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Baten Kaitos: le ali eterne e l'oceano perduto

Preparatevi a visitare mondi volanti, combattere epiche battaglie per la salvezza del mondo alla ricerca del perduto oceano.

RECENSIONE di La Redazione   —   11/04/2005
Baten Kaitos: Eternal Wings and the Lost Ocean
Baten Kaitos: Eternal Wings and the Lost Ocean
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C'era una volta...

…la terraferma, l’oceano, gli esseri umani, gli spiriti guida ed una forza maligna dal nome di Malpercio. Ci furono sanguinose battaglie per il dominio della terra, le forze del bene giunsero a felice vittoria sigillando il male in una dimensione parallela, vivo in una prigione senza tempo. Passarono i mesi, gli anni e i secoli, la gente si dimenticò della propria storia tramandandola come leggenda senza fondamento, si dimenticò l’odore del mare e le antiche incarnazioni del male, i continenti si staccarono definitivamente dal suolo fluttuando in aria, il nuovo mondo era del cielo, abitato da popolazioni dotate di ali. Ed è proprio qui che la storia di Kalas comincia, in un piccolo bosco vicino alle sue terre, il patto con uno spirito guida e l’inconsapevolezza di un mondo da salvare. Il gioco in sostanza parte da qui, un breve preambolo in CG ci introduce alla storia di questo strano mondo fluttuante, un ragazzo che sogna e ricorda, una serie di flashback, l’incontro e il patto con lo spirito, la morte del nonno e del fratellino, buio e di nuovo luce, il ragazzo si sveglia in una piccola clinica medica della cittadina di Cebelrai nel continente di Sadal Suud. Kalas -questo il nome del ragazzo- è stato trovato svenuto nella foresta, attaccato da mostri ben più potenti di lui. Dal dialogo con il dottore si viene a conoscenza che proviene da un altro continente, che è nato senza un ala (rimpiazzata con una meccanica fabbricata da suo nonno), che i suoi parenti sono morti e che è in cerca di vendetta. E’ proprio in questo luogo che comincerà la sua avventura incontrando Xelha, una ragazza alla ricerca delle End Magnus, carte magiche che l’aiuteranno a preservare il mondo da una guerra ormai da troppo tempo in agguato. I personaggi utilizzabili nel corso dell’avventura aumenteranno fino ad arrivare a sei, ai due principali si aggiungeranno Gibari, Lyude, Mizuti e Savyna tutti impegnati a contrastare le armate del malvagio imperatore Geldoblame per impedire che entri in possesso di tutte e cinque le End magnus necessarie per risvegliare il dio della distruzione: Malpercio. Il mondo rappresentato da Baten Kaitos non è completamente visitabile ma rappresentato da un serie di location a schermate fisse, lo spostamento dal personaggio da un luogo ad un altro è schematizzato tramite un percorso prestabilito da un punto A ad un punto B senza possibilità di incontri casuali con mostri lungo il cammino, la visuale è esterna al continente con una serie di miniature particolareggiate che rappresentano i diversi luoghi visitabili (tutte le volte che si completa una location non sarà più necessario attraversarla nel dettaglio ma sarà possibile passarci semplicemente sopra dalla vista generale del continente). Lo spostamento tra regni è possibile grazie a grosse aeronavi trasportate da bizzarri animali volanti che trainano letteralmente gli ambienti adibiti alle persone. Il primo approccio con ogni nuovo continente sarà infatti il porto navale, luogo da cui sempre ripartirà la nostra esplorazione sul luogo. [C]

Risveglio nel villaggio di Cebelrai
Risveglio nel villaggio di Cebelrai
La mappa di spostamento sul continente
La mappa di spostamento sul continente
I mezzi di trasporto
I mezzi di trasporto

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Draw your Magnus Card

Se fin qui Baten Kaitos poteva sembrare un gioco di ruolo piuttosto comune (ambientazione fantasy, la vendetta di un ragazzo, un mondo da salvare,…) il giudizio si capovolge letteralmente quando ci si appresta ad affrontare la prima battaglia. Gli scontri sono basati completamente sull’utilizzo delle carte magnus, di queste ne esistono più di mille esemplari differenti e rappresentano tutto ciò di cui avremo bisogno per sconfiggere i nemici che si pareranno davanti. La fase della battaglia rappresenta forse il punto più bello e più complicato di questo gioco poiché si svolge su differenti livelli tattici; innanzitutto bisogna dire che esistono sostanzialmente quattro categorie differenti di carte: attacco elementale, attacco fisico, difensa e item. Ogni personaggio avrà un deck di carte equipaggiabili (la cui capienza aumenterà all’aumentare del livello) con il quale si dovrà barcamenare nel corso dello scontro, le carte visibili e utilizzabili all’inizio del gioco saranno quattro per turno, al giocatore toccherà quindi stabilire in tempo abbastanza celere la strategia da utilizzare scegliendo una serie di carte per una combo di attacco o di cura. Nel turno dell’avversario non si dovrà stare a guardare ma bisognerà controbattere utilizzando una o più carte da difesa, i nemici spesso e volentieri attaccheranno con una serie di colpi (nel corso del gioco vi sconterete anche con boss dotati di combo a 8 colpi) e per ogni colpo portato saremo chiamati a rispondere con una carta difensiva che limiterà il danno. Il sistema di combattimento è stato precedentemente chiamato “a più livelli” per una semplice ragione: se si vorrà procurare molto danno o difendersi veramente bene saranno richiesti al giocatore un altro paio di accorgimenti tattici. Prima di tutto gli intrecci elementali, se nello svolgimento di una combo si sceglierà una carta di fuoco e successivamente una d’acqua i danni comparati della magia tenderanno ad annullarsi o a sminuirsi fortemente, facendo un esempio pratico: se in una combo con una carta di fuoco si ottiene un danno di 300 e con quella successiva d’acqua uno di 250 il danno finale al nemico sarà di soli cinquanta punti ovvero la sottrazione del danno elementale maggiore con quello minore. Gli elementi in questo gioco delle coppie sono sei: acqua e fuoco, tempo e vento, luce e oscurità. A questo primo livello di attenzione si andrà sommando una feature della battaglia molto interessante, su ogni carta si troveranno dei numeri stampigliati sull’angolo superiore, questi numeri saranno la porta principale del maggior danno inflitto in battaglia, tutto quello che bisognerà fare non è altro che mettere in ordine crescente o decrescente i numeri delle carte mentre si sta attaccando o ci si sta difendendo, in questo modo al termine del turno verrà assegnato un extra percentuale che aumenterà o il valore del danno inferto o diminuirà quello subito. Un altra versione semplificata di questo speciale “filotto” è quella che assegna percentuali più piccole in caso di carte appaiate, l’accoppiamento di due o più carte con lo stesso numero. Procedendo con i livelli, aumentando il proprio deck e il proprio set di carte visibili in combattimento sarà possibile anche ritrovarsi a fare combo scalari da 1 a 9 con incredibili danni ai nemici. Terzo e ultimo livello di combattimento è quello rappresentato dalle combo speciali. Prima di spiegare in cosa consistono è bene fare una piccola digressione per spiegare la vera natura delle carte Magnus. Per farla breve e diretta: le carte magnus rappresentano l’essenza degli oggetti, l’anima delle cose e degli elementi, ci saranno carte di pesci, piante, oggetti, armi, libri, tutte queste cose in quanto “vive” saranno oggetto di evoluzioni e deperimenti, potrà capitare che la carta che raffigura un acerbo casco di banane possa inizialmente servire come carta d’attacco per poi cambiare funzione in curativa appena le banane maturano, il pesce da fresco e curativo arriverà ad essere marcio e velenoso e così via. Detto questo considerando come reale la raffigurazione della carta, eseguendo speciali combo sarà possibile modificare le carte stesse o crearne di nuove, dall’unione di un normale filetto di tonno e del fuoco si otterrà il pesce alla griglia, una carta con un valore curativo ben più alto della sua precedente forma. Sarà a totale discrezione del giocatore provare combo tra le pressoché infinite carte Magnus che si troveranno nel corso dell’avventura. Una delle particolarità del gioco è rappresentata dall’unico modo di far soldi: scattando foto. Nel mazzo di carte base che troveremo equipaggiato in Kalas ci sarà anche la carta di una macchina fotografica, questa carta sarà possibile utilizzarla senza alcun vincolo nel bel mezzo di una combo d’attacco per poter scattare una foto al nemico ed andare a rivenderla poi nel negozio. Le foto necessiteranno di una decina di minuti reali per svilupparsi completamente ed acquisire colori vividi. Se si tenterà di fotografare comunque un nemico troppo veloce si correrà il rischio di vedere la foto sbiadita e praticamente invendibile, esistono per questo motivo tre differenti tipi carte-macchine fotografiche ognuna con caratteristiche differenti e che permetteranno una migliore messa a fuoco per trasformare il videogiocatore in ricco fotografo di mostri. Fortemente slegato dalla battaglia ma inevitabilmente collegato all’ uso delle carte sono le Magnus vuote. Queste sono normali carte Magnus che il giocatore potrà riempire con l’essenza di alcuni oggetti chiave disseminati per il gioco, per molti che si dimostreranno completamente inutili ce ne saranno alcuni essenziali che permetteranno di progredire nel corso della storia, di sbloccare sub-quest e di ottenere speciali carte magnus.

Baten Kaitos: le ali eterne e l'oceano perduto
Baten Kaitos: le ali eterne e l'oceano perduto

Il mondo delle nuvole

Il comparto grafico segna una forte dicotomia, per quanto belle e ispirate sono le location del gioco, tanto sembra inadeguato il character design. La resa dei mondi di Baten Kaitos è stata studiata fin nei piccoli particolari e si vede, nuvole tangibili che attraversano le città, pavimentazioni riflettenti, città in festa, case di marzapane e giardini dimenticati, ordalie di colori e di npc, viste le illustri partecipazioni a questo gioco non ci sarà difficile avere deja-vu di Chrono Cross e Final Fantasy VIII, le ambientazioni sono sicuramente tra le più ispirate di questa generazione. Per il chara design la situazione è leggermente differente, per alcuni che sembrano uscire direttamente da un cartone di Miyazaki gli altri si perdono in un aura di anonimia, troppo barocchi nel loro sfarzosi ed elaborati abiti (a volte tanto sfarzosi da essere tagliati persino nella diagol-icon), alcuni dei personaggi principali sembrano più usciti da Soul Calibur che essere parte di un gioco di ruolo (Gibari su tutti). Il comparto sonoro soffre della stessa dicotomia, bellissime ed ispirate le musiche (quella della foresta di sadal suud con i cori femminili semplicemente da pelle d’oca) pessimo il doppiaggio dei personaggi. Poche voci azzeccate, pathos che rasenta terra, i doppiatori leggono ma non vivono nemmeno una parola ed è un peccato perché il gioco è davvero molto parlato e avrebbe potuto essere un arma.

Baten Kaitos: le ali eterne e l'oceano perduto
Baten Kaitos: le ali eterne e l'oceano perduto

Se non si fosse capito va ribadito: Baten Kaitos è senza dubbio un bel gioco. Si è sempre parlato della carenza di giochi di ruolo per la console di Nintendo,ma a questo punto è necessario rispolverare il concetto dei "pochi ma buoni". Su una intrigante storia storia si innesta una delle più interessanti interfacce di combattimento degli ultimi anni, che va così a dar vita ad un gioco longevo, profondo, tattico e difficile. Le uniche macchie sono rappresentate dalla realizzazione dei personaggi (a quacuno sicuramente piaceranno) e dal doppiaggio scadente. In definitiva secondo rpg su cubo, e secondo must-have per appassionati del genere e non.

    Pro:
  • Innovativo sistema di combattimento
  • Storia avvincente e con colpi di scena
  • Ambientazioni da sogno
    Contro:
  • Character design inappropriato
  • Doppiaggio quasi amatoriale
  • Alcuni scontri sono assolutamente frustranti

Ogni volta che viene annunciato un nuovo gioco di ruolo per Gamecube lo si vive sempre come un piccolo evento. Quando poi all’annuncio dell’rpg in questione si affianca il nome di una software house di grossa rilevanza allora la portata dell’evento aumenta fino a sfociare nella più bieca ed impaziente attesa da videogiocatore. A far le veci della categoria, dopo l’ottimo Tales of Symphonia, è un altro gioco prodotto da Namco e sviluppato dai Monolith (ricordati dai più per Xenogears, uno dei migliori giochi di ruolo della scorsa generazione) dal nome Baten Kaitos: Eternal Wings and the Lost Ocean.