Tra i JRPG più amati dell'epoca PlayStation c'è indubbiamente Chrono Cross, che famoso, almeno dalle nostre parti, lo è diventato per passaparola: all'epoca - era il 2000 - rientrava tra i giochi giapponesi che Square localizzava solo per il mercato statunitense e che qui arrivavano solo tramite costose importazioni o più economiche... vie traverse, chiamiamole così. Titoli come Chrono Cross, Legend of Mana o Xenogears, per citare un altro successo, erano circondati da un'aura di mistero e solennità; erano i giochi che molti volevano ma non potevano avere, e col tempo si è finiti per ricordarne più spesso i pregi che i difetti. Ora che il JRPG è stato sdoganato fino a diventare di massa, era solo questione di tempo prima che Square Enix decidesse di rimasterizzare anche questa perla del passato.
Ma cos'è questo Radical Dreamers che hanno scelto per sottotitolo? E cosa c'entra il mitico Chrono Trigger? Continuate a leggere la nostra recensione di Chrono Cross: The Radical Dreamers Edition se volete saperne di più e, soprattutto, se vale la pena acquistare questa remastered.
Chrono Trigger non ci sta
Chrono Cross ha una genesi assai strana che possiamo comprendere pienamente solo ora che Square Enix ha localizzato - in italiano, per di più - anche Radical Dreamers. Accessibile dal menù principale scegliendo la voce Radical Dreamers - Le Trésor Interdit, questa avventura testuale interattiva risale al 1996 e alla volontà di Masato Kato, che aveva scritto la storia di Chrono Trigger, di risolvere alcune sottotrame rimaste in sospeso nel leggendario JRPG per SNES. Uscito solo su Satellaview (una periferica per SNES confinata al solo Giappone) questo strano esperimento narrativo racconta una storia molto più cupa e matura che si ricollega a Chrono Trigger mentre il giocatore è chiamato a compiere alcune scelte per proseguire nella lettura sulle note di Yasunori Mitsuda.
L'inedita localizzazione italiana, scorrevole e moderna, traduce la prosa nipponica originale che racconta le avventure di un terzetto di ladri alle prese con un manufatto che si ricollega alla narrativa di Chrono Trigger. Lo script che Kato aveva intitolato Radical Dreamers indusse Square a finanziare un nuovo titolo ambientato nell'universo di Chrono Trigger. C'era un problema, però, e cioè che la maggior parte dei creatori originali - inclusi Yoshinori Kitase, Hironobu Sakaguchi, Yuji Horii e Nobuo Uematsu - non era interessata al progetto. Si decise, quindi, di portarlo avanti da una diversa prospettiva, vale a dire come un sequel trasversale: la storia si ricollega a Chrono Trigger, ma si regge sulle proprie gambe e s'incentra su un cast completamente nuovo di protagonisti. La nuova sceneggiatura contraddice Radical Dreamers in diversi punti, ragion per cui Kato si rassegnò a marcare il titolo per Satellaview come una sorta di "what if", una storia ambientata in un universo alternativo.
Di fatto, Radical Dreamers - Le Trésor Interdit non serve a niente. È una chicca che Square Enix ha ripescato ma che non aggiunge praticamente nulla al pacchetto, e che forse sarebbe stato meglio sostituire con Chrono Trigger in una potenziale compilation. Questo significa che bisogna giocare Chrono Trigger per comprendere la narrativa di Chrono Cross? Assolutamente no, ma aiuta. Kato, infatti, riprende i protagonisti di Radical Dreamers - Serge e Kid - e ci costruisce intorno una storia più lunga e articolata che, pur restando profondamente in contatto con quella di Chrono Trigger, mantiene una sua autonomia. Solo che questa volta non la incentra sui viaggi nel tempo, ma sulle realtà alternative.
Purtroppo non tutto fila per il verso giusto, perché Chrono Cross appoggia la sua narrativa a una dinamica di gioco che consente di reclutare più di quaranta personaggi giocabili. Ne consegue che solo alcuni trovino uno spazio di caratterizzazione sufficiente: la narrativa punta i riflettori sui protagonisti principali, che pure non brillano per carisma, sacrificando i numerosi comprimari.
Chrono Cross è soprattutto un titolo poco bilanciato in termini di toni e atmosfere. Chrono Trigger era sicuramente più spensierato, anche per merito del character design affidato all'Akira Toriyama di Dragon Ball, che in Chrono Cross è sostituito da Nobuteru Yuki. In Chrono Cross le gag appaiono spesso forzate e non aiutano a costruire un legame coi tantissimi personaggi. Fortunatamente la storia raggiunge vette altissime in scene memorabili, ma anche lì il merito si ritrova soprattutto nell'eccezionale colonna sonora di Yasunori Mitsuda, splendidamente riarrangiata in questa The Radical Dreamers Edition. La localizzazione italiana, che passa direttamente dal giapponese, migliora molto uno script che, nella traduzione in inglese del 2000, risultava forse troppo freddo e distaccato, ma non può certo risolvere i problemi a monte.
Stranezze e rimasterizzazioni
Chrono Cross è un JRPG piuttosto ordinario nella struttura, che alterna l'esplorazione e l'interazione coi PNG ai canonici combattimenti a turni in stile Final Fantasy. Il sistema di combattimento è piuttosto particolare e non proprio intuitivo. In buona sostanza, ogni personaggio è associato a un colore che rappresenta gli elementi naturali, ma gli elementi sono anche gli incantesimi e le tecniche di combattimento, abilità che vanno trovate o imparate e poi alloggiate nelle griglie individuali. La composizione di queste griglie determina le inclinazioni di ogni personaggio e la sinergia tra la potenza di un elemento e la posizione che gli attribuiamo nella griglia garantisce un'interessante diversità che spinge a sperimentare coi vari personaggi senza fossilizzarsi su un team in particolare.
È un sistema interessante, ma un po' contorto, e non si assimila in fretta come si dovrebbe, anche perché intervengono una serie di variabili - come l'effetto di campo, che influenza la potenza delle abilità, o gli attacchi normali, definiti per intensità e precisione - a complicare il tutto.
Non stupisce, quindi, che Square Enix abbia implementato una serie di agevolazioni in questa The Radical Dreamers Edition. In primo luogo, è possibile disinnescare i combattimenti in toto: i nemici appaiono sullo schermo, ma abilitando questa funzione non si passa allo scontro neppure entrandoci in contatto. Ha uno strano senso, perché in effetti Chrono Cross non segue uno schema di progressione tradizionale; non ci sono punti esperienza o livelli, e i parametri aumentano casualmente alla fine degli scontri, ma entro certi limiti che si sbloccano sconfiggendo i vari boss. In questo modo, è la progressione stessa a contenere i giocatori, che possono arrivare agli scontri impegnativi più o meno preparati, ma mai in netta superiorità.
Per buona misura, la remastered propone anche una funzione che facilita ulteriormente le battaglie a chi vuole godersi soltanto la storia senza perdere troppo tempo dietro al sistema di combattimento.
Sono agevolazioni che i giocatori che hanno già acquistato le rimasterizzazioni targate Square Enix dovrebbero conoscere abbastanza bene. In tal senso, Chrono Cross: The Radical Dreamers Edition è un lavoro abbastanza ordinario: abbiamo una discreta varietà di opzioni di visualizzazione, il salvataggio automatico, una funzione che accelera o rallenta la velocità del gioco a piacere, nonché la possibilità di ripristinare la grafica originale. Dobbiamo ammettere che Square Enix ha lavorato meglio rispetto ad alcune delle sue precedenti remaster - andando a ritoccare non solo la definizione dei modelli poligonali, ma anche la loro struttura e le animazioni, un po' com'è accaduto con Final Fantasy VIII Remastered.
Personaggi e mostri sono ora molto più piacevoli alla vista, sebbene la fluidità resti grossomodo invariata rispetto alla versione originale, ed è persino possibile scegliere tra i ritratti originali e quelli nuovi di zecca, che sono più morbidi e meglio definiti. I problemi sono invece i soliti: un discreto stacco tra i modelli 3D in alta definizione e i bellissimi scenari - che però si risolve in buona parte con un filtro che spalma i colori, rendendo l'effetto molto meno straniante - e la risoluzione infelice delle vecchie cinematiche in computer grafica.
Conclusioni
Siate sinceri: quand'è stata l'ultima volta che avete sentito parlare di Chrono Cross per qualcosa che non fosse la colonna sonora di Yasunori Mitsuda? Quella resta splendida a vent'anni di distanza ed è sicuramente la parte migliore di questa Chrono Cross: The Radical Dreamers Edition che finalmente localizza in italiano un pilastro della libreria PlayStation, oltre all'avventura testuale per Satellaview che non era mai uscita ufficialmente dal Giappone. Il gioco in sé, invece, è invecchiato maluccio. Chrono Cross è sempre stato un passo indietro rispetto al suo illustre prequel Chrono Trigger, e forse oggi paga il prezzo dell'eccessivo coraggio avuto all'epoca, ma resta un JRPG da giocare assolutamente se amate il genere.
PRO
- L'inedita localizzazione italiana è veramente ottima
- È una remastered più che discreta venduta a un prezzo onesto
CONTRO
- Le sperimentazioni di Chrono Cross restano divisive oggi come all'epoca
- Forse avremmo preferito Chrono Trigger al posto di Radical Dreamers