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Cercasi Pikachu disperatamente

Square Enix ci riprova: dopo il discreto successo del prequel, si torna nel mondo di Dragon Quest a catturare, fondere e combattere mostri

RECENSIONE di Christian Colli   —   07/11/2011
Dragon Quest Monsters: Joker 2
Dragon Quest Monsters: Joker 2
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Pokémon è un franchise che si ama o si odia ma non è raro scoprire che il più accanito detrattore di Pikachu e Charmander è anche un grande fan dello stesso genere al quale appartiene la serie Nintendo, un genere di RPG quasi indefinibile in cui bisogna racimolare, crescere e personalizzare dei veri e propri eserciti di creature, carte o chissà che altro. E' un filone che negli anni ha preso sempre più piede anche all'interno del panorama videoludico, sopratutto in Giappone, dove i nostri amici dagli occhi a mandorla sembrano davvero drogarsi di tutto ciò che è possibile collezionare e scambiare.

Cercasi Pikachu disperatamente

Alcuni anni fa Enix vide Pokémon, Monster Ranch e compagnia bella e ha pensato che fossero cosa buona e giusta, sfornando Dragon Quest Monsters, uno spin-off del suo brand più importante in cui, ma guarda un po', il giocatore può catturare e addestrare i tradizionali mostri dell'universo di Dragon Quest, slime compresi. Spin-off dopo spin-off, eccoci giunti alla seconda iterazione per Nintendo DS della versione più recente di Dragon Quest Monsters: a tutti gli effetti questo è il canto del cigno di Square Enix sulla console portatile di Nintendo e forse è proprio per questo che sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa di più...

Tutti sono utili...

Dragon Quest non è mai stata una serie particolarmente famosa per trama o narrazione, affidandosi perlopiù a una certosina caratterizzazione del mondo in cui si svolgevano le varie avventure, ma nel caso di Dragon Quest: Monsters Joker 2 possiamo davvero dire che lo sforzo creativo è stato pressoché nullo: tralasciando il fatto che i mostri non sono per niente originali poiché derivati, per l'appunto, dai vari capitoli della saga, ma proprio per questo incredibilmente accattivanti, per quanto riguarda il protagonista sostanzialmente ci troviamo di fronte a un clone di Gohan di Dragon Ball, cosa che potrebbe apparire anche normale visto che i personaggi di Akira Toriyama ormai si somigliano un po' tutti ma che in questo caso rasenta il ridicolo, e all'inizio del gioco scoprirete di essere diretti verso un grande torneo quando, acciderbolina,

Cercasi Pikachu disperatamente

l'aeronave sulla quale state viaggiando si schianta su un'isola misteriosa e apparentemente disabitata che a una prima occhiata sembrerebbe proprio quella di Lost, ma che poi si rivela essere popolata da svariate creature che dovrete catturare e addestrare per esplorare la regione, trovare i vostri compagni di viaggio dispersi e in generale salvarvi la pelle. Purtroppo lo sviluppo narrativo è talmente blando che lo batte perfino la storyline principale dell'ultima versione di Pokémon, del resto il gioco non vuole essere un vero e proprio JRPG plot-driven e la storia è soltanto un pretesto per incuriosire il giocatore e spingerlo a catturare più mostri possibile. E ci riesce perfettamente: le ambientazioni sono davvero curate e di ampio respiro, seppur un po' troppo vuote, e l'ottimo motore poligonale gestisce con naturalezza i modelli di ogni struttura e creatura. Il tutto è impreziosito dal cel-shading che ha già caratterizzato i più recenti installment di Dragon Quest, dando anche a questa versione un accattivante look da cartone animato che si esprime sopratutto durante i fluidissimi combattimenti a turni in cui i mostri danno il meglio di sé grazie ad animazioni ed effetti speciali di gran classe che completano il quadretto offerto dallo storico e simpaticissimo character-design firmato dalla matita di Toriyama-sensei. L'unico neo dal punto di vista tecnico risiede nella colonna sonora, forse una delle meno ispirate composte da Koichi Sugiyama e costituita soltanto da una manciata di brani che si ripetono costantemente per tutta l'avventura, proprio nulla a che vedere con quella dell'ottimo Dragon Quest IX.

... e nessuno è indispensabile

Dunque, eccoci qui, sull'isola di Lost secondo Toriyama, a reclutare mostri con il consueto sistema di Dragon Quest Monsters, ovvero cercando di impressionarli durante un combattimento al punto da convincerli a unirsi a voi. E' a questo punto che Dragon Quest: Monsters Joker 2 prende una piega completamente diversa rispetto al copiatissimo franchise Nintendo: se in Pokémon il giocatore è praticamente spinto a "collezionare" più creature possibili,

Cercasi Pikachu disperatamente

evolvendole e stabilendo con loro un vero e proprio legame affettivo che viene rimarcato più e più volte nei dialoghi zuccherosi con gli NPC, in Dragon Quest: Monsters Joker 2 il nostro legame con i mostri passa completamente in secondo piano, al punto che è possibile paragonarli tranquillamente a oggetti o strumenti. E' un modello piuttosto ambiguo perché il gioco consente anche di rinominare i mostri ma il cuore del gameplay risiede in un sistema di "fusione" che fondamentalmente cancella le creature utilizzate per generarne una nuova che ne erediti peculiarità e magie. Questa feature diventa praticamente obbligatoria man mano che passano le ore poiché il gioco è strutturato in modo da rendere praticamente inefficaci le creature già ottenute, costringendoci a catturarne di nuove, magari uguali ma più potenti, o a fonderle per ottenere mostri più competitivi.

Cercasi Pikachu disperatamente

Non è un'operazione semplicistica come sembra, anzi presenta una profondità e complessità davvero notevoli che rendono l'intero sistema molto intrigante, portando il giocatore a studiare le migliori combinazioni di mostri e abilità nel tentativo di generare la creatura definitiva, soltanto per scoprirne una nuova, più potente, che non può mancare alla sua collezione. In questo modo Dragon Quest: Monsters Joker 2 riesce a catturare completamente l'attenzione del giocatore nonostante le infinite sessioni di grinding alle quali ci si trova spesso costretti per restare al passo con la crescente difficoltà degli scontri. Purtroppo, come da tradizione, anche questo episodio presenta un'interfaccia estremamente arcaica e poco intuitiva, che a causa della complessità generale del titolo rende le varie operazioni parecchio frustranti: non sapere in anticipo la funzione delle strampalate abilità che dobbiamo decidere se imparare o meno è estremamente fastidioso, sopratutto se si sono investiti tempo e risorse su una particolare creatura la cui efficacia dipende da un delicato equilibrio di statistiche e abilità. La stessa pochezza a livello di interfaccia si estende anche alle altre opzioni che risultano poco chiare e accessibili, nonostante la ricchezza di funzionalità che permettono per esempio di affrontare in battaglia la squadra di un altro giocatore online o di scaricare nel gioco alcune creature provenienti direttamente dai mondi di Dragon Quest VI e Dragon Quest IX. In generale, i programmatori di TOSE sembrano aver fatto tesoro di alcune critiche ricevute in occasione del primo Dragon Quest: Monsters Joker mentre altri problemi non solo persistono, ma vengono accentuati dalla maggiore complessità del gioco.

Conclusioni

Multiplayer.it
7.0
Lettori (19)
7.4
Il tuo voto

Con oltre trecento mostri da reclutare e combinare, Dragon Quest: Monsters Joker 2 lancia una nuova sfida allo strapotere dei Pokémon di Nintendo, ma questa volta Square Enix ne esce sconfitta a testa alta. Da un punto di vista meramente tecnico il gioco firmato Square Enix appare notevolmente più sofisticato e il sistema di fusione offre grandi profondità e varietà, tuttavia il grinding sfrenato, la trama praticamente inesistente e l'obsolescenza di menù e interfaccia minano la generale godibilità dell'avventura, indirizzandola sopratutto ai veri fan del franchise e a chi adora il genere ma non riesce proprio a tollerare gli adorabili mostriciattoli Nintendo.

PRO

  • Tantissimi mostri da collezionare
  • Sistema di fusione profondo e dettagliato
  • Grafica di ottima qualità

CONTRO

  • Menù e interfaccia veramente antiquati
  • Trama pretestuosa e incosistente
  • Grinding eccessivo e monotono