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Devil May Cry

Le forze del male tornano a minacciare l’isola di Mallet. Dopo duemila anni di relativa pace, Mundus, re dei demoni, si ridesta dal forzato letargo a cui era stato costretto da Sparda ed è pronto a impadronirsi del mondo umano. Ma il suo destino si incrocia con il figlio di Sparda, Dante, ultimo paladino della libertà umana.

RECENSIONE di La Redazione   —   28/01/2002
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Dante all’Inferno

Un giorno come tanti altri per Dante. Sono da poco passate le 9 di sera e lui è ancora nel suo ufficio Devil May Cry ( lo stesso nome del gioco) quant’è che una bellissima donna dalle curve mozzafiato di nome Trish entra in moto sfondando la serranda. Questa sarà la scena di apertura che vi troverete di fronte iniziando questa nuova avventura targata Capcom. Grazie allo spazio offerto dal supporto DVD, in cui è realizzato il gioco, i programmatori non hanno badato a “spese” inserendo un filmato iniziale, molto lungo, in CG degno di un film hollywoodiano. La misteriosa Trish invita Dante, cacciatore di demoni, a recarsi nell’isola di Mallet, dove esiste l’unica porta spazio-temporale che permette l’accesso al regno degli Inferi. Che la discesa abbia inizio…!!

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Un concept classico all'ennesima potenza

Negli ultimi anni Capcom ha cavalcato l’onda videoludica grazie ai suoi giochi horror (Resident Evil in primis ma anche Dino Crisis) che hanno avuto il merito di dare nuova linfa a un genere che era rimasto sempre di nicchia fino a quel momento. Questo Devil May Cry lambisce solo marginalmente tale filone (vi spiegheremo più avanti i punti di contatto) andando a rientrare nel mondo degli action game, con la dichiarata intenzione di portare un mondo realistico e tridimensionale all’interno di un concept classico quale ad esempio quello di giochi come Castelvania. Il titolo è suddiviso in missioni in cui il nostro eroe dovrà lottare contro terribile creature demoniache (andiamo dalle marionette ai ragni giganti) munito di armi mitologiche e in contemporanea degli ultimi ritrovati tecnologici come fucili, pistole e quant' altro. Ma questo non è tutto, gli sviluppatori hanno pensato bene di introdurre delle varianti al genere, tanto è vero che alla fine di ogni stage potrete spendere le sfere rosse acquisite nel corso dell’avventura per potenziarvi o per recuperare le energie perdute in combattimento. Senza volervi anticipare molto, posso dirvi che ogni missione ha diversi obiettivi così come le ambientazioni varieranno man mano che proseguite nel gioco dando un senso di “mai visto” molto piacevole e invogliante. Un punto di forza di questo titolo, rispetto a molte produzioni analoghe è il livello di difficoltà. Mai e dico mai, sarete attanagliati dal senso di frustrazione per non riuscire a sbloccare una porta o sconfiggere un nemico, grazie a un livello di difficoltà progressiva e ben calibrata. Ovviamente questa difficoltà ben calibrata potrebbe portare un giocatore esperto a terminare il game nel giro di un paio di giorni, ma posso assicurarvi che la soddisfazione che ricaveremo da questa vita parallela ci ricompenserà del centone speso.

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DMC: RE + ICO?

Ad un esame attento si può vedere come gli sviluppatori abbiano preso in prestito alcuni elementi tipici di altre produzioni quali Resident Evil e Ico. Il sistema di puntamento è molto simile a quello utilizzato negli horror game targati Capcom, in cui alla pressione del tasto R1 andava accompagnato il pulsante x. Qui la procedura è la stessa, ma faremo finalmente a meno dei tempi di caricamento tra una serie di colpi e l’altra dato che avremo munizioni infinite per le nostre armi da fuoco. Altro punto di contatto lo si può riscontrare nella gestione dinamica delle telecamere che, se nella maggior parte dei casi svolge egregiamente il proprio compito, in talune occasioni contribuisce a perdere di vista il nemico con conseguente disagio nella lotta. Una simile situazione è riscontrabile nella terza missione, quando Dante si trova alle prese con un ragno gigante (colpitelo sul pungiglione se volete averla vinta). Sicuramente degne di nota sono le ambientazioni, che attingono a piene mani nello stile gotico di cui è imperniato il gioco. Fedeli ricostruzioni delle ambientazioni e degli arredi anche grazie a un abbondante uso di texture che danno un notevole senso di realtà all’avventura. Nella saggia ricostruzione degli ambienti e dell'atmosfera possono riscontrarsi gli echi di ICO. Le locazioni sono molto simili al castello iniziale in cui ICO inizia la sua avventura e questo non è assolutamente un male, anzi. La maggior parte degli oggetti su schermo sono in tempo reale, tanto è vero che potremo divertirci a rompere casse, tavoli e librerie, facendoci credere per qualche istante di essere in un gioco alla Final Fight.-). Un notevole uso di poligoni è stato fatto anche per la realizzazione dei personaggi sia esso il protagonista sia che si tratti dei nemici. Dovremo lottare con una ventina di mostri diversi, ognuno dotato di proprie caratteristiche che dovremo imparare alla svelta se non vogliamo soccombere sotto i loro colpi.

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Una avventura "italiana"

Era da tempo che non mi trovavo a giocare con un prodotto così semplice e coinvolgente al tempo stesso. Basta vedere il sistema di controllo per capire che tipo di gioco è. Il personaggio risponde istantaneamente ai comandi impartiti e ci basteranno un paio di tasti per comandare il nostro protagonista, il tutto con una naturalezza che ci farà pensare di giocarci da una vita a Devil May Cry. L’azione sarà costantemente accompagnata da melodie industriali e hard-rock in tempo reale, ovvero esse seguiranno l’azione. Lodevoli anche gli effetti sonori propri del gioco che vanno a interagire benissimo con la colonna sonora e le ambientazioni. Da segnalare la presenza di sottotitoli in italiano nella versione PAL che contribuiranno a rendere capibile la trama anche ad un pubblico “non addetto all’inglese”.

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Devil May Cry raggiunge il Paradiso (videoludico)

Più che ad un gioco ci troviamo di fronte a una forma d’arte videoludica. I personaggi, le ambientazioni, il gameplay lasciano trasparire chiaramente la cura maniacale che i programmatori hanno profuso nella realizzazione di Devil May Cry. Pur avendo ravvisato un paio di leggeri difettucci (inquadrature a volte caotiche e effetto trasparenza dei muri), ci troviamo in mano un must buy, un gioco che dovrebbe fare bella mostra di se in tutte le case dei videogiocatori. Una esperienza di vita, in cui il videogiocatore per alcune ore rappresenterà veramente il Bene contro il Male, e non si darà pace finchè il terribile Mundus non sarà definitivamente sconfitto e il Mondo non tornerà nuovamente alla tranquillità.

Devil May Cry
Devil May Cry

Devil May Cry raggiunge il Paradiso (videoludico)

Pro:

  • praticamente perfetto se non fosse per...

  • Contro:
  • ...effetto mura trasparenti
  • gestione delle inquadrature non sempre impeccabile
  • Sito ufficiale

  • Anteprima targata Maxel

  • Wallpaper

  • Anteprima

  • Screenshots
  • Tutto ebbe inizio 2000 anni fa

    Un antichissimo e polveroso manoscritto conserva al suo interno gli echi di una leggenda.. Essa narra la perenne lotta tra il Bene e il Male, tra gli effimeri umani e gli immortali demoni. Intorno all’anno zero il quieto vivere del mondo fu scosso dalla nascita di un nuovo e crudele demone nel regno degli Inferi. Il suo obiettivo era quello di governare non solo sui suoi eguali ma anche sul mondo terrestre, e ci sarebbe riuscito se un demone-cavaliere di nome Sparda non si fosse schierato dalla parte degli umani. Il Bene sconfisse il Male e il principe dei demoni fu rinchiuso in una caverna privato dei propri poteri malefici. Il principe nero Sparda assicurò prosperità e pace al mondo degli umani e lui stesso sposò una di loro dando alla luce un bimbo mezzo uomo e mezzo demone, il cui nome è Dante.
    Ma un oscuro presagio è destinato a minare questo mondo idilliaco.
    “Ma state in guardia, umani! Dopo un periodo di 2000 anni, il crudele imperatore verrà liberato e tenterà nuovamente di invadere la Terra. Il nostro protettore sarà il figlio di Sparda!”.