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E' una Troika!

Dopo aver conquistato il 2020, Supreme Ruler torna indietro ai difficili anni della cortina di ferro e della psicosi del reciproco annientamento

RECENSIONE di Volodia Pellegrini   —   03/08/2011
Supreme Ruler: Cold War
Supreme Ruler: Cold War
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La serie Supreme Ruler si è contraddistinta nei suoi vari episodi principalmente per la complessa ricostruzione delle varie difficoltà che possono incorrere nel governare una nazione durante dei momenti storici particolarmente complessi, creati però a tavolino dagli sviluppatori. In questa terza incarnazione non vi sono stravolgimenti basilari alle meccaniche di gioco, che principalmente rimangono quelle viste nei capitoli precedenti, mentre è nell'ambientazione la vera novità.

E' una Troika!

Lasciati da parte gli stravolgimenti politici del presunto 2020, Supreme Ruler Cold War, come suggerisce il titolo, proporrà una ricostruzione quanto più fedele possibile della situazione politico economico internazionale all'alba della Guerra Fredda, lasciando al giocatore la possibilità di scegliere non solo la fazione da guidare, ma anche quale tipo di politica sviluppare tanto nello sviluppo interno quanto nei rapporti con il blocco opposto.

Devo distruggere capitalismo!!

Ricostruire in un contesto ludico le paure, le paranoie e gli stessi rischi corsi dall'intero pianeta negli ultimi 50 anni del ventesimo secolo non è certo un'impresa facile: una situazione di perenne tensione, con due blocchi contrapposti perfettamente in grado di distruggersi a vicenda in pochi attimi a contendersi il dominio militare, economico e perfino spaziale, spesso agendo indirettamente in altri conflitti, non è l'atmosfera ideale da ricostruire in un videgioco, dove il pubblico medio richiede un'azione frenetica anche a livello strategico, lasciando sempre meno spazio ad approcci ragionati e alla diplomazia. Nella sua ricerca di realismo, Supreme Ruler Cold War non si discosta dai predecessori, dando al giocatore un numero fin troppo alto di situazioni da controllare, dagli orientamenti di sviluppo delle singole città (dove costruire fabbriche, dove scuole, dove strutture militari) fino al PIL delle varie nazioni, la rete delle infrastrutture e le azioni dei vari ministri che compongono il governo. Il tutto per giunta in inglese di alto livello e senza un tutorial minimo a spiegare come muoversi all'interno di grafici e schermate (cosa che ai veterani della serie non cambierà molto ma per eventuali neofiti sarebbe stata estremamente utile).

E' una Troika!

La rappresentazione del mondo rimane alquanto spartana, con il solito globo alla google maps da zoomare liberamente fino ai più sconosciuti paesi (ci hanno infilato perfino Guidonia), con pedine generalmente anonime ad indicare artiglierie piuttosto che fanterie, marina o aeronautica (ogni singolo squadrone può essere controllato singolarmente, in tutto il mondo, e hanno tutti bisogno di reti di vettovagliamento funzionanti alle spalle!) e suoni alquanto fastidiosi a sottolineare le azioni di guerra e gli spostamenti di truppe (poco più di una cacofonia indistinta di esplosioni e rumori di motori o cingoli). Il tutto si sviluppa su schermo con un sistema in tempo reale che tempesta il giocatore di rapporti, richieste e problematiche uno di seguito all'altro, ai quali contrappone tempi quasi biblici per l'esecuzione di ogni singolo ordine (pensiamo allo spostamento di un'armata da una nazione all'altra), inconveniente che si potrebbe risolvere aumentando la velocità dello scorrere del tempo, se non fosse che così facendo si correrebbe il rischio di perdere qualche rapporto/allarme importante: in sede di prova è successo di non accorgersi di una bomba nucleare lanciata su San Pietroburgo, che, come effetto collaterale, ha avuto il collasso delle linee di vettovagliamento e di conseguenza il mancato rifornimento delle armate al fronte in Francia, portando "rapidamente" (qualche ora di agonia) al game over.

Ho una voglia d’America!

In un prodotto così complesso ed impegnativo, destinato ad un pubblico di nicchia piuttosto esigente, è doveroso aspettarsi risposte coerenti da parte dell'Intelligenza Artificiale, non solo quando si parla del fronte bellico, nel quale le reazione media è piuttosto immediata (relativamente ai tempi del gioco) e solida, ma anche nella diplomazia e nello sviluppo sociale conseguente alle scelte economiche del giocatore.

E' una Troika!

Ed è in questi due punti che si mostrano alcune carenze logiche non da poco, con proposte di pace assurde e richieste ancor più improbabili, per tacere di risposte insensate alle mozioni proposte dal giocatore e di agitazioni di piazza che spuntano senza evidente motivo qua e là, giusto per rendere il quadro ancora più complesso e ingestibile. I problemi dell'IA vengono ovviamente portati in secondo piano durante l'esperienza in multigiocatore in grado di supportare fino a 4 avversari in contemporanea, anche se vi è una evidente difficoltà nel trovare giocatori, server stabili e ritagli di tempo necessari a sfidarsi in campagne decisamente più lunghe di una partita rapida a Starcraft 2 o a Call of Duty (e osiamo dire anche più noiose e meno stimolanti).

Conclusioni

Multiplayer.it
6.0
Lettori (10)
7.6
Il tuo voto

Nel dover giudicare Supreme Ruler Cold War non si può negare l'attenta ricostruzione storica, sociale ed economica, né si può evitare di lodare la completa ed esauriente esperienza che si ha destreggiandosi tra diplomazia, welfare ed esteri, in grado di appagare anche i più agguerriti esperti del genere (sorvolando su qualche scivolone dell'IA). Allo stesso modo l'estrema difficoltà, la mancanza di un tutorial e la povertà tecnica rendono Cold War un prodotto poco appetibile per il grande pubblico, in grado di strappare a malapena una sufficienza in una scala che deve tenere conto dei gusti di tutti.

PRO

  • Simulazione ostica e complessa
  • Decine di variabili da tenere costantemente d'occhio...

CONTRO

  • ...rendendo l'esperienza di gioco incredibilmente frustrante a chi non ama il genere
  • IA da rivedere
  • Componente tecnica da dimenticare