La serie God of War ci ha insegnato una cosa: Kratos è fondamentalmente un bravo ragazzo, solo che non bisogna farlo incazzare. Perchè se si arrabbia, sono dolori. Che poi magari lui ci prova anche a stare tranquillo, sul suo confortevole trono olimpico, ma c'è sempre qualcosa che lo costringe a riprendere in mano armi e bagagli e iniziare una nuova avventura. Che ciò avvenga su home console o su portatile, poco importa. Dopo la riduzione non certo indimenticabile per cellulari apparsa nel 2007, il passaggio del Dio della Guerra su handheld si è legato per ovvi motivi a PSP, con il precedente Chains of Olympus realizzato dai californiani Ready at Dawn; visti gli ottimi risultati raccolti in tale occasione, il team è stato totalmente riconfermato anche per questa seconda uscita sul portatile, intitolata God of War: Il Fantasma di Sparta.
Questa è Sparta
Solitamente si iniziano le recensioni introducendo il gioco, parlando di trama e personaggi, o del gameplay. In questo caso faremo un'eccezione, pienamente giustificata però; perchè davvero non si può descrivere God of War: Il Fantasma di Sparta senza prima parlare dalla componente estetica, capace di imporsi senza dubbi come il punto più alto a livello tecnico raggiunto sul portatile Sony. Una console, lo ricordiamo, destinata tra pochissimo a compiere il suo sesto anno di vita; e, lo diciamo senza timore di offendere nessuno, con ormai alle spalle i momenti migliori del proprio ciclo vitale. Ma di cosiddetti "canti del cigno" per hardware sul viale del tramonto ce ne sono stati parecchi, e tale etichetta calza a pennello anche nel caso di questa ultima avventura di Kratos.
Mai prima d'ora su PSP, e più in generale quindi su un portatile, si era vista una tale qualità grafica; God of War: Il Fantasma di Sparta è da questo punto di vista una produzione sensazionale, capace di superare addirittura i risultati raccolti dal secondo capitolo su PS2. La bontà della modellazione poligonale, tanto dei personaggi quanto delle ambientazioni, è qualcosa che non lascia spazio alla benchè minima critica; ed eccezionale è anche il lavoro della telecamera, sempre utilizzata con abilità tale da enfatizzare i momenti più carichi di pathos senza dimenticare mai di supportare in maniera corretta il gameplay. L'unico appunto che si può muovere è legato al frame rate, non sempre perfetto soprattutto in situazioni particolarmente cariche, anche se non si raggiungono comunque mai livelli tali da compromettere in maniera eccessiva la fluidità dell'azione. Sicuramente il risultato più importante del lavoro dei programmatori è però da ricercarsi nel fatto che God of War: Il Fantasma di Sparta non appaia mai come una versione ridotta o riadattata dei capitoli maggiori apparsi su home console; non solo per la pura forza bruta dell'engine poligonale di Ready at Dawn, ma anche per la potenza evocativa di questa ennesima avventura di Kratos. Uno degli aspetti caratteristici della serie è sempre stata infatti quella delle "dimensioni", con una scala di misure sempre a sfavore del protagonista, destinato a viaggiare solitario in luoghi imponenti e inquietanti, affrontando nemici svariate volte più grandi di lui. Imprese mitiche, con obiettivi fuori portata per chiunque tranne che per il Fantasma di Sparta; perchè l'esaltazione e il coinvolgimento offerti da God of War sono i capisaldi del suo successo, con una caratterizzazione e una personalità che ha pochi eguali nell'intero panorama videoludico.
Amore fraterno
Stavolta la trama, che va a porsi a livello temporale tra il primo e il secondo capitolo, è incentrata attorno alla ricerca da parte di Kratos del fratello Deimos, rapito dagli dei quando entrambi erano poco più che bambini ma ciò nonostante già pieni dello spirito guerriero spartano. Una storia più che sufficiente, narrata senza incertezze, ma che non cambia quasi nulla nel background finora conosciuto dell'eroe. Come da tradizione, nel corso del viaggio del protagonista ci si trova a incontrare tutta una serie di luoghi e personaggi della mitologia greca, meravigliosamente protagonisti tanto quanto lo stesso Kratos. La sequenza iniziale ad Atlantide per esempio è qualcosa di eccezionale, con un ritmo che sembra davvero essere uno dei leit motiv dell'intera serie. Lo scontro con il gigantesco Scilla poi, destinato a protrarsi e ripetersi in diversi momenti, rappresenta un qualcosa che mai ci saremmo aspettati di vedere su un portatile, e che merita di essere visto in prima persona.
Dispiace un po' che nel corso dell'avventura manchino altri nemici di simile stazza, fatta eccezione per l'incredibile scontro finale e poco altro; questo non toglie certo valore al prodotto, ma è indubbio che all'interno dell'intera serie i momenti più esaltati ed epici siano coincisi con i combattimenti di questo tipo. Per quanto riguarda invece il level design, il lavoro svolto dal team americano è più che buono; come sempre la progressione è lineare e guidata, ma non manca un particolare dinamismo nelle situazioni offerte e il ritmo è sempre elevato, forse con l'eccezione dell'ultima ora e mezza di gioco che si basa un po' troppo sulla successione di stanze piene di nemici da far fuori per poter proseguire. In ogni caso, God of War: Il Fantasma di Sparta non è certamente un episodio che ha come intenzione quella di distaccarsi dai precedenti o di innovare la formula studiata da Santa Monica Studio; in tal senso chi ha percepito un po' di stanca nelle meccaniche della serie nata nel 2005 senza dubbio non potrà che provare le stesse sensazioni anche in questo caso. La struttura di gioco è praticamente identica, tanto nel sistema di combattimento quanto nella crescita del personaggio. Il titolo era e resta un action praticamente puro, e i pochi e semplicissimi puzzle presenti non vanno mai oltre la necessità di raccogliere chiavi o attivare leve e interruttori. In tal senso anzi si percepisce un passo indietro rispetto al terzo episodio. L'unica reale novità va ricercata nell'abilità, una volta guadagnata dal titano Tera, di infuocare le proprie fidate Lame di Atena; una necessità per superare alcuni passaggi o per avere la meglio sulle armature indossate da certi nemici. Per quanto vada assolutamente sottolineato come tutto scivoli via alla perfezione anche alle porte del 2011, è palese come i fan di vecchia data della serie non potranno che provare svariate volte delle sensazioni di deja-vu tutt'altro che sottili. Assolutamente meraviglioso, come sempre, l'accompagnamento musicale; oltre all'eccellente doppiaggio in italiano, trovano spazio anche in questo episodio gli evocativi brani orchestrati, fondamentali e imprescindibili nel quadro d'insieme della serie. Per quanto riguarda infine la longevità complessiva, malgrado le affermazioni di qualche recensione che ha indicato entusiasticamente la durata dell'avventura attorno alle 10 ore, al contrario ne sono sufficienti meno di 7 per un qualsiasi giocatore mediamente esperto della serie per raggiungere i credits conclusivi (6 ore e mezza nel nostro caso); un risultato comunque più che soddisfacente e praticamente quasi doppio rispetto al già citato Chains of Olympus, a cui vanno poi aggiunte tutta una serie di sfide extra per chi desidera trattenersi ulteriormente nei panni del Fantasma di Sparta.
Conclusioni
C'è poco da girarci attorno: God of War: Il Fantasma di Sparta è con ogni probabilità il miglior gioco disponibile su PSP, molto semplicemente. Non solo per la straordinaria componente grafica, capace davvero di lasciare a bocca aperta anche senza doverla per forza contestualizzare all'ambito portatile, ma per la qualità di ogni sua componente tale da non far soffrire al gioco alcun timore reverenziale nei confronti dei capitoli "maggiori". Questo non è un God of War ridotto, sia ben chiaro: è quello vero, cattivo e spietato come sempre. God of War: Il Fantasma di Sparta è quindi il canto del cigno perfetto per una console che avrebbe potuto offrire sicuramente di più, ma che comunque non ha mancato di ospitare nel corso del suo ciclo vitale titoli di altissima qualità.
PRO
- Tecnicamente incredibile
- Un vero capitolo di God of War, senza tagli o riduzioni
- Longevità complessiva più che buona
- Carattere e personalità sempre ai massimi livelli
CONTRO
- Ultima parte dell'avventura leggermente sottotono
- Chi si è stufato del gameplay della serie non troverà niente di nuovo