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Il ritorno di Mikami

Terrorismo dallo spazio e alla velocità della luce. Il nuovo action game dei visionari Platinum Games!

RECENSIONE di Massimo Reina   —   22/10/2010
Vanquish
Vanquish
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Versione testata: Xbox 360

Pochi altri titoli si sono meritati in questi mesi l'attenzione dei media come Vanquish, nuovo gioco tutto azione e robot partorito dalla geniale mente di Shinji Mikami, il papà di Resident Evil, che negli ultimi anni ha deciso di spaziare maggiormente tra generi e ambientazioni diverse, coadiuvato per l'occasione dai Platinum Games, gli stessi dietro Bayonetta. Attenzione cresciuta a dismisura di recente soprattutto dopo le allarmanti voci circolate sul web a proposito della longevità del prodotto che sarebbe limitata a sole quattro ore effettive, scatenando in giro per la rete mille dubbi e domande. Quesiti a cui, vi anticipiamo già, daremo una risposta in questo articolo. Ma procediamo con ordine.

Il ritorno di Mikami

La trama di Vanquish pone delle situazioni politiche più o meno attuali in un contesto fantascientifico: in un futuro non molto lontano dove la sovrappopolazione mondiale ha spinto le nazioni a farsi guerra per accaparrarsi le ultime risorse energetiche disponibili, gli Stati Uniti hanno lanciato una stazione spaziale orbitante nello spazio, la SC-01 Providence, allo scopo di assorbire e riciclare energia solare. Nel frattempo, però, un colpo di stato in Russia porta al potere gli ultra nazionalisti chiamati Ordine della Stella Russa capitanati dal folle Victor Zaitsev. I suoi uomini occupano la stazione spaziale statunitense e la relativa colonia, dirottando i raggi solari convertiti in microonde contro la città di San Francisco causando centinaia di migliaia di vittime. I fanatici russi a quel punto danno un ultimatum di otto ore agli americani: o accettano una resa incondizionata o la prossima città a essere colpita sarà New York. Il Presidente americano Elizabeth Winters, i cui tratti del viso ricordano in maniera più o meno marcata Hilary Clinton, rifiuta di piegarsi alla volontà dei nemici e si affida quindi al commando di marines guidati dal colonnello veterano Robert Burns per cercare di riconquistare la stazione orbitante.

Minaccia dal cielo

A essi si aggiunge anche Sam Gideon, il protagonista del gioco, un ricercatore della DARPA, un'agenzia governativa che si occupa della realizzazione di prototipi per la difesa, che indossa una nuova tuta ARS (Augmented Reaction Suit) equipaggiata di tutto punto e ricca di accessori come ripetitori a getto, armi e una sperimentale funzione chiamata BLADE che è in grado di scannerizzare ogni fucile o pistola e replicarli perfettamente.

Il ritorno di Mikami

Ma Sam ha anche un altro incarico segreto, salvare uno scienziato di nome Francois Candide. Come si evince da quanto appena descritto la vicenda alla base di Vanquish, pur non essendo originale, non è nemmeno quella banalissima di molti prodotti simili, cioè creata ad hoc solo per fungere da pretesto per giustificare determinate azioni. Anzi, rivela fin dall'inizio quale è la cifra stilistica del gioco, confermando la voglia di Shinji Mikami e del suo gruppo di raccontare a loro modo una storia. Il videogioco è da ascrivere nel filone degli sparatutto in terza persona scriptati, di quelli cioè che lasciano poco spazio alla libertà di movimento del giocatore, incanalandolo in un percorso predefinito, e che trae ispirazione da molti altri prodotti del genere e non, come Gears of War per il sistema di copertura e per alcune avvincenti sparatorie, Devil May Cry 4 per frenesia, ritmo e qualità degli scenari, Metal Gear Solid per certe situazioni e infine Zone of the Enders e Halo per la suit. Quest'ultima è l'elemento chiave attorno alla quale ruota tutta la giocabilità del prodotto. Costruita con particolari materiali resistenti ma estremamente leggeri che agiscono in simbiosi con il sistema nervoso simpatico dei soggetti che la indossano, questa vera e propria armatura permette di fare praticamente di tutto su un campo di battaglia. Innanzitutto consente di replicare, come detto prima, ogni arma che viene ritrovata in giro e di trasportarne fino a un massimo di tre per volta insieme agli esplosivi. Questi strumenti da offesa sono potenziabili con appositi oggetti recuperati sul campo, cambiabili quando si vuole e selezionabili rapidamente tramite la croce direzionale.

Terrorismo del futuro

Le armi in dotazione del nostro eroe potremmo definirle standard: pistola, mitra, fucile d'assalto e lanciamissili. Le uniche un tantino più particolari sono una sorta di pistola energetica, un laser che aggancia obiettivi multipli e un lancia lame trancia arti.

Il ritorno di Mikami

Tutte comunque rispondono benissimo agli imput da parte del videogiocatore grazie anche all'ottima mappatura dei comandi del gioco. Tornando alle peculiarità della tuta indossata da Gideon continuiamo col dire che essa quando registra attività sinoptiche intense durante fasi di stress eccessivo come un elevato numero di colpi subiti, oppure previa attivazione di chi la indossa (e quindi conseguentemente dall'utente con una combinazione di tasti dorsali e normali più la levetta sinistra del pad) attiva una funzione speciale chiamata AR: una volta entrati in questa modalità tutto ciò che circonda Sam rallenta ed è così possibile per lui schivare gli attacchi dei nemici e farli fuori prima che questi se ne rendano conto o a colpi di mitra oppure tramite un attacco corpo a corpo (premendo ripetutamente il tasto B con Xbox 360 o Cerchio con PlayStation 3 si può eseguire anche una combo). Ovviamente tutto questo deve avvenire entro un certo lasso di tempo dopo di che la velocità di azione torna normale. Infine grazie a dei mini razzi montati sugli arti e sulla schiena la tuta è in grado di far scivolare rapidamente via Sam da un riparo all'altro o da un nemico all'altro attivando un turbo. Unendo questi fattori a un altro, apparentemente banale com'è il salto, si ottiene così un mix piuttosto interessante di strategia nell'uso delle armi e di posizionamento rispetto agli avversari.
L'armatura però non può sopportare carichi di lavoro oltre un certo limite per cui tende a scaldarsi e bloccare alcune delle funzioni speciali di chi la indossa, rendendolo in parte vulnerabile. Per ripristinare i comandi e tornare pienamente operativo bisogna quindi attendere che essa si raffreddi. E visto che in questi frangenti Sam è spesso in balia degli assalti nemici meglio ponderare bene quando e come usare tutte queste funzioni.

Il ritorno di Mikami

Obiettivi Xbox 360

Vanquish offre cinquanta obiettivi da sbloccare: essi sono distribuiti nella modalità single player e si ottengono semplicemente con la progressione di gioco eliminando particolari nemici come i Romanov, oppure distruggendo specifici elementi degli Argus KNRB-0, etc. Alcuni sono poi particolari, come quella che impone agli utenti di distruggere tutte le statue di Pangloss nascoste nella colonia.

Battaglia per la sopravvivenza

In questo modo la giocabilità si mantiene costantemente su ritmi elevati anche se non mancano momenti di maggiore calma, dove le sparatorie sono meno caotiche e richiedono un minimo di strategia. Specie contro i boss di fine area. Proprio questi ultimi rendono l'esperienza videoludica di Vanquish leggermente antipatica in alcuni frangenti, ma più a causa del sistema di salvataggio che per la loro effettiva osticità. Il gioco prevede una serie di checkpoint dai quali ripartire dopo ogni morte. In alcune aree questo sistema appare funzionale allo scorrimento naturale dell'avventura, senza cioè fastidiose ripartenze da punti eccessivamente lontani o difficili. In altre, specie quando appunto si affrontano le fasi di fine livello di cui sopra, purtroppo no, costringendo quindi l'utente a ripetere più volte la stessa sessione, magari ricombattendo dall'inizio con gli scagnozzi, i mezzi volanti e dopo col boss.

Il ritorno di Mikami

Considerando che in alcuni casi questi ultimi sono due in sequenza o in contemporanea ed è dura abbatterli, è evidente come la cosa alla lunga si riveli piuttosto frustrante, specie per chi non è molto abile con la tipologia di prodotto in questione. Alla fine di ogni livello si viene premiati con una serie di punteggi calcolati tenendo conto di diversi fattori, come per esempio il numero di nemici uccisi, del tempo impiegato per finire l'area, quello delle munizioni sparate o degli alleati caduti o che si è riusciti a curare.
Perché in ogni atto il giocatore non è mai da solo ma sempre affiancato dai marines di Burns, come in una missione di guerra reale. Muovendosi con un gruppo di soldati, combattendo con loro, si ha sempre la sensazione di partecipare a una vera azione di guerra. In questo modo l'immedesimazione, corroborata da una messa in scena cinematografica assolutamente epica, con battaglie movimentate, botti e esplosioni, ne guadagna decisamente. Senza contare che l'intelligenza artificiale che gestisce i militari non è affatto limitata e dunque aiuta davvero il protagonista in parecchie situazioni.

Leggende metropolitane

Per variare leggermente il gameplay gli sviluppatori hanno poi utilizzato i classici escamotage del caso, inserendo sessioni a bordo di treni magnetici, aerei e dando la possibilità agli utenti di utilizzare alcune postazioni fisse o di prendere il controllo di grossi robot dal potenziale distruttivo enorme.

Il ritorno di Mikami

Peccato per l'assenza di una qualsivoglia modalità multigiocatore sia online che offline. Opzione questa che avrebbe garantito non solo una maggiore varietà di contenuti ma anche una longevità superiore. Mentre altri prodotti del genere sopperiscono alla cosa inserendo diverse nuove opzioni da sbloccare una volta finito il gioco, come per esempio personaggi giocabili, oggetti o scenari, Vanquish si limita invece a proporre, oltre alla campagna principale in singolo, delle Sfide Tattiche che appaiono però una sorta di modalità Mercenari alla Resident Evil 4: decine di nemici da abbattere entro un certo lasso di tempo per racimolare il maggior numero possibile di punti. Ma da solo, senza cioè la possibilità magari di una sessione in cooperativa. Oppure Missioni, dove cioè si possono riaffrontare a scelta singolarmente le varie aree già giocate nell'avventura principale. Ma allora il gioco dura o no solo quattro ore? La risposta è un chiaro, inequivocabile no. Vanquish non è molto longevo, è vero, ma la sua durata complessiva supera le sei/otto a livello di gioco normale in base all'abilità dell'utente e alla sua abitudine alle sfide costituite da questa tipologia di prodotti. Azzardando una ipotesi, il malinteso sulla lunghezza del prodotto nasce probabilmente da due fattori: l'averlo giocato a livelli di difficoltà facili e saltando i filmati: il counter interno del gioco, tra l'altro, segnala solo i minuti effettivi della partita, non quelli totali. Esclude inoltre gli intermezzi filmati che pure fanno parte di una produzione videoludica in quanto collante per la storia ed elemento integrante delle varie sessioni.

La colonia

Vanquish fa leva su un engine grafico di tutto rispetto mutuato e migliorato da Bayonetta, che poggia per le animazioni (e la fisica in generale) sul famoso kit di sviluppo di Havok. E il lavoro svolto dagli sviluppatori sul prodotto finale è degno di menzione.

Il ritorno di Mikami

La grafica è molto dettagliata: non siamo ai livelli di un Gears of War 2 ma certo il livello estetico del gioco è ottimo. Il personaggio principale è stilisticamente azzeccato, con il suo vizio del fumo alla Solid Snake, indossa un'armatura viva, che varia in tempo reale a seconda degli eventi. I suoi compagni di avventura sono piuttosto curati e Burns, il colonnello dei marines, ha un non so che di carismatico col suo enorme braccio meccanico. Segno che il character design ha di fatto lavorato molto bene. Inoltre ogni particolare non è lasciato al caso. Giocate il livello in cui la strada sotto ai vostri piedi si frantuma e rischia di farvi piombare nel vuoto mentre tutt'attorno è il caos, coi nemici che vi sparano contro, i marines che cercano la fuga e lottano corpo a corpo venendo anche trascinati giù con i robot russi, le tubature che esplodono e frammenti di ogni genere che vi arrivano addosso. In poche parole, spettacolo puro e senza il minimo rallentamento. Perfino i nemici, pur nella loro ripetitività, sono ben fatti e in particolare si apprezzano i mega robot e il capo dei fanatici nazionalisti russi, la cui armatura ricorda quella di Dingo Egret di Zone of the Enders: The 2nd Runner.
Ottimi gli intermezzi filmati realizzati con l'engine del gioco e che contribuiscono notevolmente come detto qualche paragrafo su a immergere ulteriormente il videogiocatore nel contesto. Lo stesso giudizio può essere applicato al comparto audio. Il doppiaggio in italiano è di buona fattura anche se ogni tanto si percepisce una certa asincronia fra le voci degli attori e le labbra dei personaggi.
Gli effetti sonori sono ottimi e corposi, specie nelle fasi in cui decine di marines e mostri si scontrano sullo schermo in un turbinio di esplosioni, raffiche di mitra, urla e comunicazioni radio. Il tutto accompagnato da una colonna sonora a tratti epica e a tratti più techno-trance ma sempre consona agli ambienti futuristici in cui ci si muove.

Conclusioni

Multiplayer.it
8.5
Lettori (245)
8.5
Il tuo voto

Vanquish è come un giro sull'ottovolante, adrenalina pura dall'inizio alla fine, di quelle che solo una volta scesi ti rendi conto dell'esperienza vissuta. Che non è epica come quella di GoW o indimenticabile come quella di Metal Gear, ma certo merita più di un'attenzione da parte di ogni appassionato del genere. Il gioco è una riuscita fusione di stili dei frenetici sparatutto in terza persona occidentali e orientali che certo rilancia le ambizioni di Mikami e lascia ben sperare per un futuro, possibile sequel, a patto però che vengano risolti i piccoli problemi emersi in questo primo capitolo e venga ampliato il ventaglio di opzioni di gioco oltre alla sua durata complessiva.

PRO

  • Ottima giocabilità
  • Divertente e frenetico
  • Buon doppiaggio in italiano
  • Ambientazioni dettagliate e visivamente appaganti

CONTRO

  • Assenza di modalità multigiocatore
  • Un po' corto
  • Alcuni boss particolarmente ostici
  • Poco originale