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Battlelands Royale, la recensione

Provate a indovinare a che genere si riferisce Battlelands Royale

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   06/07/2018
Battlelands Royale
Battlelands Royale
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Senza nemmeno fare un grande sforzo immaginativo, Battlelands Royale dice tutto già a partire dal titolo, alquanto esplicito per quanto riguarda genere di riferimento e ispirazione. Ebbene sì, è proprio un altro battle royale, anche se in questo caso creato appositamente per le piattaforme mobile e dunque caratterizzato da uno stile particolare, non trapiantato direttamente da qualche gioco celebre sulle piattaforme domestiche. I battle royale sui dispositivi mobile sono ormai un trend imperante, e non stupirebbe più di tanto se la maggior parte dell'utenza del genere si stesse spostando in massa su queste piattaforme, vista anche la meccanica particolarmente adatta alla fruizione in mobilità. Per poterli adattare al meglio, però, c'è bisogno di qualche accorgimento e un gioco progettato proprio per questi device ha sicuramente una marcia in più in questo senso.

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Battlelands Royale riesce a catturare gli elementi centrali del canone battle royale ma rendendoli più fluidi e dinamici, costruiti su un sistema di controllo e un'interfaccia che sono creati appositamente per il touchscreen e la differenza si sente tutta, nel pieno del gioco. La meccanica è quella solita: si viene lanciati dall'alto all'interno di un'ampia mappa con l'area esplorabile che si restringe progressivamente. Nel mentre dobbiamo raccogliere armi, munizioni e difese e predisporci agli scontri con gli altri giocatori, che con la costante riduzione dell'area percorribile cominciano a diventare sempre più frequenti. L'ultimo che resta in piedi ha vinto. È insomma il concept originario di Playerunknown's Battlegrounds, spogliato dunque di quegli elementi di crafting che hanno reso famoso Fortnite ma proprio per questo particolarmente veloce e intuitivo anche per partite più brevi e frequenti. Ovviamente si tratta di un free-to-play, dunque dobbiamo attenderci le micro-transazioni, in questo caso incentrate sulla presenza dei "Battle Bucks", ma questi servono soprattutto a modificare l'aspetto del personaggio principale e non colpiscono più di tanto il bilanciamento del gioco.

Battle royale portatile

L'azione è inquadrata dall'alto con una sorta di prospettiva isometrica, cosa che già cambia un po' la situazione rispetto alla classica terza persona dietro le spalle del protagonista, perché concede una visione ampia della mappa circostante ma con meno profondità di campo perché non è possibile vedere cosa si cela al di là dei pochi metri visibili intorno al personaggio. Sembra peraltro un'impostazione destinata ad ottenere sempre più attenzione in questo genere, come dimostrato anche dal gioco recentemente annunciato su Cyanide and Happiness, impostato esattamente allo stesso modo. I controlli sono affidati a due stick virtuali sul touch screen che consentono spostamento e fuoco in maniera del tutto simile a quella classica dei twin-stick shooter, ma la risposta ai comandi è quasi perfetta e le levette virtuali, una volta tanto, funzionano davvero bene. Il fatto di eliminare buona parte delle complesse interfacce a tasti che solitamente si presentano nei porting dai giochi per PC e console, data la necessità di replicarne i controlli più complessi, risulta vincente.

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Una volta atterrati sulla mappa non dobbiamo fare altro che trovare armi, munizioni e scudi da raccogliere semplicemente passandoci sopra, con gli scontri che avvengono esattamente come ci si aspetterebbe in un twin-stick shooter. La diversità delle armi risulta fondamentale per impostare l'approccio allo scontro: ci sono fucili e lungo e corto raggio, più potenti o con rateo maggiore, ma è possibile utilizzarne solo uno per volta. Il problema è che la quantità di modelli di armi al momento è ancora piuttosto bassa, e data tra l'altro l'impostazione grafica non sono nemmeno facilmente distinguibili a una prima occhiata. C'è poi probabilmente bisogno di un po' di bilanciamento perché alcune armi, come il fucile d'assalto, sembrano più semplici da utilizzare ed efficaci rispetto ad altre. Il fatto di avere a che fare con una mappa non molto estesa e con riduzioni più frequenti impone un ritmo di gioco molto più veloce che si associa bene all'ambiente mobile, anche se le partite tendono a durare anche troppo poco. Lo stile grafico scelto, con la sua impostazione cartoonesca e caricaturale, rappresenta una buona reinterpretazione ironica dei giochi di questo tipo che si associa bene allo spirito faceto di Battlelands Royale.

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Conclusioni

Versione testata Android, iPad 0.5.2
Prezzo Gratis
Multiplayer.it
7.8
Lettori (9)
8.4
Il tuo voto

Battlelands Royale non ha ovviamente la profondità di Fortnite o la varietà di armi e situazioni di PlayerUnknown's Battlegrounds, ma proprio nel suo distinguersi dai due più celebri campioni del genere riesce a trovare una sua forza. È probabilmente più godibile come gioco su piattaforme mobile grazie alla sua interfaccia costruita nativamente per questo ambiente e al ritmo imposto dalle dimensioni della mappa e dall'inquadratura, anche se nella sua semplicità può annoiare presto. Tuttavia la competizione costante con gli altri giocatori online rappresenta una spinta notevole a tornare in partita, così come la velocità di esecuzione dei match. Essendo gratis e senza troppi problemi in termini di micro-transazioni, una prova è consigliata.

PRO

  • Ottima interfaccia tattile
  • Colorato, simpatico e pulito
  • Ritmo velocizzato ottimale per il mobile

CONTRO

  • Totalmente derivativo
  • Molto semplice come meccanica di gioco
  • Qualche problema di bilanciamento negli scontri