Qualche anno fa si è conclusa una trilogia cinematografica (poi inquinata successivamente da un quarto episodio) che ha lasciato il segno nell'immaginario collettivo grazie al suo ritmo, il senso d'avventura, l'humor e le ambientazioni da sogno, graziata da un Harrison Ford mattatore assieme ad una pletora di ottimi comprimari. Lo spirito di Indiana Jones può essere ritrovato senza troppe forzature nella serie di Uncharted, che idealmente ha trasportato questi punti cardine sottoforma di videogioco e aggiungendo quel fattore di divertimento necessario quando si ha la possibilità da parte del giocatore di intervenire in prima persona sugli eventi. L'ironia dei protagonisti principali, un ritmo estremamente serrato e un comparto tecnico/artistico eccezionale hanno consacrato la creatura di Naughty Dog nell'olimpo delle migliori produzioni videoludiche di questa generazione, in particolare dal primo al secondo capitolo c'è stato un salto clamoroso in termini di regia, grafica e svolgimento dell'azione. Eccoci a parlare di Uncharted 3: L'inganno di Drake quindi, che ha il compito non semplicissimo di confermare quanto di buono visto in passato e giocoforza scontrarsi con un predecessore che ancora oggi mantiene le primissime posizoni sotto diversi punti di vista, non ultimo quello tecnico. Il risultato? Al di là del voto che potete già scorgere in questa recensione, è spiegato nelle migliaia di caratteri qui a seguire.
Pronti per una nuova avventura!
Il pretesto per viaggiare in giro per il mondo è rappresentato, questa volta, da una sorta di legame tra Sir Francis Drake e Lawrence d'Arabia, due grandi esploratori sempre alla ricerca di tesori e città perdute. L'Atlantide del deserto, tra realtà e leggenda sembra nascondere chissà quali fortune e poteri, ed è impossibile non farsi ingolosire da tutto il mistero che la circonda. Nathan Drake, Victor Sullivan, Chloe Frazer ed Elena Fisher risponderanno all'appello in diversa maniera, con l'aggiunta di un nuovo comprimario, Charlie Cutter, che avrà il suo bel da fare durante il corso dell'avventura. Normale poi che i nostri prodi personaggi non siano gli unici ad interessarsi a miti e leggende e così quella bionda ed il suo braccio destro che avete visto più volte nei video sparsi per la rete, tali Katherine Marlowe e Talbot, daranno filo da torcere a Nathan Drake come nel più classico dei film d'azione e avventura. Mai come in questo terzo capitolo, infatti, Naughty Dog ha impostato la narrazione e la struttura di gioco come se fosse un blockbuster di Hollywood (una volta almeno dovevamo inserire questa accezione, perdonateci), dove la storia si conclude questa volta senza eccedere nelle concessioni al fantastico -come nel primo capitolo-, dove non ci sono mega boss da affrontare ma solo nemici più ostici e dove il ritmo è sempre elevatissimo, con continui colpi di scena sia dal punto di vista "estetico" che della storia vera e propria.
Il sottotitolo di Uncharted 3 è già chiaro in tal senso, per godere appieno del gioco non è necessario aver provato i precedenti capitoli, ma per come è impostato questo terzo episodio (tra le altre cose si apprende l'origine del rapporto tra Sully e Drake e dell'infanzia di quest'ultimo) non sarebbe affatto una cattiva idea. Noi abbiamo portato a termine il gioco in 9 ore e 36 minuti con 56 tesori raccolti a livello normale, a fronte delle undici ore de il Covo dei Ladri. Questo sia perché l'avventura è leggermente meno lunga che nel titolo precedente, ma anche poiché come detto il ritmo è ancora più serrato e la confidenza con le dinamiche del gameplay perfetta dopo tre iterazioni.
Curiosità
Durata del gioco
L'inganno di Drake dura tra le 9 e le 11 ore a livello di difficoltà Normale e a seconda delle proprie capacità, durata che può aumentare se giocato direttamente a Difficile.
Ambientazioni e Capitoli
I capitoli di gioco sono 22, con ambientazioni come Londra, la Francia, Cartagia, Yemen, Siria e un'altra che non vi diciamo.
Motore Grafico
Il gioco utilizza il Naughty Dog Game Engine 2.5, versione potenziata di quello visto nel secondo capitolo, mentre la fisica è demandata al collaudato motore Havok.
Mappe Multiplayer
Le mappe Multiplayer sono 11 per la parte competitiva, 9 per l'arena cooperativa, 5 per la modalità avventura cooperativa.
Modalità Multiplayer
Parte competitiva: Deatmatch, Deatmatch a Squadre, Deathmatch a tre squadre da due, Saccheggio, Obiettivo di squadra (che comprende Re della Collina, Reazione a catena, Capture and Hold), Estremo, Arena Cacciatore cooperativa.
Parte cooperativa: Arena Cooperativa, Avventura Cooperativa.
Extra: Galleria, Bonus, Statistiche, Michinima, Uncharted TV, integrazione amici Facebook
Scalare è un po’ volare
La struttura di Uncharted 3: L'inganno di Drake è virtualmente identica rispetto al passato, per chi ancora non la conoscesse ci troviamo dinnanzi ad un action/adventure in terza persona dove il protagonista principale ha doti atletiche superiori alla media che gli permettono di scalare diversi tipi di ostacoli e combattere sia con armi che a mani nude. L'avventura si dipana attraverso scazzotate, scontri a fuoco, risoluzione di puzzle e sezioni platform di ampio respiro, il tutto incastonato in diverse ambientazioni sempre molto ispirate e belle da vedere. Abbiamo le coperture che si "agganciano" con il tasto cerchio, il salto con X, mira e sparo con L1/R1 e così via, con qualche piccola novità introdotta in questo terzo capitolo. Innanzitutto i combattimenti corpo a corpo, che adesso godono di un numero maggiore di animazioni e di varietà, come quando è possibile lanciarsi da un piano rialzato per atterrare e stordire il nemico. In generale le scazzottate sono più divertenti e più interattive, con Drake che in alcuni casi utilizza gli elementi dell'ambiente quali tavolini, bottiglie e altro che gli capita sotto mano. Le granate possono essere rilasciate mentre si fa una capriola, indirizzate anche con la mira dedicata allo sparo e rilanciate se la pressione del tasto triangolo avviene al momento giusto; lo scudo antisommossa adesso può essere messo in spalla senza sacrificare la velocità mentre vediamo nuovi ingressi e qualche partenza in termini di armamentario a propria disposizione, con le immancabili armi lunghe, di precisione e pistole. La risposta ai comandi è come sempre perfetta, scalare edifici e sporgenze è pratica estremamente naturale e immediata, complice come sempre l'ottima telecamera che suggerisce dove si trova l'appiglio successivo. Vi abbiamo accennato poche righe più su delle animazioni e adesso vi ritorniamo con forza, perché in Uncharted 3: L'inganno di Drake trovano la loro sublimazione massima. Il movimento di Nathan Drake è sempre contestualizzato a quello che accade su schermo e passa in maniera praticamente impercettibile dalle sequenze non interattive a quelle in mano al giocatore: quando sofferente corre claudicante, se si trova a correre verso un muro estende la mano per rimettersi in carreggiata, quando si trova nel deserto il suo passo sarà lento e non appena si interrompe la pressione dell'analogico sinistro si butta magari a terra per la stanchezza o si ferma sulle gambe. Se attorno a lui c'è qualche oggetto col quale interagire, lo farà in maniera così naturale da far sembrare che sia il giocatore ad averne il controllo. Provare per credere verrebbe da dire, in questo terzo capitolo infatti Naughty Dog ha davvero trovato il bandolo della matassa per aumentare credibilità e immedesimazione da parte del giocatore, anche perché quello che accade su schermo ha spesso e volentieri dell'incredibile.
E' bene precisare che dal punto di vista grafico non vi è lo stacco importante che intercorre tra il primo e secondo capitolo, ma ad ogni modo gli sviluppatori sono riusciti ad ottenere ulteriori miglioramenti e complice la scelta azzeccata delle ambientazioni il risultato è fantastico, ancora una volta ai vertici di questa generazione di console. Il lavoro certosino dal punto di vista artistico della telecamera, che mostra sempre lo scorcio migliore, la varietà estrema delle texture, l'uso "sparato" dei colori, il continuo gioco di luci e ombre anche al chiuso ed in notturna contribuiscono a restituire un impatto devastante, reso ancora più memorabile dal fatto che spesso e volentieri su schermo accadono eventi catastrofici. Come nel caso della nave nella tempesta, all'interno della quale ogni oggetto reagisce in tempo reale allo smottamento provocato dalle onde. Ciliegina sulla torta di questo lavoro è rappresentata dal deserto, mai come in Uncharted 3 realizzato così bene in termini di interazione col giocatore, dettaglio e impatto visivo. Se consideriamo poi che il tutto "gira" ad un frame rate il 99% delle volte granitico e ancorato ai 30 fotogrammi per secondo, è facile promuovere a pieni voti la componente grafica, e bisogna solo mettersi di impegno per trovare qualche elemento sottotono rispetto al resto, magari in passaggi all'ombra o nei rari punti dove Naughty Dog non ha messo l'impegno dovuto nel lavorare sui particolari. Il comparto audio riprende l'ottima colonna sonora del Covo dei Ladri ed aggiunge nuovi arrangiamenti e qualche brano inedito, di fattura pregevole e che accompagna egregiamente la parte video. Il titolo vede la conferma dei doppiatori italiani presenti nel precedente episodio mentre trale varie opzioni dedicate alla cofidica audio, prevedono Pro Logic II, Dolby Digital, DTS, PCM linere 5.1 e 7.1, più una serie di opzioni legate all'altoparlante centrale e alla banda di frequenza, c'è solo l'imbarazzo della scelta.
La regola delle tre P
Dopo esserci esaltati per diverse migliaia di caratteri, torniamo un attimino con i piedi per terra tornando a parlare della durata dell'avventura, che abbiamo detto essere leggermente inferiore rispetto ad Uncharted 2. Le ore di gioco infatti esaltano così tanto e scorrono così velocemente che Naughty Dog avrebbe sicuramente potuto inserire qualche sezione di gioco aggiuntiva senza rischiare di abbassarne il tono. Vero è che il titolo è estremamente rigiocabile (in U3 la modalità Distruttivo si sblocca anche portando a termine il titolo con livello di difficoltà Normale) e che necessita di almeno un paio di "giri" per apprezzarne appieno ambientazioni e raccogliere tutte le reliquie, però non bisogna mai accontentarsi soprattutto se la qualità è così elevata. Vi abbiamo già dato un paio di "giustificazioni" sul perché della durata inferiore, ne aggiungiamo una terza riferendoci alle sezioni puzzle e platform presenti nel gioco.
Nel primo caso ce ne sono alcune davvero carine e che necessitano di spremere qualche neurone senza attendere gli aiuti che si materializzano dopo un certo lasso di tempo speso a guardare nel vuoto. Come sempre i rompicapo vanno risolti grazie all'aiuto del fido taccuino di Drake e sono presenti in buon numero soprattutto nella prima metà dell'avventura, anche non ci sarebbe dispiaciuto vederne qualcuno di un po' più ampio respiro. La parte platform di Uncharted 3 è insita nel gameplay vero e proprio e allo stesso modo meno "triviale" rispetto al passato. Al di là infatti di quando si salta qua e la negli scontri e per raggiungere determinati punti della mappa o edifici in lontananza, è tutta focalizzata su quello che nel gioco è presente in abbondanza: ritmo, ritmo, ritmo. Questo rientra nell'ottica del voler creare un avventura con pochi punti morti e dove i puzzle e il resto sono funzionali ad uno schema più grande, senza essere messi li giusto per allungare la minestra; all'inizio quindi il tutto è più ragionato, ci sono più colpi di scena e momenti di esplorazione, col proseguire aumenta l'azione e l'avventura diventa ancora più roboante. In tal senso ci sono infatti diversi inseguimenti estremamente spettacolari dove conta l'abilità e il tempismo col pad, in altri frangenti bisogna scalare edifici e attaccare gli avversari allo stesso tempo, non mancano nemmeno sezioni in corsa di qualità pari al famoso treno presente nel secondo capitolo. Diversi sono i momenti da ricordare, come lo chateau in fiamme, la nave in mezzo alla tempesta, il museo, l'inseguimento a cavallo; decine e decine di minuti consecutivi dove il giocatore viene travolto dagli eventi e deve governarli in prima persona.
E' chiaro quindi che per questo terzo capitolo Naughty Dog abbia posto ancora di più l'acceleratore su divertimento, spettacolarità e varietà di situazioni, chi sperava in un maggiore avvicinamento verso titoli come Tomb Raider allora potrà restare addirittura deluso. Dulcis in fundo il livello di sfida, Uncharted 3 a livello normale rimane piuttosto facile -anche perché quando si muore i checkpoint sono posizionati fin troppo bene- ed è consigliabile partire da un livello di difficoltà più elevato per i veterani della saga. I nemici non brillano per intelligenza artificiale quando devono evitare i nostri colpi, spesso scoprendo troppo il fianco, mentre sono molto aggressivi in fase di attacco, in quanto lanciano bombe spesso e volentieri -costringendo a muoversi in continuazione- e attaccano da una moltitudine di posizioni, cosa che rende gli scontri più dinamici rispetto al passato. Se da un lato gli scontri corpo a corpo ci sono piaciuti grazie alle migliorie elencate qualche riga più sopra, avremmo preferito maggiore fisicità in quelli con le armi da fuoco, dove anche l'impatto dei colpi sugli avversari è un po' troppo leggero, a differenza ad esempio di quando a colpire sono granate o RPG.
Trofei PlayStation 3
Uncharted 3: L'inganno di Drake mette a disposizione 55 trofei, dei quali solo 1 d'oro e 10 d'argento. Le condizioni per ottenerli sono molto simili a quelle del secondo capitolo, e solo due, di bronzo, sono demandati alla parte online del gioco. Abbiamo quelli che si ottengono con 30 uccisioni per ogni tipo di arma, quelli per i tesori scoperti, per i colpi alla testa, per i combattimenti corpo a corpo singoli o in serie, per il numero di uccisioni consecutive e per le morti provocate con le granate. L'unico trofeo oro si ottiene, in maniera prevedibile, completando la modalità single player a livello di difficoltà Distruttivo.
L’esperienza continua online
Il primo Uncharted non aveva multiplayer, il secondo ne ha introdotto uno sorprendentemente interessante, Uncharted 3: L'inganno di Drake vede la consacrazione anche di questo particolare aspetto. Sia ben chiaro che il multigiocatore non intende rivaleggiare con i mostri sacri del genere dal punto di vista del bilanciamento e della profondità, ma già nella scorsa edizione si è rivelato estremamente divertente grazie anche ad una scelta azzeccata in termini di giocatori e ritmo di gioco; in questo terzo capitolo abbiamo diverse migliorie nelle opzioni, nel bilanciamento e nella estensione delle mappe, che si sviluppano ancora più in verticale e offrono diverse modalità di approccio, a partire dal cecchinaggio fino al combattimento corpo a corpo. Anche il matchmaking ci è parso più veloce rispetto al passato e la cosa importante è che Naughty Dog, complice anche l'estensiva beta che è ancora in corso d'opera, sembra essere estremamente reattiva per quanto riguarda gli aggiornamenti tesi a perfezionare il bilanciamento tra tutte le armi e la struttura del multiplayer. Come da copione si ottiene denaro in base alle prestazioni del proprio alter ego virtuale, denaro che permette di salire di grado man mano che si gioca e si ottengono uccisioni; novità praticamente assoluta per il gioco è invece rappresentata dal sistema di medaglie e potenziamenti che accolgono i progressi del giocatore. Andiamo con ordine, innanzitutto mentre si combatte è possibile ottenere diversi tipi di medaglie in base alle proprie prestazioni (colpi alla testa, uccisioni consecutive etc) le quali, accumulate all'interno della stessa partita permettono di attivare immediatamente una riscossa. Ad esempio un RPG pronto per l'uso, granate aggiuntive, una nube di gas, bombe a grappolo fino all'invincibilità temporanea, perfino la possibilità di trasformarsi in uno stuolo di ragni. Ovviamente ogni riscossa necessita di un numero più o meno maggiore di medaglie e non tutte sono disponibili fin da subito, ma solo dopo aver raggiunto un grado prefissato, secondo una scala che prevede il 75 come limite massimo.
Il grado permette di sbloccare inoltre armi lunghe e pistole aggiuntive, che a loro volta possono essere potenziate (spendendo denaro) grazie a zoom ottici, caricatori, stabilizzatori e quant'altro. Lo stesso discorso vale per i due slot di potenziamento a disposizione di ogni personaggio, necessari per incrementare le abilità fisiche piuttosto che quelle legate ai soldi. Sempre nell'ottica della completezza totale abbiamo la personalizzazione del proprio personaggio in aggiunta alle skin dei vari protagonisti principali, il tipo vestiario e l'emblema, che compare sulla mappa dopo un certo numero di uccisioni. La cosa carina è che per ottenere una parte delle armi e dei vestiti bisogna raccogliere vari tesori sparsi per l'area di gioco, che contribuiscono a completare il "set" richiesto per ottenerli. Le mappe a disposizione sono undici e attingono ovviamente dall'avventura single player, denotando una buonissima varietà in quanto a struttura e ambientazioni: abbiamo quelle sospese nel vuoto, quelle che si estendono in orizzontale o verticale, quelle al chiuso o all'aperto, spesso dotate anche di accadimenti esterni come nel caso del Villaggio nel deserto, dove ad intervalli regolari arriva una forte tempesta di sabbia che riduce di molto la distanza visiva. La loro realizzazione non può godere del dettaglio grafico estremo presente nell'avventura single player, ma al di là della presenza di un numero inferiore di effetti particellari ne abbiamo alcune davvero belle da vedere, come la Città di Ottone, il museo o le rovine incendiate. Per quanto riguarda le modalità abbiamo a disposizione il classico deathmatch a squadre e in singolo, gli obiettivi concatenati (Re della Collina, Conquisya del territorio e così via), il saccheggio in stile Capture the flag e la modalità estrema, dove tutti i potenziamenti e medaglie sono disabilitati.
Di particolare interesse è il deathmatch a tre squadre, ognuna delle quali composta da due giocatori. Questo anche grazie alla presenza del "buddy system" (presente anche in altre modalità), che permette di eleggere un proprio compagno di ventura con il quale condividere i tesori e le medaglie, vedere sempre sulla mappa e utilizzare per resuscitare nelle sue vicinanze, coordinandosi mediante chat vocale prioritaria e in generale aggiungendo un ulteriore tassello in chiave strategica. Non ci siamo dimenticati della cooperativa! Per Uncharted 3 Naughty Dog propone nove mappe per la modalità arena, dove arrivano ondate sempre più crescenti di avversari, e cinque mappe dedicate all'avventura cooperativa vera e propria. La cosa interessante è che per questo capitolo Naughty Dog le ha impostate sottoforma di capitoli come se fosse un estratto del single player. Ideale sarebbe infatti affrontarle in sequenza perché ci sono piccole sequenze di intermezzo e cambiano anche i personaggi protagonisti, la loro lunghezza inoltre è piuttosto elevata rispetto alla media e ci sono a disposizione tre livelli di difficoltà, con un quarto, distruttivo, disponibile dopo averle completate una volta. Pur non rivaleggiando in termini di spettacolarità rispetto all'avventura principale, la modalità cooperativa è decisamente più corposa rispetto al precedente capitolo ed è un ottimo modo per guadagnare (tanto) denaro e salire di grado rapidamente, soprattutto all'inizio. Dulcis in fundo molti utenti gioiranno nel sapere che sia il coop che il competitivo possono essere giocati in split screen, quest'ultimo anche online, mentre non manca il pieno supporto LAN per le partite multigiocatore con altre console connesse via cavo di rete. La Uncharted TV, con la possibilità di inviare i propri video mediante Youtube, e l'interazione con gli amici di Facebook per giocare online completano un piatto estremamente ricco e soprattutto divertente, siamo sicuri che Uncharted 3: l'inganno di Drake catalizzerà l'attenzione degli utenti PlayStation 3 anche per diverso tempo dopo l'arrivo nei negozi.
Il romanzo ufficiale.
Uncharted: Il Quarto Labirinto è un'avventura inedita e ufficiale di Nathan Drake, scritta da Christopher Golden. Se non vi bastano le gesta narrate in Uncharted 3, questo romanzo fa per voi.
336 pagine, 15 euro
Conclusioni
Uncharted 3: L'inganno di Drake è la conclusione perfetta di una trilogia che ha saputo raggiungere vette sempre più elevate in ogni episodio che l'ha vista protagonista. I Naughty Dog, seppur non potendo fare miracoli dopo quanto fatto nel passaggio tra il primo e secondo capitolo, hanno sviluppato un'avventura eccezionale in termini qualitativi e di varietà delle situazioni, riuscendo a mantenere fresca la formula senza riciclare dal passato e puntando tutto sul ritmo e le situazioni proposte al giocatore, a costo di sacrificare forse qualche elemento puzzle e platform. Il comparto tecnico spinge PlayStation 3 ancora un po' più in la e alcuni passaggi sono davvero stupefacenti e difficili da digerire senza stupore, se poi aggiungiamo una componente multiplayer che mai come in questo capitolo è completa e piena di cose da fare, è chiaro che ci troviamo dinnanzi ad un titolo imprescindibile per una buonissima fetta di videogiocatori.
PRO
- Divertente e con un ritmo sempre elevatissimo
- Tecnicamente ancora una volta incredibile
- Multiplayer sia cooperativo che competitivo completo e appagante
CONTRO
- Qualche ora in più nella campagna single player non sarebbe dispiaciuta
- Feedback dei combattimenti migliorabile