Jurassic World Evolution: Return To Jurassic Park, la recensione

Prima di procedere con la recensione di Jurassic World Evolution: Return To Jurassic Park è giusto chiarire il perché del giudizio finale più alto di quello che assegnammo al gioco base, fatto abbastanza insolito quando si valutano dei DLC. Il motivo è semplice: dal lancio, Jurassic World Evolution si è evoluto parecchio, se ci passate lo scontatissimo gioco di parole. Aggiornamento dopo aggiornamento Frontier ha migliorato il gioco, rivedendo l'interfaccia, aggiungendo funzioni e contenuti e rendendo alcune attività più piacevoli da svolgere, in particolare tutte quelle legate alla manutenzione.

Il lato gestionale è sempre ben lontano dalla perfezione e rimane superficiale, ma almeno ora in modalità sandbox (aggiunta con uno degli update di cui parlavamo) ci si accorge che esiste. Insomma, non si respira più quell'aria di incompletezza che permeava la prima versione.

Nuovi contenuti

Detto questo veniamo a Return To Jurassic Park, il DLC che i fan hanno chiesto a gran voce sin dal lancio di Jurassic World Evolution. Come il titolo fa intuire, si tratta di un pacchetto che introduce una nuova campagna ispirata al Jurassic Park del 1993, quello di Steven Spielberg, e ai due film successivi, quelli che compongono la cosiddetta trilogia storica.

La prima missione, di otto, inizia subito dopo i fatti raccontati nel primo film: siamo su Isla Nublar (ma nelle missioni avanzate ci sposteremo su Isla Sorna, il misterioso Sito B) e dobbiamo darci da fare per ricostruire il parco distrutto e ricatturare i dinosauri in fuga.

Oltre al Dr. Ian Malcolm, già presente nel gioco originale, a farci da mentori ci saranno la dottoressa Ellie Sattler, il Dottor Alan Grant e John Hammond, lo storico proprietario del Jurassic Park, tutti con i loro ritratti originali.

Se questo dettaglio non bastasse a solleticare i nostalgici, sappiate allora che anche i dinosauri hanno subito un restyling in linea con la trilogia originale e nel DLC hanno un aspetto più retrò rispetto a quelli delle altre due campagne. Ci sono quindi nuove skin per i velociraptor, per i tirannosauri, per i triceratopi e per tutti gli altri bestioni apparsi nei tre film. Sono state introdotte anche delle nuove specie: i compsognathus longipes e i pteranodon. I primi sono delle creature piccole e molto leggere che hanno come caratteristica fondamentale quella di essere velocissimi e molto agili nei movimenti; i secondi sono i classici rettili volanti, dotati di ali che possono raggiungere un'estensione massima di sette metri.

Oltre ai due dinosauri sono state aggiunte anche alcune strutture, tutte legate all'iconografia della trilogia classica. Ovviamente non poteva mancare lo storico cancello del Jurassic Park, che i nostalgici vorranno costruire subito, ma ci sono anche il centro visitatori e l'immensa voliera per i pteranodon, che da sola crea un colpo d'occhio davvero eccezionale.

Gameplay

Le meccaniche di gioco di Return To Jurassic Park sono identiche a quelle del titolo originale. Frontier si è concentrata più sul realizzare contenuti in linea con le aspettative del pubblico che sul provare a rivoluzionare il gameplay di Jurassic World Evolution. Del resto perché avrebbe dovuto farlo, a questo punto? In generale, i compiti che siamo chiamati a svolgere sono quelli già visti nelle altre campagne e vanno dal riparare strutture e recinzioni, al recuperare un certo numero di dinosauri in fuga, al proteggere i visitatori dei parchi, allo scoprire i campioni di nuove specie da produrre in laboratorio.

La campagna in sé è più semplice di quella del DLC Claire's Sanctuary, precedente a questo, e non offre una grandissima sfida. A dirla tutta sembra solo una scusa per poter utilizzare i nuovi contenuti in modo estensivo (che non è un male di per sé).

Comunque sia la presenza di alcuni personaggi storici, che abbiamo già elencato, rende particolarmente interessante il lato narrativo. Non che la storia raccontata da Return To Jurassic Park sia chissà quale capolavoro della letteratura mondiale, ma ritrovare certi volti in certi ruoli ha smosso qualcosa nei nostri aridi cuori, motivandoci a proseguire la campagna più di quanto non sia riuscita a fare la storia principale.

Questo, se vogliamo, è anche uno dei difetti principali di Return To Jurassic Park: se non avete visto i tre film originali e non vi interessa molto delle skin classiche e di qualche edificio in più da costruire, non avete davvero motivo per considerarlo.

Altra nota dolente: i contenuti extra non sono affiancabili a quelli originali nelle varie modalità, ma vanno sempre a sostituirli. Ad esempio nella modalità Sandbox bisogna scegliere quale stile di edifici adottare per il parco, senza poter selezionare entrambi contemporaneamente. La sostanza è che ci troviamo di fronte al classico pacchetto per fan, indispensabile per gli appassionati storici della serie, ma inutile per tutti gli altri, nuova campagna a parte.