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Barrow Hill: Curse of the Ancient Circle - Recensione

Avventura grafica ad alta tensione con elementi presi dall'archeologia, Barrow Hill: Curse of the Ancient Circle prova a terrorizzare rivolgendosi ai nostalgici.

RECENSIONE di Andrea Moi e Umberto Moioli   —   18/12/2006
Barrow Hill: Curse of the Ancient Circle
Barrow Hill: Curse of the Ancient Circle
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Trama profonda, enigmi bilanciati... e l'archeologia?

A differenziare Barrow Hill dalle restanti produzioni ci pensa, o meglio, ci avrebbe dovuto pensare, la possibilità di sfruttare tutta una serie di strumenti tipici degli studi e delle ricerche archeologiche. In realtà, gli unici elementi davvero pertinenti a questa peculiare attività, sono un metal detector, fondamentale per sondare il sottosuolo a caccia di oggetti metallici, ed una piccola trivella. L'uso di entrambi, poi, non sarà molto spesso necessario, relegando i buoni propositi degli sviluppatori ad un ruolo piuttosto marginale.
Segnalata questa pecca, è doveroso mettere in luce tutta una serie di feature di indubbio pregio. La trama è complessa e riesce ad incollare al monitor fino al termine dell'avventura, senza subire cali e con il solo finale a lasciare con l'amaro in bocca. L'interfaccia di gioco è snella e priva di ingombranti icone, mentre la freccia del mouse assumerà un diverso aspetto quando puntata su un oggetto di particolare interesse, permettendo di afferrarlo, utilizzarlo o zoomarci sopra. L'inventario, oltre a contenere i reperti raccolti di volta in volta, presenta alcuni utili strumenti, come un cellulare, che però non sono quasi mai fondamentali ai fini del gameplay, finendo per essere solo utili allo sviluppo del plot narrativo, attraverso alcune cutscene. I movimenti di Conrad Morse vengono effettuati con le frecce della tastiera, scelta comoda ed in grado di garantire contemporaneamente la selezione di un oggetto sul fondale e gli spostamenti.
Per gli enigmi si è scelto di adottare un sistema in grado di premiare l'attenzione e lo studio degli indizi, piuttosto che la fantasia e la creatività; vanno dimenticati, quindi, i puzzle bizzarri e genialoidi visti in saghe come quelle di Discworld o Monkey Island. Un'attenta lettura dei documenti e il costante ricordo di quanto appreso in precedenza, porta alla veloce ed appagante risoluzione di ogni quesito. La valutazione di questa impostazione è inevitabilmente personale, ma di certo aiuta i giocatori meno esperti, rivelandosi nel complesso azzeccata.
Il non elevatissimo numero di ambientazioni ha imposto l'inserimento di molti eventi in ciascuna di esse, costringendo ad estenuanti sessioni di back tracking, che spesso finiscono per disorientare e soprattutto annoiare l'utente, obbligato a visitare ancora una volta quel luogo già visto ed ispezionato.
La longevità è sufficiente, grazie alle 7-8 ore necessarie per portare a termine il gioco. Purtroppo non sono presenti finali multipli o altri incentivi volti ad alzare la rigiocabilità, difetto questo eternamente presente nelle avventure grafiche.

Barrow Hill: Curse of the Ancient Circle - Recensione
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Paura a buon mercato

Tecnicamente Barrow Hill si presenta con fondali renderizzati piuttosto buoni, che grazie al bassissimo carico di lavoro in tempo reale, possono essere visualizzati perfettamente anche su computer relativamente datati. Il design di ogni singolo ambiente è stato appositamente studiato per creare nel giocatore una forte sensazione di claustrofobia ed angoscia, senza però mettere in mostra scene di eccessiva violenza o crudezza. Parte dell'ottima atmosfera creata perde di tono a causa di alcune imperfezioni del gameplay, su tutte, come detto, la necessità di tornare più volte sui propri passi. La NVIDIA 7900 ed il gigabyte di RAM montati sul computer utilizzato per testare il gioco, hanno permesso di avere tempi di caricamento estremamente brevi, cosa che non ci sentiamo di garantire a coloro soddisfino o superino di poco i requisiti consigliati.
Il sonoro soffre di enormi pecche: anche volendo sorvolare sulla limitata quantità di effetti e musiche, ad abbassarne sensibilmente la valutazione ci pensa un doppiaggio ben al di sotto della media, fastidioso e ripetitivo.

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Requisiti di sistema

  • Microsoft Windows 98/SE/ME/2000/XP
  • Processore Pentium III 450MHz o superiore
  • 128 MB di Ram (512 MB con Windows XP)
  • Scheda grafica SVGA o superiore a colori 32 bit
  • Scheda audio compatibile con DirectX 9

Conclusioni

Barrow Hill: Curse of the Ancient Circle è un'avventura grafica d'altri tempi, che non riesce a sviluppare in modo sufficientemente profondo la, comunque buona, idea di dare al giocatore gli strumenti tipici degli studi archeologici. La trama resta, in ogni caso, assolutamente godibile, così come non vengono disilluse le intenzioni di creare un'esperienza ad alta tensione, costantemente sul punto di prendere una svolta inaspettata e paurosa. Consigliato agli amanti di un genere sempre in procinto di scomparire ma ogni volta capace di tornare, che si potranno districare tra enigmi e puzzle tutto sommato ben fatti.

Pro

  • Bella storia
  • Grafica discreta
  • Difficoltà degli enigmi ben calibrata
Contro
  • Quasi nessuna innovazione
  • L'archeologia è un tema solo sfiorato
  • Sonoro da dimenticare

Dopo Secret File: Tunguska, un'altra avventura grafica giunge sui nostri schermi portando con sè una massiccia dose di esoterismo. E' Barrow Hill: Curse of the Ancient Circle, che trasporterà il giocatore nelle tetre foreste della Normandia, dove alcuni operai sono scomparsi nei pressi di un cerchio dei Menhir. Nel ruolo dell'archeologo Conrad Morse, sarà necessario indagare a fondo sul mistero, possibilmente svelandolo e portare a casa la pelle. Non senza rischiare, la narrazione è stata interamente centrata proprio sulla figura dell'alter ego virtuale, riducendo al minimo la presenza di altri personaggi, un paio in totale, in modo tale da esaltare l'angoscia e la sensazione di solitudine prodotta.
Il gameplay è quello delle classiche avventure “punta e clicca”, dov'è quindi solamente necessario interagire con gli ambienti presenti alla ricerca di indizi ed oggetti utili, risolvendo gli enigmi proposti ed avanzando nella trama. Quest'ultima progredisce in modo piuttosto dinamico: non obbliga cioè a sbrogliare le singole situazioni in un determinato ordine, ma lascia libertà d'azione e permette, ad esempio, di accantonare momentaneamente un puzzle particolarmente complesso per poi tornarci in seguito, dopo aver esplorato altre aree.