I telefilm polizieschi sono cambiati radicalmente negli ultimi anni: giovanottoni con camice hawaiane e Ferrari, goffi tenenti in trench e anziane signore borghesi con il pallino per il crimine (e una preoccupante tendenza a trovarsi sempre con un morto tra i piedi) hanno lasciato spazio ad un approccio meno romanzato al delitto e alla sua risoluzione. CSI è probabilmente la serie simbolo di questa nuova tendenza, dove i poliziotti sono scienziati che con tecnologie e metodi scientifici scardinano le oscure trame dei criminali di turno. All’interno dello schema raccolta prove – deduzione – interrogatorio c’è anche spazio per una certa componente propriamente narrativa, ma è abbastanza facile immaginare, data l’impostazione alquanto asettica e pragmatica di ogni episodio, che un videogioco basato sulla serie potrebbe essere facilmente costruito. E non si tratta certo di una novità, giacché questo “Prova Schiacciante” è solo il quinto capitolo della versione videoludica di CSI, ma il primo ad arrivare su Xbox 360, contemporaneamente al PC. Dunque la struttura del telefilm, di per sé, facilita la trasposizione in videogioco, essendo basata su compartimenti staccati e concatenati fra loro, cosa che si ritrova precisamente all’interno del titolo in questione, con una riproduzione in digitale delle tipiche fasi delle inchieste condotte dalla polizia e dal laboratorio di scientifica più famosi della TV, ma l’operazione è andata a buon fine? Un’affinità strutturale evidente può bastare a giustificare la produzione di un nuovo videogioco? E’ chiaro come questo sia un progetto che Ubisoft non ha considerato da subito come un potenziale hit, e la cosa si deduce sia dall’uscita un po’ in sordina, che, soprattutto, dalla realizzazione un po’ frettolosa.
Lavorare al LVPD
In CSI: Prova Schiacciante ci troviamo dunque ad interpretare un nuovo arrivato all’interno del Las Vegas Police Department, nel settore della polizia scientifica. Troveremo tutti i protagonisti della serie corrispondente ricostruiti in grafica 3D, alcuni con voci originali doppiate dagli attori corrispondenti. Il gioco consente di vivere in prima persona 5 diversi casi da risolvere, tutti originali e inediti, che spaziano per varie locazioni e situazioni differenti all’interno dell’area metropolitana di Las Vegas. Si tratta di un’avventura grafica, del sotto-genere investigativo, e con visuale in prima persona. Ubisoft ha pensato bene di affidare questo nuovo capitolo alle cure di TellTale Games, che sull’argomento avrebbe da dire diverse cose, visto che sono gli autori della nuova serie episodica di Sam and Max, e vantano trascorsi all’interno di LucasArts, fucina di avventure grafiche di altissimo livello. L’approccio scelto rende il gioco, però, una sorta di avventura grafica spuria, se come standard prendiamo le tipiche avventure punta e clicca che si sono evolute dal sistema SCUMM in poi. L’idea che deriva da CSI, se ci avviciniamo ad esso pensando a Monkey Island, Broken Sword o altri, è che il gioco sia estremamente guidato, senza lasciare spazio all’inventiva o ad un utilizzo alternativo e originale degli oggetti e dello scenario. L’ambientazione rende ovviamente necessario il rimanere saldamente ancorati a procedure realistiche ed estremamente funzionali: gli unici oggetti con cui possiamo interagire sono prove, e sappiamo che ci torneranno utili se sottoposte a determinati procedimenti. Questo toglie molto al normale fascino dell’avventura grafica, che si basa in gran parte sull’utilizzo costruttivo e inaspettato degli oggetti a disposizione, ma d’altra parte è una scelta obbligata, per rimanere fedeli alla struttura procedurale di CSI. Le dinamiche di gioco sono molto simili a quanto vediamo negli episodi della serie televisiva: ci viene assegnato un nuovo caso, andiamo sulla scena del crimine, raccogliamo le prove, le analizziamo in laboratorio, e mettiamo sotto interrogatorio i sospetti, fino all’eventuale arresto finale. Da notare che sia la raccolta di prove che gli interrogatori sono molto lineari e guidati: è possibile interromperli e riprenderli a più riprese, ma non permettono di intraprendere strade diverse da quella prestabilita. Gli oggetti da raccogliere sono ben segnalati, e quelli che si possono raccogliere sono indispensabili per l’avanzare del gioco, mentre durante gli interrogatori non sono concesse “strade” diverse da quella prestabilita: le scelte sulle domande da fare sono minime, e in ogni caso riguardano solo l’ordine con cui queste possono essere poste, poiché comunque vanno tutte selezionate.
Forensics for Dummies
Il gioco si basa essenzialmente su due fasi: da una parte la raccolta di indizi sulla scena del crimine o su altri luoghi esterni, dall’altra le analisi in laboratorio, l’obitorio, eventuali garage per controllare i mezzi, la sala dell’interrogatorio e l’ufficio del Capitano di polizia. Essenzialmente, l’azione si svolge o fuori o dentro l’LVPD, con le locazioni che si sbloccano via via con il procedere dell’indagine. I luoghi sono inquadrati con visuale in prima persona, visitabili scorrendo su “binari” immaginari, praticamente scrollando lo schermo in varie direzioni. L’interfaccia utente è basata su un cursore, che assume diverse forme a seconda del contesto: quando è possibile zoomare sui particolari diventa verde, quando è il caso di utilizzare un oggetto per le indagini mostra una cassetta per gli attrezzi, mentre quando si posa su un personaggio si trasforma in un fumetto, per attivare il dialogo. Essenzialmente, la dinamica di gioco si basa sull’avere l’accortezza di passare il cursore attentamente su tutte le schermate, rivelando di volta in volta i punti sensibili e agendo su di essi di conseguenza. L’unica scelta posta al giocatore è quale oggetto specifico (suddivisi tra “rilevazione” e “raccolta”) utilizzare per raccogliere una determinata prova, e comporta l’utilizzo del vasto arsenale della scientifica: strumenti per raccogliere campioni di tessuto, di liquidi, impronte digitali, vari fluidi o torce per esaltare macchie o presenza di sostanze particolari, e in generale tutti quei fantastici strumenti che vediamo utilizzare ai protagonisti del film. Anche qui, la libertà d’azione è relativa, poiché l’analisi può essere effettuata solo con lo strumento giusto: finché questo non viene selezionato, il nostro saccente compagno di squadra continuerà a dirci di sceglierne un altro, fino alla scelta giusta, ovviamente. Una volta raccolte le prove, possiamo spostarci (con l’utilizzo del PDA-tuttofare, uno strumento che consente di selezionare le locazioni, riesaminare i dossier o accedere alle opzioni) all’interno dei laboratori. Qui troviamo diversi strumenti, ma l’imbarazzo della scelta è mitigato dal fatto che il gioco suggerisce subito quali utilizzare, segnalandoli con un’icona lampeggiante, che scompare solo una volta che vi abbiamo concluso tutte le ricerche del momento. C’è il microscopio per analizzare i tessuti, la macchina per l’analisi del DNA e quella per le impronte digitali, fra le altre cose. In generale, si procede per confronto, inserendo un campione prelevato sulla scena del crimine con un altro, oppure con il database interno. In questo caso, la difficoltà sta nel capire quali prove possano contenere un riscontro positivo, ma la scelta non è mai troppo ampia. Una volta trovato un sospettato, possiamo sottoporlo al famoso interrogatorio. Per arrivare alla conclusione di ogni caso, sarà necessario attraversare più volte le varie fasi dell’indagine, via via scoprendo nuove locazioni e nuovi personaggi coinvolti da interrogare.
Estetica del crimine
Il fatto che non si tratti propriamente di una produzione di livello altissimo, da parte di Ubisoft, appare chiaro semplicemente guardando il gioco: la grafica è spartana, costruita senza troppo dispendio di poligoni ed effetti, cercando esclusivamente di renderla funzionale senza stupire nessuno. Gli scenari e i personaggi paiono uscire direttamente dai giochi della generazione precedente di piattaforme, con l’aggiunta di pochi effetti assolutamente insufficienti per rendere il titolo esteticamente valido, un risparmio ingiustificabile anche considerando che gli scenari sono comunque visitabili solo seguendo i binari prestabiliti (ai tempi di The 7th Guest, almeno, tale scelta era controbilianciata da una grafica da urlo, ma erano altri tempi). Piuttosto fastidiosa la latenza dei comandi, che comporta una lentezza generale che fa rimpiangere molto l’utilizzo del più indicato mouse, invece del controller di Xbox 360, per un gioco del genere. L’audio accompagna con sporadiche musiche l’andamento pacato del gioco, mentre il doppiaggio, effettuato con alcune delle voci originali del telefilm (in Inglese con sottotitoli in Italiano), pur non essendo eccelso risulta convincente. In particolare, i dialoghi sono ben strutturati e composti, non banali e “adulti”, cosa indispensabile per dare credibilità a tutta la struttura di gioco. I personaggi non si risparmiano discorsi su tematiche controverse e terminologie “proibite”, con tanto di vena ironica tratta direttamente dal telefilm. La stessa sceneggiatura sulla quale sono intessuti i 5 episodi presenti è sorprendentemente valida, avvincente e non scontata: sicuramente il punto forte su cui questo CSI – Prova Schiacciante può contare.
Commento
CSI – Prova Schiacciante può appassionare il fan della serie televisiva, e forse anche chi non lo è, in virtù della sceneggiatura ben congegnata su cui si basano i casi. La struttura di gioco, di per sé, ha però diverse falle: la libertà d’azione, o la creatività e apertura delle avventure grafiche migliori è quanto di più lontano ci sia da questo gioco. Il gameplay si limita ad una procedura ben precisa di raccolta indizi (passando in rassegna attentamente tutti gli scenari fino a che il cursore non cambia colore), analisi in laboratorio (provare tutte le combinazioni tra le prove raccolte e le opzioni possibili) e interrogatorio (porre semplicemente tutte le domande, in qualsiasi ordine). La difficoltà sorge più da problemi di natura strutturale che da una vera sfida posta dai game designer: se non sappiamo cosa fare, dovremo semplicemente ripassare in rassegna tutti i luoghi e parlare con tutti i personaggi fino a che la situazione non si sblocca, e spesso a prescindere da un qualsiasi collegamento nascosto che necessiti del vecchio “colpo di genio” da avventura grafica. Male che vada, comunque, il nostro compagno di squadra saprà dirci esattamente cosa fare di volta in volta, se interpellato (i consigli vanno però ad influire sulla valutazione finale del caso). La dinamica di gioco è davvero troppo guidata per essere divertente. Ci aspetteremmo di più da TellTale e Ubisoft.
Pro:
- Trame ben congegnate
- Dialoghi ben scritti e personaggi credibili
- Vivere CSI in prima persona!
- Realizzazione tecnica scarsa
- Struttura di gioco troppo chiusa e guidata
- Interfaccia un po’ lenta e legnosa
Obiettivi Xbox 360
Questo gioco rappresenta una delle più semplicistiche interpretazioni del sistema di obiettivi sbloccabili Microsoft che si possa trovare sul mercato al momento. Sono presenti 5 obiettivi per un totale di 1000 Gamerpoints, ognuno assegnato al termine di ogni caso, a prescindere dalla valutazione finale. Per i cacciatori di punti, questo gioco rappresenta un preda davvero privilegiata.