razza aliena di esseri super-tecnologici chiamati "Sentinelle". Will si troverà volente o nolente a prendere le armi contro agli alieni e a guidare gli umani combattenti contro le soverchianti forze aliene. Questo godibile polpettone fantascientifico d'annata è un altro dei punti a favore di Dark Void, che nonostante il solito, ridondante tono epico della lotta umana contro l'oppressore, contiene certe uscite da B-movie indubbiamente simpatiche. Will, borioso yankee post-bellico dalla mascella volitiva è il protagonista perfetto di questa sorta di fumetto vintage, che conta peraltro tra i co-protagonisti nientemeno che Nikola Tesla, per rimanere sul tema dello sci-fi assurdo. Proprio il geniale e discusso inventore è colui che assicura il supporto tecnologico al personaggio principale, costruttore dell'iconico jetpack.
Tra combattimenti a terra, in aria e in entrambi i luoghi insieme ci sarà tempo per scoprire i retroscena del Void e delle Sentinelle, all'interno dei vari livelli che a dire il vero non offrono un quantitativo d'ore di gioco molto esteso (in totale, siamo all'incirca entro le 10 ore di gameplay). Non c'è da aspettarsi dunque una storia particolarmente complessa, ma se si prende con il giusto spirito ci si cala volentieri in questo fumettone d'altri tempi. La presenza del jetpack dona due diverse anime al gioco: nelle fasi a terra si tratta di uno sparatutto in terza persona piuttosto classico, con armi intercambiabili (utilizzabili sia quelle umane che quelle aliene, tutte potenziabili attraverso la raccolta dei "punti tecnologia"), bombe, munizioni da dosare e sistema di copertura, ma una volta attivati i razzi ci si trova davanti ad una specie di simulatore di volo altamente spettacolare.
Sparatutto di terra e d'aria
La meccanica dello sparatutto a terra è fortemente derivativa, e raccoglie a piene mani dall'eredità di Gears of War, proponendo l'ormai classico approccio con fasi di fuoco e copertura contestuale alla struttura dello scenario. Non ci riesce altrettanto bene, però, pur dimostrandosi alquanto reattivo nei controlli diventa stranamente deficitario per quanto riguarda i contatti tra gli elementi sullo schermo. In certi casi sembrerà di stare colpendo i nemici che invece restano indenni, mentre viceversa può capitare con una certa frequenza di rimanere al riparo dai colpi avversari pur spuntando dalla copertura per mirare in maniera precisa, ad esempio.
E' un peccato perché gli scontri - in virtù anche della struttura ben rodata - sono comunque divertenti e la quantità di nemici presenti in certi casi, specialmente negli spazi aperti che consentono l'utilizzo del jetpack, è impressionante, dando vita a combattimenti spettacolari. L'aggiunta del movimento in verticale (nonché del salto semplice, sebbene questo abbia meno impieghi pratici) aggiunge una nuova dimensione alle dinamiche classiche ma non riesce comunque a risollevare la fase degli scontri a terra dalla ripetitività, dovuta anche a delle evidenti carenze dell'intelligenza artificiale che abbassano il livello della sfida proponendo avversari che in diversi casi si comportano in maniera stravagante (rimanendo appesi a dei parapetti, o saltando per le strutture verticale ignorandoci, ad esempio). Un'introduzione interessante è offerta dal "vertical cover system", che sostanzialmente sposta su un piano verticale la normale dinamica di fuoco e copertura, ma oltre a presentare un punto di vista inedito si dimostra un po' troppo rigido e meccanico nei movimenti effettuabili. Il punto di forza di Dark Void si confermano dunque le fasi volanti e le sezioni miste terra/aria, dove la possibilità di spiccare il volo partendo a razzo con due brevi pressioni di un tasto dona davvero un gran senso di libertà e uno spessore nuovo all'azione. L'idea di poter passare in ogni momento dallo spostamento a terra alle spettacolari evoluzioni aeree resta il concetto fondamentale del gioco e la sua vera forza. L'unico neo di queste sezioni pare essere la discutibile struttura dei quick time event innescabili per sconfiggere i velivoli nemici: è sufficiente avvicinarsi a questi (una volta eliminato lo scudo energetico, in certi casi), premere un tasto ed eseguire sempre e comunque la stessa sequenza di mosse e tasti da premere per liberarsi facilmente di tutte le minacce presenti sullo schermo, esclusi le piccole aereonavi su cui non si può saltare, né prenderne possesso.
Obiettivi Xbox 360
Dark Void contiene 47 obiettivi per il solito totale di 1000 Gamerpoint. La normale progressione nel gioco, ovvero il passaggio di livello in livello con i necessari requisiti raggiunti, consente già di raccogliere una buona quantità di punti, sebbene il bottino completo richieda comunque un certo impegno, soprattutto perché alcuni degli obiettivi non sono propriamente a portata di mano o individuabili in maniera chiara. Una bella sfida, ma anche chi si accontenta di completare il gioco normalmente può contare su un buon "raccolto".
Fanta-vintage
Dark Void, come molti altri action game di questa generazione, è costruito su Unreal Engine 3 e il motore grafico Epic mostra i suoi segni distintivi in più di un'occasione, specialmente per quanto riguarda le texure. Tuttavia, bisogna riconoscere ad Airtight la capacità di aver impresso un proprio stile al gioco: la scelta di ambientarlo negli anni 50 e in una dimensione parallela ha consentito di sfruttare da una parte l'aspetto vintage per quanto riguarda abbigliamento e tecnologie utilizzate dagli umani (arricchite ovviamente dal fascino quasi esoterico delle creazioni di Tesla) e dall'altra la fantascienza più sfrenata per quanto riguarda le strutture e le armi aliene. Ne risulta un mix ben riuscito che ricorda un po' Rocketeer e un po' i film sci-fi più classici, con tanto di dischi volanti. La grafica degli scenari si esprime al meglio negli esterni di ampio respiro piuttosto che nelle fasi al chiuso, sebbene in entrambi i casi si registri una certa monotonia delle ambientazioni, che di fatto paiono ripetersi a più riprese senza particolari soluzioni di level design o varietà.
Ottima invece la fluidità del gioco, che non perde colpi nemmeno nelle situazioni maggiormente concitate, in particolare quelle in volo dove gli elementi mobili sono veramente ovunque. La medesima dicotomia tra terra e aria presente nel gameplay si palesa anche per quanto riguarda alcuni aspetti tecnici: in particolare, le animazioni del protagonista esprimono probabilmente il meglio nelle spettacolari sezioni volanti, mentre a terra non si distinguono per qualità particolari. Notevole la colonna sonora, per la quale d'altra parte gli Airtight sono andati sul sicuro affidandosi al talento di Bear McCreary, compositore che ha firmato peraltro la colonna sonora del nuovo Battlestar Galactica e che ha sfruttato nientemeno che l'orchestra Hollywood Studio Symphony per eseguire le musiche d'accompagnamento.
Conclusioni
Dark Void è capace di regalare qualche ora di onesto divertimento, in particolare nelle fasi in volo, con il disappunto lasciato dalla sensazione di un'occasione mancata, almeno in parte. Il concetto alla base del titolo, con la sua commistione tra sparatutto classico in terza persona e shooter aereo, è ottimo e anche sviluppato piuttosto bene nelle fasi con scenario aperto, tuttavia le carenze dell'intelligenza artificiale e la ripetitività delle situazioni in cui ci si viene a trovare non riescono a far "decollare" il gioco come avrebbe potuto, esprimendo il suo pieno potenziale.
PRO
- Bella l'idea di base
- Ben fatta la fase di volo
- Ambientazione interessante
CONTRO
- Sfida inficiata dalla scarsa IA
- Varietà limitata di situazioni e nemici
- Scenari al chiuso poco ispirati