Ogni volta che Alien compare nel titolo di un gioco si alza inevitabilmente il livello di attesa. Aliens: Fireteam Elite, opera prima di Cold Iron Studios, non sfugge a questa regola, come testimoniano i tre milioni di visualizzazioni ottenuti dai trailer su YouTube. Riuscirà a riconciliare le creature ideate da Giger e Rambaldi con il pubblico dei giocatori, ancora traumatizzato da Aliens: Colonial Marines? Lo spiegheremo nel corso della nostra recensione di Aliens: Fireteam Elite.
Possiamo però anticipare che, pur essendo distante dagli abissi toccati dall'fps di Gearbox, il prodotto di Focus scalda il cuore solo a una fetta ben precisa di appassionati. Non certo a chi è alla ricerca di una grafica mozzafiato: il rispetto nei confronti degli stilemi della saga di Alien è massimo, ma sotto il profilo delle animazioni e delle texture sembra essere uscito cinque o sei anni fa.
Poco importa a quelli col grilletto facile, vero target di questo action tutta sostanza: per risollevare le sorti del franchise gli sviluppatori hanno infatti scelto una struttura di gioco improntata all'azione più frenetica, realizzando un "horde shooter" cooperativo in terza persona che ricorda per meccaniche Left 4 Dead e per visuale World War Z, altro gioco con radici cinematografiche.
Hoenikker, Katanga, SN/TH/YA... ma chi ha ideato i nomi?
La storia prende piede ventitré anni dopo gli avvenimenti raccontanti nel terzo film, pur non essendone collegata in alcun modo. La guerra tra marine coloniali e xenomorfi si è conclusa con una vittoria di questi ultimi, che si sono moltiplicati a dismisura. Dalla raffineria Katanga del pianeta LV-895 arriva una richiesta di aiuto da parte del professor Hoenikker, ultimo sopravvissuto ad un attacco di alieni. Una volta messo in salvo, scopriamo che nelle grotte vicine potrebbero trovarsi altri superstiti sfuggiti alla furia dei sintetici della Weyland-Yutani, ma sarà davvero così?
Raccontata principalmente dall'insostenibile voce del tenente Herrera e da dialoghi a bordo dell'astronave/hub Endeavor, la trama rimane sullo sfondo senza mai catturare l'attenzione. Purtroppo, viene affossata da un doppiaggio (solo in inglese) che si candida di diritto tra i peggiori dell'anno, tra intonazioni prive di senso e indicazioni errate. Peccato perché dall'altro lato la colonna sonora è davvero ottima.
La campagna si divide in quattro atti, ciascuno dei quali è composto da tre capitoli, di cui inizialmente solo il primo è selezionabile. Le creature nemiche provengono prevalentemente dall'universo canonico di Alien, ma in parte anche da quello del prequel, per un bestiario che arriva alle venti unità.
La struttura dei livelli si ripropone identica a sé stessa dal primo all'ultimo minuto della campagna: atri, piazzali o saloni più o meno ampi sono le arene in cui si consumano le carneficine di xenomorfi. Sono collegati da corridoi pressoché vuoti che si vorrà percorrere il prima possibile, anche sorvolando sul fatto che, nascosti qua e là, ci sono dei collezionabili. Questo perché ci si accorge subito che l'esplorazione è sterile: i vicoli apparentemente interessanti conducono a sentieri bloccati da rocce, mentre le porte che si affacciano sui corridoi sono tutte chiuse. C'è una sola direzione obbligata, peraltro indicata da un cursore, e non sono contemplate variazioni sul tema.
Spara, ricarica, spara
Le ambientazioni sono ispirate dalla saga cinematografica, in particolare da Scontro Finale. Purtroppo, a parte qualche zona scenografica (come la sala con la testa gigantesca all'inizio del secondo atto), risultano spoglie e un po' anonime. Gli unici elementi con cui interagire sono le coperture, poco efficaci, e le casse di esplosivo posizionate nei punti strategici per frenare l'avanzata nemica.
L'azione segue ostinatamente uno schema collaudato: si arriva in una stanza infestata di alieni, inizialmente di piccole dimensioni; man mano che si neutralizzano lo sciame continua a riversarsi sui giocatori con nemici sempre più resistenti e perniciosi. I momenti clou sono quelli degli assedi che si attivano dopo aver premuto un interruttore, dando un minimo di tempo per approntare le difese prima di attacchi apparentemente interminabili che culminano con la discesa in campo degli xenomorfi più ostici. In questa struttura trita e ritrita, l'elemento di originalità è rappresentato proprio dagli alieni. Come ci insegano le pellicole, possono arrivare anche dal soffitto, dal pavimento o dalle "fottute pareti", sfruttando grate e condotti di aerazione: questo rende le coperture poco effettive e costringe non solo a muoversi di continuo, ma ad avere un occhio costante sull'iconico radar di prossimità. Si avverte l'assenza di variazioni sul tema che avrebbero garantito una maggior varietà.
Specializzati
Gli sviluppatori propongono cinque professioni militari di cui quattro disponibili sin dal primo minuto, mentre la quinta (ricognitore) si sblocca solo dopo aver portato a termine la campagna. Le specializzazioni sono quelle a cui ci hanno abituati titoli di questo genere, pertanto troviamo il mitragliatore, classico factotum buono per ogni occasione; il demolitore che può maneggiare armi pesanti; il tecnico e la sua micidiale torretta portatile; il dottore, l'unico a cui affidarsi per ripristinare la salute; il ricognitore con i suoi gadget di supporto.
La progressione del giocatore si stratifica sia attraverso l'esperienza accumulata dal personaggio sia da quella ottenuta con l'utilizzo delle armi. Nel primo caso, salendo di livello, si sbloccano nuove abilità, suddivise in nuclei e modificatori che a loro volta possono essere universali o specifici a seconda della classe. Tali perk sono rappresentati sotto forma di rettangoli o quadrati da inserire all'interno di una matrice ai cui lati si trovano le caratteristiche salienti della classe che precludono l'installazione di determinati tipi di modificatori. Per fare un esempio pratico, il tecnico non può collegare la durata estesa all'abilità torretta, perché quest'ultima resta sul campo fino a quando non viene distrutta; viceversa può farlo con le bobine caricate, dispositivi che emettono scariche elettriche che in questo modo aumentano la loro efficacia. L'intreccio tra i modificatori è un aspetto che, pur non inedito, è implementato in maniera egregia e soprattutto è concretamente apprezzabile in missione.
Ben realizzato anche l'arsenale, che ripropone fedelmente quello hollywoodiano, con tanto di decalcomanie. Oltre all'aspetto estetico è soddisfacente anche il feeling di fucili e pistole, anche se con alti e bassi. Tra quelle meno riuscite proprio il Pulse Rifle di cui si lamentava Aligi Comandini nel nostro provato, mentre quelle a corto raggio, come il fucile a pompa, sanno essere ignoranti al punto giusto. Come detto, anche le armi aumentano le proprie statistiche con l'utilizzo; inoltre, ciascuna presenta tre slot in cui installare modifiche per ridurne i tempi di ricarica, aumentarne la portata, migliorare la precisione e via discorrendo. Tali potenziamenti non sono legati alla classe del personaggio; pertanto, la Kramer Magnum mantiene il proprio grado indipendentemente che venga impugnata da un tecnico o da un medico.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema operativo: Windows 10 Pro
- Processore: AMD Ryzen 9 5950X
- Memoria: 32 GB di RAM
- Scheda video: AMD Radeon RX 6800 XT
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows 10
- Processore: AMD Athlon FX 950 o Intel Core i5-2500K
- Memoria: 8 GB di RAM
- Scheda video: AMD Radeon R9 285 o Nvidia GeForce GTX 760
- DirectX: Versione 11
- Rete: Connessione Internet a banda larga
- Memoria: 30 GB di spazio disponibile
- Scheda audio: Integrata or dedicata, compatibile DirectX 11
Requisiti consigliati
- Sistema operativo: Windows 10
- Processore: AMD Ryzen 5 1600 o Intel Core i5-7400
- Memoria: 16 GB di RAM
- Scheda video: AMD Radeon RX 480 o Nvidia GeForce GTX 1060
Da soli o in compagnia
Ormai dovrebbe essere chiaro: Aliens: Fireteam Elite è un titolo che fa della reiterazione uno dei suoi punti cardine, perché solo continuando ad uccidere xenomorfi si ottengono miglioramenti (anche estetici) per il proprio combattente. Ad aumentare il tasso di rigiocabilità viene incontro la modalità orda, che si sblocca dopo aver finito la campagna. Ci sono poi le sfide giornaliere e le carte "malus", che alzano ulteriormente il tasso di sfida a fronte di un moltiplicatore d'esperienza. Il rischio noia, elevato per via della struttura stessa del gioco e per il ridotto numero di mappe, dovrebbe essere scongiurato dalla natura cooperativa che è limitata ad internet (niente rete locale, purtroppo). Anche giocando offline la squadra deve essere composta da tre elementi; nel caso non fosse possibile, i rimanenti due vengono controllati da un'IA insoddisfacente che risulta utilizzabile solo fino al livello di difficoltà normale (il secondo su cinque). Già a partire dal terzo gli errori sono molto meno tollerati e si avverte la necessità di essere affiancati da qualcosa di più che due semplici mitraglieri, visto che non è possibile scegliere la classe dei bot Alfa e Beta.
Per completare la campagna a livello normale è necessaria una decina d'ore, alcune delle quali spese per fare esperienza. Durante la nostra prove siamo incappati in un solo blocco del gioco; il bug più fastidioso è rappresentato da un ritardo nella risposta dei comandi, che a volte sembra non vengano recepiti. Capita, nei momenti più frenetici, che si debba premere più volte il tasto sinistro del mouse per iniziare a sparare.
Conclusioni
Aliens: Fireteam Elite è un titolo tutta sostanza che non si perde in fronzoli: l'ideale per gli amanti dell'azione e per gli appassionati della saga di Alien, omaggiata con ogni dettaglio presente nel gioco. Il feeling delle armi e il sistema di progressione sono soddisfacenti, purtroppo mancano delle idee veramente originali per farlo emergere dalla massa di shooter in terza persona. Realizzazione tecnica nella media, si sarebbe potuto fare qualcosa di più almeno per la varietà di mappe. Questo aspetto però dovrebbe essere sistemato col primo season pass previsto dopo poche settimane dal lancio. Da evitare la modalità offline.
PRO
- Sistema di progressione ben sviluppato
- "Lore" di Alien rispettato fedelmente
- Sistema di combattimento collaudato
CONTRO
- Poca varietà, scarsa originalità
- Doppiaggio osceno
- Offline perde molto appeal