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Non fate arrabbiare Topolino

La tanto attesa creatura di Warren Spector è finalmente compiuta, e il mondo Disney non è mai apparso così oscuro...

RECENSIONE di Andrea Palmisano   —   30/11/2010
Disney Epic Mickey: La Leggendaria Sfida di Topolino
Disney Epic Mickey: La Leggendaria Sfida di Topolino
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Di Disney Epic Mickey si parla da parecchio, e numerose sono state anche le volte in cui Multiplayer.it ha avuto il piacere di incontrare il capo del progetto Warren Spector, nome storico dell'industry dei videogiochi. Vedere un personaggio legato a titoli come System Shock, Deus Ex e Thief sinceramente entusiasta di lavorare sull'universo Disney ha sempre fatto un certo effetto, così come hanno tendenzialmente lasciato un buon sapore in bocca i test sulle versioni preliminari del gioco.

Non fate arrabbiare Topolino

In un Natale privo di un gioco "pesante" made in Nintendo (pur riconoscendo la bontà dell'imminente Donkey Kong Country Returns), sulle spalle del topo più famoso del mondo sono andate quindi giocoforza a poggiare gran parte delle aspettative per i possessori di Wii che non vogliono accontentarsi di Party o Casual game.

Non solo topi

Che Epic Mickey non fosse il "classico" gioco (o giochino) Disney si era in realtà capito fin dal momento in cui il nome di Spector venne associato al progetto, ma ogni ulteriore dettaglio rivelato durante lo sviluppo non ha fatto che confermare tale convinzione. Il background della avventura di Topolino è infatti inusuale tanto quanto in generale l'ambientazione che fa da sfondo al titolo di Junction Point Studios; il regno di Rifiutolandia (italica traduzione non certo al livello dell'originale Wasteland) è infatti il luogo in cui vivono i personaggi delle avventure Disney dimenticati, non più utilizzati nelle avventure "moderne", o addirittura scartati quando erano semplici bozzetti. Chi si ricorda per esempio di Gambadilegno, Clarabella e Orazio, solo per fare qualche esempio? In pochi evidentemente, eppure tutti questi ex co-protagonisti e comprimari non sono svaniti nel nulla; semplicemente, si sono ritirati in questo posto creato apposta per loro che vede come "sovrano" il coniglio Oswald, uno dei primissimi eroi Disney ben presto però soppiantato dal più fortunato Mickey Mouse.

Non fate arrabbiare Topolino

E alla fine non se la passerebbero nemmeno male, perchè Rifiutolandia è anche un bel posticino; peccato che come nelle migliori storie a fumetti capiti "qualcosa" di decisamente grave che va a scombinare pesantemente l'equilibrio che si era creato, obbligando il solito Topolino a cercare di porvi rimedio. Un background quindi affascinante e sinceramente coinvolgente, esaltato dallo stile grafico che fa da fil rouge tra le varie location che l'eroe con le orecchie enormi si troverà a visitare; cupo, dark, non troppo velatamente "timburtoniano", insomma l'esatto contrario di quel mondo tutto brillante, luminoso e perfettino che siamo abituati ad associare alle storie Disney. E questo contrasto, questa stortura tra il "solito" e l'insolito che invece costituisce la base di Epic Mickey, è senza dubbio il pregio principale della fatica di Junction Point Studios, nonchè l'intuizione vincente che di fatto spinge a proseguire nel gioco, semplicemente per il piacere e la curiosità di scoprire nuovi luoghi e personaggi. Per carità non che il gameplay in sé sia invece scarso, ma forse un filo deludente sì, perlomeno a fronte delle aspettative della vigilia.

Cartoni animati

Epic Mickey è un action adventure un po' platform, con un pizzico di RPG, shakerato e ben mescolato; per certi versi ricorda Zelda, per altri Psychonauts, per molti Banjo Kazooie. Fondamentalmente il gioco è diviso in 3 macro sezioni che si alternano e all'interno delle quali si spostano gli equilibri delle sue componenti fondamentali. Ci sono quindi aree più focalizzate sull'interazione con altri personaggi, i dialoghi e la risoluzione di più o meno semplici quest; altre invece più incentrate su azione e combattimenti all'interno di zone 3D, e infine sequenze di collegamento puramente platform 2D contraddistinte spesso dalla cifra stilistica in bianco e nero che si ricollega alle storie animate degli anni '30. Nella maggior parte del tempo il gameplay si sviluppa sulla base dell'utilizzo da parte di Topolino del pennello magico, elemento principale che costituisce di fatto l'unica reale e concreta fonte di originalità nelle meccaniche studiate dal team di Warren Spector; in sintesi, tramite il suddetto attrezzo è possibile impiegare il colore o il solvente su determinati e numerosi parti delle ambientazioni.

Non fate arrabbiare Topolino

Questo permette di interagire attivamente con esse in maniera tale da farle comparire o scomparire, per favorire la propria progressione o eventualmente generare reazioni a catena. L'esempio più semplice può essere quello di far svanire il pavimento sotto a un cumulo di rocce che bloccano il passaggio, così da farle precipitare; o al contrario colorare un ponte per poterci passare tranquillamente. Ma le soluzioni sono molte di più e soprattutto molto più complesse e appaganti da scoprire, e vengono impiegate in una varietà sorprendente di contesti ludici, pur con risultati altalenanti. E particolarmente interessante è anche l'aspetto della "moralità" presente nel gioco, che di fatto valuta le azioni del protagonista sulla base della maniera in cui queste vengono compiute. Molti degli obiettivi proposti possono infatti essere affrontati sia in maniera "buona" che "cattiva", e la rilevanza delle conseguenze spinge il giocatore ad affezionarsi e perseguire con costanza la propria inclinazione. Per esempio per aprire un grosso portone si può sia eliminare tutti i nemici che lo difendono, o in alternativa andare ad attivare un paio di televisori (!!?) da raggiungere con un certo impegno tra piattaforme e arrampicate varie. O ancora, si può magari recuperare la prova dell'innocenza di Gambadilegno in merito ad un determinato avvenimento e decidere se utilizzarla a questo fine in maniera eticamente corretta, o scambiarla invece con una preziosa spilla cedendo alla propria cupidigia. Va detto che anche la peggiore delle condotte non darà mai vita ad un Topolino "veramente" cattivo, ma in ogni caso si tratta di un aspetto del gameplay soddisfacente e ben implementato. Il pennello diventa anche importante all'interno del non troppo eccitante sistema di combattimento, dato che i nemici possono essere eliminati tramite colpi di solvente o resi amichevoli con la vernice.

Pippo a pezzi

Fino a questo momento la descrizione è quella di un titolo eccezionale a livello delle migliori produzioni Nintendo, e potenzialmente il destino di Epic Mickey avrebbe potuto essere proprio questo, ma purtroppo una serie di problematiche più o meno importanti ne riducono fatalmente la valutazione finale. Del fatto che manchi della carica rivoluzionaria ed innovatrice che era stata prospettata durante lo sviluppo, in realtà non pensiamo che rappresenti un reale difetto; di sicuro giocare ad Epic Mickey porta alla mente spesso e volentieri i platform 3D sulla cresta dell'onda alla fine degli anni '90, ma il fatto che negli ultimi anni questo genere sia quasi scomparso trasforma in fresco un gameplay che in realtà per larghi tratti non lo è affatto.

Non fate arrabbiare Topolino

Il problema reale più grosso e determinante è sicuramente il fatto che la fatica di Junction Point Studios sia un gioco discontinuo, che alterna grandi alti a pesanti bassi. Momenti di puro gameplay che sembrano uscire direttamente da uno dei migliori lavori di Miyamoto trovano spazio accanto ad altri passaggi noiosi, frustranti o semplicemente poco divertenti; un passo falso, questo, che ridimensiona in maniera sensibile la creatura di Warren Spector, e che impedisce ad Epic Mickey di avere quella completezza e consistenza che è propria invece per esempio dei più grandi capolavori sfornati dalla stessa Nintendo. Oltre a questo, pesa fortemente sulla godibilità dell'esperienza la mediocre gestione della telecamera, davvero irritante e spesso incapace di seguire con efficacia l'azione; specialmente nelle sezioni platform più impegnative è tutt'altro che raro incappare in errori non imputabili al giocatore ma alla visuale proposta dal gioco. La possibilità di agire manualmente ovviamente è un palliativo, ed è un peccato a fine 2010 trovarsi ancora a parlare di questo tipo di problematiche. Ottima invece la componente tecnica; inutile parlare dei soliti e straconosciuti limiti del Wii, Epic Mickey è un gioco bellissimo da guardare non soltanto per la affascinante direzione artistica, ma anche per la qualità del motore grafico che gestisce con discreta disinvoltura ambientazioni ricche di dettagli e complesse nel loro sviluppo orizzontale e verticale. Da segnalare le cut scene ispirate allo stile dell'artista Mary Blair. Splendida anche la colonna sonora, con emozionanti brani orchestrati in perfetta tradizione Disney.

Evoluzione di un topo

Epic Mickey è un progetto importante per Spector, lo è per Nintendo, ma lo è ancora di più per Disney. Ci sono stati ottimi tie-in di cartoni animati in passato - restando in ambito murino è d'obbligo citare Mickey Mania, classe 1994, sviluppato da Traveller's Tales - ma mai un videogioco era stato messo in prima linea come in questo caso: a partire da Epic Mickey, e quindi dall'aspetto che hanno elaborato Spector e compagni, Disney inizierà la ricostruzione dell'immagine di Topolino. Il ratto più famoso del mondo è apparso in pubblico per la prima volta nel 1928, e all'epoca era più incosciente e dispettoso, caratteristiche che visivamente si riflettevano in un maggiore uso del nero e in delle animazioni e delle espressioni meno giocose, più disturbanti e animalesche delle attuali. Da lì in poi non ha mai smesso di evolversi, ma sempre proseguendo sulla via dell'umanizzazione: questo processo, il cui principale responsabile è stato il grande Gottfredson, ha lentamente stravolto Topolino, sia nella personalità (è diventato un eroe/cittadino modello) che nell'aspetto (abbandono dei mutandoni per dei vestiti da uomo, occhi più dolci, animazioni più morbide). Questo cambiamento ha subìto un degenerante parossismo dagli anni '90 in poi, infatti negli ultimi due decenni Topolino è diventato la mascotte buonista dell'azienda, e molti hanno iniziato a percepirlo con un personaggio di "plastica". Disney ha intenzione di rilanciarne l'immagine prima che lo strappo col pubblico diventi esagerato: non un totale ritorno al passato - sarebbe troppo azzardato - ma un ideale mix tra il Mickey Mouse degli anni '30 e l'odierno eroe di Topolinia. È ancora troppo presto per capire a che modifiche caratteriali porterà questa nuova avventura, mentre possiamo già apprezzarne le novità visive: il protagonista di Epic Mickey è più slanciato e meno paffuto del solito, ha di nuovo i mutandoni rossi, niente rosa sul viso, ma soprattutto è tornato a sfoggiare gli splendidi e grotteschi occhi a "bottone", senza spazi bianchi a umanizzarne il volto. Questi cambiamenti, oltre che nel videogioco, potete ammirarli nella concomitante graphic novel, scritta da Peter David e disegnata da Fabio Celoni.

Alessandro Bacchetta

Conclusioni

Multiplayer.it
8.0
Lettori (250)
8.3
Il tuo voto

Epic Mickey è un gioco eccezionale nell'ambito delle produzioni all'interno dell'universo Disney con una profondità, qualità e maturità delle meccaniche che difficilmente ci saremmo immaginati di trovare associate a un brand spesso legato a giochi "per bambini". Allo stesso tempo l'entusiasmo e la passione di Warren Spector si percepiscono distintamente, perché l'avventura di Topolino ha una quantità di carattere e carisma che la maggior parte dei videogiochi moderni possono solo sognare. Detto questo, inquadrando Epic Mickey più da lontano, appaiono purtroppo alcuni difetti che impediscono alla fatica di Junction Point Studios di raggiungere vette di eccellenza assolute, e che ne riducono di conseguenza la valutazione complessiva; un gameplay fatto di alti e bassi e una telecamera davvero stucchevole sono i principali punti a sfavore di una produzione che comunque, al di là dell'hype e delle eccessive aspettative della vigilia, si è rivelata capace di offrire un titolo adulto ed affascinante, seppur imperfetto.

PRO

  • Ambientazione affascinante
  • Meccanica di gioco abbastanza convenzionale, ma coinvolgente
  • Tecnicamente ottimo

CONTRO

  • Alti e bassi nel gameplay
  • Telecamera fastidiosa
  • Non innovativo quanto ci si attendeva