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Doom è un po’ come una fotografia in bianco e nero delle dive di Hollywood degli anni 50, erano meno appariscenti di quelle di adesso, più genuine in un certo modo, ma con un loro preciso fascino. Su quelle foto le nuove generazioni possono sognare immaginando il mito e il cinema di un tempo, mentre coloro i quali hanno vissuto quei momenti sulla propria pelle, guardandole, potranno ritornare indietro con la memoria a recuperarne i ricordi.
In altre parole Doom riesce ancora a divertire quanti lo giocarono ben venti anni fa e quanti invece non lo hanno mai giocato. Certo, alcune mancanze appaiono evidenti e limitanti, come ad esempio l’assenza della mira libera sull’asse verticale, ma una volta entrati (o rientrati) nello spirito del gioco, si potranno trascorre diverse ore liete a sterminare orde di alieni dalla sembianze più stravaganti (fino ai temibili maiali rosa!). Il divertimento di Doom nasce proprio dal colpire ogni cosa si muova su schermo, come le orde di nemici che compariranno a tradimento alle vostre spalle dopo aver attivato un interruttore. Si prende il pad in mano, si spegne il cervello e ci si sposta per i labirintici livelli alla ricerca della via di uscita, sparando ogni qual volta se ne presenti l’occasione. Muovere il nostro marine finalmente con uno stick è un grande sollievo, i controlli funzionano benissimo e si può muovere qualche appunto solamente al cambio delle armi che avviene in maniera sequenziale premendo gli appositi tasti, e proprio le armi sono un altro dei punti di forza del gioco, tanto che alcune sono diventate storiche come il possente BFG9000 e la famigerata motosega.
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Tecnicamente il gioco è una conversione perfetta del titolo originale (a memoria diremmo troppo accelerata), anche se l’espressione in questo caso non ha una valenza necessariamente positiva. Quanti conoscono Doom non si faranno certo problemi di fronte alla sua vetusta grafica, ma per i più giovani potrebbe essere un ostacolo doversi confrontare con avversari fatti di bitmap sgranate e animate solamente con qualche frame. Anche i livelli sono abbastanza elementari e mostrano delle texture in bassa risoluzione che si ripetono quasi all’infinito per ogni stage.
Se, nonostante tutto, la grafica riesce ad avere un certo fascino retrò, lo stesso non si può dire della colonna sonora in midi, che con i suoi bassi e suoni elettronici potrebbe venire a noia già dopo poco tempo.
Il gioco è diviso in 4 episodi per un totale di 36 mappe che potranno essere affrontate in 5 livelli di difficoltà differenti, di cui l’ultimo veramente estremo. Se prima abbiamo parlato di spegnere il cervello, questo andrà ricollegato nel momento in cui vorrete scoprire le innumerevoli zone segrete che ogni mappa nasconde efficacemente. Per raggiungere il vostro scopo dovrete tenere occhi e orecchie ben aperte e dovrete confrontarvi con passaggi che si aprono automaticamente dopo aver raggiunto certe zone, o esaminando ogni centimetro che ritenete sospetto. La ricerca di questi passaggi segreti, oltre ad offrirvi armi avanzate prima di quando le otterreste normalmente, è uno degli elementi che riesce ad allungare a dismisura la longevità di Doom, che altrimenti, nonostante il cospicuo numero di livelli, potrebbe essere portato a termine in fretta e furia soprattutto a livello standard.
On-line negli anni 90.
In occasione della pubblicazione di Doom sul Live Arcade gli sviluppatori hanno inserito nel gioco originale un multiplayer cooperativo e deathmatch sia in split che online fino ad un massimo di quattro giocatori. Sorprendentemente il gioco online funziona e si integra piuttosto bene al resto dell'esperienza nonostante sia un’aggiunta apportata molti anni dopo la pubblicazione del gioco originale. Le arene ricavate dai livelli del single player sono piene di bonus e di armi che vi consentiranno di imbastire delle battaglie fino all’ultima unità di salute. Sfortunatamente, e prevedibilmente, è difficile trovare giocatori sempre disponibili per una partita, e proprio questo fattore diventa il principale ostacolo alla fruizione di Doom su Xbox Live.
Commento
Sono pochi i giochi che sopravvivono al tempo e Doom è uno di questi. Certo, è impossibile muovere la camera per mirare i nemici su un piano diverso dal nostro (vengono colpiti in automatico), i livelli fatti di corridoi e stanze si ripetono uno dopo l’altro lasciando poco spazio alla varietà, e l’IA dei nemici gli consente solamente di spararci contro, ma nonostante tutto muovere il nostro personaggio su quei desolati pavimenti blu rimane ancora un'esperienza pienamente soddisfacente, e fraggare i nemici che si spostano a frotte verso di noi lo è ancora di più. Come avrete capito Doom è senza dubbio un gioco molto elementare rispetto a quelli odierni, ma spesso le cose semplici sono anche le più belle.
Ah per chi si interrogasse sul senso dei titoli dei paragrafi: provate a fare una semplice ricerca con google.
Pro
- I controlli su pad sono perfetti
- Molti livelli pieni di segreti
- Tutto il Doom originale, e in più il multiplayer Online
- Tecnicamente sorpassato
- On-line non c’è tanta gente
Obiettivi 360
Conquistare i 200 punti offerti dal gioco è piuttosto facile. Molti si ottengono in single player terminando ad esempio gli episodi anche in base al livello di difficoltà. Gli altri si ottengono invece dopo un certo numero di uccisioni in deathmatch on-line.
Volendo ripercorrere a tappe l’evoluzione dei videogame, non sarebbero poi tanti i giochi da dover citare assolutamente, ma Doom farebbe parte di questa selettiva ed ipotetica lista. Ne farebbe parte perché lanciò un genere che esplose subito dopo la sua pubblicazione. Ne farebbe parte perché, grazie a quei livelli esplorabili in tre dimensioni, ci fece perdere la testa e il sonno già più di dieci anni fa. Ne farebbe parte perché noi giocatori, allora poco più che adolescenti, spostavamo la testa per capire cosa ci fosse oltre la finestra.
Ora gli FPS fanno parte di un genere molto diffuso ed amato, sono diventati talmente elaborati da richiedere una ulteriore catalogazione all’interno dello stesso genere, ed è così che nascono gli fps tattici o quelli più votati all’avventura ad esempio. Ultimamente il genere si sta addirittura fondendo con i giochi in terza persona riuscendo a cogliere i lati migliori di ogni struttura.
Cosa può offrire allora all’interno di questo panorama un gioco semplice come Doom, disponibile per il download su Live Arcade?