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Nel cuore della giungla

1C porta Men of War nel bel mezzo della giungla vietnamita

RECENSIONE di Mattia Armani   —   14/09/2011
Men of War: Vietnam
Men of War: Vietnam
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In Vietnam i compagni sono la vita, i calzini sono la vita e i proiettili sono la vita. La vita per qualcuno e la morte per qualcun'altro ovviamente. In Vietnam la guerra è un inferno per tutti. Per alcuni il fuoco arriva dall'alto, per gli invasori dal folto della giungla. Ma la sostanza non cambia, la guerra più cruenta, lunga e vana della storia è, rispettosamente parlando, un ottimo setting videoludico. Un'ambientazione carica di pathos che negli anni si è arricchita di una maggiore comprensione della situazione vietnamita e della musica struggente e paradossalmente antimilitarista che dall'altoparlante degli elicotteri ha fatto il giro del mondo.

Strategia avventurosa

Il tipico sound della cosiddetta "Vietnam music", in versione abbozzata ma comunque coinvolgente, ci accoglie da subito nel menù di Men of War: Vietnam, un'espansione stand alone del titolo di Best Way e Digitalmindsoft sviluppata da 1C. Quest'incarnazione della serie è incentrata sulla storia di due squadre di 4 uomini e privilegia un gameplay strutturato lungo una serie di eventi che ne guidano la storia. Non solo fronti da conquistare dunque ma missioni più coinvolgenti che si focalizzano sull'aspetto narrativo.

Nel cuore della giungla

Certo, la gestione delle proprie unità resta sempre importante per raggiungere gli obiettivi ma l'azione è spesso scandita da script e da eventi che si ripetono quasi come ostacoli di un puzzle game. In ogni caso, come dicevamo, la maggiore linearità delle missioni ha uno scopo ed è quello di guidarci lungo una storia con obiettivi eroici, cut-scene a profusione e una struttura più lineare. Ed ecco che ci troviamo ad assaltare un intero campo con 4 personaggi, quasi in stile Commandos, e questa è solo una delle situazioni disperate in cui verremo trascinati e che ci vedranno scorrazzare dalle campagne di Saigon fino al delta del Mekong. La struttura lineare si adatta bene agli auto salvataggi che, per fortuna, vengono registrati in slot differenti. Infatti può capitare che il computer salvi la partita nel bel mezzo di una situazione disperata costringendoci ad affrontare situazioni frustranti. Il single player è diviso in due campagne, una dal punto di vista dei vietnamiti filo sovietici e un'altra che ci porta dall'altro lato della barricata, sotto la bandiera a stelle e strisce. L'esperienza sovietica è emotiva, per quanto sempre eroica, ma le personalità dei quattro membri della squadra non vengono esaltate. Al contrario sul versante americano prende piede la classica retorica filmica che da vita al tipico team yankee fatto di personalità narrativamente corpose.

Nel cuore della giungla

Gameplay classico, esperienza nuova

Come dicevamo, nonostante l'impostazione differente, la base del gameplay resta la medesima della serie. Selezionando le unità e spostando il cursore è possibile visualizzare tutte le coperture disponibili per poi piazzare i nostri uomini nel punto che riteniamo migliore. Ovviamente a seconda dell'obiettivo e della situazione è bene utilizzare i soldati in base alle loro peculiarità che includono tiro di precisione, mitragliatrici pesanti, ingegneria.

Nel cuore della giungla

Tra l'altro a causa della natura scriptata della campagna, e poichè in numerose fasi delle missioni avremo solo i nostri 4 uomini a fronteggiare la situazione, la pianificazione attenta diventa più importante della tattica fulminea. Già dalla prima missione infatti, perdere anche un solo uomo può rivelarsi un problema capace di porre fine alla partita. A bilanciare il tutto c'è ovviamente la prevedibilità di ronde e obiettivi che ci consentono di ragionare passo passo. Men of War: Vietnam è dunque più lento di Assault Squad, ma la giungla è ricca di insidie e trappole realistiche e inoltre le tempistiche rilassate consentono di esplorare al meglio le numerose opzioni di microgestione. E le opzioni sono talmente numerose che ci sono anche scorciatoie tipiche degli hack & slash come il tasto V che esula, e di parecchie leghe, dalla sfera simulativa. Premendolo infatti è possibile evidenziare i corpi degli amici e dei nemici in modo da porterli "ripulire" rapidamente.

Le insidie della giungla

Le dieci lunghe missioni del titolo, 5 dal punto di vista degli americani e 5 da quello dei vietnamiti, sono decisamente lunghe e comprendono ogni genere di situazione. Si va dal salvataggio silenzioso di alcune unità fino alle battaglie su larga scala piene di mezzi tra cui compaiono, per la prima volta, anche gli elicotteri, vera star dell'offensiva statunitense in Vietnam. Nelle missioni in cui la nostra squadra non può contare su supporto e rinforzi, risulta senza alcun dubbio utile la possibilità di manovrare direttamente un personaggio, soprattutto per controllare le linee di tiro e la posizione esatta del nemico senza allertarlo. Questa feature, messa in secondo piano dagli attacchi su vasta scala di Assault Squad, assume maggiore importanza in diverse missioni di Men of War: Vietnam ed è la principale peculiarità della serie. Purtroppo il controllo della singola unità per quanto diretto è limitato mentre potrebbe essere articolato in modo più complesso.

Nel cuore della giungla

Purtroppo giungla e problemi di patfinding non sono amici del multiplayer, che comunque non offre nulla di più rispetto a quello di Red Tide, mentre il cooperativo può dare diverse soddisfazioni soprattutto con il controllo diretto effettuato contemporaneamente in quattro, cosa che consente di realizzare azioni coordinate. D'altronde come dicevamo Men of War: Vietnam è principalmente sviluppato intorno al single player e a una serie di situazioni "prestabilite". Dunque c'è spazio per la pianificazione che in 4 diventa ancora più appagante. Purtroppo dal punto di vista tecnico il titolo ha parecchie lacune con un altalenarsi di elementi definiti e altri in bassa risoluzione. Per quanto riguarda l'appeal grafico la resa globale è decisamente inferiore rispetto ad Assault Squad e le scene di intermezzo, che usano il motore di gioco, non sono un gran vedere. Inoltre l'intelligenza artificiale delle nostre unità le porta spesso a sbagliare strada o a incastrarsi, spesso prestando il fianco al fuoco di una pattuglia nemica. A peggiorare il tutto interviene la giungla che copre quasi sempre la nostra visuale. In termini di "realismo" è senza dubbio un tocco in più, ma diventa irritante quando ci impedisce di notare che la nostra squadra si sta lanciando contro al nemico per errore. Dunque la visuale consigliata è quella ravvicinata tenendo però a mente che in questo caso gli elementi in bassa risoluzione diventano un pugno in un occhio. Dobbiamo certo considerare che si tratta di un prodotto da circa 30 euro ma ci sono titoli indie che possono vantare una cura per le rifiniture decisamente superiore.

Conclusioni

Multiplayer.it
7.9
Lettori (18)
8.8
Il tuo voto

Sviluppato in parallelo ad Assault Squad, Vietnam non può vantare il medesimo standard qualitativo, ma grazie al single player ben strutturato e lungo, e grazie alla cooperativa a 4, si distingue dalla massa e risulta senza dubbio più interessante di Red Tide. Consigliato a chi apprezza gli RTS più strutturati e lineari, Men of War: Vietnam può rivelarsi decisamente appetibile grazie alle atmosfere al contempo eroiche e struggenti della guerra vietnamita.

PRO

  • Una nuova interpretazione di Men of War
  • Due campagne coinvolgenti e longeve
  • Il cooperativo online in 4 è un'ottima aggiunta
  • Tutto il Vietnam con tanto di napalm, elicotteri e giungla impenetrabile

CONTRO

  • Il multiplayer versus passa in secondo piano
  • Tecnicamente altalenante
  • Il grado di sfida è relativamente basso

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Sistema operativo: Windows 7
  • CPU: Intel Core i7 920
  • Memoria: 6GB
  • Scheda video: GeForce GTX 570 GHL

Requisiti minimi

  • Sistema operativo: Windows XP/Vista/7
  • CPU: Core 2 Duo E6550 2.33GHz o AMD Athlon 64 X2 Dual Core 5000+
  • Memoria: 2GB
  • Scheda video: GeForce 8800 GS o Radeon HD 3850
  • Spazio su disco: 3GB