Il fascino delle fiabe sopravvive allo scorrere del tempo e al mutare dei gusti. Oggi come secoli fa, incantano bambini, adolescenti, adulti, anziani. Chi sceglie di approfondire la genesi o le radici folcloristiche, si accorge inoltre che le versioni originali sono diversissime da quelle attuali. Moltissime fiabe, all'inizio, era assai più oscure rispetto ad oggi; ne leggiamo fondamentalmente una versione edulcorata, conservando spesso solo protagonisti e contesti. Però vi sono anche nemici nati cattivi e rimasti tali, come la strega Baba Yaga.
La presenza di Baba Yaga è una costante nella letteratura popolare dell'Europa orientale. Ispirandosi a un personaggio così celebre, gli sviluppatori di The Parasight - molti dei quali veterani di Bloober Team - hanno pensato bene di intesservi attorno una storia mai raccontata prima, ambientandola addirittura all'interno di un open world, ora disponibile su console e PC: Blacktail. "Addirittura" non perché vi siano leggi a vietarlo, ma perché The Parasight è a tutti gli effetti un team indie e sappiamo bene quanta cura, lavoro e risorse richiedano i titoli a mondo aperto. pensate al recente Assassin's Creed Valhalla, probabilmente ad oggi, per vastità, il massimo esponente del genere.
Quella che segue è la recensione di Blacktail, frutto di una ventina (o poco più) di ore di gioco su PlayStation 5. Se vi sembrano poche, continuate a leggere, così da comprendere natura, dimensioni e struttura di questa curiosa incursione nelle terre del fantasy.
La storia: Baba Yaga e un mistero da svelare
Blacktail narra le origini della strega Baba Yaga. Sull'intera storia aleggia un vago senso di incertezza e di inquietudine, e questo è bene perché entrambe garantiscono il fascino inaspettato dell'intera produzione; la narrazione in sé nei primi momenti non convince del tutto, ma dopo un paio di ore resterete letteralmente incollati allo schermo perché vorrete saperne di più su questa strana ragazza, Yaga, e sul destino di sua sorella Zora.
Molti sono, da subito, i punti oscuri della vicenda. Yaga ha manifestato strani poteri, ed è avvenuto un incidente nel villaggio in cui vive con la sorella; Zora è poi sparita dalla circolazione. Per poter tornare nella propria casa, Yaga è quindi alla sua ricerca, ma la ragazza sembra essersi volatilizzata nel nulla. In tutto questo, Yaga continua ad indossare per tutto il tempo una maschera inquietante sul volto, e come se non bastasse sente una Voce - sono i consigli costanti di un vero e proprio essere soprannaturale, di una strega dei boschi, la quale non sembra però avere una consistenza fisica.
Di più non possiamo dirvi, ma sappiate che l'intera avventura consiste in questo: nella ricerca della sorella di Yaga, la quale lungo il percorso deciderà, come si dice, "quale mestiere vorrà fare da grande". Ovvero, se abbracciare il sentiero della luce, agendo per il bene del mondo della foresta, o dell'oscurità, mostrandosi dunque priva di scrupoli e sfruttando ogni essere vivente pur di raggiungere i propri scopi. La scelta starà al giocatore, il quale dovrà selezionare determinate opzioni durante i dialoghi oppure compiere determinate azioni. Anche piccole, anche apparentemente insignificanti: se un uccello resta intrappolato in una pianta carnivora, preferite colpire la pianta uccidendo entrambi oppure trovare una soluzione che consenta di liberare la creatura intrappolata?
Il mondo di gioco è poi ricco di personaggi secondari più o meno rilevanti: Gnoll (sorta di troll fiabeschi), funghi giganteschi (tanto inquietanti quanto... parlanti!), formiche assetate di sangue, larve che gestiscono il mercato locale, draghi famelici di miele e ogni altra stranezza possibile. L'ambientazione è assolutamente perfetta e coerente con il mondo fiabesco dell'Europa orientale, inquietante e costantemente oscillante tra atmosfere solari e notturne. La storia può essere completata in circa dodici o quindi ore, a seconda di quanto vorrete esplorare il circondario.
Il mondo di gioco: un open world?
Il mondo di gioco di Blacktail può sembrare a tutti gli effetti un open world, e in un certo senso lo è, dal momento che si può esplorare in (quasi) assoluta libertà una mappa di gioco estesa, curata e piacevolmente densa di personaggi, eventi, oggetti e missioni. Tuttavia, proseguendo un po' nell'avventura, ci si accorge anche dei limiti dell'offerta: la mappa non è poi eccezionalmente vasta, bastano una manciata di minuti per attraversarla da un capo all'altro e soprattutto per proseguire è sufficiente seguire le indicazioni spostandosi dal punto A al punto B. Si ha subito, insomma, l'impressione di trovarsi di fronte ad una produzione indie, o che comunque non può in alcun modo eguagliare i risultati dei veri tripla AAA a mondo aperto. Questo non è per forza di cose un male: gli sviluppatori hanno voluto ricreare un contesto fiabesco nel quale il giocatore potesse immergersi. A volte riciclando un po' troppo stesso ambientazioni, elementi naturali, e nemici.
Immergersi, ma non "perdersi", questo il punto. In Blacktail si è davvero sempre guidati: l'offerta principale consiste nella storia e questa storia è il filo conduttore tra luoghi ed eventi, il punto di riferimento costante che gli sviluppatori non vogliano che perdiate mai. Tutto il resto è un pretesto, è un accessorio: il sistema di creazione degli oggetti, basato sull'accumulo di risorse, non ha nulla delle profondità o possibilità che potreste aspettarvi. Qualsiasi elemento utile si trova letteralmente ovunque: aprire l'inventario ogni due per tre, perché le frecce sono finite e bisogna quindi mettere insieme quei maledetti ramoscelli, è più seccante che altro. Anche lo spostamento rapido basato sui gatti neri della strega ci ha lasciati un po' perplessi: vale quasi la pena di farsela a piedi, tanto non ci vuole molto. L'unico luogo davvero importante è la casa di Baba Yaga, perché in quel calderone gigante è possibile sbloccare le nuove abilità della protagonista, portandovi ricette e ingredienti speciali.
Conclusioni
Blacktail è un'avventura in prima persona tutta dedicata alla figura di Baba Yaga, ambientata in un mondo aperto fiabesco, inquietante e affascinante allo stesso tempo. La storia si mostra quasi da subito accattivante, e le meccaniche funzionano: per completare le missioni ed esplorare l'ignoto bisogna impugnare saldamente il proprio arco, facendo affidamento all'occorrenza sui poteri della strega. A voi la scelta sul loro utilizzo: il sistema di scelte morali, buone e cattive, influenzerà in certa parte la narrazione, e determinerà le abilità secondarie che potrete sbloccare. Tutti questi aspetti nell'insieme si mostrano funzionali, ma senza particolari guizzi creativi, e anzi con parecchie incertezze. Le meccaniche survival lasciano a conti fatti il tempo che trovano, rivelandosi più un impiccio che altro; alcuni poteri permettono di ignorare lo stesso utilizzo dell'arco, almeno con i nemici minori; gli scontri con i boss sono non solo dimenticabilissimi, ma spesso frustranti (si pensi al drago del miele, ormai nostro incubo ricorrente). Infine, su PlayStation 5 dal punto di vista tecnico davvero non ci siamo: il colpo d'occhio generale in qualche modo si salva, ma la fluidità no.
PRO
- Ambientazione e trama affascinanti
- Mondo piacevole da esplorare
- Le abilità garantiscono approcci differenti agli scontri
CONTRO
- Scelte morali non sempre chiare
- Gameplay già visto, e neanche troppo approfondito
- Su PlayStation 5 comparto tecnico da rivedere