Il nuovo DLC di Dragon Ball Z: Kakarot rappresenta un'ottima occasione per rivivere uno dei capitoli meno conosciuti nell'opera di Akira Toriyama e in questa recensione di Dragon Ball Z: Kakarot - Bardock - Alone Against Fate vi diremo come si rapporta ai contenuti aggiuntivi che l'hanno preceduto, A New Power Awakens (Part 1 e Part 2) e Trunks: The Warrior of Hope.
Che poi si intitola Bardock: Alone Against Fate, ma la localizzazione italiana rispetta il nostro adattamento storico, perciò ritroveremo Bardak, il papà di Goku, in una breve campagna che adatta l'OAV del 1990, Dragon Ball Z: Le origini del mito, alla spettacolare maniera di CyberConnect2. Questo significa che abbiamo a che fare con un Bardak più... cattivo, mettiamola così, rispetto a quello mostrato nei flashback del recente lungometraggio Dragon Ball Super: Broly.
Le novità del DLC
La campagna, accessibile dalla solita schermata apposita, comincia con Bardak e la sua squadra di Saiyan che hanno appena conquistato un altro mondo per conto di Freezer, mentre sul pianeta Vegeta nasce il piccolo Goku. Tornati alla base, Bardak e i suoi ricevono un nuovo incarico: sterminare la popolazione del pianeta Kanassa. La missione metterà in moto una catena di eventi che condurranno Bardak a compiere delle scelte drammatiche, ma questo chi conosce bene Dragon Ball dovrebbe saperlo. Prima, però, c'è un DLC da giocare, e infatti CyberConnect2, pur raccontando una storia già nota, l'ha allungata con dei momenti di gameplay che concedono al giocatore un minimo di libertà.
Bisogna dire che il DLC è decisamente curato: propone anche alcune nuove mappe di dimensioni discrete, compresa quella del pianeta Vegeta. Non si tratta di uno scenario particolarmente vasto o interattivo, anzi è piuttosto scialbo, ma presenta qualche chicca - come il pub in cui si riuniscono i Saiyan - e le attività secondarie cui ci ha abituato il gioco base, tipo la pesca o i punti di addestramento.
In questo senso, Bardock - Alone Against Fate è una vera e propria campagna in miniatura, con tanto di missioni secondarie che elargiscono nuovi Emblemi dell'anima, consumabili e risorse, e che soprattutto ci dicono qualcosa di più sui compagni del protagonista, che sono più caratterizzati qui che nel cortometraggio animato. La storia principale si completa in circa un'ora e mezza, anche se serve qualcosa in più per vedere tutto e sbloccare ogni possibile contenuto, comprese una breve, ma gustosa missione dopo i titoli di coda.
CyberConnect2 ha tentato anche un approccio insolito, in termini di gameplay. Il sistema di combattimento resta tale e quale al gioco base con Bardak che, ovviamente, ha le sue abilità, da imparare e potenziare nell'apposita schermata.
Un momento caratterizzante di questo DLC sono le orde. Potrebbe sembrare una dinamica pensata solo per allungare il brodo, ma in realtà esistono due sistemi per facilitarsi la vita. Il primo è cercare gli obiettivi secondari nella mappa: partecipando a scontri minori, è possibile ridurre il numero di nemici da abbattere nel combattimento principale della campagna. Il giocatore può scegliere se mettersi alla prova, e affrontare un'infinità di nemici in uno scontro lunghissimo e anche abbastanza tedioso, oppure aggirare il problema con questa soluzione alternativa.
Il Colpo Z è poi una manovra inedita, disponibile a svariati livelli di potenza, con cui si possono annientare una discreta quantità di avversari in un attimo: ovviamente è pensato per accorciare battaglie che finirebbero per essere troppo lunghe, ma ancora una volta il giocatore può scegliere se impiegarlo oppure no. Alla fine, queste meccaniche non cambiano in modo plateale il sistema di combattimento e cominciamo a sentire il bisogno di svecchiare almeno un po' il gameplay.
La versione next-gen
Abbiamo giocato Alone Against Fate su PlayStation 5, approfittando dell'aggiornamento gratuito da PlayStation 4. A quanto pare ci sono stati vari problemi con gli stessi aggiornamenti alle altre piattaforme di nuova generazione, ma noi dobbiamo ammettere di non averne riscontrato nemmeno uno: abbiamo semplicemente riscaricato il gioco in versione PlayStation 5 e acconsentito a trasferire i salvataggi dalla versione PlayStation 4.
Detto questo, non è che l'aggiornamento cambi in maniera radicale l'esperienza. Abbiamo scelto di giocare in modalità Prestazioni per goderci la promessa fluidità a 60 fotogrammi al secondo che rende i combattimenti molto più coinvolgenti e spettacolari, ma in termini di performance abbiamo notato qualche rallentamento nei momenti più concitati. La risoluzione è impercettibilmente migliore; al massimo, si nota un orizzonte visivo più ampio e un maggior numero di dettagli ambientali quando si vola in alto e a gran rapidità. In questo senso, oltre alla maggiore fluidità, il miglioramento più sostanziale riguarda di sicuro i caricamenti, nettamente più veloci.
Aggiornamento: una versione precedente dell'articolo riportava le orde tra gli elementi inediti del DLC. Il testo è stato aggiornato e l'errore corretto.
Conclusioni
PRO
- È un DLC molto curato su uno dei momenti più importanti di Dragon Ball
- Una buona quantità di contenuti prima e dopo i titoli di coda
CONTRO
- Il sistema di combattimento andrebbe rinnovato
- Se Kakarot vi ha annoiato... il DLC non vi farà cambiare idea