In indonesiano, la parola "toge" vuol dire "germoglio di fagiolo". La ragione per la scelta di questo nome da parte della compagnia sta nella natura testarda della piantina, capace di crescere e adattarsi a varie tipologie di ambienti: saranno anche piccolini all'inizio, ma in seguito i germogli diventeranno piante grandi e robuste, in grado di dare un apporto significativo al luogo in cui si trovano. In effetti, Toge Productions è riuscita a farsi largo nel sottobosco dello sviluppo indipendente indonesiano e dare un contributo tutt'altro che marginale agli studios del Paese tramite programmi di finanziamento mirato, oltre a pubblicare lavori di grande spessore (quest'anno A Space for the Unbound di Mojiken) e creare videogiochi apprezzati da pubblico e critica, tra cui il primo Coffee Talk.
Esattamente come A Space for the Unbound, anche Coffee Talk Episode 2: Hibiscus & Butterfly è dedicato alla memoria di una persona molto speciale: Mohammad Fahmi, creatore del concept di Coffee Talk e suo sviluppatore nel periodo in cui ha lavorato per Toge Productions. Venuto a mancare a fine marzo 2022, aveva soltanto 32 anni; nell'ultimo periodo della sua vita si era dedicato alla fondazione di un suo studio di sviluppo, Pikselnesia, e aveva lavorato a What Comes After e Afterlove EP. È confortante sapere che la sua eredità continua a essere celebrata anche nel seguito del videogioco più famoso a cui ha contribuito, un prodotto che prosegue nella strada tracciata dal predecessore, ma riesce ad avere un maggiore focus nelle tematiche trattate.
Ve ne parliamo nel dettaglio nella nostra recensione di Coffee Talk Episode 2: Hibiscus & Butterfly.
Realtà e fantasia
Seattle, 2023, una serata piovosa di settembre. Come ogni giorno, il proprietario di Coffee Talk si prepara ad aprire il suo bar. È un inizio familiare per chi aveva amato il primo Coffee Talk, uscito nel 2020, quando la pandemia era ancora al suo apice e in molti ricercavano esperienza videoludiche calde e confortanti. Toge Productions ha fornito esattamente questo: uno spazio virtuale sicuro, immerso in musiche lo-fi perfette per rilassarsi e ascoltare le chiacchiere dei particolarissimi avventori. Sì, perché questa Seattle videoludica soffre dei medesimi problemi del nostro mondo - razzismo, straordinari, abusi, inquinamento - ma è abitata da un vivace groviglio di esseri umani, banshee, vampiri, licantropi, orchi e così via.
La presenza di creature di fantasia offre agli sviluppatori un ottimo gancio per affrontare in maniera non troppo pesante tematiche anche molto spinose, come l'immigrazione illegale, la mancanza di opportunità lavorative per i veterani di guerra, il sessismo e la depressione. Il viavai di clienti è continuo e dà il la ad amicizie, consigli e contrasti tra loro e il barista, con alcune piccole diramazioni narrative. La scrittura di Junkipatchi e Anna Winstestein manca un po' di mordente nella parte iniziale, per poi fare tesoro delle critiche di chi aveva trovato eccessivamente dispersivo il primo Coffee Talk: qui i temi principali sono l'impatto dei social network sui rapporti umani e l'importanza di avere contatti autentici di persona, valorizzando le relazioni in una chiave non necessariamente adagiata sulle convenzioni della tradizione.
Il cast di personaggi dell'episodio precedente - il poliziotto Jorji, il licantropo Gala, il vampiro Hyde - fa un gradito ritorno, forse in maniera fin troppo invasiva, "cannibalizzando" le nuove entrate, che non sempre ottengono lo spazio che meriterebbero. Al riguardo, è un peccato che per molti personaggi del primo capitolo vi sia stata una certa pigrizia nel design, spesso non rinnovato, pur con alcune lodevoli eccezioni; il colpo d'occhio di Coffee Talk Episode 2: Hibiscus & Butterfly è comunque eccellente e ben costruito, anche da un punto di vista cromatico. Nell'arco delle cinque ore necessarie a completare l'avventura, abbiamo apprezzato il tono rilassato della narrazione: sebbene si scada a tratti in qualche cliché, Toge Productions riesce a tenere un discreto ritmo e ad accompagnare il giocatore in maniera ben riuscita fino ai titoli di coda.
Timide novità sul fronte del gameplay
Ogni serata di lavoro si apre sempre allo stesso modo, ossia con la lettura della prima pagina del quotidiano The Evening Whispers, che spesso anticipa alcune delle tematiche che verranno trattate dagli avventori nel corso delle loro chiacchierate. Oltre a preparare le bevande richieste - a volte con espressa indicazione degli ingredienti, altre volte con la necessità di impegnarsi un po' di più con la fantasia - in questo secondo capitolo è stata aggiunta la meccanica della consegna di oggetti di vario genere tramite il vassoio. L'impatto di eventuali errori o dimenticanze è minimo: scordare di consegnare un invito non farà venir meno la partecipazione dell'invitato a una festa importante, e questa scarsa incisività si rivela, a tratti, un po' un peccato.
Sono state incrementate le opzioni presenti su Tomodachill, social installato sul telefono del nostro barista da cui possiamo non soltanto consultare i profili dei nostri clienti (le cui informazioni saranno svelate al crescere della nostra amicizia), ma anche leggere i loro status e vedere le foto da loro postate. Si possono anche leggere le news di The Evening Whispers o cambiare la musica ascoltata nel bar tramite Shuffld. L'interazione con la relativa interfaccia è molto comoda tramite lo schermo touch di Nintendo Switch, che si rivela la piattaforma d'elezione per esperienze rilassate di questo tipo.
Sono piccoli tocchi, certo, ma non bisogna dimenticare che il focus principale della serie Coffee Talk risiede nell'ascolto delle storie dei clienti. Se si vuole approfondire la meccanica della preparazione delle bevande, nella modalità Endless si può accedere al Free Brew (in cui si preparano tutti i drink desiderati, senza limiti di tempo) o alla Challenge Mode (dove bisogna soddisfare il maggiore numero possibile di richieste in un tempo limitato).
Segnaliamo l'assenza di una traduzione in italiano; i testi in lingua inglese sono eccellenti, e sono assenti i piccoli errori ortografici che contraddistinguevano, sebbene in minima parte, i dialoghi del primo Coffee Talk. La colonna sonora lo-fi è eccellente per costruire l'atmosfera di un bar sicuro e accogliente, e alcune delle tracce del primo capitolo tornano in gradevoli versioni remixate.
Conclusioni
Coffee Talk Episode 2: Hibiscus & Butterfly apporta minime innovazioni al gameplay del primo capitolo della serie, mentre la scrittura fa la parte del leone, migliorando alcune spigolosità di Coffee Talk, ma fallendo, in molti casi, nel dare spessore ai nuovi personaggi introdotti. Il videogioco di Toge Productions resta imperdibile per chi cerca un'esperienza rilassata e scorrevole, senza la necessità di frequenti input da parte del giocatore, e giova di un maggiore focus dal punto di vista della narrazione, lasciando saggiamente indietro alcuni dei (troppi) temi affrontati nel primo Coffee Talk. Le musiche lo-fi restano protagoniste dell'ambientazione e reggono l'atmosfera di un bar videoludico che difficilmente potremo dimenticare.
PRO
- Ottima qualità della scrittura
- Colpo d'occhio molto piacevole
- Meccaniche semplici e intuitive
CONTRO
- Poco coraggio nell'implementazione dei nuovi personaggi
- Se non avete apprezzato il primo capitolo, difficilmente che cambierete idea
- Talvolta si scade in cliché piuttosto banali