C'è una catastrofe che rischia di distruggere il pianeta Ketern, su cui siamo stati inviati per cercare potenziali sopravvissuti di precedenti spedizioni e, soprattutto, per trovare e fermare la fonte d'energia sconosciuta che sta per rendere questo remoto corpo celeste un arido deserto senza vita. Siamo nel 2766 e a quanto pare, nonostante l'immenso sviluppo tecnologico ci consenta di viaggiare nello spazio, non siamo riusciti a inventare una tuta che riesca a fornirci ossigeno per più di cinque minuti o delle barrette energetiche che possano sostentarci per almeno un intero giorno. Nei panni di Quinn Hicks, un agente dei Corpi Spaziali del Congresso dei Mondi Uniti, dobbiamo quindi riuscire a far sopravvivere noi, il pianeta e tutti i suoi abitanti, aiutati dall'androide C.A.R.L., che funge da strumento multifunzione, in grado di darci indicazioni, eseguire scansioni e quant'altro. Ma varrà la pena di farlo? Per scoprirlo non vi resta che continuare a leggere la recensione di Beyond Contact.
Scenario
Mentre parliamo con un abitante di Ketern, Quinn muore. Capiamo subito il motivo dell'improvviso decesso: è finito l'ossigeno. Beyond Contact è un gioco che trasmette ansia sin dai primi istanti, anche in momenti in cui non dovrebbe. Ketern viene generato proceduralmente e dobbiamo andare in giro a scansionare la flora e la fauna locali, raccogliere materiali e risorse ed evitare i mostri che popolano i diversi biomi, attaccati l'uno all'altro come a formare un mosaico astratto. Quinn ha continuamente fame e ha bisogno di ossigeno, con quest'ultimo che si può ottenere da alcune bolle che si trovano qua e là sul pianeta. All'inizio è completamente indifesa, ma con il passare delle ore potrà dotarsi di strumenti offensivi, che l'aiuteranno nell'esplorazione e le consentiranno di raggiungere anche le zone più impervie e distanti, dove si trovano le risorse migliori, arrivando a costruirsi un'intera base dotata di difese e di mezzi di produzione autonomi. In realtà combattere non è poi così coinvolgente, visto che ci si limita a a usare l'arma selezionata sui nemici di turno, senza doversi prodigare in particolari virtuosismi, a parte qualche momento di azione mordi e fuggi quando siamo in netta inferiorità numerica. Detto questo, finché è possibile è meglio evitare i nemici.
Esplorare è fondamentale per l'esperienza di gioco, perché non solo ci fa scoprire nuove aree, ma ci permette di scansionare più oggetti, facendo progredire contestualmente il nostro albero tecnologico (le scansioni fruttano punti ricerca). All'inizio possiamo estrarre i materiali solo da alcune piante, ma già con il primo piccone diventa possibile ottenere dei minerali base, che aiutano moltissimo nell'aumento di varietà degli oggetti costruibili.
Il problema, come detto, è che Beyond Contact mette una certa ansia, che probabilmente voleva essere tensione nei piani dei designer: i primi nemici sono implacabili e desistono dall'inseguirci solo dopo che abbiamo percorso lunghe tratte, le risorse sono distribuite casualmente e il gameplay ha la tendenza a essere implacabile. In una partita siamo finiti su di un bioma tossico, che non potevamo ancora gestire, siamo quindi fuggiti per finire su di un bioma radioattivo, quindi su un altro tossico e poi ancora su uno radioattivo. Sembrava che non ci fosse via d'uscita. Correndo come pazzi, mentre le scarse resistenze della tuta di Quinn ci proteggevano a malapena, siamo arrivati mezzi morti in un agglomerato alieno, dove siamo morti definitivamente mentre parlavamo per cercare aiuto e informazioni, come raccontato all'inizio del paragrafo.
Sopravvivere
L'inquadratura alla Diablo e la mappa con indicate tutte le risorse aiutano un bel po' a gestire Quinn e i suoi bisogni, perché danno una visione più ampia dell'area in cui ci troviamo, permettendoci di individuare facilmente le risorse presenti. Da buon survival, Beyond Contact é un continuo raccogliere risorse e costruire nuovi apparecchi, quando non ci viene richiesto di raggiungere il nuovo obiettivo della storia principale, con il loop che viene interrotto solo da qualche semplice missione, solitamente di tipo vai da punto A a punto B, raccogli qualcosa o parla con qualcuno e ritorna, e dalla costruzione della base vera e propria che, quando sbloccata, diventa un po' il fulcro dell'esperienza. Forse anche troppo, visto che difenderla dai continui attacchi è davvero difficile e a volte finisce per strozzare il giocatore, costringendolo a farle da balia, nonostante si siano spese molte risorse per difenderla.
L'obiettivo degli sviluppatori era indubbiamente quello di creare un gioco molto difficile che, nonostante la natura survival, non desse un attimo di tregua al giocatore. Quindi la raccolta delle singole risorse è molto rapida e non si passano ore a scavare montagne o ad abbattere arbusti, come già detto i combattimenti si risolvono più o meno velocemente a seconda dell'arma impugnata e si corre costantemente da una parte all'altra a caccia di ossigeno e cibo. Il problema è che dopo qualche ora di gioco Beyond Contact inizia a stancare. La fase di ingresso dura poco, visto lo scarno tutorial, i vari sistemi vengono introdotti gradualmente, ma sulla lunga distanza non emerge niente che renda l'esperienza particolarmente interessante.
Nemmeno il sistema di costruzione stupisce più di tanto. È abbastanza ricco, tra possibilità di personalizzazione della base, costruzione di strutture di supporto, produttive e agricole, nonché difensive, ma non offre niente di davvero unico rispetto ai mille altri survival sul mercato. Ci sono echi di Factorio, altri di Harvest Moon, ma in linea di massima ci si appassiona poco a ciò che si costruisce, tanto che in alcuni momenti lo si percepisce più come una strozzatura, che ci impedisce di andare a fare qualcosa di più interessante, che come una caratteristica con cui si voglia davvero passare del tempo.
Senza infamia e senza lode
Dal punto di vista tecnico Beyond Contact è senza infamia e senza lode. Stilisticamente sembra un fumetto pop fantascientifico, scelta sottolineata anche dalle scene di intermezzo realizzate, appunto, come dei fumetti. Il che non sarebbe nemmeno male, se non fosse che la generazione procedurale delle mappe rende il mondo di gioco anonimo e, soprattutto, poco organico. Ci sono delle zone più interessanti, le strutture indigene sono ben concepite, uscite come sembrano da anni in cui la fantascienza era molto più ingenua di quella moderna, e gli elementi della base sono ben fatti, ma non c'è niente che spicchi davvero, sia in positivo, sia in negativo. La stessa vegetazione aliena, per quanto non priva di peculiarità, diventa presto ripetitiva e non crea quasi mai paesaggi interessanti, limitandosi alla sua funzione.
La storia di suo sarebbe anche interessante, se non fosse che in alcuni momenti viene castrata dai sistemi survival e si è quasi costretti a correre saltando i dialoghi o dedicandosi meno del dovuto all'esplorazione di certi luoghi, per non incorrere in morte certa. Capiamo la volontà di mantenere alta la pressione, ma il tutto non è gestito al meglio e certe costrizioni finiscono per pesare sull'esperienza di gioco più che arricchirla. La sostanza è che è difficile dire che Beyond Contact non ci provi e in molte occasioni non faccia il suo, ma senza riuscire mai a risaltare e senza mostrare mai qualche punto di forza che lo renda imperdibile, quasi che provando a fare tutto, non sia riuscito a fare niente al meglio.
Conclusioni
Tutto sommato Beyond Contact non è completamente disprezzabile, ma non ha aspetti che lo rendano imperdibile. In alcuni momenti si limita a funzionare, in altri prova a elevarsi senza riuscirci. Vuole essere molto difficile e ci riesce, ma a volte non nel modo migliore. Non è disastroso, questo no e ha anche i suoi momenti. Forse aveva bisogno soltanto di più coraggio.
PRO
- Il ritmo è veloce
- Le meccaniche di raccolta delle risorse e di costruzione funzionano
- La storia è interessante
CONTRO
- Ha delle meccaniche ansiogene che possono rivelarsi controproducenti per l'esperienza
- Non c'è niente che lo faccia risaltare
- In alcuni momenti sembra di fare da balia alla base