Correva l'anno 1993 quando gli sparuti ma fortunati possessori di Sega CD ebbero l'occasione di mettere le mani su un videogioco che, ancora non lo sapevano, sarebbe diventato un capisaldo del genere JRPG. A incuriosire, di Lunar: The Silver Star, era sopratutto il character design di Yoshiyuki Sadamoto, a quei tempi conosciuto sopratutto per la serie animata Nadia (e il Mistero della Pietra Azzurra, in Italia) e da lì a poco specialmente per aver dato vita ai personaggi di un'altra serie di successo, Neon Genesis Evangelion.
I punti di forza di Lunar furono l'eccellente qualità audio e video concessa dal formato, che rese il CD il secondo gioco più venduto per la sfortunata console Sega. A sottolineare l'importanza di Lunar, quantomeno sul mercato orientale, c'è un'impressionante quantità di riedizioni. A parte lo splendido sequel, Lunar: Eternal Blue, il primo episodio della serie godette di un remake nel 1998 per Saturn e PSOne, coadiuvato da quasi un'ora di sequenze animate di alta qualità, che sfortunatamente sarebbero state eliminate nel successivo remake all'acqua di rose per Game Boy Advance, nel 2002. Arriviamo al 2010: Lunar: Silver Star Harmony sbarca su PSP. Stessa storia: nuovo remake, versione definitiva?
Una favola di altri tempi
Ciò che rende Lunar ancora oggi un gioco così magico è la delicatezza e semplicità di una storia il cui merito è, sopratutto, quella di essere raccontata davvero bene. Non ci sono protagonisti complessati, storie d'amore impossibili, spiegazioni pseudo-scientifiche: Alex vive in un piccolo paesino rurale, assieme alla sorellastra adottiva Luna, l'avido amico Ramus e il buffo draghetto parlante Narl.
Il sogno di Alex è vivere una grande avventura come quelle vissute dal leggendario Dragonmaster Dyne, che salvò la dea Althena dalle grinfie del male assieme ad altri tre mitici eroi. Quella che comincia come una scampagnata alla ricerca di un tesoro è una serie di eventi che porteranno Alex ad avverare i suoi sogni: Lunar: Silver Star Harmony inizia così, come un'avventurina e poco più, ma fra draghi e streghe, magie arcane e improbabili banditi, l'RPG di Game Arts riesce a regalarci alcuni tra i personaggi più memorabili di sempre e uno degli antagonisti più bastardi nella storia dei videogiochi. Ad Alex e Luna si uniranno il bandito donnaiolo Kyle e la ribelle Jessica, il vanesio Nash e la timida Mia, e il grupetto si troverà, inevitabilmente, ad affrontare una minaccia che rischia di distruggere il pianeta.
Il Re(make) dei Re(make)
Inutile dire che, a differenza della release per Game Boy Advance, questo ennesimo remake di Lunar mantiene tutte le caratteristiche migliori della serie. Nell'UMD sono contenuti tutti i filmati a cartoni animati originali, rimasterizzati per l'occasione, che interromperanno frequentemente l'avventura per mostrarci i momenti salienti tramite splendide cutscene interamente doppiate. Parliamo di quasi un'ora di filmati che introducono i personaggi ed esprimono al meglio la sceneggiatura qual'ora ce ne sia bisogno. Per l'occasione, Game Arts ha ridoppiato non solo tutte le cutscene, ma anche la maggior parte dei dialoghi più importanti sono adesso interamente recitati.
Il filmato di introduzione, per esempio, mantiene lo splendido brano di apertura ma con un testo interamente nuovo, cantato dalla stessa artista dell'edizione occidentale del 1998, e più fedele al testo originale nipponico. Lo stesso vale per la famosa canzone di Luna sulla nave (ebbene sì, in Lunar: Silver Star Harmony c'è anche una sequenza cantata dal profumo molto disneyano): stesso brano, testo più fedele. Contemporaneamente, l'intera colonna sonora ha goduto di uno svecchiamento che la rende ancora più incantevole che in originale. Lo script della storia è stato ritoccato qui e là per aggiungere brevi sequenze narrative o correggere qualche bislacco errore di traduzione scappato alla revisione di dieci anni fa. E naturalmente dal punto di vista grafico lo sviluppatore Xseed ha rielaborato l'intero mondo di Lunar e i suoi personaggi con un'eccellente cosmesi bidimensionale incredibilmente dettagliata e definita. Laddove il trend vede i vecchi giochi 2D tornare alla ribalta con poligoni che ne tradiscono, magari, lo spirito originale, la scelta di Game Arts di mantenere una grafica bidimensionale, estremamente migliorata, merita davvero rispetto. Il mondo di Lunar non è mai stato così bello, colorato e dettagliato. Gli sprite dei personaggi e dei loro nemici sono animati e curatissimi, sopratutto durante i combattimenti. Da questo punto di vista, non c'è nulla da criticare a parte la frequenza e lunghezza talvolta eccessiva dei caricamenti: un peccato tutto sommato trascurabile.
Vintage!
Anche dal punto di vista prettamente ludico Lunar: Silver Star Harmony è un remake molto fedele all'originale. E questo è sia un bene che un male. Intendiamoci, le meccaniche di Lunar: Silver Star Harmony sono talmente semplici da risultare godibilissime a chi ha fatto indigestione delle regole e sistemi di combattimento cervellotici che caratterizzano il genere RPG negli ultimi anni. Chi ha già giocato Lunar anni fa, si troverà perfettamente a suo agio, ma i nuovi giocatori potrebbero magari storcere il naso di fronte a un gameplay così lineare e semplicistico.
Da buon JRPG, Lunar: Silver Star Harmony è strutturato nel canonico iter che vede il giocatore esplorare le città e i labirinti allo scopo di progredire nella trama principale. Un contatto con i mostri del caso condurrà al caricamento del campo di battaglia, sul quale schiereremo fino a un massimo di cinque personaggi contro una quantità variabile di nemici. Ogni membro del party può effettuare un semplice attacco fisico, difendersi, lanciare una magia o usare un oggetto. Il combattimento si sviluppa a turni: dopo aver indicato le azioni del party (o averlo lasciato fare all'IA tramite una pratica opzione) gli sprite sullo schermo si scambieranno delle sonore mazzate in ordine di velocità. Una caratteristica interessante riguarda il posizionamento degli sprite: il giocatore non ha diretto controllo su questo elemento, ma deve considerare che ogni nemico deve essere a portata di tiro se un determinato personaggio vuole attaccare. In caso contrario, quel personaggio si sposterà verso il bersaglio ma dovrà aspettare il turno successivo per coprire il resto della distanza e colpire il nemico. Questa feature rende i combattimenti un po' più strategici, così come l'aggiunta inedita di una sorta di indicatore che, portato al massimo, consente di scagliare dei spettacolari attacchi speciali. Come dicevamo, è un battle system incredibilmente semplice, quasi ingenuo: funziona a meraviglia ma la mancanza di una vera e propria personalizzazione del cast (limitata alla scelta dell'equipaggiamento, in pratica) e la cara, vecchia acquisizione delle abilità in base al livello raggiunto rendono Lunar: Silver Star Harmony un gioco "vecchio" dalla grafica "nuova". Ma come si suol dire, botte vecchia fa buon vino.
Conclusioni
Tornare dopo dieci anni a calcare il suolo di Lunar è quasi commovente. Il remake sviluppato da XSeed sembra quasi l'affezionata opera di un fan, talmente è curato e fedele all'originale. I miglioramenti tecnici e ludici poco inficiano la sensazione di vivere una storia di altri tempi, più simile a una fiaba con i suoi momenti comici e tragici, che a un minestrone narrativo pieno di idee a cavallo tra risentimento e tensione. Ma Lunar: Silver Star Harmony è anche un gioco di altri tempi: le caratteristiche inedite al sistema di gioco sono pochissime e la sensazione di obsolescenza potrebbe cogliere i giocatori più pretenziosi. Per i nostalgici e gli amanti del genere, sopratutto nipponico, Lunar: Silver Star Harmony è un vero gioiello.
PRO
- Remake praticamente perfetto di Lunar
- Storia e personaggi indimenticabili
- Gameplay semplice ma convincente
CONTRO
- Caricamenti eccessivi
- Retrogusto vintage