Siamo davanti all'erede di Civilization? Ammettetelo, questa è la domanda che vi sarete fatti iniziando a leggere la recensione di Ara: History Untold. È normale, sono giochi che a prima vista si somigliano e quello Firaxis è da sempre uno dei più grandi esponenti del genere 4X ma no, Ara non ne è l'erede. In primis perché quest'ultimo si è rivelato essere un gioco fondamentalmente diverso e poi perché, come Roma, nemmeno Civilization è stato costruito in un giorno: ci vuole tempo per entrare nel mito e Ara, come scopriremo, è per certi aspetti ancora piuttosto acerbo.
Una buona reputazione
Oxide Games è però sulla buona strada per farcela, magari attraverso qualche espansione di peso che aggiunge carne al fuoco, ma soprattutto imprevedibilità a un sistema di gioco comunque pazzesco. In Ara: History Untold lo scopo è fondare nella notte dei tempi una civiltà e farla sopravvivere e prosperare nel corso dei millenni, fino ad arrivare in una sorta di futuro molto prossimo.
I primi turni di gioco non sembrano affatto dissimili da altri titoli analoghi con la città appena fondata, un piccolo esercito da rimpolpare e un paio di scout messi ad esplorare la mappa nei dintorni, ora totalmente avvolta dalle nebbie. Bastano però pochi turni per accorgersi che Ara si focalizza su un sistema di reputazione totalmente nuovo, dove l'attenzione è focalizzata soprattutto sulla gestione meticolosa delle risorse interne, invece che perseguire un percorso di vittoria fino alla fine. In Civilization puoi ridurre al minimo le invenzioni sociali e puntare tutto su esercito e armi nucleari, per agguantare la vittoria armata può bastare creare una sorta Nord Corea povera, ma armata fino ai denti, mentre in Ara vince la civiltà che ha saputo sì difendersi, ma soprattutto prosperare e far star bene i suoi cittadini. Puoi anche avere l'atomica, ma se i tuoi cittadini patiscono la fame e non hanno nemmeno i mobili in casa, per questo gioco non meriti di vincere. In pratica, non esistono vere e proprie condizioni di vittoria, ma nel punteggio generale confluisce tutta la reputazione che avremo guadagnato vincendo battaglie, costruendo meraviglie, espandendo le nostre città e fornendo condizioni di vita accettabili agli abitanti.
Buoni e cattivi
È un approccio nobile e interessante che avvicina Ara: History Untold più alla serie Victoria di Paradox, dove però l'utente può manipolare lo stato sociale in modo molto più profondo e malvagio ed è anche possibile sfruttare le rotte commerciali per vendere il surplus e acquistare ciò che manca nel suo impero.
Questi due aspetti Ara li tratta solo marginalmente: non esistono rivolte o collassi politici veri e propri, mentre il commercio esiste ma è possibile solo acquistare poche merci nella manciata di turni durante i quali l'IA ci aprirà i suoi confini. Capiamo il messaggio propositivo, ma il peso delle nostre scelte al momento si sente quasi solo nelle filiere che andremo ad assemblare nei nostri confini, non altrove. Anche il comportamento delle altre civiltà è abbastanza semplificato: i cattivi attaccano a volte senza preavviso, mentre i buoni proporranno con insistenza accordi di diverso tipo. A parte eventi gli eventi speciali, l'unico modo che abbiamo per addolcire il comportamento di un'altra civiltà nei nostri confronti sarà proporgli dei regali, pescati naturalmente dalle nostre produzioni più avanzate e di conseguenza preziose. Se vai da una civiltà che sta imparando a costruire l'automobile offrendogli delle zappe primitive, non sortirai un grande effetto; se invece con i silicati estratti, le ultime scoperte sociali, una po' di investimenti pubblici e l'energia elettrica prodotta dalle fabbriche gli offrirai cinque unità di dischi di musica pop appena stampati, le cose potrebbero andare diversamente.
Ingredienti per la storia
L'incastro proposto da Ara: History Untold è davvero ottimo. Puoi produrre oggetti che possono essere utilizzati per potenziare i distretti costruiti, tipo i trattori nelle fattorie, da fornire agli abitanti in modo che siano più soddisfatti, per esempio stufe o console da gioco, e da utilizzare per crearne di nuovi, come un motore indispensabile per creare le autovetture o i primi mezzi meccanizzati.
Molte di queste filiere partono dall'estrazione di risorse naturali: le pellicce portano alle scarpe e ai vestiti, alberi e roccia a quelle che sono insieme al cibo le tre risorse primarie del gioco. Vuoi creare un acceleratore di particelle? Ti servono anche trenta anfore di vetro create inizialmente dal solo negozio di ceramica, poi anche dalle fabbriche più avanzate. Alcuni oggetti verranno creati anche senza ingredienti base, ma la loro produzione sarà rallentata a volte fino a sfiorare lo zero assoluto. In generale ogni prodotto necessita potenzialmente di tre ingredienti, più ne metteremo a disposizione più la produzione accelera. Naturalmente ogni città/regione avrà la sua produzione interna che confluirà in quella nazionale. Queste meccaniche portano a una gestione dei singoli centri abitati molto più minuziosa di quanto alcuni forse siano disposti a sopportare; al contrario farà impazzire di gioia chi adora bilanciare costantemente domanda e offerta tra dozzine di strutture.
Geograficamente
Anche la guerra fa parte del mondo di Ara: History Untold. Potremo costruire truppe singole, o accorpate in plotoni indivisibili e sempre più potenti. A loro volta gruppi e singoli potranno essere impilati per creare un unico grosso raggruppamento militare la cui forza d'attacco sarà ben visibile e aggiornata in tempo reale.
Peccato che le truppe non si possano aggiornare nel tempo, né i plotoni potranno essere sciolti per crearne di nuovi diversamente arrangiati. Attraverso alcune scoperte scientifiche potremo scegliere per ciascun gruppo una formazione, ma questa opzione a livello di difficoltà normale ci è stata pressoché inutile. Di ogni scontro è possibile osservare una breve rappresentazione molto carina, ma che ad alcuni potrebbe persino ricordare Total War: il gioco Creative Assembly non c'entra nulla, quella fase non è nemmeno è interattiva, è solo un piccolo extra come del resto tanti ce ne sono nel gioco.
La guerra funziona bene in Ara, non è particolarmente evoluta ma è in linea con altri giochi simili. Il problema forse è che manca un arsenale meno convenzionale, una minaccia più trasversale come lo è l'atomica di Gandhi in Civ, o alcune delle tecnologie più estreme che Firaxis ama offrire ai suoi utenti. Il risultato è che le prime volte sei galvanizzato e tutto sembra fantastico, poi pian piano ti accorgi che non sono poi molte le tattiche che puoi adottare e ogni partita cambierà quasi solo in base ad eventualità geografiche, mai squisitamente politiche.
E poi quasi sempre non conviene attaccare, ed è molto più remunerativo cercare di sfruttare eventuali alleanze con le civiltà più predisposte. Il vero problema è che l'attitudine di ogni personaggio gestito dalla IA sembra prestabilita e non muta in base a delle affinità come per esempio avviene negli ultimi Civilization. Anche questo non aiuta a movimentare e a rendere uniche le diverse partite di un gioco che dovrebbe supportarne a centinaia.
4X zen
La suddivisione in turni di Ara è altrettanto particolare perché questi avverranno contemporaneamente per ogni civiltà. In single player permette per esempio di dare un comando a un'unità e poi, prima di finire il turno, cambiare liberamente idea. Questa impostazione però va a beneficiare soprattutto la modalità multiplayer dove tutti i giocatori entro un tempo limite decideranno cosa fare per vederne poi le conseguenze.
Ciò significa partite molto veloci e decisamente divertenti, forse persino più che nella modalità principale? Ara: History Untold è un gioco più intimo di tanti altri, dove alla grandezza dello scopo viene affiancata una gestione del territorio che sfiora quasi quella offerta da un city builder. Ogni regione va sfruttata con cura in base a ciò che offre e alle necessità dell'epoca, ma vista la bellezza della grafica ci si ritrova spesso a fare delle scelte prettamente cosmetiche. Come avrete notato, Ara non sfrutta i classici esagoni ma durante la generazione delle mappe suddivide i diversi confini in modo molto più naturale e realistico. In una regione è possibile trovare più zone di diversa forma e dimensione, ma quest'ultima non ne influirà le capacità di produzione, e su ciascuna potrete piazzare un potenziamento/struttura al quale il gioco affiancherà proceduralmente strade e strutture di contorno. Il risultato è meraviglioso nelle epoche più antiche e diventa meno efficace strada facendo, ciò non toglie che Ara è probabilmente il 4X più bello e dettagliato in circolazione. Creare una nazione è un'opera che trascende il gameplay, sfiorando sentimenti da giardino zen.
Turni strazianti
Ci sono altre meccaniche di cui non vi abbiamo parlato come gli eventi speciali, le figure storiche alle quali potremo affidare cariche di governo, oppure se affini al mondo militare da mandare in battaglia insieme agli eserciti; più in generale, le figure storiche serviranno per produrre capolavori che andranno a moltiplicare la reputazione della nostra civiltà. Peccato che entrambe le cose non ci abbiano soddisfatto appieno: gli eventi speciali si ripetono troppo spesso e non scaturiscono mai dalle nostre scelte, i capolavori hanno una cadenza troppo meccanica e di conseguenza poco soddisfacente.
E c'è sicuramente tanto da giocare, il gioco debutta con oltre quaranta leader diversi, e la gioia di costruire civiltà non si esaurirà certo in una sola partita. Ma a questo progetto così eccezionale tanto da provare a reinventare il genere manca qualcosa: più profondità in alcuni aspetti, più imprevedibilità dettata anche solo da eventi naturali come terremoti, carestie, insurrezioni, innalzamento dei mari. E serve anche un finale più tirato: nonostante le civiltà più deboli vengano eliminate al passaggio delle tre ere presenti (a loro volta suddivise in diverse epoche), gli ultimi turni della nostra partita, poco prima della nostra facile vittoria a difficoltà normale, sono stati effettivamente un po' strazianti.
Conclusioni
Ara: History Untold è davvero un gioco eccezionale. Se la struttura dei classici 4X vi ha scocciato e volete mettervi alla prova con qualcosa che tenta effettivamente di fare qualcosa di diverso, avete già trovato qualcosa che fa al caso vostro. Allo stesso tempo, è impossibile soprassedere su alcune importanti mancanze che rendono ogni partita un po' troppo uguale alla precedente. La parte politica è ridotta all'osso, non ci sono eventi eccezionali in grado di stravolgere una strategia in corso e le guerre vanno e vengono e non se ne capisce spesso il motivo. Come primo gioco, è stato fatto un lavoro encomiabile, ma c'è tanto da aggiungere e da perfezionare.
PRO
- Ottima grafica
- Sistema di domanda e offerta interna molto buono e con tantissime merci diverse
- Effettivamente diverso dagli altri 4X
CONTRO
- Diplomazia gravemente insufficiente
- Mancano elementi dinamici che possano cambiare il corso di una partita
- Il commercio con le altre civiltà esiste ma è praticamente ridotto all'osso