Quest'anno risulta particolarmente difficile scrivere la recensione di Call Of Duty: Black Ops 4. Con gli scorsi capitoli, la riproposizione pedissequa dei contenuti aveva reso infatti quasi meccanico stendere un articolo: si partiva dalla campagna, si elencavano i vari elementi tecnici che la componevano e la differenziavano dal multiplayer, si osservava e si giudicava la regia, la recitazione, la scelta degli attori protagonisti e il ritmo di gioco, per poi passare al multiplayer con le sue novità e alla campagna zombie per chiudere il cerchio. Questi tre elementi potevano essere apprezzati o meno, di alta qualità o realizzati in maniera problematica come fu con Call of Duty: Ghosts, ma i pilastri del brand Activision sono sempre stati lì per regalare la certezza di centinaia di ore di gioco ad un pubblico di appassionati cresciuto a dismisura nel corso degli anni, a tal punto da assicurare alla serie un successo che potesse prescindere dalla somma delle sue componenti. Questo non vuol dire ovviamente che tutti i giochi del brand avessero la medesima qualità, anzi, ma quantomeno il pubblico sapeva già cosa trovare non appena acquistato il gioco e poi avviato su console o PC.
Quest'anno, come dicevamo, le cose cambiano, visto che il nuovo Call of Duty abbandona completamente la campagna singleplayer per seguire un mercato che fa ormai degli esport e della spettacolarità le teste di ariete per sfondare tra community e influencer. Basta guardare Twitch negli ultimi anni per capire come la spinta pubblicitaria della campagna avesse perso qualsiasi forza, lasciando solo le modalità competitive e le mappe zombie a portare avanti la popolarità del titolo nei mesi successivi al lancio. Activision con Call of Duty: Black Ops 4 compie una mossa particolare e, invece di cercare di tracciare un percorso di successo imitabile dagli altri sparatutto, sovverte le regole piegandosi al mercato, inserendo all'interno della produzione la tanto discussa modalità Battle Royale. Quest'anno ci troviamo dunque con la necessità di valutare un prodotto che perde un pezzo importante della sua essenza, guadagnandone altri, per un pacchetto finale che oggi più che mai sarà complesso far digerire al pubblico ma che può facilmente essere compreso, giustificato e accettato di buon grado da chi si avvicina al gioco senza pregiudizi.
Sparisce la campagna, resta il multiplayer
Niente più campagna singleplayer dunque: Call of Duty: Black Ops 4, con un colpo di spugna abbandona tutti i protagonisti degli ultimi anni. Niente Alex Mason, niente capitano Price, niente Frank Woods e nemmeno nessun cattivone a stimolare quello spirito patriottico che da sempre traccia un solco profondo su tutta la linea narrativa di CoD. E tutto questo succede proprio quando lo sviluppo è nelle mani di Treyarch, che con gli ultimi tre episodi ha saputo dimostrare che le campagne singleplayer potevano ancora avere un valore straordinario, tanto da poter regalare attimi mozzafiato, scene epiche e nuove idee sorprendenti, come le missioni a bivi di Call of Duty: Black Ops 2 tanto per fare un esempio. Eppure tutte queste fanfare i giocatori di Call of Duty non le hanno quasi mai sentite, perché le statistiche di apprezzamento e soprattutto quelle di completamento dicono che la campagna della serie CoD è sempre stata marginale per gli acquirenti. A mente fredda e con delle scelte da fare sul piatto, allora, giusto tagliarla, giusto spingere sui contenuti che vanno di più al momento, giusto inserire Black Out e far leva sui Battle Royale e giusto ancora di più sperimentare nuove meccaniche nel multiplayer che, in Call of Duty: Black Ops 4, non solo è divertente e riuscito ma saprà entusiasmare anche chi Call of Duty lo guarda e lo gioca decine di ore al giorno.
Treyarch ha dunque abbandonato i doppi salti, i jetpack e tutto ciò che esagerava a dismisura le strategie di ingaggio, per trovare una miscela perfetta tra i famosi "feet on the ground" visti in Call of Duty: WWII e il time to kill di Black Ops III. Se avete provato la beta di Call of Duty Black Ops 4 scoprirete sulla vostra pelle che nella versione finale del gioco si muore un po' più velocemente, lasciando invece immutate le abitudini per chi arriva direttamente dai vecchi capitoli. Certo in questo modo le cure, che ora non sono più automatiche ma vanno attivate attraverso un'abilità apposita, non sono più così facili da utilizzare e richiedono quasi sempre di restare fuori dal combattimento per qualche istante per poterne trarre giovamento. La modifica al sistema di gioco è comunque riuscita, mette in campo ulteriori cose a cui pensare e nuove strategie da attuare per poter macinare kill su kill. Uccisioni che servono e sono indispensabili per richiamare le nuove Score Streak, che si rifanno ai canoni della serie. UAV da ricognizione e casse di rifornimenti sono quelle più semplici da ottenere, fino ad arrivare a poter far uso di sciami di droni, elicotteri da battaglia o bombardieri automatizzati, nulla di realmente nuovo sotto il sole. Restando in linea con i capitoli passati rimane inalterato anche il pick ten, la possibilità cioè di scegliere dieci tra perk e attachment in modo da creare la propria classe preferita, una soluzione sempre promossa e decisamente valida sia per varietà sia per la duttilità offerta ai giocatori.
Ad aggiungersi a tutto questo arriva poi il ruolo degli specialisti, nient'altro che un modo nuovo per dotare i combattenti di una mossa speciale devastante a cooldown. Dieci i personaggi e altrettante le abilità, più o meno utili a seconda delle modalità di gioco, con, in aggiunta, una seconda abilità supplementare da usare con frequenza accelerata. Le suddette skill non sono nulla di stravolgente o particolarmente originale e traggono spunto da altri sparatutto sul mercato, come Destiny 2 o Overwatch, tanto per restare in casa Activision. È una soluzione efficace per portare freschezza e allinearsi ad altri titoli di successo senza rischiare eccessivamente.
Molti elementi insomma per un gameplay di Call of Duty Black Ops 4 che prima di tutto diverte, è spettacolare e sembra poter non annoiare, con tanto di specialisti da utilizzare come counter specifici e nelle strategie di squadra, utili in questo quarto capitolo come non mai. Chiude il cerchio delle grosse novità sul gameplay la nebbia di guerra, elemento che si struttura attorno alla mini mappa, mostrando sul radar i nemici all'interno del campo d'azione e visivo nostro e dei compagni di squadra, ponendo la comunicazione e la collaborazione su nuovi livelli.
Mappe: dall’alba dei tempi il cuore non cambia
Il sistema ludico intero regge il passare degli anni e funziona ancora in maniera sublime soprattutto grazie alle nuove aggiunte, ma Treyarch non si è limitata a rinnovare le meccaniche di gameplay. Le mappe di Call of Duty Black Ops 4 sono più estese e offrono una varietà mai vista prima: con l'arrivo degli specialisti, infatti, era necessario donare ad ogni area di gioco soluzioni diverse per accedervi e nascondersi, così da favorire un gran numero di strategie. Possiamo allora fare affidamento sui mirini termici e tenere sotto tiro i lunghi corridoi o scegliere fucili d'assalto per i combattimenti corpo a corpo, rimanendo consapevoli che con un così ampio ventaglio di soluzioni avremo bisogno che i nostri compagni ci spalleggino per avere la meglio. Non fraintendeteci, Call of Duty: Black ops 4 non è diventato un gioco di squadra à là Rainbow Six: Siege e nemmeno lo vuole essere, ma è palese che in competitivo si andranno a cercare, molto più che in passato, composizioni efficaci e complementari di classi e specialisti.
E poi ci sono modalità di gioco nuove per rimpolpare l'offerta come Heist dove, con un occhio strizzato a Counterstrike, dovremo rubare un borsone di denaro e acquistare mano a mano equipaggiamento sempre più performante; Control che chiederà invece di conquistare due obiettivi prima dello scadere del tempo; tornano anche i grandi classici come Team Deathmatch, Uccisione Confermata e Hardpoint. Si poteva allora provare a inventarsi qualcosa di strano come i vecchi Uplink o Gungame, anche se con buona probabilità queste varianti marginali verranno aggiunte in un secondo momento. Per gli amanti del singleplayer infine sappiate che potrete giocare tutta una serie di sfide per gli specialisti che sbloccheranno poi le skin relative su Black Out, brevi tutorial per avere un quadro generale e completo delle abilità disponibili e utili a dare un background ad ogni personaggio presente, con scene sempre molto violente e l'azione tipica di Black Ops, basate ovviamente su mappe e modalità del multigiocatore.
Il più grande pacchetto zombie di sempre
Ed eccoci ad approfondire la modalità zombie di Call of Duty Black Ops 4, modalità che non solo si è distinta negli anni per essere il vero motore dei contenuti scaricabili di Call of Duty, ma ha sempre dimostrato di avere una grandissima fetta di appassionati pronti a spremere ogni centimetro quadrato delle mappe per carpirne tutti i segreti. Black Ops 4 allora, per farsi perdonare della mancanza del singleplayer canonico, butta nel calderone tre campagne nuove di zecca, ognuna dotata di meccaniche e ambientazioni uniche.
Quest'anno zombie ha fatto molto parlare di sé, se non altro perché l'ambientazione mostrata durante il reveal di Los Angeles faceva vedere scontri nell'antica Roma a base di asce e mazzafrusti, lasciando che l'immaginazione vagasse libera verso un nuovo sistema di combattimento corpo a corpo o altre particolarità del genere. Diciamo che la realtà è leggermente distante e se è vero che esistono alcune armi specifiche molto potenti per i combattimenti ravvicinati, le meccaniche alla base saranno le medesime per tutte e tre le campagne, con la necessità di uccidere gli zombie, scoprire i segreti e sopravvivere alle ondate così da armarsi a puntino e arrivare a completare il tumultuoso percorso.
Fa piacere scoprire mentre si gioca che le mappe presenti hanno tutte level design particolarmente differenti: IX è circolare e sfrutta poco la verticalità, mettendovi contro tigri esplosive e gladiatori giganteschi; Voyage of Despair, ambientata sul Titanic, vi farà correre avanti e indietro da poppa a prua tra portali demoniaci e Di Caprio senza Oscar affamati solo del vostro cervello mentre Blood of the Dead, ispirata alla mappa Mob of the Dead di Black Ops 2 vi getterà tra le mura di Alcatraz con personaggi noti e cerberi da sfamare.
Ambientazioni molto varie dunque, accomunate da un sistema di crescita dei personaggi estremamente approfondito. Più che delle meccaniche delle singole mappe infatti, che esploreremo a fondo in una serie di speciali successivi, ci preme far presente che in Call of Duty: Black Ops 4 Zombie nasconde un sistema di Perks tutto nuovo. Sarà possibile infatti scegliere quattro elisir da portare in battaglia, power up permanenti a cooldown da attivare nei momenti più propizi. I tempi di recupero sono solitamente corti e vi permettono di attuare strategie interessanti e di agevolare il gioco alle difficoltà più complesse: potrete sbloccarli attraverso ampolle da miscelare, ricevendo gli ingredienti alla fine di ogni match, o comprandole attraverso lo shop, con i bonus più rari proposti sotto forma di consumabili. Ci sono poi talismani a consumo in grado di darvi un buff per tutta la partita, perks da selezionare per bonus passivi al danno o alle statistiche e persino armi speciali: ultra da utilizzare al momento più propizio per causare un gran danno e sbrogliarvi dalle situazioni più complicate.
Come per il multi insomma, tutto sembra essere stato reso più moderno, senza mai snaturare il gioco e regalando sempre ai giocatori tanta quantità e possibilità di personalizzazione, elementi a quanto pare imprescindibili per questo ultimo Call of Duty. Completa il tutto la modalità speciale Rush, una sorta di score mode, dove uccidere zombie in serie nelle mappe sopracitate il più velocemente possibile, al solo scopo di stabilire nuovi record e scalare le classifiche mondiali.
Modalità Blackout: a caccia dei 60 FPS contro altri 100 giocatori
Il mercato si è mosso in una direzione molto chiara negli ultimi due anni, promuovendo appieno i Battle Royale come nuovo genere di punta per l'intrattenimento. Che sia una moda o qualcosa di più non è questo il luogo adatto a sancirlo, quello che ci interessa però è che Treyarch non ha saputo resistere al fascino di queste mega battaglie da cento giocatori, tanto da volerle proporre anche nel loro nuovo titolo.
Call of Duty: Black Ops 4 accoglie dunque la modalità Blackout e lo fa nel modo più classico possibile: cento sfidanti verranno gettati su un'isola e dovranno fare di tutto per sopravvivere mentre una zona mortale si stringe attorno a loro. Le meccaniche di gioco non sono per nulla innovative, se escludiamo la presenza degli zombi in alcune aree specifiche, ma è da apprezzare comunque lo sforzo fatto da Treyarch per adattare il gunplay ad un sistema di gioco completamente diverso dalle partite multiplayer e che, di fatto, vive in un sistema del tutto autonomo. Sebbene Blackout non ci faccia tutt'ora impazzire va riconosciuto agli sviluppatori l'impegno nel riscrivere completamente un sistema di fisica per i proiettili, fattore non da poco se pensiamo al buon numero di armi coinvolte. Già, perché Blackout prende spunto più da Playerunknown's Battlegrounds che da Fortnite, permettendo al giocatore di montare sulle proprie bocche da fuoco preferite attachment di varia natura tra ottiche con zoom differenziati, silenziatori, caricatori aumentati e via discorrendo. Blackout è un immenso parco giochi per gli appassionati, ma tecnicamente deve scendere ad alcuni compromessi per restare fluido e giocabile.
Non tutte le texture sono di alta qualità, una scelta necessaria per non appesantire eccessivamente la mappa di gioco che risulta davvero enorme, funzionale e ricca di biomi differenziati, ma soprattutto per poter mantenere fluidi i 60 FPS che contraddistinguono tutto il pacchetto. Non appena si tocca terra si capisce immediatamente come i ritmi di gioco siano completamente differenti rispetto al solito, senza la mappa illuminata a giorno da traccianti ed esplosioni. Blackout, nella forma attuale, vi lascia tempo di pensare, di fare scorta di medikit e di armature ma vi regala anche la sensazione di essere in un conflitto costante e pressante, con colpi che sibilano in lontananza e una distanza di visuale considerevole da cui scorgere i nemici. Non mancano nemmeno mezzi e velivoli, dal modello di guida arcade e non troppo riuscito, soprattutto per le quattro ruote, per una modalità che, quantomeno al momento, sembrerebbe essere fine a sé stessa.
Bisognerà dunque vedere nel corso dei prossimi mesi come Treyarch deciderà di supportare Blackout, se verranno introdotte nuove skin, magari a pagamento, e se questo progetto riuscirà a diventare talmente importante per Activision da trasformarsi in qualcosa di più grosso di una semplice modalità alternativa al multiplayer. Lo scopriremo nei prossimi mesi, ovviamente quando i server si riempiranno di giocatori e la community prenderà vita. Il seme è stato piantato, aspettiamo fiduciosi il primo germoglio.
Conclusioni
Come abbiamo scritto nella nostra recensione Call of Duty: Black Ops 4 perde la campagna singleplayer ma questo non sminuisce il valore del pacchetto per i milioni di giocatori che ogni anno si accalcano sui server online. È proprio nel multiplayer allora che si trova una quantità di contenuti al lancio mai vista prima, con tre campagne zombie, un competitivo rifinito e arricchito da tantissime nuove variabili e la modalità Battle Royale capace, forse, di attirare nuovo pubblico. Call of Duty diventa de facto un titolo esclusivamente multiplayer, imboccando una strada ben definita seppur rischiosa, un pacchetto di valore che ci ha saputo divertire e conquistare. Il nostro consiglio è quello di accoglierlo a braccia aperte senza pensare troppo nostalgicamente al passato, le ricompense sono tutte li ad attendervi.
PRO
- Notevole livello di personalizzazione
- Tanti contenuti extra
- Split screen su zombie e multiplayer...
CONTRO
- Niente campagna per giocatore singolo
- Supporto per Black Out ancora tutto da verificare
- ...ma con un calo qualitativo considerevole