Fino a qualche anno fa i roguelike rappresentavano una nicchia di mercato fresca e originale, a tal punto da attirare milioni di giocatori e saturare così il genere in un battibaleno. Da qualche tempo a questa parte, infatti, non è raro veder comparire cloni più o meno riusciti dei titoli di maggior rilievo, con alcune scintille pronte a rinfrescare questa tipologia di prodotti. Parliamo ad esempio del più recente Hades che tutti abbiamo osannato solo qualche mese fa, a Monster Train, che nel suo DNA assimilato da Slay the Spire, sbocciava con nuove idee mettendoci dalla parte dei cattivi e al recente DLC di Dead Cells, pronto a elevare ulteriormente il capolavoro di Motion Twin.
Con così tanta varietà, riuscire a creare qualcosa di davvero originale è diventato estremamente difficile ma Passtech Games non si è voluta dare per vinta, ritoccando l'early access di Curse of the Dead Gods per proporre oggi un titolo deciso a dire la sua in questo ambito. Nella nostra precedente prova il gioco aveva dimostrato già tutte le sue peculiarità, ma attendevamo il lancio per poterlo ammirare in nella completezza dovuta. Oggi, dopo oltre un anno di Early Access siamo giunti finalmente al tanto atteso verdetto finale nella recensione di Curse of the Dead Gods!
Tante armi, pochi nemici su cui usarle
La selezione delle armi viene fatta inizialmente all'entrata di ogni nuovo dungeon e poi, decidendo quale percorso seguire in uno schema a rami identico a quello visto in Slay the Spyre potrete incappare in nuove armi, potenziamenti per le stesse, reliquie o altri tesori di valore, così da rendervi più letali e mantenere un livello di sfida adeguato. La varietà delle armi è più che buona e include uno spettro ampio di tutto ciò che vi aspettereste da un titolo fantasy come questo, partendo dalle spade e mazze più comuni fino ad arrivare a moschetti, artigli e lance estremamente in linea con il tema azteco. Se le armi soddisfano, i nemici invece, sia per varietà sia per design, lasciano un po' a desiderare, deludendo il nostro immaginario e lasciando intravedere tocchi di classe solo durante gli scontri coi boss. A tal proposito è giusto segnalare come i guardiani dei vari piani della piramide sfruttino pattern di attacco ripetuti, senza quasi mai cambiare ritmo o strategia e diventando ben presto facili da leggere e da abbattere.
Mentre la curva di difficoltà si abbassa repentinamente con il crescere dell'esperienza del giocatore, per mantenere vivo l'interesse interviene la meccanica della maledizione, questa sì davvero originale e ben congegnata. Sostanzialmente ogni porta che attraversate farà aumentare una barra dedicata, il cui completamento corrisponderà ad una maledizione permanente per tutta la run: arrivate ad ottenere cinque maledizioni in una volta sola e la vostra vita inizierà a calare ogni secondo, richiedendo uno sforzo davvero sovrumano per portare a termine l'avventura. Curse of the Dead Gods racchiude quindi un meta gioco, obbligando il giocatore a fare scelte oculate agli altari delle ricompense così da non accumulare malefici eccessivi, a sacrificare pezzi di equipaggiamento per cercare di placare l'ira degli dei e anche a stare attenti ad alcuni attacchi che, invece di danneggiare la vostra salute, punteranno chiaramente ad accelerare il riempimento di questa statistica maledetta. All'interno di questo ecosistema ricco di cose da ricordare e decisioni da prendere il giocatore ha comunque sempre l'impressione di avere il controllo e ogni scelta viene fatta oculatamente delineando una strategia chiara. Un sistema che funziona estremamente bene e che lascia ad ogni game over quella voglia insaziabile di cimentarsi in un'altra run e poi un'altra ancora, fino ad arrivare a sconfiggere tutti i 10 boss della piramide, con sessioni che vanno dai 15 ai 50 minuti o più di gioco.
Nella progressione, ovviamente, entrerà di prepotenza un pizzico di ripetitività, inevitabile per giochi di questo genere, ma forse un pelo troppo marcata questa volta, con una costruzione procedurale dei livelli non sufficientemente varia da evitare spiacevoli effetti déjà-vu frequenti: il limite più grosso di una produzione da tenere comunque in stretta considerazione.
Conclusioni
Inutile dire che con Curse of the Dead Gods ci siamo divertiti moltissimo in fase di Early Access e abbiamo fatto altrettanto con la sua versione completa. Il merito va a una buona quantità di meccaniche, tutte ben congegnate, a una serie di scelte da fare estremamente importanti da parte del giocatore e a uno stile grafico convincente, graziato da un comparto tecnico sublime per il livello della produzione. Abbiamo dunque tra le mani un titolo davvero eccellente che pecca unicamente in una ripetitività delle ambientazioni e dei nemici eccessivamente marcata, sottolineata purtroppo dal genere di appartenenza che vi porterà più e più volte a dover affrontare in rapida successione i medesimi livelli. Buono il sistema di combattimento, rapido e responsivo, per una produzione in linea con il prezzo proposto e a cui gli appassionati dei roguelike dovrebbero seriamente prestare attenzione.
PRO
- Stile e atmosfera sublimi
- Buona varietà di armi e bonus da sbloccare
- Nuove meccaniche interessanti per il genere
CONTRO
- Poca varietà di nemici e ambientazioni
- Sfida blanda per i più esperti
- Quantità di contenuti non al top