Diablo’s Gate?
La definizione stessa della categoria nella quale potrebbe rientrare DD è opera stessa della Larian e al contempo una dichiarazione di intenti: ricreare la complessità narrativa della saga della Bioware unita all’azione frenetica del titolo Blizzard.
Andiamo a vedere quanto di BG e quanto di Diablo vi è in DD per scoprire se la rara alchimia dei due capolavori sopraccitati è stata ottenuta, oppure se uno dei due illustri ingredienti ha preso il sopravvento finendo per oscurare l’altro.
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Angeli o demoni?
Vi sveglierete in uno sconosciuto letto, quello che vi sembra un incubo riaffiora nella vostra mente, orchi malvagi intorno a voi, combattimenti frenetici per la sopravvivenza, poi tre presenze, tre forze che si impossessano di voi.
L’oscurità, il febbricitante oblio, infine il risveglio, un umida e rasposa lingua di gatto che vi sveglia…
Questo è quanto vi è accaduto prima del vostro risveglio definitivo nel villaggio sconosciuto, narrato magistralmente durante la presentazione.
Chi saranno i tre oscuri figuri che vi compaiono e le tre presenze angeliche che vi avvolgono starà a voi scoprirlo!
La camera è oscura, quasi un magazzino, quasi uno scantinato, la visuale grafica di DD è la prospettiva isometrica a me tanto cara, la telecamera della visuale appare molto inclinata verso il pavimento, forse un po’ troppo viste le mie preferenza per una visuale maggiormente a volo d’uccello come in BG.
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Angeli o demoni?
La risoluzione è bloccata sull’800x600 e nella versione demo sono scarse le opzioni video, fra cui quella probabilmente più importante in questo titolo: la gamma correction.
Il gioco infatti appare molto scuro, tanto da costringermi a porre la luminosità del monitor a 90!
Questo è un difetto conosciuto dai Larian è infatti chiara la predisposizione della barra di controllo della gamma, quindi la versione finale dovrebbe essere esente dal problema.
La grafica in generale appare un po’ scialba, soprattutto se confrontata con i capolavori basati nei Forgotten Realms di Bioware e Black Isle.
Il tutto appare un po’ slavato e in definitiva anonimo, sensazione che compare soprattutto nei dungeon dove il tentativo di imitare i claustrofobici cunicoli di Diablo II appare chiaro, senza altresì avere una forza pittorica ed evocativa pari a quella del titolo Blizzard.
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Controllo completo!
Iniziando a girare per la stanza e successivamente per quella superiore vi impraticherete con l’interfaccia del vostro personaggio.
Dico “vostro” personaggio con beneficio del dubbio poiché come in Diablo sarà unicamente possibile selezionare un personaggio prefabbricato su sei.
Scordatevi quindi la profonda e appagante fase di creazione del personaggio di Baldur’s Gate, fin dalle prime fasi l’alchimia fra Diablo e BG pare odorare di un solo componente.
L’interfaccia è accessibile attraverso un set di icone nella parte sottostante dello schermo.
Essa è fonte di continui scoramenti, poiché in talune parti si presenta perfetta, in altre risulta macchinosa all’inverosimile.
La sezione sicuramente allo stato dell’arte è il diario, esso è completo come non mai, presenta informazioni dettagliate sulle quest, memorizza tutti, ma dico tutti i dialoghi per future consultazioni, memorizza una pagina di “trofei” dove troveremo la descrizione dettagliata di tutti i mostri incontrati compreso il numero di uccisioni.
Presenta inoltre una mappa sempre completa e precisa, editabile a piacimento con tutte le note che vorremmo.
Forse l’unico appunto a questa sezione è la mancanza di note preimpostate come accadeva in BG2, ma questo si potrebbe considerare un ulteriore incentivo all’esplorazione libera.
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Controllo completo!
Dicevamo dei dialoghi, l’interazione con i personaggi è profonda, completa e appagante.
I dialoghi non appaiono come mere occasioni di racimolare quest come in Diablo 2, ma bensì si rivelano come autentici e realistici dialoghi come in BG, anzi meglio.
A contornare il tutto, gli NPC cambieranno atteggiamento nei nostri confronti a seconda dei vostri comportamenti, ho rubato in una casa sotto gli occhi del padrone ed egli ci è rimasto talmente male che non mi rivolge più la parola!
Parlato con il primo NPC che incontreremo verremo catapultati in mezzo alla storia di DD, la cui profondità potrà essere esplorata grazie ai numerosi volumi e documenti sparsi un po’ ovunque nelle case e nei dungeon.
Il quantitativo di materiale scritto, tutto di una certa importanza per il proseguo della storia o per semplice curiosità, è imponente, perciò sarebbe sicuramente auspicabile una localizzazione in italiano per poterli apprezzare con tutta la semplicità e chiarezza della nostra lingua madre.
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Ma cosa mi tocca fare!
Le prime quest che affronteremo sono sicuramente originali, spesso il gioco per introdurre nuove sezioni narrative si appoggia allo stesso motore del gioco, tutto si fermerà e assisteremo a delle sequenza animate in cui l’interazione dei vari NPC narreranno ulteriori sviluppi della storia.
L’interazione con l’ambiente di gioco è decisamente approfondita anche se appare più di contorno che di reale utilità.
Puntando il mouse su di un contenitore esso vi dirà già se contiene o meno qualcosa, utile, ma fino a un certo punto.
Potrete spegnere e accendere candele e torce, srotolare papiri, girare statue ecc…
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Ma cosa mi tocca fare!
Alcune azioni saranno necessarie per risolvere semplici puzzle ma in definitiva l’interazione con questi oggetti appare di scarsa utilità. Quando apriremo un contenitore che contiene un oggetto esso aprirà una piccola finestra che lo mostrerà e ciccandoci potremo farlo nostro.
La gestione degli oggetti e dell’inventario è ripartita in due finestre separate a cui si accede attraverso due comandi separati. Una presenta il nostro equipaggiamento, una presenta il nostro inventario.
Nonostante le finestre siano spostabili a piacimento e quindi affiancabili, la navigazione alla fine appare bizzarra e macchinosa, sicuramente inferiore alla gestione dell’inventario di BG2 o del recentissimo Morrowind.
Gli oggetti hanno una catalogazione e un’interfaccia informativa che sfiora realmente il plagio con Diablo 2 poiché è pressoché identica ad esso, cambiano solo i colori di identificazione degli oggetti fra normali, unici e artifact, senza altresì presentare tutte quelle finezze come l’incastonamento dei gioielli che Diablo 2 presentava.
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Baratto o compravendita?
Nel villaggio incontreremo vari personaggi, alcuni dei quali presenteranno un’icona nell’interfaccia di dialogo che aprirà l’interfaccia di compravendita.
Questa è una delle fasi più frustranti di tutto il gioco, vi verrà rappresentato il vostro ammontare in oro, che non sarà il vostro ammontare in monete, ma una stima di tutti gli oggetti dell’inventario.
Quindi se vorrete comprare qualcosa dovrete necessariamente barattare degli oggetti poiché la scarsità di contante è cronica!
La cosa più assurda è che con 4000 e passa di oro come valore del mio inventario non mi potessi permettere un’identificazione da 50 monete poiché non le avevo!
Inoltre gli stessi negozianti appaiono afflitti da una grave scarsità di liquidi che diventano quindi il bene più prezioso, altro che la vostra Owl’s Axe!
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Diablo o Baldur’s Gate?
Probabilmente avrete intuito quale sia stato il risultato dell’alchimia tentata, sicuramente il livello narrativo del titolo lo avvicina alla saga della Bioware, ma l’assenza del party, tranne rari compagni che si comportano come i mercenari di Diablo 2 e l’azione prettamente action del titolo lo fanno pendere considerevolmente verso la similitudine con il titolo Blizzard.
Si poiché il gioco si svolgerà spesso e volentieri in enormi dungeon da giocare in solitario, presentando uno stile di gioco estremamente simile a Diablo tranne che per l’inclusione della pausa nel combattimento che non fa altro che salvarci tutti dalla sindrome del tunnel carpale (cosa di cui ringrazio vivamente), ma che non cambia l’impostazione base del titolo.
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Diablo o Baldur’s Gate?
Anche l’evoluzione del personaggio stesso è pressoché uguale a Diablo 2, avremo quattro caratteristiche che determinano il personaggio, aumentabili nel punteggio al passar di livello.
Avremo inoltre un set abilità da imparare del tutto simili a quelle di Diablo 2, divise in tre categorie: la via del guerriero, del mago e del ladro, anche qui il meccanismo di aumento delle abilità, addirittura gli stessi colori utilizzati nei pop-up informativi fanno di questo titolo un chiaro tentativo di emulazione del capolavoro Blizzard.
Per fare un paragone fra la complessità narrativa offerta e l’azione spiccatamente action del titolo lo si potrebbe accostare con facilità a Nox, nonostante il titolo della Westwood presentasse un filino più di personalità e ricercasse di introdurre innovazioni grafiche e stilistiche maggiori.
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In conclusione
Speravo molto di ritrovare molto più Baldur’s Gate che Diablo in questo titolo, che in definitiva si presenta al mercato come un ottimo e gradevolmente confezionato Action-Rpg, sicuramente più profondo e complesso rispetto a Dungeon Siege, ma che non riesce a staccarsi dalla pesante eredità al titolo Blizzard tanto da assumere una propria personalità e un proprio approccio originale al sottogenere action degli rpg.
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Divine Divinity: First Look
In mezzo alla marea inarrestabile dell’uscita americana di Morrowind, fa capolino, quasi dimenticato, Divine Divinity che si presenta al mondo con un demo giocabile.
Forse vi eravate scordati di questo interessante titolo sviluppato dai Larian Studios e prodotto dalla tedesca Cdv, responsabile del nome probabilmente un po’ sciocco: Divine Divinity.