Quanta strada ha fatto il genere dei city builder: dai palazzi 2D di Sim City a oggi ne abbiamo visti di ogni tipo, alcuni riusciti, altri molto meno. È uno di quei generi che ha continuato a crescere e a fare ottimi numeri, settorializzandosi oltretutto sulle diverse piattaforme, con i sistemi mobile dominati dall'approccio più casual, e il PC da quello più hardcore e sperimentale. Inoltre è un genere molto accessibile in termini di costi di sviluppo, dove non è detto che siano le grosse produzioni ad attirare di più o a riuscire meglio, visto anche il pubblico meno esigente dal punto di vista tecnico, ma più attento da quello simulativo.
Eremite Games non è uno studio di sviluppo dal nome altisonante, con più di 300 milioni di dollari di budget a disposizione per sviluppare un singolo gioco, ma si è subito fatto un nome per la sua idea di inserire elementi roguelike in un city builder, che si è rivelata davvero vincente, come vedremo nella recensione di Against the Storm.
Un mondo in rovina
La prima cosa che salta all'occhio giocando ad Against the Storm è che il gameplay non si focalizza sulla costruzione di un singolo villaggio o città, ma chiede al giocatore di far sviluppare un'intera regione, puntellandola di piccoli agglomerati mirati all'ottenimento di risorse che servono per far sopravvivere la popolazione della Città Ardente, rifugio creato dalla Regina Arsa per proteggere i sopravvissuti alla Piagatempesta, calamità che ha letteralmente spazzato via il vecchio mondo. In realtà c'è anche un obiettivo primario più importante ancora: creare una rete di strade che consenta di raggiungere dei sigilli, otto in totale, per chiuderli, così da frenare la Piagatempesta. Come viceré, dobbiamo quindi affrontare diverse missioni, costruendo case e strutture economiche (agricole e industriali) dentro a una fitta foresta piena di pericoli, soddisfacendo al contempo le richieste della regina, che tende a perdere velocemente la pazienza, rappresentata da una barra posta nella parte bassa dello schermo. Più la barra si riempie, più la regina diventa insofferente, più dobbiamo sbrigarci a svolgere i nostri compiti, pena la sconfitta. Raggiunti tutti gli obiettivi di una mappa e portata la nostra reputazione alla quota richiesta, si passa alla missione successiva, che prevede la costruzione di un nuovo accampamento.
Un city builder originale
Insomma, non è un compito facile quello che ci attende, anche perché non stiamo costruendo in una terra fertile e felice, ma in una foresta oscura piena di demoni e fantasmi, che se disturbati andranno ad attaccare la nostra popolazione. Bastano poche ore di gioco per rendersi conto che Against the Storm ha degli elementi davvero originali ed è costruito su più livelli di complessità, che vengono introdotti al giusto ritmo all'interno del gioco, così da non soverchiare il giocatore. Alcune meccaniche, in verità, non vengono spiegate benissimo, ma si compensa con un po' di pratica. Inoltre gli elementi roguelike danno una svolta inattesa all'esperienza. Dopo aver costruito un certo numero di villaggi infatti, arriverà la Piagatempesta ad azzerare la partita, costringendoci a ricominciare da capo, pur mantenendo alcuni dei progressi fatti. Vi sembra molto ripetitivo? In realtà non lo è per niente, nel senso che ogni villaggio offre sfide differenti, legate anche alle cinque specie che possono abitarlo, ciascuna con le sue esigenze. Quindi ogni mappa viene generata casualmente, nella morfologia e nelle risorse presenti, gli obiettivi possono cambiare e le strategie impiegate nella partita precedente non è detto che funzionino anche in quelle successive.
In alcuni casi degli elementi che in altri villaggi avevano completamente tralasciato hanno preso un'enorme importanza, come i mercanti, mentre altri su cui ci eravamo appoggiati pesantemente, sono diventati quasi ininfluenti. Con nostra sorpresa (all'inizio non ci credevamo molto) la formula funziona davvero benissimo, favorita dal fatto che la costruzione dei singoli villaggi non richiede ore e ore, ma sessioni di gioco relativamente brevi, che tengono desta l'attenzione e non fanno mai rimpiangere più di tanto ciò che si è perduto. Aggiungiamoci anche che non tutti gli edifici sono sempre disponibili e che, quindi, è richiesto continuamente di adattarsi, e capirete che ci troviamo di fronte a un'esperienza più varia di quello che il genere suggerirebbe, che in alcuni casi sfocia nel survival. A tutto questo va aggiunta la foresta, che, come già accennato, non è uno scenario inerte, ma partecipa direttamente al gioco. I villaggi infatti vengono costruiti in piccole radure da cui partire per esplorare i dintorni tagliando alberi. Nelle radure circostanti si trovano risorse, edifici e pericoli, come fantasmi o altre creature maligne, che richiedono l'adozione di strategie difensive per essere fermate. In questo senso Against the Storm richiede al giocatore buone capacità di risoluzione dei problemi, quasi fosse un puzzle game: bisogna saper leggere i problemi e studiare le soluzioni adeguate, invece di contare sulla crescita lineare dei suoi agglomerati seguendo delle linee di progressione standard (che comunque sono presenti, ma molto più frastagliate).
Un'esperienza da vivere come si vuole
Against the Storm è un gioco che può essere fruito in vari modi, grazie alla già citata relativa brevità delle singole missioni: sicuramente ci si può giocare per molte ore di seguito, ma si può anche decidere di fare partite rapide, senza in realtà perdersi nulla. Da questo punto di vista non è un gioco che richieda chissà quale dedizione, nonostante la complessità del sistema di gioco e di alcuni concetti chiave; si adatta perfettamente allo stile di vita del giocatore. Considerate che per arrivare a chiudere tutti i sigilli ci possono volere diverse decine di ore (dare il tempo esatto non è possibile, considerando le numerose variabili in campo). Quindi, a seconda di come lo fruite, può essere un compagno di viaggio che vi porterete dietro per molti mesi. Valutate anche il fatto che la difficoltà tende a crescere parecchio da circa 25-30 villaggi in poi e che nelle fasi avanzate si perde spesso, soprattutto a causa della felicità delle cinque specie, sempre più difficile da ottenere, quindi non stiamo necessariamente parlando di un'esperienza rilassante in termini di impegno richiesto. L'impostazione non è quella di un gioco pensato per tutti, ma per un certo target molto specifico che già conosce il genere ed è in cerca di qualcosa di nuovo. Tenetelo a mente, soprattutto se siete dei novizi.
La parte meno riuscita, comunque relativamente importante considerando il genere, è quella visiva. No, Against the Storm non è brutto da vedere, ma è decisamente anonimo, ripiegato com'è sullo stile Warcraft di cui riprende in modo pedissequo il design cartoonesco, senza mai provare a dargli un'impronta personale. È un lavoro dignitoso, fatto di edifici ben modellati, simpatiche animazioni e un colpo d'occhio niente male delle città più sviluppate, ma a conti fatti non ci prova nemmeno a distaccarsi dal suo modello di riferimento, probabilmente più per limiti produttivi che mancanza di talento del team di sviluppo. Insomma, va molto sul sicuro. Detto questo, si tratta del city builder più originale dell'anno, uno di quelli che potrebbero addirittura dare vita a un sottogenere, tanto stanno piacendo al pubblico. Se per il 2023 non siete ancora stanchi di bei giochi, dategli una possibilità.
Conclusioni
Chi se lo aspettava Against the Storm? A parte per il lato visivo, davvero anonimo, si tratta di uno dei city builder migliori degli ultimi anni, uno dei pochi capaci di introdurre elementi originali in una formula che esiste da decine di anni. Siamo di fronte a una grossa sorpresa, uno di quei titoli capaci di fare scuola, mostrando come delle idee di design ben implementate possano fare la differenza. Davvero, non avete motivi per non andare a caccia di sigilli, tranne l'odio per il genere.
PRO
- Mix eccellente tra city builder e roguelike
- Si adatta alla vita del giocatore, pur essendo molto lungo
- Tanta varietà
CONTRO
- Lato visivo davvero anonimo
- Alcune meccaniche non sono spiegate benissimo