Versione testata: PC
Forse non tutti sanno che l'origine del "venerdì 13", inteso come data nefasta, deriva dal giorno in cui i Cavalieri Templari vennero traditi da Re Filippo IV di Francia, che ne catturò gran parte con l'inganno e fece perseguitare quelli che rimanevano per il semplice scopo di appropriarsi dei loro beni. È appunto in questo periodo del 1307 che si svolge la vicenda narrata in The First Templar, e che vede due Templari impegnati in una missione di estrema importanza, che potrebbe salvare l'Ordine dal proprio infausto destino: trovare il Santo Graal. La reliquia cristiana sembrerebbe capace di donare a chi la possiede il potere di dominare il mondo, ed è proprio in queste sue proprietà divine che confidano i cavalieri Celian e Roland.
Per trovare il Graal, i due dovranno prima salvare una certa Marie, accusata di stregoneria dalla Santa Inquisizione e imprigionata di conseguenza. La spedizione nelle prigioni della Chiesa si rivela però più difficile del previsto: dopo aver liberato la ragazza, i Templari vengono circondati dalle guardie e solo grazie al sacrificio di Roland, che decide di rimanere a combattere per permettere a Celian e Marie di fuggire, la missione può avere un seguito. Una rivelazione della trama purtroppo necessaria per descrivere il gameplay del gioco, basato proprio sul concetto di coppia, che ci vede dunque prima controllare i due cavalieri e poi il duo formato da Celian e Marie. È possibile passare dall'uno all'altro personaggio in qualsiasi momento, tramite la pressione del tasto LB (utilizzando un controller per Xbox 360), non tanto per sfruttarne le capacità peculiari in battaglia, quanto piuttosto per completare con successo i livelli in cui dobbiamo risolvere degli enigmi basati sugli interruttori e sulle trappole.
Tutto è reale, nulla è lecito
Se l'impostazione generale del gioco, il tipo d'ambientazione e la storia raccontata non bastano a bollarlo come un tentativo, coraggioso ma ingenuo, di fare il verso ad Assassin's Creed, basta arrivare nella città di Acri e utilizzare le catapulte per trovarsi di fronte a una reinterpretazione di ciò che accade all'inizio di Assassin's Creed Brotherhood, quando Ezio viene svegliato dall'attacco dell'esercito dei Borgia contro le mura di Monteriggioni e risponde al fuoco utilizzando dei cannoni.
La scena è praticamente la stessa, ma dal punto di vista stilistico e realizzativo stiamo parlando di realtà profondamente diverse, ovvero di un team bulgaro che si è fatto le ossa con avventure e strategici per PC che cerca di confrontarsi con una società francese che vanta sedi in tutto il mondo e ha da poco fondato una propria divisione cinematografica. In un livello ambientato in Siria assistiamo peraltro al confronto fra Celian e gli Hashishin, che combattono con tanto di lama al polso (tutt'altro che celata) e si distinguono per l'eccezionale agilità. Insomma, è palese l'ispirazione che gli sviluppatori di Haenimont Games hanno tratto dalla serie Ubisoft, e l'impressione è che le differenze fra The First Templar e Assassin's Creed siano più che altro dettate dagli inevitabili limiti tecnici con cui il primo titolo deve fare i conti. Celian e Marie si muovono all'interno degli scenari in modo "rigido", quasi "vettoriale", e la gestione della telecamera testimonia il retaggio di produzioni PC ormai appartenenti a passate generazioni. C'è molto "legno" nelle dinamiche di gioco, insomma, e un bel po' di linearità: volendo ignorare del tutto la pur appassionante trama, non originalissima nelle sue battute finali ma senz'altro godibile e interessante, il succo di questo action adventure sta nel "radar" che ci indica di volta in volta l'obiettivo da raggiungere sulla mappa, in una esplorazione molto limitata e inframezzata da combattimenti man mano più fitti e impegnativi.
Una questione di zelo
È proprio nei combattimenti che finalmente emerge lo spessore di The First Templar, nonché la reale differenza con Assassin's Creed. A differenza della serie Ubisoft, infatti, Celian e Marie possono anche essere sconfitti in uno scontro, specie quando scendono in campo gli avversari più scaltri, dotati di scudo o di armature pesanti.
Il nostro personaggio può eseguire diverse combo, parare i colpi del nemico o scartare di lato per evitarli quando non possono essere fermati, eseguire delle spettacolari "fatality" (a parte quella in cui Celian fa volare un nemico e lo colpisce al volo con un calcio, inguardabile) che rientrano nel novero degli attacchi critici e finire con un fendente gli avversari a terra. Ogni battaglia vinta si traduce nell'acquisizione di punti esperienza che possono essere spesi per sbloccare nuove mosse, aumentare il numero di "sfere" che compongono la barra della salute e la barra dello zelo (quest'ultima fondamentale per eseguire gli attacchi speciali) e acquisire abilità inedite, come ad esempio la capacità di curare le proprie ferite attraverso la preghiera. Il grado di sfida dei combattimenti si mantiene su un certo tenore fino ai livelli più avanzati, quando purtroppo il potenziamento dei nostri personaggi finisce per superare di gran lunga il fattore numerico o la maggiore tenacia dei nemici, rendendoci la vita un po' troppo semplice. Il duello con il capo degli Hashishin rappresenta, a conti fatti, la parte più difficile del gioco: questo particolare avversario riesce a recuperare l'energia se non viene attaccato, e da un certo punto in poi può eseguire attacchi imparabili. Tutto il resto, però, risulta ampiamente alla portata di Celian e Marie, tanto che lo switch fra i due personaggi si rivela del tutto inutile in termini pratici, rimanendo una feature interessante ai soli fini del multiplayer cooperativo (possibile sia in locale, via split screen, che online).
Trappole sul finale
I livelli che presentano labirinti, enigmi e quant'altro riescono fortunatamente a spezzare la linearità dell'azione, pur non brillando per la complessità dei puzzle e rivelandosi un po' delle passeggiate di salute. Fra lame che ondeggiano, punte che fuoriescono dal terreno e improvvisi getti di fuoco, ma pur sempre passeggiate. In tali frangenti il passaggio da un personaggio all'altro diventa obbligatorio, perché magari uno dei due deve tirare una leva mentre l'altro passa attraverso la porta che si è aperta di conseguenza, e via dicendo. Risolvere questi stage è divertente, anche se non ci si trova mai davvero in difficoltà.
La presenza di acqua e cibo in grado di ripristinare la salute risulta un po' troppo frequente, anche nelle fasi action: rendere le cose più difficili avrebbe forse giovato all'avventura, che ad ogni modo risulta piuttosto lunga e difficilmente può essere completata in meno di dieci ore. Bisogna dunque riconoscere agli sviluppatori un certo impegno, nonché la capacità di intrecciare gli eventi della campagna in modo da non farla risultare forzatamente "allungata" per raggiungere tale minutaggio. Un discorso molto simile può essere fatto circa la realizzazione tecnica del gioco, che dal punto di vista quantitativo merita senz'altro un plauso, ma che allo stesso modo non può che risultare datata se confrontata con le produzioni attuali. Gli scenari non possono essere esplorati in lungo e in largo come in Assassin's Creed, anzi sono pieni di limitazioni e barriere invisibili, con un'alternanza di texture poco ispirate e una scelta dei colori spesso discutibile. Il sistema di illuminazione cerca di fare il possibile per dar vita ai paesaggi, ma anche in tale frangente le soluzioni adottate risultano ampiamente superate. Dà inoltre un po' fastidio la mancanza di tante animazioni "di contorno", ad esempio le leve che vengono tirate senza che il personaggio si muova, o soprattutto la gestualità molto limitata durante le conversazioni. Se non altro, il motore grafico è davvero leggero: abbiamo giocato alla risoluzione di 1600 x 900 pixel, con tutti gli effetti al massimo, ottenendo un frame rate di 25-30 fps (con picchi di 40-45 fps negli ambienti chiusi). Il sonoro, infine, appare adeguato alla storia narrata, con una recitazione forse un po' piatta nei dialoghi e musiche capaci di creare una buona atmosfera.
Conclusioni
The First Templar è un titolo di discreta fattura, con un buon sistema di combattimento che però non valorizza il repertorio di mosse a disposizione. I livelli sono numerosi e dunque ci si trova ad esplorare una gran quantità di scenari differenti, seguendo una trama appassionante e ben narrata, ma l'azione si rivela troppo lineare fin dalle prime battute e i continui riferimenti ad Assassin's Creed (il pedinamento, le uccisioni silenziose e persino le fasi in cui si usano delle catapulte per colpire dall'alto gruppi di soldati e torri mobili) non migliorano la situazione, anzi più che altro mostrano in modo palese la differenza di valori in campo. Il titolo di Haenimont Games se la cava decisamente meglio negli stage basati su trappole ed enigmi, anche se la sfida si mantiene generalmente bassa. Un tentativo coraggioso, in conclusione, ma che deve fare i conti con alcuni limiti evidenti.
PRO
- Storia interessante e ben narrata
- Buon sistema di combattimento
- Livelli "puzzle" divertenti
CONTRO
- Tecnicamente datato
- Gameplay troppo semplice e lineare
- Improponibile il confronto con Assassin's Creed
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore Intel Core i3 350M
- 4 GB di RAM
- Scheda video ATI Radeon HD 5650
- Sistema operativo Windows 7
Requisiti minimi
- Processore single core da 2,4 Ghz
- 1 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce serie 6 o ATI Radeon X1300
- 5 GB di spazio libero su hard disk
- Sistema operativo Windows XP, Windows Vista o Windows 7
Requisiti consigliati
- Processore dual core da 2,4 GHz
- 2 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce serie 8 o ATI Radeon HD4800
- 5 GB di spazio libero su hard disk
- Sistema operativo Windows XP, Windows Vista o Windows 7