Cinque anni e poco più separano dall'uscita del 2014 questa recensione del port di Alien: Isolation su Switch. L'opera SEGA e Creative Assembly fu un fulmine a ciel sereno per l'ecosistema tie-in, finalmente capace di posizionare un altro esponente di spicco in quel piccolo gruppo di riusciti adattamenti videoludici da film. La cosa curiosa, nella disamina, è che Switch, tolto qualche indie divenuto famoso, non abbonda di titoli survival horror tripla A, pertanto SEGA ci ha messo un po' ma alla fine - convinta dai numeri e dalla vicinanza con le feste - si è decisa a completare l'offerta. Anni dopo, Alien: Isolation rimane un lavoro molto convincente, strutturato e presentato con intelligenza, coerente e ricco di dettagli, richiami, citazioni, rimandi nonché un'impalcatura ludica stealth che regge benissimo l'avanzata del mercato. Dopo aver passato un po' di tempo a girare per corridoi e stanze, è complesso additare Isolation come un titolo cross-generazionale: c'è molta più influenza next-gen che non di quella che (al tempo) era la current gen, o settima generazione.
Xeno ovunque
Magari lo avrete già giocato, magari no: l'incarnazione di Alien su Switch riprende l'offerta di base, aggiungendo ovviamente tutti gli extra rilasciati come DLC, l'implementazione dell'HD Rumble e del motion control dei joy-con, la possibilità di giocare in portabilità con cuffie e la splendida esperienza di stand-by tipica della console. Isolation riuscì a creare un clamoroso quanto inatteso rimbalzo dal fondo raggiunto dal disastroso Colonial Marines, portando al picco assoluto un'esperienza videoludica a base Alien.
L'eccezionale lavoro dei ragazzi di Creative Assembly si destreggia oggi come allora: narrativa, gameplay, struttura ludica, longevità e fascino dell'esperienza sono caratteristiche forti del titolo, espressione di un game design studiato a puntino che non annoia ma spinge in avanti in un mix di terrore e curiosità. Il concetto di isolamento, a parte qualche sparuto momento di apparente convivialità, è il cardine dell'esperienza che su Switch riesce a destreggiarsi bene, specialmente equipaggiandosi di un buon paio di cuffie. Sappiamo di risultare monotoni ma ci teniamo a stressare nuovamente l'elemento portabilità: seppur non con l'impatto di altri port prima di questo, il poter trasportare un recente titolo tripla A nello zaino continua a rappresentare un valore aggiunto incredibile. Non è un fattore determinante, è più una certezza che allieta l'acquisto: la sfumatura si pone a metà tra il fornire la possibilità di giocare ad Alien: Isolation in qualsiasi momento e il piacere di farlo realmente, un'opzione che fino a oggi era semplicemente inesistente. La conseguenza è semplice: la staticità del videogiocare sul divano, spesso associata a una tipologia di approccio imprescindibile per titoli importanti, crolla di fronte alla comodità di poter fare sia quello sia giocare perfettamente in giro, sfruttando il certosino lavoro del team Feral Interactive, già autori dell'ottimo port di Grid Autosport.
Bello anche in piccolo
Qui arriviamo al fulcro di questa recensione: Isolation è splendido da vedere e da giocare in portabilità grazie a un framerate quasi sempre granitico a braccetto con un aspetto tecnico che, al netto di pochi elementi da occhi esperti, rimane piacevolissimo e artisticamente molto ricco. L'opera originale viene quindi trasposta con assoluta dignità, arricchita di tutti i contenuti aggiuntivi, perfetta da giocare anche in docked, capace tutt'oggi di elettrizzare in mobilità tutti coloro che per un motivo o per un altro non erano ancora riusciti a metterci le mani. Quella di Alien: Isolation rimane un'ambientazione affascinante, fredda, non lineare, angosciante e capace di tracciare un solco con il passato rimanendo rispettosa dell'enorme eredità grazie a tonnellate di scaltre citazioni.
Rimangono sbavature legate all'intelligenza artificiale, evidentemente non corrette nel corso degli anni: se lo Xenomorfo risplende ancora per ansia e angoscia costantemente iniettate nel giocatore, il resto dei comprimari nemici non brilla allo stesso modo, ma forse è una scelta voluta per stressare ancora di più l'accento su di lui, l'alieno, vero protagonista dell'intera esperienza e per questo motivo unico cervello pulsante credibile, terrificante, costantemente in agguato e pronto a spedirci all'altro mondo. Non è questa la prima esperienza survival horror su Switch ma è sicuramente quella più corposa e dal più deciso valore produttivo, perfettamente ricreata tra le rifrazioni, i giochi di luce e di ombre, le modellazioni dell'alieno e l'iniezione di effetti audio a disegnare un viaggio terrificante ma gratificante, ancora più valorizzato dal poterselo portare a spasso.
Conclusioni
Alien: Isolation è il port che fa salire Feral Interactive su quel gradino dove solo Panic Button può stare, ovvero il perimetro ristrettissimo di software house che hanno dimostrato di saper svolgere con enorme competenza port eccellenti sulla piccola consola Nintendo. Tecnica, arte, sonoro, gameplay: funziona tutto e bene, sia in portabilità - ottimo valore aggiunto, i cui vantaggi non sono preponderanti come in altri port ma comunque ben accolti - che in salotto. La versione Switch racchiude l'evoluzione e l'arricchimento di un titolo che riuscì a far tornare Alien in cima all'olimpo dei survival horror grazie a un'esperienza ben disegnata e qui presentata in un port di grande mestiere. Prezzo non basso, ma un titolo che ogni appassionato di atmosfere claustrofobiche dovrebbe giocare.
PRO
- Port molto competente
- Un titolo perfetto per portabilità e cuffie
- Rimane un'esperienza assolutamente consigliata...
CONTRO
- ... seppur non propriamente economico per essere un prodotto del 2014
- IA di alcuni nemici ancora deficitaria