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Castlevania Stagione 4, la recensione

La serie ispirata all'omonimo videogioco di successo si conclude su Netflix con la quarta stagione: Warren Ellis ha fatto centro?

RECENSIONE di Christian Colli   —   15/05/2021

Uno degli esperimenti di maggior successo su Netflix giunge alla sua naturale conclusione con una nuova tranche composta da dieci episodi: Warren Ellis mette la parola fine alla sua controversa interpretazione animata di Castlevania, una serie che ha preso quasi subito le distanze dalla fonte di ispirazione videoludica e, così facendo, ha acquisito un'identità propria che l'ha elevata, nel bene e nel male, sopra qualsiasi altro adattamento recente. Castlevania dovrebbe tornare su Netflix, magari ispirandosi a un altro videogioco della serie, ma se i piani dovessero cambiare, lo diciamo subito, non sarebbe un dramma: nonostante tutte le polemiche sorte intorno alla sua figura umana e professionale negli ultimi mesi, l'autore britannico è riuscito a chiudere a regola d'arte la storia cominciata nel 2017, e dobbiamo ammettere che eravamo tutt'altro che ottimisti dopo le discutibili performance della stagione tre. Vediamo com'è andata nella nostra recensione senza spoiler della quarta stagione di Castlevania.

Analisi della trama

Diciamo che spiegare in poche righe la trama di questa quarta stagione di Castlevania non è un'impresa facile, specie se si vogliono evitare anticipazioni, ma ci proveremo lo stesso, partendo dal presupposto che abbiate visto la stagione precedente: questa nuova annata, infatti, prosegue - e chiude - tutte le storyline rimaste in sospeso. La stagione comincia seguendo le disavventure di Trevor Belmont e Sypha Belnades, che a questo punto si fatica a chiamare protagonisti: sebbene lo siano stati, e siano indiscutibilmente i "buoni" della storia, è chiaro che Ellis abbia detto tutto quello che c'era da dire su di loro e sulla loro relazione, e così li manda in giro da un posto all'altro ad aiutare gli abitanti, facendoli partecipare alle scene d'azione migliori mentre aspetta di schierarli nel gran finale. La stessa sorte, in un certo senso, tocca ad Alucard, che torna ad avere un ruolo rilevante solo nella seconda metà della stagione: lo avevamo lasciato a impalare i traditori davanti all'ex castello di Dracula, e lo ritroviamo a fare i conti con quella parte umana e compassionevole che non riesce proprio a rinnegare.

Castlevania 4: Trevor Belmont e Sypha in una scena.
Castlevania 4: Trevor Belmont e Sypha in una scena.

In effetti, Castlevania 4 ruota tutto intorno al tema dell'identità. Siamo condannati a seguire un certo cammino dalla nostra natura, oppure abbiamo la possibilità di cambiare sorte? Su questo si interrogano direttamente o indirettamente i personaggi che abbiamo conosciuto meglio nella stagione precedente e sui quali si concentra la prima metà dei nuovi episodi. Ellis affronta la questione coi suoi soliti, lunghi dialoghi, caratterizzando minuziosamente ogni personaggio, chiarendo i suoi obiettivi e le sue motivazioni in modo impeccabile. La narrativa, inizialmente, assume i contorni di una specie di Il Trono di Spade in versione animata, contrapponendo giochi di potere, fazioni e introspezioni psicologiche, specie per quanto riguarda le quattro vampire della Styria e in special modo Carmilla, sempre più ossessionata dal potere. Dall'altra parte abbiamo Isaac, che marcia sulla regione coi suoi mostri ma comincia a mettere in dubbio il suo destino di conquistatore, e nel mezzo c'è Hector, che aspetta il momento di riscattarsi. Su tutti loro aleggia l'ombra di Dracula, ma è più un filo conduttore, un lontano ricordo che lega i loro destini nel presente.

Castlevania 4: Carmilla in una scena.
Castlevania 4: Carmilla in una scena.

Abbiamo infine Saint Germain: lo avevamo lasciato nel Corridoio Infinito e lo ritroviamo profondamente cambiato. Uno dei primissimi episodi della stagione ci rivela tutto quello che ci serve di sapere sul personaggio, forse in un modo un po' troppo didascalico: Ellis rinuncia ai colpi di scena e ai misteri per preparare la scacchiera nel modo più ordinato possibile. È una soluzione intelligente che gli permette di introdurre nella storia qualche personaggio inedito col tempo sufficiente a tratteggiarlo in modo adeguato, salvo poi chiudere alcune sottotrame e allacciare tutte quelle restanti negli ultimi episodi, che riuniscono gran parte del cast per l'inevitabile scontro finale. La conclusione, in questo senso, ci ha particolarmente sorpreso: è un epilogo estremamente coraggioso. Considerando i toni e l'atmosfera della serie, sarebbe stato molto più facile orientare la narrativa verso una chiusura cupa e drammatica, e invece Ellis è riuscito a rovesciare le nostre aspettative con un colpo da maestro che probabilmente apparirà divisivo, ma che noi, inguaribili romantici, abbiamo molto apprezzato.

Una stagione bilanciata

Castlevania 4: Alucard in una scena.
Castlevania 4: Alucard in una scena.

La terza stagione di Castlevania ci aveva deluso perché avevamo avuto l'impressione che Warren Ellis stesse girando in cerchio per allungare il brodo, sciorinando qualche shock tra i lunghissimi dialoghi per mantenere un minimo di interesse negli spettatori. La nuova annata di Castlevania ha confermato i nostri sospetti: lo scrittore britannico stava prendendo tempo, imbastendo la narrativa che ha sviluppato in questa nuova tranche conclusiva di episodi. È una stagione molto più equilibrata, questa, e anche più accorta sotto diversi punti di vista. L'obiettivo è chiaro per ogni personaggio e ci si arriva senza riempitivi, seguendo un percorso che nella prima metà può anche apparire un po' troppo lento, ma che comunque ha perfettamente senso nell'economia di una produzione che fa della storia e del character study i suoi cavalli di battaglia, con buona pace delle scene d'azione che, comunque, questa volta ci sono, in abbondanza ma mai di troppo.

Castlevania 4: Isaac in una scena.
Castlevania 4: Isaac in una scena.

Ellis è stato molto criticato, anche da noi, per aver preso la mitologia di Castlevania e averla distorta a suo uso e consumo. All'autore non importava niente del fanservice e dei legami col videogioco targato Konami: ha semplicemente sfruttato i personaggi più iconici per raccontare una storia soltanto vagamente ispirata alle vicende narrate nella serie che ha visto i natali nel lontano 1986. Il risultato è stata un'epopea che, tra alti e bassi, è comunque arrivata al capolinea dimostrando che un videogioco d'azione e avventura può ispirare dialoghi profondi, personaggi stratificati e colpi di scena che nulla hanno a che fare coi cliché dell'animazione cui siamo sempre più abituati. Che Ellis riesca poi a mandare in vacca i suoi straordinari dialoghi con uscite infelici e surreali, è un altro paio di maniche, e succede a più riprese anche in questa stagione, ma alcune interazioni sono davvero ipnotiche e causano un corto circuito interessante: ci si ritrova a seguire scambi e dialoghi insospettabilmente profondi per quello che dovrebbe essere un "semplice" cartone animato.

Castlevania 4: una scena della stagione.
Castlevania 4: una scena della stagione.

Il fatto che ogni cerchio si chiuda in tempo per gli ultimi titoli di coda è già un merito da non sottovalutare. Castlevania 4 è una stagione che dà un senso di soddisfazione e compiutezza, quali che siano i personaggi che arrivino vivi alla fine, anche perché c'è un po' tutto quello che ci si aspetterebbe da una serie come questa, compreso il sangue a fiumi e la violenza sopra le righe che in certi casi sfiora il macabro e il più delle volte riesce a essere pure rivoltante. Ma del resto stiamo parlando di un mondo pieno di vampiri, mostri e uomini senza scrupoli che fa sembrare Westeros un luna park. Sam Deats dirige nove episodi su dieci da solo e il series finale insieme a Amanda Sitareh B. con una discreta abilità, anche se qualche volta la serie inciampa su tempi morti e lungaggini superflue. La colonna sonora, ottima e sempre azzeccata, è una parte fondamentale della narrazione e in certi momenti eleva nettamente la qualità della produzione Frederator Studios.

Castlevania 4: Saint German in una scena.
Castlevania 4: Saint German in una scena.

A differenza della scorsa stagione, Castlevania 4 non lesina sulle scene d'azione, e anzi ne garantisce un mucchio, incastrandole bene e senza forzature nella sceneggiatura. Le animazioni zoppicano un po' in meno frangenti, rispetto al passato, e si riconfermano di altissima qualità negli scontri decisivi, quelli che potremmo quasi definire "boss fight". Gli ultimi due episodi, in particolare, sono davvero splendidi in termini di coreografie e fluidità, anche se la parte della leonessa continua a farla Sypha, che lotta impiegando la magia elementale in modi talmente vari e creativi da ricordarci a più riprese i combattimenti ammirati in Avatar o La leggenda di Korra. In questo senso, è importante sottolineare la cura riposta nelle animazioni e nelle scene di lotta che hanno anche Alucard per protagonista: strizzano l'occhio al leggendario Symphony of the Night, e si capisce che la produzione ha fatto tesoro dei feedback e ha deciso di strizzare un occhio anche ai fan.

Castlevania 4: Striga in una scena.
Castlevania 4: Striga in una scena.

Superato lo scoglio dei primi episodi, insomma, dove la narrazione se la prende abbastanza comoda e si trattiene a fatica qualche sbadiglio, Castlevania 4 decolla intorno a metà stagione e tiene incollati alla poltrona fino alla fine. Dobbiamo ammettere che non ci aspettavamo questa ripresa, e siamo contenti di aver dato un'altra chance alla serie targata Netflix. La nostra speranza, a questo punto, è che il colosso californiano la converta in una serie antologica, incentrando un'eventuale stagione inedita su un'altra timeline della serie Konami. In effetti, sarebbe anche ora che Konami si svegli e riporti in auge un franchise videoludico scomparso ormai da troppi anni, anche attraverso remake o rimasterizzazioni di titoli storici come il summenzionato Symphony of the Night, l'ottimo Lords of Shadow o i tanti capitoli 2D che abbiamo giocato su console portatile nei fortunati anni di Nintendo DS e Game Boy Advance. La scomparsa di Castlevania dai radar è una vera follia e noi speriamo che il successo della serie animata serva a qualcosa anche in questo senso.

Castlevania 4: Sypha Belnades in una scena.
Castlevania 4: Sypha Belnades in una scena.

Conclusioni

Multiplayer.it

8.0

Nonostante un inizio stentato, la quarta stagione di Castlevania si riprende alla svelta e si conclude in modo esemplare: Warren Ellis chiude tutte le sottotrame senza sacrificare nessun personaggio, ma anzi continuando a scavare nelle loro caratterizzazioni, e senza rinunciare alle scene d'azione, che in questa annata danno davvero il massimo. È una stagione più bilanciata sotto ogni aspetto che consigliamo assolutamente a chi finora ha apprezzato l'adattamento Netflix nel suo insieme.

PRO

  • Personaggi caratterizzati con cura e intelligenza
  • Scene d'azione spettacolari e coinvolgenti
  • Chiude ogni sottotrama in un finale sorprendente

CONTRO

  • I primi episodi si prendono i loro tempi e rischiano di annoiare
  • Qualche animazione meno curata
  • L'epilogo non metterà d'accordo tutti gli spettatori