Come cercheremo di spiegare nel corso della recensione, Children of Morta di Dead Mage non è solo un gioco di ruolo d'azione inquadrato dall'alto con mappe generate proceduralmente e numerosi altri elementi rogue-lite, ma è anche la cronaca di una famiglia e delle sue dinamiche. La trama racconta le vicende della famiglia Bergson, che da secoli fa la guardia al monte Morta. La loro vita scorre tranquilla fino al giorno in cui la Corruzione inizia a spargersi per il mondo. L'unica possibilità di salvezza risiede nelle capacità della famiglia, i cui membri dovranno cercare di capire cosa sta accadendo, continuando al contempo a vivere le loro vite.
L'azione di Children of Morta parte sempre dalla casa dei Bergson, che possiamo considerare non solo un'area hub per le missioni e la progressione dei personaggi, ma anche il luogo in cui questi ultimi esprimono ciò che sono facendosi conoscere dal videogiocatore attraverso una serie di brevi sequenze d'intermezzo, che ci raccontano delle loro vite private e dei loro rapporti interpersonali. Spieghiamo meglio: dopo ogni missione il gioco ritorna all'interno della casa e fa progredire la storia di questa coppia sposata con figli, una nonna e uno zio, con dialoghi, momenti privati, scenette e quant'altro, creando un affresco familiare intenso e per molti versi appassionante, soprattutto lì dove le vicende raccontate finiscono per intrecciarsi con le altre meccaniche di gioco più squisitamente ludiche. I Bergson sono una famiglia normale che a tavola parla della sua missione, ma anche di argomenti diversi come il temperamento del figlio minore o le prospettive per il bambino che sta per nascere. Lungo i tre atti in cui è divisa l'avventura, che abbiamo finito in circa 12 ore, la famiglia si arricchirà di nuovi membri, non tutti necessariamente umani, che introdurranno delle nuove storie secondarie e complicheranno un po' la situazione.
In generale la trama è abbastanza scontata, ma è il modo in cui viene raccontata a renderla insolitamente appassionante, al punto che si finisce per affezionarsi ai Bergson e ai loro piccoli e grandi drammi.
Meccaniche di gioco
Come dicevamo Children of Morta è anche e soprattutto un gioco di ruolo d'azione in cui, alla guida di uno dei sei personaggi giocabili, di cui soltanto due disponibili da subito, si gira per dei grossi dungeon ammazzando mostri fantasy fino ad arrivare ai classici boss. In totale ci sono nove dungeon più uno speciale, ma il fatto che siano generati proceduralmente rende unica ogni partita. I personaggi utilizzabili rientrano tutti nei canoni del fantasy tradizionale, quindi abbiamo un guerriero, un arciere, un mago, un monaco e così via, tutti con il loro albero delle abilità, i loro punti di forza e le loro debolezze. Il sistema di gioco spinge a farli salire tutti di livello per sfruttare alcune abilità speciali.
Sostanzialmente ogni personaggio ha delle abilità di famiglia, i cui effetti sono sempre attivi, che si irradiano a tutti gli altri gli altri personaggi giocabili. Così salire di livello con uno significa potenziare anche gli altri in modo significativo. Fortunatamente accumulare punti esperienza non è un'operazione noiosa come in altri giochi. Usando personaggi di basso livello nei dungeon avanzati sbloccare le prime abilità di famiglia diventa una passeggiata. Le ultime richiedono un po' più di lavoro, ma va detto che non vanno sbloccate tutte per finire l'avventura e comunque è il gioco stesso che obbliga a usare più personaggi, grazie a un sistema di affaticamento legato alla Corruzione che impone periodi di riposo ai singoli eroi tra un dungeon e l'altro. Purtroppo va segnalato che la forza dei personaggi non è equilibratissima e il gameplay tende a essere più semplice con quelli dotati di attacchi a distanza, tipo il mago o l'arciere. Le abilità familiari non sono l'unico mezzo per far progredire i personaggi. Salendo di livello ognuno di loro può spendere dei punti su delle abilità uniche attive o passive del già citato albero delle abilità, solitamente degli attacchi speciali e dei miglioramenti nelle caratteristiche. Inoltre, quando si muore si viene riportati nella casa dei Bergson dove è possibile spendere i soldi accumulati uccidendo mostri in potenziamenti generali per tutti i personaggi. Ad esempio nel laboratorio dello zio è possibile migliorare i punti vita o la potenza d'attacco, mentre la matriarca può darci dei bonus legati agli effetti delle rune e degli obelischi che s'incontrano giocando. Questi ultimi sono oggetti consumabili, chiamiamoli così, ossia si trovano nei dungeon e spariscono quando si viene uccisi o quando si è conclusa una missione. Alcuni danno effetti a tempo, come gli obelischi, altri danno effetti che durano per l'intero dungeon e altri ancora, danno dei poteri speciali legati al combattimento. Oltre a ciò, uccidendo mostri, aprendo i forzieri o razziando i cadaveri di avventurieri morti, si trovano monete d'oro, pozioni curative e pietre dell'anima. Queste ultime possono essere utilizzate in vari modi, come ad esempio per aprire dei forzieri speciali o per acquistare oggetti da un mercante, il quale si sblocca dopo un particolare evento.
Dungeon e mostri
Come dicevamo i dungeon di Children of Morta sono generati proceduralmente e sono divisi in grosse aree, solitamente piene di mostri da eliminare (ragni giganti, goblin, orchi, creature legate alla Corruzione, cultisti e tante altre ancora). Cercando si trovano anche delle aree speciali legate a mini eventi che possono sbloccare nuove caratteristiche o dare qualche informazione sul mondo di gioco. Per eventi intendiamo delle mini missioni da giocare insieme agli altri membri della famiglia e dei semplici puzzle la cui risoluzione di solito frutta dell'ottimo bottino. I nemici di loro, presi singolarmente, sono poco pericolosi, ma lo diventano quando attaccano in massa combinando le loro caratteristiche: oltre ai normali sgherri da rissa, ci sono anche nemici votati ai colpi dalla distanza, altri capaci di attacchi d'area e così via. Girando si trovano anche dei nemici speciali, solitamente dotati di un'aura colorata, diversa a seconda del loro livello di forza, che possono fare davvero male.
Il combattimento è molto lineare e richiede per la gran parte di usare le armi e le capacità dei personaggi per provare a sopravvivere. In alcuni casi si possono sfruttare degli elementi dello scenario per fare danni, in particolare le trappole che fanno male a noi come ai nemici. I boss invece sono un altro paio di maniche: grossi e cattivi, causano danni ingenti e vanno affrontati ognuno in modo differente. Sinceramente alcuni si sono rivelati ardui da sconfiggere con certi personaggi, ma molto facili con altri. Come dicevamo, i protagonisti di Children of Morta non sono equilibratissimi: sembra quasi che alcuni siano stati volutamente avvantaggiati per permettere a tutti di andare avanti nel gioco senza ripetere troppe volte i livelli.
Grafica
La pixel art di Children of Morta è semplicemente splendida e animata con gran gusto. Dead Mage ha sfruttato diverse tecniche per darle un feeling unico. Ben visibili a occhio nudo sono le ottime animazioni frame per frame, i moltissimi oggetti disegnati a mano e l'avanzato sistema d'illuminazione che regala profondità alle scene, nonostante siano 2D.
Non si tratta di grosse novità dal punto di vista realizzativo, ma sono state applicate davvero con capacità e un gran gusto. Del resto uno dei pregi del disegnare la grafica a mano è proprio il senso di artigianalità che finisce per trasparire da ogni pixel. In particolare i membri della famiglia Bergson, per quanto stilizzati nei tratti, risultano ben caratterizzati e decisamente più vitali di molti personaggi 3D dotati di milioni di poligoni. A essere un po' sottotono sono però alcuni dei dungeon, che evidentemente pagano la generazione procedurale in termini di varietà e organicità, con le sezioni rilevanti che appaiono appiccicate in modo fin troppo artefatto alle aree generiche. Era inevitabile che fosse così e, fortunatamente, nei livelli avanzati la sensazione di posticcio viene mitigata dal miglioramento generale delle aree rappresentate. In effetti non è chiaro come mai Dead Mage abbia scelto di far iniziare l'avventura nell'area più spoglia, quella delle grotte. Forse voleva creare un contrasto visivo immediato con la casa dei Bergson, che invece è ricchissima di dettagli? Non parliamo di difetti affossanti, sia chiaro, perché in realtà la realizzazione tecnica è generalmente ottima, con animazioni ovunque e una serie di scelte cromatiche quantomai azzeccate, e perché i limiti imposti dalla proceduralità in termini di resa visiva e di level design dovrebbero ormai essere conosciuti da tutti, ma è giusto notarlo per quelli che non amano molto queste soluzioni, che favoriscono sicuramente la rigiocabilità, ma annebbiano l'identità del mondo di gioco.
In fondo trovare le stesse grotte in cento posizioni differenti finisce per fare l'effetto delle cucine in esposizione all'Ikea: sono tutte progettate in modo diverso, ma usando gli stessi oggetti. Un plauso anche alla colonna sonora di Hamid Reza Ansari, che non si limita a essere un semplice accompagnamento ma riesce a sottolineare alcuni dei momenti più intensi con grande partecipazione, arricchendo le scene di una complessa descrizione in note.
Conclusioni
Children of Morta è a tratti un gioco già visto, a tratti un oggetto nuovo che finisce per coinvolgerti in qualcosa che non ti aspettavi potesse davvero fare presa: la storia della famiglia Bergson e la sua influenza sulla progressione dell'avventura. Così quella che credevamo essere la parte più debole e superflua del gioco è diventata invece il motivo cardine per continuare a giocare, lì dove invece le sezioni di combattimento risultato ben fatte, ma senza che abbiano molto di nuovo da dire rispetto alla concorrenza.
PRO
- Ricco sistema di progressione
- Le vicende della famiglia Bergson
- Pixel art generalmente ottima
CONTRO
- Alcuni dungeon sottotono
- Squilibri nei personaggi