Pon Pon Pata Pon è un ritmo che è entrato letteralmente nel cervello di tutti quelli che hanno giocato almeno il primo episodio di questo originalissimo franchise: se li avete visti canticchiare questo ritornello battendo freneticamente i tasti della PSP non preoccupatevi, non sono impazziti, sono stati semplicemente stregati da uno degli RPG strategici più apprezzati degli ultimi anni.
Patapon non è mai stato un gioco per tutti e questo è diventato chiaro in special modo con il secondo episodio, dove l'estrema complessità del gameplay ha sposato un sistema di gioco talvolta un po' frustrante, allontanando i giocatori più casual e dando contemporaneamente ai più temerari enormi soddisfazioni e ore di sano divertimento. Con questo terzo episodio della serie Sony inverte la rotta e pensa un po' anche a tutti coloro che non sono dei campioni di rhytm-game, sfornando un gioco ricco di idee e possibilità che ha spaccato in due la critica. La domanda è: per i patapon questo sequel è stato dunque un passo indietro o un passo avanti?
Super!
Patapon 3 inizia in modo decisamente diverso rispetto ai due prequel, distaccandosi anche narrativamente dal resto della serie: la storia inizia proprio dove finisce Patapon 2, la tribù dei patapon è stata pietrificata e la loro amata divinità, cioè voi, decide di incarnarsi in uno dei valorosi guerrieri, trasformandolo in un vero e proprio "super patapon". Di conseguenza in Patapon 3 non giocherete nei panni dell'invisibile dio dei patapon, ma direttamente in quelli di una delle bizzarre creaturine, dotata di poteri fuori dal comune: insieme a tre fedeli compagni dovrete scoprire come invertire la maledizione avventurandovi in questa nuova terra.
In realtà ai fini del gameplay nudo e crudo non cambia molto, ma l'idea funziona e rende la narrazione anche un po' più dinamica. La scelta del patapon in cui incarnarvi è fondamentale: sarete chiamati a scegliere sostanzialmente tra tre "classi" definite dalle armi peculiari e cioè spada, lancia o arco. Questa decisione determinerà che tipo di patapon sarete durante l'avventura, mentre i vostri tre compagni rispecchieranno ciascuno uno dei tre archetipi. E qui cominciano le tante differenze rispetto al prequel. Come avrete intuito, questa volta non guiderete un intero esercito ma soltanto quattro patapon, fattore che onestamente rende il gioco meno complicato e più gestibile. Ciascun patapon, inoltre, guadagnerà punti esperienza individuali al termine di ogni missione e raggiungendo determinati livelli sbloccherà nuove classi: alcune saranno una naturale evoluzione della classe corrente, altre invece saranno totalmente nuove e specializzate nell'utilizzo di armi diverse. Ogni tipologia di arma presenta regole tutte sue e se in effetti c'è qualcosa da rimproverare a Patapon 3 è l'estrema oscurità che avvolge quasi ogni elemento del gioco, che non viene spiegato o descritto in alcun modo se non durante i caricamenti, quando appaiono dei sintetici consigli sul gameplay: purtroppo questi "tips" sono completamente casuali e il giocatore resta per la maggior parte del tempo abbandonato a se stesso.
Tu e quale esercito?
Una volta preso confidenza con numeri e statistiche Patapon 3 diventa un vero e proprio crescendo di sorprese e contenuti. In generale gli sviluppatori sembrano aver semplificato molto la componente strategica di questo nuovo episodio che a tratta sembra molto più "action" dei precedenti. Non lasciatevi ingannare, comunque: c'è un intero sottobosco che aspetta soltanto di essere esplorato. Ogni classe, per esempio, dispone di alcune abilità esclusive, in genere legate al combattimento vero e proprio: solo giocando ripetutamente quella classe si sbloccano le abilità, l'una dopo l'altra, e il giocatore deve considerarne l'utilità nella missione che vuole affrontare.
D'altra parte, ad ogni classe corrispondono anche svariate abilità passive: queste, una volta ottenute, possono essere "equipaggiate" dallo stesso personaggio anche dopo che avrà cambiato classe. Come potete immaginare, dunque, la gestione del "party" ruota tutta attorno alle varie abilità che il giocatore farà bene ad apprendere ed equipaggiare sfruttando sinergie e compatibilità. Una volta scesi in campo, il gameplay si rivela quello di sempre, ma decisamente più accessibile e meno severo che in passato: bastano due battute corrette (e neanche perfette) per attivare la modalità "Follia" e potenziare i propri patapon e come se non bastasse avremo una chance in più per mantenere la Follia attiva dopo un'esecuzione maldestra del ritmo. Nonostante tutto, il giocatore è chiamato ancora una volta a studiare attentamente il comportamento dei nemici per prevederne gli attacchi e reagire inserendo le battute corrette, per esempio difendendosi o arretrando al momento giusto. Una grande novità consiste invece nella semplificazione della componente "oggetti": eliminati i divertenti ma alla lunga noiosi minigiochi e l'eccessivamente esoso sistema di creazione dei precedenti episodi, Patapon 3 adotta una meccanica inedita e il giocatore trova dei forzieri di qualità variabile, durante le missioni, che contengono armi ed equipaggiamento dalle più svariate statistiche, che possono inoltre essere potenziati dal fabbro o scomposti in denaro e materiali utili a potenziare altri oggetti. Per definire Patapon 3 potremmo usare il termine "dungeon crawling" che identifica giochi storici come la serie Diablo di Blizzard: non sarebbe affatto sbagliato visto che il giocatore è spronato a ripetere le missioni per aumentare l'esperienza dei suoi patapon, guadagnare nuove abilità, nuove classi e nuovi oggetti, allo scopo di creare l'esercito perfetto.
... Questo esercito!
La citazione di Diablo avrà condotto con la fantasia alcuni lettori ai dolci ricordi di serate passate online ad esplorare cripte e scambiare oggetti. In effetti, Patapon 3 funziona più o meno allo stesso modo grazie a una componente multigiocatore che ci ha lasciato a bocca aperta per completezza, profondità e ricchezza di opzioni. L'unico problema è che non è facile trovare dei giocatori occasionali ma basta organizzarsi con qualche amico per rievocare le sensazioni di una partita a Diablo 2 o, per restare in tema PSP, a Monster Hunter.
Similitudini coraggiose? Un po', ma è chiaro che Sony si è ispirata a questi giganti del multiplayer online per sviluppare l'infrastruttura di Patapon 3 e le possibilità offerte sono davvero numerose. Non solo è possibile giocare contro altri giocatori in vere e proprie modalità competitive di vario genere, ognuna provvista di regole ben precise, ma Patapon 3 consente anche di affrontare le missioni in modalità cooperativa, ospitando altri giocatori che potranno aiutarci a sconfiggere i nemici più ostici, per esempio i boss che appaiono casualmente in alcune missioni ripetibili e che danno accesso ad oggetti sempre più potenti e rari. La possibilità di creare un "team" con tanto di biglietto da visita è la ciliegina sulla torta e l'unico punto debole di tutta l'idea è l'assenza di un sistema di chat, a parte una serie di frasi preimpostate di dubbia utilità. Patapon 3 è un gioco che si esprime al massimo se giocato con amici e pur non vantando la longevità e profondità di altri titoli simili, tra i quali quelli da noi già menzionati, si rivela davvero di una sorprendente ricchezza di contenuti.
Conclusioni
Non abbiamo menzionato neanche il comparto tecnico di Patapon 3 che, tutto sommato, differisce poco da quello dei precedenti episodi, mostrando ancora una volta un art-direction di indubbia originalità e una varietà ancora maggiore di sprite e ambientazioni, ricchi di animazioni e dettagli. L'unico punto debole è la colonna sonora, meno tribale che in precedenza e un po' più rockettara ma sempre gradevole. In realtà, coloro che riusciranno a farsi travolgere dallo scoppiettante, e molto più accessibile, gameplay di Patapon 3 si troveranno di fronte a un gioco che offre una miriade di possibilità, sopratutto affrontato insieme a qualche amico. Patapon 3 non è perfetto ed eredita alcune magagne dei predecessori, picchi di difficoltà elevati e necessità talvolta di "grinding", ma a nostro avviso è una vera e propria evoluzione di un franchise che speriamo continui anche sulla prossima console portatile Sony.
PRO
- Più accessibile e meno severo che in passato
- Gameplay come sempre originale e profondo
- Ricchissimo di contenuti e possibilità
- Modalità multigiocatore davvero ingegnosa
CONTRO
- Troppi parametri e ben poche spiegazioni
- Improvvise impennate della difficoltà
- La ristretta comunità non aiuta la modalità multigiocatore