Una volta c'era Command & Conquer, oggi c'è Conan Unconquered; una volta c'erano gli RTS, oggi ci sono i MOBA; una volta c'era il PvP, oggi c'è la modalità cooperativa. Una volta c'era molta più gente che giocava agli strategici, oggi bisogna intercettare i casual gamer da smartphone. Si stava meglio quando si stava peggio, verrebbe da dire, soprattutto dopo aver provato e scritto la recensione questo pompatissimo titolo che arricchisce la saga di Conan Il Barbaro. Se state navigando sulle pagine di Steam, il banner di Conan Unconquered potrebbe sembrarvi quello di un DLC per Conan Exiles, il famoso survival di Funcom: stessa grafica del font, stesse tonalità di colori, soprattutto stesso nome. Si tratta invece di uno spin-off commissionato dalla società norvegese a Petroglyph, software house con un pedigree di tutto rispetto che ha conosciuto i migliori momenti nella seconda metà degli anni Duemila. Il team di stanza a Las Vegas si è fatto conoscere soprattutto per gli strategici in tempo reale (Star Wars: Empire at War, Universe at War), essendo stato fondato da un gruppo di programmatori Westwood dopo che lo storico sviluppatore fu inglobato, nel 2003, da Electronic Arts. Tutte queste premesse per dire che da gente come Michael Legg, Patrick Pannullo e Ted Morris, i cui faccioni compaiono nei trailer di lancio e che hanno alle spalle pietre miliari come il già menzionato Command & Conquer, Empire Earth, Dune II, ci aspettavamo decisamente di più.
Difenditi ebbasta
La cinematica fa venire l'acquolina in bocca, ma è sufficiente spulciare nel menù iniziale per tornare con i piedi per terra. Due le modalità: cooperativa in coppia (che dovrebbe essere quella più divertente, ma che, per la natura elitaria del codice, non siamo riusciti a testare) e schermaglia. Non c'è una campagna single-player vera e propria, quanto piuttosto cinque mappe messe lì giusto per far da tutorial che si differenziano da quelle "standard" solo per il fatto di avere alcuni aggiornamenti bloccati. Ovviamente c'è anche la possibilità di impostare una partita personalizzata decidendone dimensioni, numero di nemici e risorse, ma tutto finisce qui. I primi minuti dopo l'avvio ci hanno fatto pensare di avere a che fare con un RTS "vecchia scuola". Si inizia sempre e comunque con una roccaforte, edificio non replicabile la cui capitolazione coincide con la schermata di game over, con Conan o Valeria (altri due condottieri, Kalanthes e Conan il Re, sono disponibili solo nella versione deluxe che costa 10 euro in più) e con un contatore del tempo che indica quanto manca alla prossima invasione barbarica. Nell'attesa di difendersi dalle orde nemiche bisogna trovare il tempo di costruire edifici, mura difensive e, possibilmente, un esercito: l'eroe è decisamente più forte delle altre unità, ma nulla può contro le ondate più numerose.
Per riuscire in tutto questo ci sono da raccogliere, come da tradizione, le tre risorse: legna, minerali e cibo, a cui si aggiungono punti comando e capacità dell'esercito. A differenza degli schemi consolidati, in Conan il giocatore è sollevato dal produrre lavoratori: è sufficiente edificare la segheria nei pressi di un bosco (che non si esaurirà mai) per vedere la quantità di legname salire progressivamente; stesso dicasi per le cave e le fattorie. Naturalmente non tutto è disponibile sin da subito, per cui per costruire, ad esempio, la torre con balista, è dapprima necessario averla ricercata nello studio di ingegneria. A ben vedere i momenti più delicati della partita sono proprio quelli iniziali perché bisogna indovinare il giusto percorso da seguire per non trovarsi soverchiati dopo poche ondate. La vera sfida è quella di indovinare il corretto ordine in cui sviluppare gli aggiornamenti; compito reso più complicato dalla generazione casuale delle mappe e dalla loro conformazione morfologica che può rendere più o meno esposta la base agli attacchi nemici. Mentre si attende di scatenare l'inferno è consigliabile esplorare la mappa, nascosta dalla cortina fumogena, per recuperare rapidamente altre materie prime, spesso custodite da mostri neutrali, aumentando al contempo l'esperienza dell'eroe e delle truppe, che migliorano così le proprie statistiche.
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Sistema operativo: Windows 10 Pro 64 bit
- Processore: AMD Ryzen 7 2700X
- Memoria: 16 GB di RAM
- Scheda video: NVIDIA GeForce RTX 2080
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows 7, 8 o 10 (64 bit)
- Processore: Core i3 (dual core) @3Ghz+
- Memoria: 8 GB di RAM
- Scheda video: Intel HD Graphics 620
- DirectX: Versione 11
- Memoria: 10 GB di spazio disponibile
Requisiti consigliati
- Sistema operativo: Windows 7, 8 o 10 (64 bit)
- Processore: Core i5 (quad core) @3Ghz+
- Memoria: 8 GB di RAM
- Scheda video: Nvidia Geforce GTX 970 o AMD Radeon RX580
Nemici dell'altro mondo
Il computer non ha una base e l'unico modo per poterlo "sconfiggere" è quello di resistere sino all'ultima ondata. Questo è in sintesi lo scheletro del gioco che non offre altri tipi di sfida. Bisogna riconoscere che tale modalità permette di tenere l'attenzione sempre molto elevata anche per alcune scelte "furbe" introdotte dagli sviluppatori. I cadaveri dei nemici, ad esempio, col passare del tempo possono portare a delle malattie e danneggiare le unità; il fuoco appiccato alle mura può propagarsi anche all'interno della cittadella causando la distruzione di strutture che si pensava di aver tenuto al sicuro. Il giocatore quindi non può mai sentirsi in una zona di confort perché i nemici lo costringono a manutenere costantemente la propria fortezza.
Le prime ore passate in compagnia di Conan sono gradevoli, si ha la sensazione di aver ritrovato un amico che non si vedeva da molto, forse un po' invecchiato, ma con tutti i pregi e i difetti che si erano imparati ad apprezzare. Purtroppo è un effetto che tende ad esaurirsi in breve tempo: l'assenza di altre modalità, tra cui una campagna per giocatore singolo e un PvP, si fa sentire non poco ed è appesantita dalla durata media delle partite che varia da una a due ore, a seconda di quante ondate sono state selezionate all'inizio. La presenza degli achievement in-game (non stiamo quindi parlando delle medaglie di Steam), come "ricatto" per continuare a lanciare il titolo è un espediente che ci ha particolarmente irritato: in pratica arruolando un determinato numero di guerrieri il loro valore d'attacco migliora in modo permanente; stesso ragionamento per la resistenza delle mura, la vita delle unità a cavallo e via discorrendo. Insomma, più ci si gioca più bonus si sbloccano, quasi fosse impossibile avere la meglio del nemico nelle prime partite, quando le statistiche sono azzerate. Il monotematismo non è purtroppo l'unico difetto di Conan Unconquered. Non ci stiamo riferendo tanto alle magagne di pathfinding, che comunque possono essere particolarmente frustranti quando i nemici attaccano da più direzioni, quanto alla scarsa varietà delle unità, sia a disposizione del giocatore, sia nemiche; inaccettabile che gli eroi siano solo due (o al massimo quattro) ed è poco digeribile anche l'assenza di scorciatoie da tastiera che permettano di selezionare gruppi specifici di unità, riducendo le battaglie ad un semplice scontro a chi ne ha di più.
Troppo poco
La delusione per la pochezza di Conan Unconquered si estende anche alla realizzazione grafica, che non rende giustizia ad anni di progressi tecnologico. Sembra quasi di giocare alla versione rimasterizzata di Age Of Empires, piuttosto che a uno strategico uscito quasi dieci anni dopo StarCraft 2 che continua ad essere uno dei metri di riferimento per il genere. Le animazioni sono legnose, i modelli di strutture e milizie poco dettagliati, gli effetti speciali, come la nebbia di guerra, assolutamente inguardabili. Anche l'interfaccia utente risente troppo del retaggio del passato, risultando un po' appesantita e non priva di qualche bug; per fortuna c'è la possibilità di mettere in pausa per evitare di perdersi tra i menù e l'azione. La colonna sonora, che si fa sentire solo nei momenti giusti, è gradevole, ma leggermente ripetitiva, mentre gli effetti sonori sembrano essere stati riciclati da qualche lavoro precedente di Petroglyph e si attestano sul livello di questa produzione su cui, evidentemente, non sono stati profuse le adeguate risorse. L'intelligenza artificiale si difende bene: quando può cerca di attaccare direttamente la base, mentre in altri casi sembra rendersi conto di non poter avere la meglio e si limita quindi a fastidiosi danneggiamenti delle strutture. Il livello di difficoltà si mantiene quindi su standard medio alti, specialmente all'inizio quando le unità sono "depotenziate", pur senza correre il rischio di sfociare in frustrazione.
Conclusioni
Il tocco di veterani degli strategici c'è e si vede, ma è troppo poco per salvare Conan Unconquered dalla mediocrità: un gioco che manca di contenuti ed è tecnicamente datato. Una buona occasione persa.
PRO
- Il feeling dei vecchi RTS si fa sentire
- L'universo di Conan ha il suo fascino
CONTRO
- Tecnicamente inadeguato
- Diventa a breve ripetitivo
- Mancanza di contenuti