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CSI: Miami

Cinque casi apparentemente insolubili. Cinque gialli su cui mettere alla prova la vostra capacità di analisi e confronto. Non sarete soli però, tutti i mezzi e il cast della serie televisiva CSI: Miami sono al vostro servizio per la soluzione dei casi, e dici poco...

RECENSIONE di Andrea Rubbini   —   18/02/2005
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Elementare, ma non troppo

Tutto il cast al completo vi affiancherà durante le indagini, che comprendono un totale di cinque casi da risolvere, dove in ciascuno di essi un detective diverso vi farà da spalla, mentre Horatio Caine, il più insopportabile della serie, si limiterà a introdurvi il caso (in questo vedo una scelta lungimirante…). L’ossatura del gioco è un’interazione squisitamente “punta e clicca” all’interno di schermate statiche, ciascuna esemplificativa di un luogo sul quale potrete compiere delle indagini. Solo la scena del crimine ruota in senso panoramico, ma non vi è concesso di muovervi in alcun modo all’interno degli scenari, tanto più che l’unica vostra estensione nel gioco è il puntatore del mouse. Potrete però beneficiare di alcuni zoom sulle zone rilevanti, che potreste scoprire cliccando dissennatamente sullo schermo oppure procedendo nelle indagini.

mi sento di elogiare gli sviluppatori, che hanno creato un sistema pratico e flessibile per evitarvi ore di frustrante ricerca

Elementare, ma non troppo

Naturalmente non mancheranno sospetti da interrogare ponendo loro le domande, anche se, come per la raccolta delle prove, sono disponibili diversi livelli di difficoltà personalizzabili nel corso stesso del gioco, così da rendere l’avanzamento un po’ meno banale. Facciamo un esempio: potreste volere che sia il computer a fornirvi la lista delle domande, altrimenti dovrete trascinare l’oggetto sul sospetto per vedere se ha qualcosa da dire al riguardo. In un caso o nell’altro non esistono domande giuste o sbagliate, prima o poi le dovete fare tutte.
Anche la presenza di un detective di supporto non serve ad altro se non a fornirvi un indizio nel caso vi siate impantanati, a scapito del punteggio finale. Su questo punto mi sento di elogiare gli sviluppatori, che hanno creato un sistema pratico e flessibile per evitarvi ore di frustrante ricerca, poiché sappiamo quanto si tenda dopo un po’ a non vedere più un particolare dentro una schermata già esaminata innumerevoli volte.

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Il Diavolo è nei dettagli

Il fulcro della serie televisiva si basa però sul confronto di prove in laboratorio, affidato ai più moderni sistemi d’indagine, mostrando ai telespettatori cosa accade ad esempio alle connessioni neurali che si spezzano per un’emorragia, con scene a volte anche un po’ crude ma di grande impatto. Questo genere di video, realizzati dal vivo, sono presenti anche nel gioco, così come i tre luoghi chiave su cui lavorerete come membri del CSI.
Il primo è l’obitorio, nel quale il medico legale vi darà ragguagli sulle cause del decesso, consentendovi di fare ulteriori indagini sui corpi o sugli organi stessi delle vittime (nel primo caso dovrete esaminare addirittura l’apparato digerente di un alligatore). Concluse le autopsie lavatevi le mani e potrete parlare con la pragmatica Salas, l’unica in grado di fornirvi mandati di comparizione o di perquisizione, a patto che abbiate raccolto indizi sufficienti per procedere. Per ultimo, ma solo in ordine di comparizione, perché potrete accedere a questi luoghi quando volete, è il laboratorio d’analisi affidato alla pungente Valera. Qui vi diletterete tra confronti di impronte digitali, analisi del DNA e altre comparazioni utili all’identificazioni di prove per il caso.
L’aspetto più interessante è la barra degli strumenti alla quale potrete accedere direttamente dalla schermata di gioco, che contiene tutti gli attrezzi del vero esperto, tra i quali creme per i calchi delle ferite, luce ultravioletta e ogni sorta di rilevatore per le impronte oltre a un microscopio da campo. Il set di attrezzi si divide in due categorie, una per la raccolta delle prove e una per l’individuazione delle prove, entrambe utilizzabili per manipolare gli indizi stessi una volta che li avrete raccolti. Vi avverto che vi porterete dietro anche arti amputati e altri souvenir poco romantici. Una minuziosa analisi dei luoghi e un confronto dettagliato degli indizi è la chiave per ottenere progressi utili alla risoluzione del caso.

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Mi raccomando non provateci a casa

Francamente preferisco seguire gli episodi in TV. I motivi sono diversi ma cruciali, primo tra tutti il fatto che per quanto il gioco ci provi a farvi sentire come i veri padroni del caso, in realtà la strada è già tracciata ed è la più lineare possibile. Potreste non fare caso a una macchiolina, ma è impossibile commettere errori e non ci sono antagonisti. E’ come cercare la somiglianza tra due vignette nella Settimana Enigmistica: vi basta solo un po’ di occhio e mal che vada, se non è uno strumento quello giusto, vi basta cliccare con il successivo. Lo stesso vale per le analisi in laboratorio: è sufficiente mettere i campioni l’uno al fianco dell’altro e premere un pulsante per verificarne l’effettiva corrispondenza, la quale vi assicuro appare sempre più che ovvia.
Può sembrare naturale che sia così, poiché il gioco non si rivolge ad aspiranti agenti della scientifica, ma proprio per questo la finzione appare ancora più stridente con quanto viene fatto per dissimularla. Inoltre manca tutta il ritmo e l’atmosfera della serie televisiva, perché i tempi morti occupano la maggior parte dell’indagine, mentre gli stessi attori non dispongono di animazioni e mimiche facciali adeguate ai mutamenti dell’animo che certe notizie dovrebbero suscitare, con il risultato di farvi sentire lontani da un vero coinvolgimento narrativo. Voglio spendere ancora due parole sulla resa grafica troppo minimale, fatta di figure a malapena animate incollate su sfondi bidimensionali poco curati e scarni. Il doppiaggio è in lingua inglese e non fa certo faville, ma almeno i sottotitoli sono stati localizzati in italiano.

la curiosità di mettere i pezzi sotto al microscopio o di fare i calchi su di un nuovo cadavere vi mantiene lì quanto basta per spendere qualche oretta in totale serenità, grazie anche alla possibilità di chiedere un aiuto e procedere così nelle indagini.

Mi raccomando non provateci a casa

Vorrei dire altro a riguardo ma il problema è che non c’è proprio nient’altro su cui discutere, essendo un gioco che vive solo della sua interfaccia per il puntamento, anche se come potete vedere ho scelto di dagli un 6,5 che comunque lo salva dal baratro della mediocrità. Il motivo è che nonostante tutto, è quanto di più rilassante abbia provato. Anche se i casi non sono gialli di grande spessore, la curiosità di mettere i pezzi sotto al microscopio o di fare i calchi su di un nuovo cadavere vi mantiene lì quanto basta per spendere qualche oretta in totale serenità, grazie anche alla possibilità di chiedere un aiuto e procedere così nelle indagini.
Peccato perché lo stimolo giusto, applicato ad un’interfaccia che si affidasse di più alle possibilità di un videogioco, avrebbero potuto renderlo un prodotto molto più piacevole, mentre così com’è, può soddisfare solo un blando desiderio di passare il tempo.

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Commento

La debolezza di CSI: Miami risiede quasi tutta nel tentativo di affidare l'interazione ad un'obsoleta interfaccia "punta e clicca", che non tarda a mostrare i propri limiti, senza che adeguati elementi visivi riescano a trascinarvi in un coinvolgimento anche solo simile a quello televisivo. Purtroppo la realizzazione tecnica risparmia troppo sugli effetti e sui filmati per poter ridare al prodotto lo smalto che perde nell'interazione. Ci rimane tra le mani un gioco rilassante, ma privo di mordente. Ottimo per chi vuole solo distendersi o per un pubblico maturo lontano dal mondo dei videogiochi, che cerca un prodotto semplice e avvicinabile; a tutti gli altri consiglio invece l'italianissimo Martine Mystére di Cinghini.

    Pro:
  • Rilassante e distensivo
  • Mai frustrante
    Contro:
  • Lineare e privo di mordente
  • Gameplay giurassico
  • Visivamente lontano dalla serie televisiva

Nessun omicidio è perfetto

Il caso di CSI: Miami è un esempio emblematico di produzione cinematografica adattata ad un mercato che non condivide né le modalità di fruizione, né gli intenti espressivi della pellicola. Questo non deve stupirci più di tanto, visto che comunque il passaggio inverso avviene con sempre maggiore frequenza.
Date tali premesse, quello che mi aspetto è di trascendere l’esperienza televisiva, divertendomi quindi più che davanti a un dvd della serie, dal momento che l’intento è quello di farmi vivere i miei "amati" episodi. Ricostruiamo allora il caso, così da raccogliere abbastanza prove per poter giudicare, d’altronde è la stessa Yelina Salas del CSI a insegnarmi che le intuizioni non bastano (con il suo fastidioso give me reeeasons).
Se vi siete persi le serie tv precedenti non angosciatevi, perché il plot si risolve nel singolo episodio, dove una squadra investigativa della sezione scientifica (nella fattispecie quella di Miami), deve risolvere un caso di omicidio mettendo a frutto i millenari progressi della scienza, analizzando ogni dettaglio rinvenibile sulla scena del crimine. A voi tocca esattamente lo stesso tipo di compito; raccogliere gli indizi, metterli in correlazione l’uno con l’altro e portare dentro il colpevole. Non temete, sulla confezione c’è scritto che il requisito minimo è quello di avere sedici anni, perciò anche con un 5 in fisica riuscirete a barcamenarvi tra medico legale e tecnici di laboratorio.