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Catherine: Full Body, la recensione

La recensione di Catherine: Full Body: preparatevi a pagare a caro prezzo ogni vostro peccato d'amore!

RECENSIONE di Emanuele Gregori   —   30/08/2019
Catherine: Full Body
Catherine: Full Body
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Era il 2011 quando Atlus decise di uscire sul mercato con un titolo che richiamasse a gran voce lo stile dell'apprezzatissimo Persona, ma che allo stesso tempo reinventasse la formula di gioco. Via la componente da JRPG e benvenuto puzzle game, un rompicapo tanto semplice nella base quanto geniale nella realizzazione. A fare da collante narrativo poi, una storia raccontata in pieno stile Atlus, con la classica cura per i testi e per le sequenze in stile anime. Ad impreziosire il tutto per il nostro paese, un po' sulla falsariga di quanto accaduto recentemente con Judgment, lo spin off di Yakuza, Catherine arrivava sottotitolato in italiano, rendendone la fruizione molto più semplice rispetto agli altri titoli di Atlus. Dopo otto anni e un amore mai davvero svanito, siamo pronti a regalarvi la recensione di Catherine: Full Body, versione riveduta e corretta dell'originale che aggiunge al triangolo anche un ulteriore personaggio: Rin.

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Una storia di amore e tradimento

La vicenda narrata in Catherine non si discosta molto dalle tonalità care allo studio giapponese. Investigare problemi e psiche dell'uomo, allontanandosi però dai temi importanti di Persona e dall'ambito studentesco. Non pensiate, tuttavia, che la storia di Catherine sia serena e senza argomentazioni importanti. Al contrario il canovaccio messo in piedi è quanto di meno leggero ci si possa attendere, e il pretesto sexy e quasi ridicolo con il quale si muovono i primi passi nell'avventura si tramuta ben presto in una disamina dei rapporti sentimentali, dei passi importanti da compiere nella vita e delle scelte che plasmano ciò che siamo e che diventeremo. Il protagonista, tale Vincent, è un uomo di una trentina d'anni squattrinato, che da troppo tempo porta avanti una relazione con Katherine senza decidersi a compiere il grande passo. La ragazza sente chiaramente il bisogno di portare la relazione al livello successivo e Vincent passa le sue giornate tra il sonno e il bere insieme agli amici nel loro locale preferito, lo Stray Sheep. Una notte Vincent viene assalito da un incubo spaventosamente reale, nel quale si ritrova in mutande e con il suo cuscino in mano, a dover spostare e scalare una parete di enormi blocchi, mentre una voce lo avvisa che la caduta e la morte nel sogno produrrà l'inevitabile dipartita anche nel mondo reale. A complicare vergognosamente le cose, il risveglio è tanto dolce quanto agghiacciante: al suo fianco nel letto vi è infatti una ragazza bionda, Catherine, bellissima e sensuale, nuda e inequivocabilmente sua compagna per la notte passata. Da questa premessa, alla quale non aggiungeremo nulla per non rovinare la sorpresa a chi non ha ancora potuto godere della storia del gioco, saremo chiamati a seguire la vita di Vincent per un'intera settimana, durante la quale compiere scelte che ne modificano il karma e i conseguenti rapporti d'amore e sesso, intervallati da notti di incubi.

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Fin qui nulla di diverso da ciò che già era presente nell'edizione base di Catherine. Ad impreziosire, almeno apparentemente, questa versione Full Body, ci pensa l'inserimento nel triangolo di un'ulteriore figura misteriosa: Rin. Full Body, oltre a rappresentare una chiara allusione fisica, è infatti un termine utilizzato in inglese per descrivere quei vini corposi, pieni, così come ci viene spiegato anche all'inizio dell'avventura. L'aggiunta di Rin, ragazza salvata dallo stesso Vincent e vittima di un'amnesia, che ovviamente si innamorerà del nostro rubacuori, rappresenta contemporaneamente una gustosa aggiunta e uno spiacevole terzo incomodo. Finirà a suonare il pianoforte proprio all'interno dello Stray Sheep ed arricchirà l'avventura di nuovi dialoghi, nuove scene animate e, ovviamente, ulteriori derive finali. Vogliamo essere sinceri: non siamo grandi sostenitori di questo tipo di operazioni alle quali Atlus ci ha abituati da tempo. Questo è ancor più vero per un titolo che vive del triangolo Vincent-Katherine-Catherine e che, in questa dinamica, si amalgama alla perfezione e raggiunge vette di scrittura difficilmente avvicinate da altre avventure di questo genere. È pur vero che è possibile quasi ignorare del tutto Rin, riuscendo a mantenere il gioco e la sua narrazione sullo stile dell'originale. Ciò non toglie che, a prescindere da ciò, la nuova ragazza non è riuscita a rapirci del tutto, preferendole comunque l'intreccio che ricordavamo. È difficile approfondire questo dettaglio senza scendere nel rischio dello spoiler, ma ciò che vorremmo fosse chiaro è proprio quanto Rin porti a sviare quasi totalmente da un percorso talmente tagliente che raggiungeva quasi la perfezione. Per questo motivo risulta un grande peccato non avere la possibilità, così come accade per la versione classica e remix dei rompicapi, di poter godere anche della libertà di tornare alla narrazione classica, senza Rin e senza l'aggiunta delle scene del passato di Vincent e Katherine.

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Il gameplay “quadrato”

Come detto in apertura, Catherine vive di due sezioni e momenti profondamente diversi l'uno dall'altro. Chi conosce le produzioni Atlus sa bene di che cosa stiamo parlando. Questo titolo non fa eccezione e alterna costantemente una fase di dialogo ed esplorazione libera, a quella di gameplay nudo e crudo. Durante il giorno e la serata è infatti possibile girare più o meno liberamente per lo Stray Sheep, dialogare con i folli ospiti del pub, giocare a Super Rapunzel tramite un cabinato (era solo "Rapunzel" nella versione originale) e leggere e rispondere ai messaggi sul proprio cellulare. Nonostante non esista uno scorrere del tempo effettivo, passare del tempo a dialogare porterà idealmente avanti la nostra giornata, fino all'inevitabile ritorno a casa e il conseguente inizio dell'incubo. Questa seconda fase di gioco è caratterizzata da una serie di stage da completare, durante i quali saremo chiamati a scalare delle lunghissime pareti di blocchi cubici. La parte rompicapo del gioco (peraltro talmente curata ed apprezzata che è riuscita ad aggiudicarsi un posto anche nella scena competitiva) merita un giusto approfondimento per questa versione Full Body. Alla scalata delle normali pareti è stata infatti aggiunta una versione Remix. Questa non è altro che una variazione sul tema che porta ad avere una certa quantità di blocchi collegati tra loro. Questi possono variare nel colore e nella funzionalità, donando un certo grado di imprevedibilità a chi già conosce a memoria i vari percorsi. Oltre alla semplice scalata sono poi presenti alcuni specifici boss, che non faranno altro che mettervi ancor più fretta o ostacolarvi lungo il cammino e che spesso riprendono archetipi di quelle che sono le problematiche di coppia che si affrontano nel corso della propria vita. Così come era possibile scegliere differenti livelli di difficoltà nell'originale, anche in questa versione Full Body è possibile semplificare o rendere più difficili i rompicapi. Queste vanno dalla velocizzazione della sparizione dei blocchi sotto i nostri piedi fino all'impossibilità di cancellare mosse errate o di raggiungere dei checkpoint.

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A differenza poi dell'originale è stata aggiunta fin da subito una modalità denominata "sicura", la quale consente al giocatore di mandare costantemente in autoplay le scalate o di saltarle del tutto dal menù. È evidente che compiere questa scelta (che era presente già alla sua prima uscita ma solo una volta conclusa la campagna) equivale a snaturare l'avventura ed il suo gameplay, ma siamo sempre dell'idea che è meglio avere una scelta in più che una in meno. Nello specifico Catherine rimane soprattutto una bella storia altrettanto ben raccontata e per questo può aver senso decidere di muoversi in questa direzione. A fianco alla campagna, dalla durata profondamente variabile ma che in media vi porterà via una quindicina scarsa di ore, sono poi presenti tutta una serie di modalità accessorie. Babel, come è facile intuire dal nome, altro non è che una sorta di modalità sopravvivenza, caratterizzata da diversi stage e che vi premierà in base alla quantità di piani saliti prima della inevitabile morte. Il Colosseo invece ospita quelle che sono le modalità competitive di Catherine. È infatti possibile decide di scontrarsi con un altro giocatore in locale o online, dando vita a folli rincorse alla vetta, che aggiungono al gioco un grado di longevità inimmaginabile. Ci rendiamo conto che sia difficile pensare di essere rapiti dall'idea di affrontare una serie sempre uguale di puzzle, ma possiamo assicurarvi che la formula e la difficoltà in grado di mettere in gioco Catherine sono quanto di più stimolante un rompicapo videoludico possa donarvi. La cura per i dettagli, gli oggetti inseriti nel corso delle scalate e che danno vita a percorsi alternativi e soluzioni personalizzate, così come la volontà di battere i propri record o gli avversari, donano al gameplay un gusto particolarmente riuscito.

Catherine: Full Body, la recensione

La remastered

Chiudiamo con un breve paragrafo riguardo alla bontà tecnica di questa remastered per PlayStation 4. Lo stile anime che caratterizza buona parte delle cutscene del gioco permette a Catherine di non sfigurare anche dopo otto anni, complice la qualità sopraffina con la quale sono state realizzate. Altrettanto bene è però andata con texture, poligoni e modelli dei personaggi. È evidente che paghino qualcosa nei confronti del più recente Persona 5, ma la singola location e i pochi personaggi presenti, hanno permesso di spingere sulla cura e sulla pulizia generale, restituendo un colpo d'occhio più che piacevole. Torna ovviamente l'adattamento in italiano e il doppiaggio sopraffino delle versioni giapponese ed inglese. Nota importante per quanto riguarda la colonna sonora, straordinaria per quanto riguarda la qualità e per la possibilità, tramite il juke-boxe dello Stray Sheep, di modificare la musica, scegliendo anche quella dell'ultimo capolavoro JRPG di Atlus.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Digital Delivery PlayStation Store, Xbox Store
Multiplayer.it
8.5
Lettori (26)
8.6
Il tuo voto

Se avete amato Catherine otto anni fa, tornerete ad amarlo ancora oggi, in una versione Full Body che sprizza energia da tutti i pixel e che rappresenta con forza un testamento della narrazione videoludica. Se al contrario non avete mai vissuto le vicende di Vincent e del suo "harem", oltre a fare un grande mea culpa, avete ora la possibilità di gustare un titolo straordinario e divertentissimo. Un'avventura in grado di far riflettere e di sorridere allo stesso tempo, contornata da una fase puzzle tra le migliori mai realizzate. Purtroppo l'inserimento di Rin rappresenta la più grossa nota stonata del gioco, e l'impossibilità di lasciarla totalmente da parte, rischia di rovinare un equilibrio narrativo che risultava perfetto otto anni fa. Impossibile non consigliarlo per questo, ma dispiace dover ammettere che si tratti dell'unico vero neo di una riedizione straordinaria. Fosse stata presente la scelta, staremmo probabilmente parlando di un eccellenza che meriterebbe quanto meno un nove pieno.

PRO

  • Una storia affascinante e "realistica"
  • Personaggi, dialoghi e finali di altissima qualità
  • Puzzle game ispirato ed impegnativo
  • Una grande quantità di contenuti anche conclusa la campagna
  • Colonna sonora da applausi

CONTRO

  • L'aggiunta di Rin, come preventivato, non si amalgama alla perfezione alla vicenda narrata