Con la next gen pronta a sbarcare nelle case di molti, si è arrivati finalmente anche a parlare di tutti quei prodotti terze parti pronti a fare il salto di qualità, nel tentativo di raggiungere vette mai toccate prima. La recensione di Call of Duty: Black Ops Cold War è l'occasione per scrivere di un titolo che è la somma ultima di quanto detto perché questo nuovo capitolo, orchestrato da Treyarch ma realizzato in collaborazione con Raven Software, mira a diventare la punta di lancia di una serie che proprio quest'anno compie il suo decimo anniversario, pronto ad affrontare una prova sicuramente non alla portata di tutti gli studi sotto l'ala di Activision.
Questo Call of Duty vuole essere inattaccabile da ogni punto di vista e per non scontentare nemmeno uno dei suoi più accaniti sostenitori, si presenta sulla griglia di partenza con una serie di feature da togliersi il cappello. Oltre alla naturale, ma non scontata, possibilità di aggiornare il gioco per passare tranquillamente da Playstation 4/Xbox One alle sorelle PS5 e Xbox Series X | S, il titolo si fregia anche di un comparto multigiocatore che prevede il cross progression e il cross save, con la ciliegina sulla torta rappresentata da quella progressione unica dell'account condivisa tra tutte le modalità di gioco. Se non siete del tutto avvezzi a queste terminologie, e per farla breve insomma, sappiate che da ovunque avvierete Call of Duty: Black Ops Cold War potrete sempre e comunque giocare con i vostri amici, ovunque questi siano, senza mai lasciare indietro un solo punto esperienza. Il futuro, oggi, parte da questo piccolo passo.
Protagonisti e prime missioni
Call of Duty: Black Ops Cold War è il seguito diretto del primo Call of Duty: Black Ops, narrativamente parlando, e potete aspettarvi di trovare in gioco alcuni dei volti noti della saga, volti che avete imparato ad odiare e amare nel corso degli ultimi anni. Tra i protagonisti di questa campagna per debellare una cospirazione sovietica ambientata negli anni '80 fanno la loro comparsa Alex Mason, il caro e vecchio Woods e anche Adler, tra gli altri, agenti con una caratterizzazione solida e un carisma da non sottovalutare.
Non vi troverete però a usarli sempre in prima persona però, visto che per la prima volta nella serie avrete la possibilità di creare il vostro alter ego personale scegliendone il sesso, il colore della pelle e altri tratti distintivi del suo passato, con opzioni caratteriali legate a perks di combattimento. Volete un soldato spavaldo? Il gioco vi accontenterà assegnando un bonus di resistenza agli esplosivi, ad esempio, o molto più banalmente danno dei proiettili aumentato se avete in mente di giocare come assaltatore. Non sono assolutamente modifiche rivoluzionarie, ma fa comunque piacere trovarle in un contesto rimasto finora blindatissimo.
Le prime missioni scorrono piacevolmente tra azioni dirompenti e spettacolari e un dinamismo ormai rodato nel corso degli anni. Tuttavia, se avete già giocato gli altri capitoli della serie, quello che succede a schermo porta ad avere forti deja vu, con le classiche esplosioni coreografiche ma telefonate e azioni di inseguimento o combattimento a bordo dei veicoli vissute già almeno una dozzina di altre volte solo negli ultimi capitoli. Mentre stavamo per gettare la spugna però, il gioco ha preso una piega estremamente interessante, appropriandosi delle caratteristiche di libero arbitrio viste in Call of Duty: Black Ops II e fino ad oggi sempre rimpiante. Così, mentre inseguite il vostro obiettivo sui tetti potete decidere di salvarlo o fargli fare un volo senza paracadute di qualche piano, andando a modificare attivamente la storia e la sua conclusione fatta di finali multipli. Cold War non fa nulla per nascondere bivi narrativi palesi, con dialoghi capaci di lasciare al giocatore la massima libertà di scelta, e questo va a sbloccare altresì missioni secondarie e plot twist interessanti, aumentando inevitabilmente la rigiocabilità della produzione.
Un'altra cosa che ci ha lasciato completamente soddisfatti è la grandissima varietà d'azione che il titolo mette in campo, dimenticandosi spesso di essere quel Call of Duty caciarone a cui siamo abituati e trasformandosi in un gioco dove l'intelligenza per risolvere obiettivi delicati di infiltrazione o riuscire a parlare con un contatto oltre le linee nemiche, diventano all'ordine del giorno. Ci sono missioni stealth, azioni di cecchinaggio, assalti a testa bassa a bordo di elicotteri militari e diverse altre opzioni per una varietà nel complesso davvero sorprendente, sia in termini di gameplay sia di puro spettacolo visivo. Con alcuni escamotage, infatti, passeremo dalla guerra nel Vietnam di qualche anno prima a missioni in Turchia del più recente passato, saltando poi tra location innevate e città sotto scacco senza soluzione di continuità. Tutto molto bello almeno finché non ci si sofferma sul lato tecnico della produzione, con un'intelligenza artificiale che purtroppo non si è evoluta, restando mezza inebetita con il corpo fuori dai ripari e incapace di adottare le più basilari tattiche di aggiramento o animazioni ancorate a un motore di gioco che proprio non vuole fare progressi da questo punto di vista. Su Playstation 4, infine, i tempi di attesa sono stati una vera spina nel fianco in tutte le modalità, costringendoci a fissare per interi minuti uno schermo che proprio non ne voleva sapere di gettarci nell'azione.
Il multiplayer e le sue modalità
Nonostante le statistiche dicano che la campagna interessa a una parte ridottissima di giocatori, l'impegno profuso in quella componente di gioco non è andata a inficiare quanto siamo soliti trovare nel comparto multiplayer.
Partiamo dall'interesse maggiore in questo contesto, sottolineando come Call of Duty: Warzone sia ormai diventato parte integrante dell'esperienza e sia stato assimilato per completezza nei menù di gioco, ma rimanga comunque un'esperienza gestita principalmente da Infinity Ward, con tanto di client esterno da scaricare nel caso in cui si voglia accedere alle partite. La modalità Battle Royale viene quindi esclusa di forza dalla nostra valutazione e oggi andremo a prendere in esame tutto ciò che Call of Duty: Black Ops Cold War offre di unico e originale e, fidatevi, di carne sul fuoco ce n'è davvero tantissima. Partiamo allora dal feedback delle armi, unico e distinguibile, con quella sensazione di sapere esattamente ancor prima di premere il grilletto come ogni singola arma può reagire al fuoco, il suo rinculo e persino i tempi di mira, con i cecchini forse ancora un po' troppo forti ma un time to kill generoso e capace di dare possibilità di risposta in tutti gli altri frangenti, restando comunque nell'ottica di un gioco frenetico e concitato come COD.
Abbiamo apprezzato sostanzialmente tutte le mappe delle modalità team deathmatch, nonostante queste siano solo sei al momento - il supporto post lancio sarà completamente gratuito, lo ricordiamo - per location di gioco capaci di alternare sempre spazi aperti per i duelli sulla lunga distanza e stretti corridoi per il corpo a corpo. Non sono ovviamente tutte perfette, con alcuni angoli ciechi noiosi da gestire e punti in chiaroscuro che rendono estremamente complesso mettere a fuoco gli obiettivi per tempo, ma ci riteniamo davvero soddisfatti per il tempo che ci abbiamo trascorso sopra.
Tutte le modalità sono ormai rodate a dovere, che si tratti di Dominio o l'amata Uccisione Confermata, per un pacchetto classico che prendiamo e mettiamo nella pila delle cose che funzionano senza nemmeno spendere troppo fiato. Quando Call of Duty: Black Ops Cold War esce dal suo seminato e cerca di fare qualcosa che non gli appartiene tuttavia, come ad esempio la modalità VIP e le Combined Arms, il bilanciamento tanto delicato va in frantumi e la sensazione di avere un gioco soddisfacente viene meno. Abbiamo trovato quasi ingiusti i carri armati che, seppur fragili, danno un vantaggio immenso a chi li governa, risultando divertenti da pilotare ma estremamente snervanti quando ci si trova a dover combatterci contro, esattamente come con le imbarcazioni su Armada.
Si può comunque sorvolare sulla questione, soprattutto quando dall'altra parte abbiamo trovato una Dirty Bomb divertentissima, un anello di congiunzione perfetto tra i Deathmatch e Warzone, con delle chicche niente male nella struttura di gioco e nel dinamismo dell'azione, fatto di continui spostamenti per raggiungere i siti nucleari e un susseguirsi di assalti e strenue difese davvero esaltanti. Ottima come sempre anche la risposta dei server, almeno in fase di recensione, ma su quello sentiamo di poter andare piuttosto sereni data la buona qualità a cui Treyarch ci ha abituati negli ultimi 10 anni.
Passaggio alla next gen
È d'obbligo un box per fare chiarezza circa i vari pacchetti disponibili sul mercato, così da dipanare ogni dubbio su quale versione acquistare in base alla console in vostro possesso. Diciamo semplicemente che il prezzo ufficiale, e al netto di scontistica varia, per le versioni next gen è di €74,99. Potrete acquistare Cold War anche nella sua versione Ultimate Edition, che include già il Season Pass per la prima stagione e due pacchetti di contenuti extra al prezzo di €99,99. In entrambi i casi avrete accesso sia alle versioni Playstation 4/Xbox One sia alle versioni Playstation 5/Xbox One Series X | S.
Nel caso invece vogliate acquistare Cold War ESCLUSIVAMENTE per Playstation 4/Xbox One potrete ripiegare sulla standard edition ad un prezzo di €69,99. A prescindere dal pacchetto scelto poi avrete accesso anche all'operatore Woods e a un progetto di fucile d'assalto esclusivo. Per quanto riguarda invece le qualità della versione next gen, troviamo una risoluzione di 4K, il ray tracing, 120 fps, Dolby Atmos e controlli tattili su Playstation 5, tutti elementi che analizzeremo in un articolo dedicato alle nuove console.
Anche gli zombie si rinnovano
La cosa veramente noiosa delle passate edizioni era quel muro immenso eretto tra la modalità multiplayer e la modalità zombie, una divisione che impediva il dialogo tra i due lati della barricata. Con Call of Duty: Black Ops Cold War quest'anno Treyarch, finalmente, arriva a dare un senso di continuità incredibile, permettendo agli account di avere un unico profilo di progressione condiviso tra le diverse attività. Giocate in multiplayer e fate salire di livello le vostre armi preferite, spostatevi su zombie e utilizzate quelle stesse armi sin dalla prima ondata ottenendo uccisioni per sbloccare ulteriori attachment e mirini per poi tornare nel multiplayer e fare il bello e il cattivo tempo in un loop travolgente. In poche parole una soluzione davvero eccellente da qualsiasi parte la si guardi.
Zombie quest'anno non viene rivoluzionato quanto piuttosto perfezionato con una miriade di aggiustamenti sulla così detta "quality of life". Si parte appunto dalla possibilità di iniziare la partita con qualsiasi arma abbiate sbloccato, invece di affidarvi alla solita noiosissima pistoletta per i primi round, con il gioco che si adatta e vi offre una sfida interessante a prescindere. Invece di darvi armi specifiche per area, ora le bocche da fuoco vengono offerte con rarità differenti così un fucile a pompa non comune potrete lasciarvelo alle spalle in favore di una mitraglietta rara per poi riprendere lo stesso fucile a pompa epico più avanti nell'avventura e mantenere così il vostro stile di gioco preferito. E poi tornano casse segrete, enigmi da risolvere e portali da attivare, per una modalità rinfrescata in maniera ottimale. Sebbene non siamo propriamente i fan più sfegatati di Zombie non possiamo negare che quest'anno sia stato fatto uno sforzo assurdo per abbassare ulteriormente la curva di difficoltà e offrire un approccio più graduale per tutti i giocatori, probabilmente nella speranza di attirare anche qualcuno dei tantissimi nuovi utenti presenti sui server di Warzone.
Nel caso in cui poi questo non fosse abbastanza ci pensa il crafting per i miglioramenti alle armi e ai gadget, sia in partita sia nei menu attraverso la raccolta di materiali specifici e una modalità Dead Ops, arrivata alla terza edizione, che come al solito svolge un ruolo riempitivo in maniera egregia regalando ulteriori ore di svago extra senza colpo ferire.
Conclusioni
Il nuovo Black Ops ci è davvero piaciuto. Abbiamo trovato la storia intrigante e ben bilanciata in termini di esperienze, al netto dei soliti problemi sull'intelligenza artificiale e di qualche scena davvero troppo scontata, e vogliamo premiare la scelta di spingere sulla rigiocabilità e sui finali multipli. Il multiplayer ci ha conquistato e convinto, soprattutto quando non cerca di fare cose che non gli competono e le mappe svolgono più che egregiamente il loro lavoro. L'aggiunta di Dirty Bomb poi è stata capace di attirare in maniera feroce le nostre attenzioni, a discapito di VIP e Combined Arms che invece proprio non siamo riusciti a digerire del tutto. E poi c'è Zombie, rinnovato, rinfrescato e persino ringiovanito con questo suo lifting per apparire al meglio in questo decimo anniversario in un pacchetto che, come sempre c'è da ammetterlo, risulta uno dei più completi in assoluto quando si parla di sparatutto. Al netto di qualche difetto tecnico, insomma, questo è un capitolo da non farvi scappare, soprattutto se in passato avete amato la struttura narrativa di Black Ops II.
PRO
- Storia a finali multipli con una narrazione intrigante
- Contenutisticamente enorme
- Multiplayer solido e sempre divertente
CONTRO
- Caricamenti tediosi
- Vip Escort e Combined Arms non ci hanno proprio convinto
- IA ancora molto arretrata