Buone nuove sul fronte occidentale
Le prime novità di Battlefield 2 sono le coalizioni in lotta e lo scenario: lasciato per sempre il Vietnam, ci ritroviamo infatti nell’immediato futuro fra Golfo Persico e Cina, con la possibilità di controllare la coalizione mediorientale (CMO), quella cinese (l'altisonante “Esercito di Liberazione Popolare”) o l'onnipresente contingente americano USMC (potevano mancare loro dove c’è una guerra?). Naturalmente ogni coalizione si differenzia dalle altre dal punto di vista degli armamenti e dei mezzi a disposizione. All’inizio della partita il giocatore deve scegliere fra le classi (o specializzazioni) che ogni soldato può avere. Esse sono salite a sette: forze speciali, assaltatori, tiratori, medici, genieri, supporto e anti-carro, ognuna delle quali ben delineata e non personalizzabile come invece accadeva in Battlefield Vietnam.
Positiva l’implementazione di una limitazione in tempo reale della grandezza della mappa in base al numero di giocatori presenti, caratteristica che aiuta in modo significativo dal punto di vista del lag e delle prestazioni.
Buone nuove sul fronte occidentale
La modalità di gioco principale è quella già vista in passato, ossia “Conquista”, divisa in tre varianti: Assalto, Doppio Assalto e Diretta. Le regole sono rimaste le medesime: ognuna delle fazioni deve far terminare le risorse delle altre (chiamate “tickets”) o conquistare tutto il territorio della mappa occupando gli avamposti e sostituendo tutte le bandiere nemiche con le proprie (operazione che richiede diversi secondi e può lasciare in balia di attacchi improvvisi). Ogni coalizione può essere di 8, 16 o 32 giocatori a seconda delle impostazioni della mappa, per un massimo di 64 giocatori in totale su un solo server. Positiva l’implementazione di una limitazione in tempo reale della grandezza della mappa in base al numero di giocatori presenti, caratteristica che aiuta in modo significativo dal punto di vista del lag e delle prestazioni.
La strategia è il sale della guerra
Le novità che segnano la vera evoluzione della serie sono però tutte a livello di gestione squadre, strategia e comunicazione. In Battlefield 2 oltre a poter giocare da solo, atteggiandosi un po’ da “lupo solitario”, esiste la ben più interessante possibilità di organizzarsi in team (squadre), ovvero sia gruppi di giocatori, da un minimo di 2 fino ad un massimo di 6, che all’atto pratico eseguono azioni coordinate spostandosi insieme, organizzando attacchi, coprendosi le spalle e quanto altro sia richiesto ad una vera e propria squadriglia militare. Ogni team ha un capo, che naturalmente deve dirigere la squadra organizzando attacchi, spostamenti e via dicendo.
Un’innovazione ancora più grande è quella del commander, o comandante, un vero e proprio stratega della coalizione che invece di buttarsi nella mischia resta dietro le quinte ad organizzare e dirigere le operazioni, aggiungendo non poca profondità al gameplay.
La strategia è il sale della guerra
Un grande vantaggio di far parte di una squadra è quello di avere il respawn vicino al capo squadra, cosicché dopo la morte ci si ritrova immediatamente resuscitati nel fulcro dell’azione senza dover perdere tempo a raggiungere la zona interessata dagli scontri, talvolta parecchio lontana (vista la vastità delle mappe). Un’innovazione ancora più grande è quella del commander, o comandante, un vero e proprio stratega della coalizione che invece di buttarsi nella mischia resta dietro le quinte ad organizzare e dirigere le operazioni, aggiungendo non poca profondità al gameplay. Il commander viene eletto a inizio partita tramite un voto democratico tra i giocatori, ed ha a disposizione una particolare interfaccia utente chiamata UAC, nella fattispecie una visuale satellitare della mappa attraverso la quale può gestire le truppe, utilizzare l’artiglieria, paracadutare medikit e kit di riparazione veicoli nei punti dove essi sono necessari e diverse altre cose piuttosto interessanti. Il VoIP è invece uno strumento di comunicazione vocale integrato nel gioco, che funziona più o meno come i noti TeamSpeak o Roger Wilco. Attivandolo si potrà comunicare vocalmente con i membri della propria coalizione (incluso il commander in caso siate capi squadra) senza dover installare software esterni.
Naturalmente non manca la modalità single-player, che vi permette di giocare le mappe offline con dei Bot (diminuitivo di robot, ovvero sia personaggi utilizzati dall’intelligenza artificiale del computer), ma essa è da intendere come semplice banco di prova o di allenamento in previsione di partite online. Seppur in BF2 si possa rilevare un’intelligenza artificiale leggermente migliorata rispetto ai prequel, infatti, essa non è ancora evoluta a dovere e spesso rende l’esperienza frustrante anche se impostata ai massimi livelli.
Tutti in prima linea
Ma andiamo a testare “su strada” questo BF2: buttiamoci nell’azione. Se si dovesse spiegare brevemente la natura di Battlefield 2 ad un giocatore abituato a FPS più classici come Counter-Strike e simili, sarebbe opportuno iniziare descrivendo la libertà di azione, la varietà strategica e la moltitudine di diverse situazioni che si possono incontrare in una partita. Battlefield 2 ha mappe enormi, dove si possono utilizzare una nutrita serie di veicoli terrestri, aerei e navali, dove si può affrontare una battaglia in mille modi diversi. Come nei prequel, il gameplay è un buon compromesso tra realismo e immediatezza: se armi, veicoli e scenari sono stati riprodotti con una cura degna di un vero e proprio simulatore, le velleità simulative dell’azione vera e propria sono piuttosto ridotte, permettendo un’esperienza appagante fin da subito, per nulla frustrante ma al tempo stesso discretamente profonda grazie agli elementi strategici inseriti. Come già detto nella preview, Battlefield 2 non è certo un arcade sfrenato (alla Serious Sam, tanto per intenderci) ma un gioco che scende a compromessi per evitare i livelli di frustrazione che possono assalire il giocatore medio in titoli più simulativi, come ad esempio in Operation Flashpoint, dove il minimo errore costa la vita; non scandalizzatevi quindi se talvolta avrete bisogno di mezzo caricatore di mitraglietta per uccidere un nemico, o se un dottore riesce a resuscitare un soldato ucciso da un colpo di cannone in faccia, o ancora se andrete incontro a morte certa dopo un contatto anche minimo con un qualsiasi veicolo in movimento (speriamo che questa ultima cosa sia corretta con qualche patch).
Battlefield 2 non è certo un arcade sfrenato, ma un gioco che scende a compromessi per evitare i livelli di frustrazione che possono assalire il giocatore medio in titoli più simulativi
Tutti in prima linea
Il bilanciamento delle classi e il comportamento dei veicoli è in fin dei conti più realistico che in passato: ad esempio non abbiamo più il cecchino onnipotente (anche se ancora è una classe molto valida) e la fisica dei mezzi è sensibilmente migliorata, non permettendo più quelle manovre da circo che non era raro vedere in BF 1942 e Vietnam, anzi risulta necessario un certo periodo di apprendistato in caso di elicotteri o caccia. Controverso invece il discorso sulle armi, che sembrano avere ancora meno rinculo rispetto alle edizioni precedenti e in alcuni casi sono mal bilanciate. I veicoli utilizzabili sono numerosi e differenziati da coalizione a coalizione. Si nota una certa disparità fra veicoli terrestri ed aerei rispetto a quelli marini, presenti in sole due varianti, aspettatevi quindi di trovare il fulcro dell’azione lontano dalle onde del mare. In compenso le prime due tipologie di mezzi sono davvero nutrite, e fra esse si trova di tutto: jeep Hummer, carri armati M1A2 Abrams, Jet F15 Strike Eagle, elicotteri da trasporto Z-8, Mig 29, elicotteri Havoc e tantissimi altri. Nota negativa per quanto riguarda la macchinosità e la lentezza dell’interfaccia server, che ogni tanto ha anche il coraggio di impallarsi per minuti interi. La situazione davvero drastica nella versione retail del gioco è stata in parte aggiustata con le prime due patch, ma ancora non sono rose e fiori (l'ultima in particolare è disponibile nella nostra Area Files insieme al demo giocabile).
Grafica e sonoro
Dal punto di vista grafico Battlefield 2 si difende piuttosto bene, e anche se analizzando i singoli aspetti che insieme vanno a formare il comparto visivo del gioco non troviamo niente di straordinario o particolarmente eclatante, l’impatto generale riesce a convincere anche i giocatori dal palato più fine, soprattutto nel caso si abbia un PC altamente performante che permetta di impostare tutti i dettagli al massimo. BF2 non ha, ad esempio, il motore fisico di Half-Life 2, e non ha un livello di dettaglio da far cadere la mascella, ma può vantare un polygon count più che buono nei modelli poligonali dei veicoli e delle persone, e se per il paesaggio non si possono tessere le medesime lodi (esso è infatti talvolta un po’ scarno e poco dettagliato), è però innegabile che gli ambienti siano altamente caratteristici e immersivi, nonché davvero enormi (favolosa la mappa “Alpine”). Le animazioni dei soldati sono buone, così come gli effetti di luce e particellari, e le sporadiche compenetrazioni poligonali non rovinano di certo l’esperienza visiva. Il motore grafico è molto scalabile, e permette di far girare il gioco anche su macchine meno potenti, ma non dimenticatevi che tutte le schede video che non supportano gli shaders 1.4 non sono compatibili con BF2 e non possono quindi farlo girare; parliamo di schede molto diffuse come Geforce 2, 3 e 4, Radon 92x0 e via dicendo. Esistono particolari tweak che forzano BF2 a partire su Geforce 4, ma con risultati quantomeno ridicoli, e questa pratica non è quindi consigliata. Per aumentare le prestazioni si può disabilitare il VoIP e abbassare gli effetti di illuminazione e ombre, mentre per lo swap c’è poco da fare: per eliminarlo completamente occorre installare almeno 1,5gb di ram (mica cotica). Per gli utenti NVIDIA si consigliano i driver ForceWare 77.50 o 77.72, e non i 77.30 inclusi nel gioco. Con la mia configurazione (Barton 2600+, 9800Pro e 1 giga di RAM) il gioco non ha mostrato incertezze particolari nemmeno alle risoluzioni più spinte con un livello di dettaglio medio. Anche l’aspetto sonoro non delude, con una buona gamma di effetti sonori per veicoli ed armi che rendono l'esperienza piuttosto appagante, risultando il complemento ideale per il comparto grafico. Caratteristica la musica medio-orientaleggiante in chiave moderna nei menu.
Commento finale
Electronic Arts voleva un sequel che mantenesse la formula vincente dei primi due Battlefield ma ne migliorasse sensibilmente molti aspetti riguardanti gameplay e aspetto strategico-organizzativo: il risultato è stato ottenuto in pieno, e Battlefield 2 sale di diritto nell’olimpo degli FPS Online, ponendosi come un sicuro punto di riferimento per migliaia di appassionati vecchi e, non abbiamo dubbi, nuovi. Un titolo consigliatissimo a chiunque cerchi un po’ di azione online, e che anche in prospettiva di mods (le inevitabili modifiche che prima o poi cominceranno a fioccare, come il famoso Forgotten Hope di Battlefield 1942) sembra avere un futuro più che roseo. Fastidiosa la poca ottimizzazione di alcuni aspetti, che comunque sarà probabilmente risolta in modo definitivo con future patch. Come dico sempre, nei giochi online una delle componenti più importanti è al di là delle competenze della software house: la qualità dei giocatori che troviamo sui server. In qualsiasi videogame online può capitare (e purtroppo capita) che delle partite siano letteralmente rovinate da utenti che in buona o cattiva fede interpretano in maniera errata lo spirito del gioco, ma vi assicuro una cosa: se giocato con la gente giusta, applicando la doverosa dose di strategia e teamwork, BF2 regala indubbiamente un’esperienza che è difficile da replicare in altri titoli del genere attualmente in commercio.
- Pro
- Gameplay immediato e sufficientemente profondo
- Ottime mappe
- Sistema comandante e VoIP
- Contro
- Interfaccia server lenta e macchinosa
- Richieste hardware particolarmente esose al massimo dettaglio
- Caricamenti piuttosto lunghi
Le guerre non finiscono mai…
…proprio come gli esami. Ma che brutta cosa la guerra, vero? E pensare però che quando si parla di videogiochi essa diventa una delle pratiche più divertenti ed innocue che si possano fare seduti davanti allo schermo di un PC, magari in compagnia virtuale di tanti altri giocatori collegati da tutto il mondo. Questo è un concetto confermato dal successo dei tantissimi giochi a sfondo bellico che da sempre popolano il mondo videoludico, e fra questi in particolar modo i First-Person Shooters, veri e propri mattatori. Parlando di FPS giocati online, fino a pochi anni fa il panorama era chiaro, poco equivocabile: Counter-Strike, la celeberrima modifica di Half-Life, dominava indisturbato lasciando solo le briciole ai pochi contendenti sulla piazza. Da un po’ di tempo a questa parte la musica è cambiata, e a spartirsi la torta sono arrivati numerosi titoli. Il nuovo capitolo della fortunata serie Battlefield è fra questi, e promette di bissare e superare il successo dei prequel: dopo Battlefield 1942 e Battlefield Vietnam, Electronic Arts e Digital Illusion scendono di nuovo sul campo di battaglia con Battlefield 2, mettendo sul piatto alcune innovazioni piuttosto interessanti. Andiamole a vedere da vicino.