Castlevania è una serie che non ha bisogno di presentazioni: al suo nome dobbiamo parte della definizione del genere "metroidvania", di cui resta tutt'oggi un illustre rappresentante. Avviata da Konami nell'ormai lontano 1986, la saga è orfana da dieci anni di un nuovo capitolo, dopo la ricezione non esaltante da parte di critica e pubblico di Castlevania: Lords of Shadow 2 nel 2014. Come è noto, Konami non è esattamente nota per essersi presa cura delle sue serie storiche da un po' di tempo a questa parte, ma va riconosciuto alla casa giapponese il merito di avere, quantomeno, dedicato attenzione alla riproposizione al pubblico contemporaneo di alcuni capolavori del suo illustre passato.
Castlevania: Dominus Collection - che ha ricevuto una eccezionale accoglienza da parte del pubblico - si inserisce nel solco avviato nel 2019 con la Castlevania: Anniversary Collection, parte integrante delle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario di Konami e focalizzata sulle origini della serie, e proseguito nel 2021 con la Castlevania: Advance Collection, che ha riportato in auge tre capitoli per Game Boy Advance di eccezionale fattura: Circle of the Moon, Harmony of Dissonance e Aria of Sorrow. Con la Castlevania: Dominus Collection, Konami si concentra prevalentemente sullo straordinario percorso della serie su Nintendo DS, riproponendo tre pietre miliari della saga, ossia Dawn of Sorrow, Portrait of Ruin e Order of Ecclesia, oltre a due versioni (l'originale, e una "rivisitata") del titolo arcade del 1987 Haunted Castle.
Un’epoca d’oro per Castlevania
Il Nintendo DS è stata una delle console di maggior successo nella storia dei videogiochi, con un totale di circa 154 milioni di unità vendute. La portatile di Nintendo ebbe fin da subito un alto indice di gradimento, garantendo ai tre capitoli di Castlevania riproposti in questa collezione una eccellente base di partenza per diffondersi in tutto il mondo. Aprì le danze Dawn of Sorrow nel 2005, seguito a stretto giro da Portrait of Ruin nel 2006 e da Order of Ecclesia nel 2008, in un'epoca in cui lo sviluppo di un nuovo capitolo nelle nostre serie storiche preferite non richiedeva anni e anni per essere portato e termine.
Il terzetto per Nintendo DS di Konami contribuì a mantenere Castlevania rilevante in un periodo di rapida evoluzione del mercato dei videogiochi, dimostrando che le avventure dei cacciatori di vampiri potevano prosperare anche sulle piattaforme portatili, conservando la bidimensionalità di quel capolavoro che fu Symphony of the Night e accostando al sapore grafico già allora un po' rétro caratteristiche di gameplay innovative, capaci di sfruttare al meglio i due schermi della console Nintendo. Per fare un esempio, in Castlevania: Dawn of Sorrow era necessario disegnare dei sigilli magici sullo schermo touch per sconfiggere definitivamente i boss, una volta ridotta la loro salute fino a zero; i sigilli da tracciare diventavano a mano a mano più complessi con il proseguire dell'avventura di Soma Cruz.
Nintendo Switch è la piattaforma ideale per fruire di questa collezione proprio per la preservazione delle caratteristiche touch che erano proprie del Nintendo DS: manca il secondo schermo, certo, ma utilizzando la console in modalità portatile è possibile usare le dita per replicare, almeno in parte, le sensazioni che si provavano con lo stilo di Nintendo DS. Le funzionalità relative allo schermo touch possono essere utilizzate anche in modalità dock, combinando la levetta destra con il grilletto ZR. È chiaro che resta impossibile riprodurre in maniera totalmente fedele quanto accadeva su Nintendo DS, ma l'attenzione posta su questi elementi distintivi da M2 - lo studio nipponico che si è occupato della Castlevania Dominus Collection - resta encomiabile.
Le storie dei cacciatori di vampiri
Il tema principale della serie Castlevania è sempre costante: i cacciatori di vampiri - solitamente parte del clan Belmont - sono chiamati ad affrontare Dracula e il suo castello, capaci di manifestarsi nel mondo più e più volte nel corso della Storia. Tralasciando Haunted Castle (decisamente carente dal punto di vista della trama), gli altri tre videogiochi che fanno parte della Dominus Collection hanno tanto da dire, cominciando da Dawn of Sorrow, che si connette ad Aria of Sorrow (ultimo capitolo della serie a uscire per GBA) fin dal suo protagonista, Soma Cruz, che alla fine degli eventi del gioco precedente ha scoperto di essere la reincarnazione di Dracula.
Come Aria of Sorrow, Dawn of Sorrow è ambientato nel futuro, precisamente nel 2036. Soma Cruz sta cercando di vivere una vita normale insieme alla sua amica Mina Hakuba, ma il suo passato oscuro continua a inseguirlo: la sacerdotessa Celia Fortner parte alla ricerca di Soma nel tentativo di far sì che nel corpo del ragazzo possa reincarnarsi il suo signore, Dracula. Il gioco presenta diversi finali e rappresenta il tentativo di Koji Igarashi di dare un nuovo corso alla serie, svecchiata con alcuni elementi futuristici che distanziano i due capitoli con Soma Cruz come protagonista dalle classiche ambientazioni gotiche adottate fino ad allora.
Si prosegue con Portrait of Ruin, che prende avvio in quello che fu uno degli anni più sanguinari della storia umana: il 1944. Nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, il castello di Dracula si risveglia, e sta ai giovani Jonathan Morris e Charlotte Aulin il compito di contrastare i poteri della Morte e del malvagio Brauner, vampiro signore del castello in quel particolare frangente. Tra le caratteristiche più memorabili di Portrait of Ruin troviamo la struttura parzialmente aperta del castello: al suo interno si trovano dei dipinti che conducono i protagonisti in diversi scenari, garantendo una grande varietà di situazioni all'avventura. Inoltre, i personaggi controllabili dal giocatore sono due, e ciò ha ripercussioni sia sull'esplorazione - con enigmi da risolvere combinando le abilità dei protagonisti - sia sui combattimenti, da affrontare all'arma bianca con Jonathan e con le magie di Charlotte.
Il trittico si conclude con Order of Ecclesia, la cui difficoltà era inclemente nel 2008 e lo è tutt'ora, a oltre quindici anni di distanza. Questo capitolo è ricordato soprattutto per la sua protagonista, Shanoa, una donna forte e indipendente, membro dell'Ordine di Ecclesia e portatrice di un potere sconvolgente. Il capo dell'Ordine l'ha scelta come portatrice del Dominus, glifo magico che racchiude in sé i poteri di Dracula; tuttavia, i tre frammenti del Dominus vengono portati via prima che Shanoa possa assorbirli, e questo evento dà il via agli eventi che porteranno Shanoa sulle tracce di Albus, il responsabile del furto. I glifi sono centrali da ogni punto di vista in Order of Ecclesia, rappresentando i poteri che Shanoa può utilizzare, incluse le abilità necessarie in ogni buon metroidvania ad attraversare i livelli, come la capacità di nuotare, rompere barriere o attraversare pareti. Rigiocare Dawn of Sorrow, Portrait of Ruin e Order of Ecclesia è spettacolare ancora oggi, e ognuno di questi tre titoli riesce a distinguersi dagli altri, confermando le ottime impressioni che critica e pubblico avevano avuto all'epoca della loro uscita.
Qualità della vita e gradite novità
In continuità con quanto visto nell'Anniversary Collection e nell'Advance Collection, Konami ha voluto proporre al pubblico artwork (di cui molti mai mostrati finora) e scansioni dei libretti delle istruzioni originali. Questi ultimi, in particolare, sono un vero e proprio tuffo in un'arte che non esiste più, soppiantata dal digitale e dalla disponibilità di guide e tutorial online: è bellissimo vederli presentati al pubblico, anche in un'ottica di preservazione dei materiali paratestuali posti a corredo del piatto principale, ossia i videogiochi inclusi in questa collezione.
Torna anche la possibilità di riavvolgere il tempo, una opzione che permette di evitare il game over nelle battaglie contro i boss più difficili - come specificato sopra, Order of Ecclesia è certamente il capitolo più hardcore tra quelli qui proposti - e ritentare la fortuna quando si cerca di ottenere un particolare drop dai nemici. Attenzione a non abusarne, però, perché parte della magia dei Castlevania sta nella soddisfazione di ottenere un oggetto rarissimo dopo tanti tentativi: insomma, i giocatori sono avvisati. Parimenti utile è la possibilità di salvare il gioco in qualsiasi momento, ferma restando la possibilità di attenersi esclusivamente ai punti di salvataggio presenti nelle ambientazioni se si vuole vivere una esperienza il più possibile autentica.
A livello artistico, i capitoli per Nintendo DS riescono a brillare decisamente di più rispetto alle loro controparti su GBA, che pur se rimanipolate nella relativa Advance Collection da M2 mostravano i segni del tempo. Portrait of Ruin e Order of Ecclesia, in particolare, brillano per la direzione artistica, ispirata anche per gli standard odierni, grazie ad ambientazioni incredibilmente variegate e a un enorme numero di dettagli nei fondali. Encomiabile anche il lavoro di rimaneggiamento svolto sugli effetti sonori e sulle musiche, che possono anche essere ascoltate nel menu principale e si confermano come uno dei punti più alti raggiunti dalla saga.
Nintendo Switch, naturalmente, non è dotata di due schermi come il Nintendo DS. M2 ha deciso di ovviare a questa problematica creando diverse configurazioni possibili. Non tutte risultano parimenti efficaci: ad esempio, in modalità portatile risulta molto difficile riuscire a visualizzare bene ciò che accade a schermo se si sceglie la modalità verticale, in cui quelli che erano il display principale e il display touch vengono visualizzati uno sopra all'altro; tutt'altra storia, ovviamente, se si ha un televisore di dimensioni generose. Farsi un giro nella schermata delle opzioni è un'ottima idea per capire cosa funziona meglio per ciascuno: nel nostro caso, abbiamo nettamente preferito l'opzione predefinita, in cui lo schermo principale è proiettato a sinistra e quello che si vedeva sul touch si trova a destra.
Menzione d'onore per il lavoro di rivisitazione svolto su Haunted Castle, la cui versione originale è invece il punto più debole dell'intera collezione: gli sviluppatori di M2 sembrano essersi divertiti non poco a giocare con questo capitolo arcade, riproposto in una versione riveduta e corretta che costituisce un interessante incrocio tra vecchio e nuovo. Nulla di capace di rivaleggiare con le vecchie glorie del Nintendo DS qui presenti, sia chiaro, ma si tratta pur sempre di un esperimento interessante.
Conclusioni
Castlevania: Dominus Collection dimostra una volta in più quanto la serie sia riuscita a lasciare il segno sui vari sistemi operativi in cui si è manifestata. Resta di certo l'amaro in bocca per la mancanza di un nuovo capitolo da ormai dieci anni, senza contare che non si ha ancora notizia di una riproposizione del memorabile Symphony of the Night al pubblico, ma i tre capitoli per Nintendo DS qui proposti sono ancora oggi favolosi da giocare. Che si voglia rivivere l'esperienza intransigente degli originali o che si preferisca utilizzare i miglioramenti di qualità della vita rappresentati dalla possibilità di riavvolgere il tempo e di salvare in ogni momento, in ogni caso Dawn of Sorrow, Portrait of Ruin e Order of Ecclesia sono capaci di garantire decine di ore di intrattenimento di altissima qualità, permettendo anche a chi non li aveva giocati negli anni 2000 di scoprire tre videogiochi che rappresentano eccellenze assolute. Nintendo Switch è certamente la piattaforma migliore per farlo, grazie alla possibilità di utilizzare lo schermo touch per riprodurre il più fedelmente possibile le capacità dello stilo del Nintendo DS.
PRO
- I tre capitoli per Nintendo DS sono ancora videogiochi eccezionali
- Ottimo il lavoro di rimaneggiamento dal punto di vista artistico
- Tante chicche tra gli artwork proposti, molti dei quali mai pubblicati
- Gli sviluppatori si sono divertiti a rivisitare Haunted Castle
CONTRO
- L'originale Haunted Castle è fuori posto per la sua bassa qualità